24/03/2025
𝐌𝐄𝐃𝐈𝐂𝐈𝐍𝐀 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐀 𝐈𝐋 𝐆𝐀𝐓𝐓𝐎 𝐆𝐈𝐀𝐋𝐋𝐎
𝐋𝐈𝐏𝐈𝐃𝐎𝐒𝐈 𝐄𝐏𝐀𝐓𝐈𝐂𝐀 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐀 (𝐅𝐇𝐋)
La lipidosi epatica (HL) è una sindrome, comune nel gatto, associata a digiuno prolungato o malnutrizione proteico-calorica seguita da un accumulo eccessivo di lipidi all’interno degli epatociti, con conseguente disfunzione epatica, potenzialmente letale.
La maggior parte degli autori ritiene che quasi tutti i gatti con lipidosi epatica, se non addirittura la totalità, siano affetti da un’altra malattia
primaria. Un’ampia serie di casi ha però evidenziato una percentuale del 28% di malattia probabilmente idiopatica, spesso indotta dallo stress.
𝐂𝐀𝐑𝐀𝐓𝐓𝐄𝐑𝐈𝐒𝐓𝐈𝐂𝐇𝐄 𝐔𝐍𝐈𝐂𝐇𝐄 𝐃𝐄𝐈 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐈
I gatti sono carnivori obbligati, per cui la loro capacità di sintetizzare per via endogena molti aminoacidi essenziali e acidi grassi essenziali si è notevolmente ridotta o persa nel tempo. Inoltre, il metabolismo dei carboidrati è diverso da quello delle specie onnivore, con i gatti che hanno un fabbisogno complessivo di carboidrati inferiore e una minor propensione a utilizzare grassi e proteine, rispetto ai carboidrati, per ottenere energia e una tendenza a favorire le vie della gluconeogenesi dipendenti dagli aminoacidi per mantenere la normoglicemia
𝐏𝐀𝐓𝐎𝐅𝐈𝐒𝐈𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀
La fisiopatologia della lipidosi epatica è complessa e poco compresa. La lipidosi epatica colpisce solo il gatto e non è stata descritta nel cane. L’elevato fabbisogno proteico dei gatti, associato ad alterazioni del normale metabolismo lipidico, potrebbe tradursi in un accumulo epatico di lipidi dovuto a inappetenza prolungata. L’anoressia, accompagnata da malnutrizione proteico-calorica, causa lipolisi periferica, in seguito alla quale gli acidi grassi liberi vengono rilasciati nella circolazione e finiscono nel fegato dove vengono trasformati in trigliceridi (TG) che si accumulano negli epatociti. Questo accumulo eccessivo di TG epatici può alterare la normale funzione epatica e rappresenta la principale caratteristica della lipidosi epatica.
𝐂𝐋𝐈𝐍𝐈𝐂𝐀
La maggior parte dei gatti con lipidosi epatica sono di mezza età o anziani e hanno antecedenti di obesità o sovrappeso.
Gli elementi prevalenti sono anamnesi da inappetenza della durata, in genere di 5-7 giorni, perdita di peso corporeo (in particolare della massa magra ma anche perdita di grasso principalmente dai depositi periferici) anche del 25% e sintomi gastrointestinali variabili (vomito, diarrea e costipazione). Le altre caratteristiche anamnestiche riflettono i processi patologici primari o sottostanti. Alla presentazione, la maggior parte dei gatti presenta ittero (gatto giallo) ed epatomegalia non algica con profilo uniforme. I gatti con squilibrio elettrolitico grave sviluppano notevole ventrofessione della testa/collo. Alcuni gatti accusano ipersalivazione, che riflette verosimilmente la nausea o la presenza dell’encefalopatia epatica.
I gatti colpiti presentano una storia clinica di anoressia o importante riduzione dell’appetito (che dura da alcuni giorni a molte settimane) e una evidente perdita di peso (in particolare la massa magra) è, inoltre, associata a squilibri metabolici significativi e complicanze potenzialmente letali.
Considerando che la FHL non comporta lesioni epatiche necrotico infiammatorie, le anomalie ematologiche e biochimiche riflettono per lo più il processo patologico sottostante o primario e la grave colestasi causata dall’accumulo di trigliceridi epatocellulare. Non c’è un’ovvia predisposizione di razza o di sesso, ma è possibile che esista una tendenza individuale a sviluppare la HL.
𝐋𝐀𝐁𝐎𝐑𝐀𝐓𝐎𝐑𝐈𝐎
Gli esami diagnostici in caso di sospetta lipidosi epatica devono includere analisi di laboratorio e studi di diagnostica per immagini. Agli esami di laboratorio i pazienti con lipidosi epatica mostrano in genere anemia non rigenerativa con poichilocitosi e corpi di Heinz, che riflettono la presenza di stress ossidativo. Le principali anomalie nelle analisi biochimiche del siero, indicative di colestasi intraepatica, includono forte aumento della bilirubina totale, dell’attività della fosfatasi alcalina (ALP) e aumento variabile dell’attività dell’alanina aminotransferasi (ALT) e dell’aspartato aminotransferasi (AST).
