18/11/2021
ADOZIONE - Lega Del Cane Bn
“Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Ricorda di guardare in alto alle stelle, e non ai tuoi piedi. Cerca di dare un senso a quello che vedi e chiediti quello che fa vivere l'universo. Sii curioso.”
Buongiorno a tutti e benvenuti ad una nuova puntata di “Cani inetti e dove trovarli”.
E’ un piacere presentarvi un pezzo da novanta della categoria: Valentino, il cane dello zoo di Berlino.
Cinque anni di età circa, dieci chili di peso al netto della zavorra che si trascina dietro stile carretto siciliano, si tratta di un simil barboncino tipo nano (di cervello), classificato nella famiglia zoologica dei mononeuroni.
Com’è noto, il barbone è una razza canina di origine francese. Dunque il fatto che Valentino ha perso l’uso delle zampe posteriori è una sfiga che passa del tutto in secondo piano rispetto alla sua nazionalità, che è il primo motivo per cui nessuno lo vuole adottare: si sa, con un cane francese il rischio è che, all’ennesimo abbaio notturno in condominio (o al primo Campionato Europeo di calcio), al posto di abbandonarlo in autostrada come tutte le persone normali, gli rinfacci di aver trafugato la Gioconda e lo prendi a testate stile Materazzi.
Il secondo, quello grave, è che Valentino, il cane dello zoo di Berlino, è affetto da una grave condizione patologica tale per cui percepisce l'urgente necessità di assumere una certa sostanza, indipendentemente dal danno fisico, psicologico e sociale che questa gli provoca. E’ così che ha perso famiglia, amici, lavoro, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale, che anche se non vale niente perlomeno a teeeeeeeee TI PERMETTE DI SOGNAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE.
Insomma, Valentino, il cane dello zoo di Berlino, è dipendente.
Dalla pallina.
Un delirio: tu te ne stai per i fatti tuoi a dieci chilometri di distanza, immerso nei tuoi pensieri sui massimi sistemi (“mancano due ore a pranzo: ma se me magno adesso un panino e nessuno mi vede, tecnicamente sto mica sgarrando dalla dieta?”), quando all’improvviso inciampi in una palla che suona.
Non fai in tempo ad imprecare (“Ehi ragà, chi l’ha messa ‘sta schifezza qua che a momenti mi rompevo l’osso del collo??”) che arriva a tutta birra ‘sto coso pulcioso, nero come la pece, una massa di peli ricci che non sai dove so’ gli occhi e dov’è il sedere, col carico di ruote, ferraglie e attrezzi che manco Mazinga il robot transformer e ti si piazza davanti.
Ti si piazza davanti e abbaia.
Insistentemente.
Pretenziosamente.
Impettitamente.
Vuole la palla.
Tu lo scansi, perché c’hai cose più importanti da fa’ che lui non può capi’, tipo controllare gli ultimi trend virali con protagonisti i cani belli e sani sui social, prendere spunto, fare di un cane a caso del canile un fenomeno da baraccone, monetizzare le views, lasciare il lavoro e vivere di rendita, che poi è l’unico vero motivo per cui sei qui.
Ma niente, quello abbaia e infrange i sogni di ricchezza.
Allora tu, che sei più furbo del cane, fingi indifferenza.
Fai il vago.
Ti metti a fischiettare.
Provi a spostare la sua attenzione su un argomento che lo distragga.
“Ehi Valentino, ha visto la puntata oggi? Secondo te Gemma troverà il vero amore?”
Stranamente non ci casca e abbaia ancora: a quanto pare il cane è disabile, ma non è scemo e continua a fissare la pallina che intanto hai abilmente nascosto sotto al piede.
Allora ci vai giù ancora più pesante.
“Ehi Vale, hai saputo che qui sorgerà una colonia felina e il canile verrà trasferito in Siberia?”
Ma il cane mostra ancora una volta un’intelligenza fuori dal comune: ormai ha mangiato la foglia e ti viene dietro al piede.
Ti viene dietro e, pensa un po’, ABBAIA, fintanto che non ti arrendi e gli lanci ‘sta maledetta pallina contro la recinzione del canile nella speranza che ci si schianti.
E quello parte.
Ma dove vai, che c’hai due ruote che ormai più che un cane sei un apecar!
E quello corre.
Ma dove vai, che c’hai un carrellino così grosso che sembri un aereo cargo!
E quello galoppa.
Ma dove vai, che c’hai tanta di quella ferraglia addosso che pesi come un autotreno!
E quello vola.
Come il calabrone.
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo - dicono - ma lui non lo sa e vola lo stesso.
Non è così, la storia è stata smentita più volte: il calabrone può volare e non viola alcuna legge fisica o aerodinamica.
Lui, il calabrone, però non si è mai posto il problema.
Neanche Valentino.
N.B.: Valentino, il cane dello zoo di Berlino, si trova a Benevento, ma vi raggiunge ovunque nel centro-nord Italia. Si affida con la prassi veterinaria e con tre palline da utilizzare nella prima fase della disintossicazione (a meno che non vogliate provvedere di vostra iniziativa ad una terapia shock di privazione totale, nel qual caso auguri: vi consigliamo di chiamare padre Merrin e padre Karras de L’Esorcista e procurarvi tanta acqua santa).
La manutenzione è semplice: bastano le solite cose, tipo mettergli un pannolino e piazzarlo ogni giorno davanti alla tv con la replica della finale di Wimbledon tra Federer e Nadal del 2008. Né più né meno di quello che fanno i vostri amici sposati con i loro figli insomma. Se foste così autolesionist…ehm… GENEROSI da volerlo adottare, mandate pure un messaggio di presentazione tramite WhatsApp alla Lega Del Cane Bn (393 3599127 - risponde Rosa).
Va bene anche scrivere che volete un qualsiasi altro cane, tranne questo disgraziato, o che a questo punto preferite un gatto: capiremo.
Almeno, però, mandateci una pallina.