The yellow-bellied slider (Trachemys scripta scripta) is a land and water turtle belonging to the family Emydidae. This subspecies of pond slider is native to the southeastern United States, specifically from Florida to southeastern Virginia, and is the most common turtle species in its range.It is found in a wide variety of habitats, including slow-moving rivers, floodplain swamps, marshes, seaso
nal wetlands, and permanent ponds.Yellow-bellied sliders are popular as pets.Adult male yellow-bellied sliders typically reach 5–9 inches (13–23 cm) in length; females range from 8–13 inches (20–33 cm).The carapace (upper shell) is typically brown and black, often with yellow stripes. The skin is olive green with prominent patches of yellow down the neck and legs. As the name implies, the plastron (bottom shell) is mostly yellow with black spots along the edges. Yellow-bellied sliders are often confused with Eastern River Cooters, who also have yellow stripes on the neck and yellow undersides, but the latter lack the green spots characteristic of T. scripta scripta. The yellow belly often has an "s"-shaped yellow stripe on its face.Mating can occur in spring, summer, and autumn. Yellow-bellied sliders are capable of interbreeding with other T. scripta subspecies, such as red-eared sliders, which are commonly sold as pets. The release of non-native red-eared sliders into local environments caused the state of Florida to ban the sale of red-eared sliders in order to protect the native population of yellow-bellied sliders. Mating takes place in the water. Suitable terrestrial area is required for egg-laying by nesting females, who will normally lay 6–10 eggs at a time, with larger females capable of bearing more. The eggs incubate for 2–3 months and the hatchlings will usually stay with the nest through winter. Hatchlings are almost entirely carnivorous, feeding on insects, spiders, crustaceans, tadpoles, fish, and carrion. As they age, adults eat less and less meat, and up to 95% of their nutritional intake eventually comes from plants. The slider is considered a diurnal turtle; it feeds mainly in the morning and frequently basks on shore, on logs, or while floating, during the rest of the day. At night, it sleeps on the bottom or on the surface near brush piles. Highest densities of sliders occur where algae blooms and aquatic macrophytes are abundant and are of the type that form dense mats at the surface, such as Myriophyllum spicatum and lily pads (Nymphaeaceae). Dense surface vegetation provides cover from predators and supports high densities of aquatic invertebrates and small vertebrates, which offer better foraging than open water. The lifespan of yellow-bellied sliders is over 30 years in the wild, and over 40 years in captivity. La tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta) è una testuggine della famiglia Emydidae, diffusa negli Stati Uniti.[2] Viene spesso confusa con la tartaruga dalle orecchie rosse, altra sottospecie di Trachemys scripta, dalla quale, nonostante le notevoli somiglianze, differisce per il colore delle macchie poste ai lati del muso. Le dimensioni di questa sottospecie sono variabili a seconda del sesso dell'animale: i maschi sono più piccoli e si aggirano sui 13 cm (18 cm se cresciuti in cattività), mentre le femmine possono raggiungere anche i 28 cm. Presenta delle macchie gialle sulle orecchie e in fondo ad esse presenta macchie molto chiare sul rossastro. Il carapace cambia colore a seconda dell'età: quando l'individuo è più giovane il colore è verde chiaro, poi con il passare del tempo si scurisce fino ad arrivare perfino al nero. Tutte queste differenze vengono notate con difficoltà prima della maturità sessuale(ovvero arrivati alle dimensioni di circa 15 cm, verso il 5º anno d'età).I maschi hanno unghie molto lunghe (possono arrivare fino a 3 cm), che servono per facilitare la danza di accoppiamento, e una coda molto lunga con estremità molto larga e apertura della cloaca posta alla sua estremità, in prossimità della punta; le femmine invece hanno una coda sottile con la cloaca posta alla base della coda per aiutarle durante la deposizione delle uova. Questa tartaruga è originaria delle acque degli Usa, tra la Virginia meridionale e la Florida settentrionale. Predilige corsi d'acqua poco profondi, con fondale morbido, poca corrente, abbondante esposizione al sole e ricca vegetazione. La Trachemys è inserita nell' elenco mondiale delle 100 specie più invasive[3]. Questa specie viene comunemente ritenuta una temibile predatrice di anfibi, pesci e uccelli acquatici e concausa della diminuzione degli esemplari dell'autoctona Emys orbicularis. Tale luogo comune è in contrasto con innumerevoli studi italiani ed europei evidenziano che la specie nei primi anni di vita è prevalentemente insettivora e da adulta è prettamente vegetariana ed opportunistica, con scarse capacità predatorie, al contrario della prettamente carnivora Emys o., inoltre non sono stati evidenziati casi di predazione alla piccola fauna simpatrica, pesci e pulli di ralli e di anatidi
Si stima che in Italia ogni anno giungano circa 900.000 testuggini l'anno e l'abnorme diffusione degli esemplari, negli specchi, corsi d'acqua, finanche nelle fontane e laghi dei parchi pubblici è dovuta esclusivamente al continuo rilascio di esemplari adulti o subadulti capaci di superare con un fase di letargo i rigori invernali, cosa non possibile per i giovani esemplari. Nelle varie zone climatiche italiane è stato osservato che le deposizioni di uova raramente portano alla schiusa e che gli esemplari sopravvivono solo in condizioni di semilibertà in ambienti lacustri protetti e nelle zone meridionali con inverni meno rigidi. La Trachemys è soggetta a tutti i fattori antropici negativi a cui è soggetta la Emys e la sua massiccia presenza è dovuta solo al continuo costante rilascio di svariate decine di migliaia di esemplari adulti e subadulti ben alimentati nella fase di allevamento domestico, cosa che fa superare la fase di riduzione naturale per predazione a cui sono sottoposti i giovani esemplari selvatici. Analizzando tutti questi fattori è stato ipotizzato che senza questi continui rilasci questa specie sarebbe destinata a scomparire in alcune decine di anni per la sua incapacità di riprodursi e quindi sia da ritenere sì alloctona ma non specie acclimatata.