17/09/2024
Edoardo Prati ha 20 anni. Venti.
Poche ore fa è intervenuto a Cagliari alla cerimonia inaugurale del nuovo anno scolastico, alla presenza del Presidente Mattarella, e agli studenti ha dedicato un monologo che oggi, in questi tempi balordi di Sangiuliani, di trash elevato a intrattenimento, di scuola e insegnanti umiliati e di cultura in macerie, merita di essere letto fino in fondo, riletto, assaporato, condiviso.
“Gli studenti meritano un discorso pensato. Sono uscito da poco dalle aule scolastiche e mi sono trovato a fare un bilancio. Di vent’anni che ho tredici li ho passati a scuola. Ho pensato di dirvi una cosa tipo ‘siate voi stessi’. Poi mi sono accorto che tutti i discorsi così mi stanno antipatici, vi invitano a essere qualcosa di unitario che io non sono.
Quando abbiamo cercato di creare una lingua unitaria nel ‘500 ci siamo resi conto che non esiste alcuna lingua senza una tradizione letteraria. E non esiste un me stesso senza un insieme di tessere. Ecco cosa ho capito della scuola. Io sono stato Lorenzo Valla, un umanista del ‘400, ho copiato i grandi. Poi sono stato Poggio Bracciolini, un altro umanista. Ho cercato al di fuori di ciò che mi veniva proposto. La scuola è il luogo sacro della disubbidienza, soprattutto verso sé stessi. Poi sono stato Lorenzo Il Magnifico, ho rivendicato la novità.
Poi sono stato Ariosto, Tasso, ho assecondato la malinconia, il dolore. Sono stato Pascoli e Leopardi. Ho anche mentito a me stesso, e sono stato D’Annunzio. Poi sono stato onesto, sono stato Saba. Poi sono stato Pirandello: la scuola ci permette di essere il contrario di quello che eravamo prima. Mi sono visto indietro e ho visto tutti questi anni costellati di persone in questo laboratorio dell’ascolto. Ho visto i docenti che sono ancora lì in un mondo che sembra non riconoscere la loro importanza. Professori con pregi e difetti che tuttavia rimangono, ai quali spero arrivino le nostre scuse prima o poi. E noi, che ci apprestiamo ad iniziare questo nuovo anno, non siamo solo il futuro del Paese, siamo il presente. Con le nostre battaglie e la polvere non peserà sulle nostre spalle finché saremo Michela Murgia e avremo ben chiaro che il mondo ci deve sapere”.
Io, da ex studente, a Edoardo voglio solo dire una parola, di cuore e di stima. Grazie.
Ringrazio Lorenzo Tosa per la condivisione