Altre anomalie agli esami biochimici sono variabili e possono includere iperglicemia o ipoglicemia, bassi valori di azoto nel sangue, ipokaliemia, ipofosfatemia o ipomagnesemia. È stato segnalato che il 45% dei gatti con lipidosi epatica presenta anomalie della coagulazione come conseguenza della carenza di vitamina K. L’analisi delle urine potrebbe evidenziare bilirubinuria, chetonuria o lipiduria. Ulteriori esami dovrebbero includere la misurazione della lipasi pancreatica, dato che la lipidosi epatica potrebbe ve**re confusa con la pancreatite acuta, nonché dei livelli sierici di folati e cobalamina, (B12) visto che i gatti con lipidosi epatica sono spesso affetti da malattia intestinale che potrebbe alterare i livelli di queste vitamine del gruppo B.
All’ecografia i pazienti potrebbero mostrare segni di epatomegalia con iperecogenicità diffusa del parenchima epatico. L’agoaspirato con guida ecografica e la citologia mostrano una vacuolizzazione nel citoplasma, con contenuto lipidico, nella maggior parte degli epatociti. Questi risultati, oltre alle valutazioni cliniche, di laboratorio e di imaging generalmente sono sufficienti per formulare una diagnosi clinica di lipidosi epatica. Generalmente non c’è bisogno di effettuare una biopsia epatica con istopatologia per effettuare la diagnosi, tuttavia potrebbe aiutare a capire
se l’animale soffre di altri disturbi epatici concomitanti.
𝐓𝐑𝐀𝐓𝐓𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎
L’istituzione di un supporto nutrizionale intensivo è fondamentale per il trattamento della patologia.
Una terapia efficace richiede la correzione delle disfunzioni (a livello ad es di fluidi, elettroliti, adeguato apporto proteico/calorico e vitamine), oltre alla diagnosi e al trattamento della patologia primaria sottostante. La diagnosi precoce ed un efficace trattamento può far guarire > 80% dei gatti colpiti.
La nutrizione assistita è la pietra miliare nel trattamento e prevenzione della FHL. È importante coprire i fabbisogni proteico calorici del paziente basandosi sul reale peso corporeo di ogni singolo paziente o ripristinare il corretto peso corporeo.
Messaggio chiave
La lipidosi epatica è una sindrome colestatica frequente e potenzialmente letale che colpisce i gatti di appartamento in sovrappeso
• Correggere l’eventuale disidratazione e le anomalie elettrolitiche. Identificare e trattare le altre malattie di base, se presenti. Iniziare il prima possibile un supporto nutrizionale intensivo.
• L’uso di una sonda per nutrizione consente una pratica e non stressante somministrazione delle sostanze nutritive.
• L’alimentazione forzata è fortemente sconsigliata perché provoca ulteriore stress e può portare all’avversione per il cibo.
• Le modificazioni elettrolitiche sono una importante causa di morbidità e mortalità del paziente e circa il 50% dei pazienti sviluppa una coagulopatia.
• Pochi gatti con lipidosi epatica possono essere gestiti con alimentazione orale forzata e anzi questa procedura può accellerare la comparsa della “ sindrome del rifiuto di cibo”.
• La FHL si presenta come una grave sindrome acuta che può provocare la morte del gatto a causa di una grave disfunzione e di insufficienza epatica, se le misure terapeutiche non vengono adottate rapidamente.
I gatti hanno una propensione alla vacuolizzazione lipidica epatocellulare secondaria a malattia sistemica, che probabilmente riflette aspetti unici del metabolismo felino. Il loro status di carnivoro obbligato implica diverse peculiarità fisiologiche e metaboliche che riguardano il metabolismo di proteine, carboidrati e acidi grassi, che li rendono diversi da altre specie animali che non sono carnivore obbligate, come il cane e l’uomo.
La HL è stata suddivisa in primaria e secondaria. Nella forma primaria, l’anoressia si verifica in un animale sano in seguito a una ridotta disponibilità di cibo, alla somministrazione di cibo non appetibile, o alla ridotta assunzione di cibo secondaria a un evento stressante. La forma secondaria, la forma più comune, in cui l’anoressia come conseguenza di una malattia sottostante (diabete mellito, pancreatite, malattia infiammatoria intestinale, neoplasia, insufficienza renale, malattia infiammatoria epatobiliare)
PROGNOSI E MONITORAGGIO
La prognosi della lipidosi epatica dipende da diversi fattori: avvio tempestivo ed efficace della terapia nutrizionale, patologie sottostanti concomitanti e condizioni generali del paziente. La disponibilità del proprietario a contribuire al trattamento del proprio animale a domicilio rappresenta un’ulteriore variabile. I tassi di recupero vanno da circail 60% fino al 92%. Gli elevati tassi di sopravvivenza segnalati escludono i casi con patologia secondaria letale. La prognosi è più sfavorevole nei gatti con insufficienza epatica, fortemente debilitati o in età avanzata. L’assenza di gravi malattie concomitanti e il successo della terapia nutrizionale migliorano la prognosi, anche nei casi con malattia soggiacente. L’accumulo epatico di lipidi è un processo reversibile, e una volta risolta la lipidosi epatica i casi di recidiva sono estremamente rari. Nel periodo di recupero i gatti vanno esaminati ogni 1-2 settimane per valutare il consumo volontario di cibo, il peso corporeo e il punteggio della condizione corporea e muscolare.
👨🏼⚕𝐅𝐞𝐛𝐛𝐫𝐚𝐢𝐨 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐃𝐕𝐌, 𝐏𝐡𝐃
𝐃𝐢𝐩𝐥𝐨𝐦𝐚 𝐌𝐚𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐈𝐈 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐆𝐚𝐬𝐭𝐫𝐨𝐞𝐧𝐭𝐞𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐚𝐭𝐭𝐨