15/02/2024
Voglio fare una riflessione che sta creando grandi momenti di confronto in casa nostra e in alcune delle pochissime relazioni "cinofile" che ad oggi abbiamo.
Sappiamo tutti del terribile evento del ragazzo morto sbranato. Ora tutti stanno puntando il dito sulla gestione dei cani. Ed è un elemento importante, direi fondamentale, ragionare su questo, perché la responsabilità dei cani è di chi li detiene.
Ma da allevatrice quale sono stata (e penso che resti una caratteristica che non ti puoi scollare di dosso) non posso capacitarmi del fatto di non aver ancora sentito allevatori e associazioni di categoria/razza interrogarsi, mettersi in discussione su due questioni: la selezione della razza stessa e dei proprietari dei cani allevati. È vero che più i numeri sono alti, più le possibilità di incidenti sono probabili, ma è anche vero che si è stanchi di sentire sempre le solite razze causa di incidenti, spesso così gravi. Sappiamo che la forza mediatica di alcune notizie potrebbe portare ad amplificare e forviare certe informazioni, ma ciò non toglie che non si possa negare un'evidenza: qualcosa non sta funzionando. Certo, non escludiamo le questioni relative ai cagnari di turno, che nulla hanno a che fare con una corretta e sana selezione di una razza; ma chi il mondo di certe razze lo frequenta, sa bene anche come in certi contesti non ci sia possibilità di dialogo (spero che questo cambi), soprattutto quando si tende solo a guardare alla storia più recente della razza o alla sua memoria genetica, il tutto per giustificare le caratteristiche attuali. Nel primo caso, soprattutto per razze di origini antiche, le peculiarità che la caratterizzavano potrebbero proprio essere quelle in grado di fornire indicazioni di selezione importanti in senso positivo, andando a riportare aspetti caratteriali, di stile di vita e di lavoro molto interessanti a ristabilire un equilibrio, nel secondo caso la storia relativa alla nascita della razza vera e propria potrebbe dare un senso ad un lavoro di selezione in grado di mitigare (e non sto dicendo eliminare) alcuni aspetti comportamentali che vengono giustificati dalla memoria di razza, a discapito dell'equilibrio psicologico ed emotivo dei cani stessi.
Intanto vi invito a visitare alcune aree delle expo cinofile, che danno una visuale magari parziale, ma comunque interessante, di quello di cui parlo quando mi riferisco all'equilibrio.
Ad ogni modo vorrei sentire allevatori e categorie di settore mettersi in discussione, intavolare dialoghi critici e lavori costruttivi, piuttosto che il silenzio o la giustificazione "è il proprietario che fa il cane", (che può sicuramente essere vera, ma non è l'unica parte della medaglia).
Io di certo, insieme ad Erik, qualcosa abbiamo intenzione di fare e ci stiamo prendendo del tempo per muoverci nel modo che ci sembra migliore.
Ci risentiamo presto.