I CANI SONO ANCHE QUESTO.
Sta per arrivare Natale e, insieme alle lucine sbrilluccicose, ai dolcetti e ai regali impacchettati, stanno per essere trasformati in "regali" un sacco di cuccioli di cane.
In questo momento, non è importante se i cuccioli in questione provengono da un allevamento professionale, da una cucciolata casalinga, dal canile, dalla strada, da un negozio di animali (e dunque da una delle mostruose fabbriche di cuccioli dell'Est Europa), o dalle campagne del Sud Italia.
Cioè: veramente è importante eccome, ma non parlerò di questo adesso.
Quello che è importante, prima di accogliere un cane nella propria vita, è essere pronti a scoprire CHI È davvero il cane.
Se non siete pronti a pulire mesi di urina e feci dal pavimento e dai tappeti, senza arrabbiarvi mai con chi li ha prodotti.
Se non siete pronti a svegliarvi più volte nel cuore della notte per controllare che cosa stia masticando il cucciolo (e di solito si tratta di cose non masticabili).
Se non siete pronti ad affrontare freddo, pioggia, vento e neve per accompagnarlo/a fuori finché non avrà acquisito il completo controllo degli sfinteri (e ciò avviene tra i 5 e i 6 mesi di età).
Se non siete pronti a dedicare ALMENO un intero anno e mezzo alla costruzione di una relazione sana con quel cane, senza pause, deleghe, vacanze o mistici smarrimenti di coscienza.
Se non siete pronti a leggere, a studiare e a formarvi per comprendere il suo linguaggio (come animale) e lo stile della sua comunicazione (come singolo individuo), in modo da divenire per quel cane una guida sicura e affidabile.
Se non siete pronti a percorrere chilometri nella campagna o nel bosco e non siete disposti a farlo/a risalire in macchina con addosso qualsiasi tipo di odore. E intendo davvero QUALSIASI.
Se non siete pronti a mettere in conto che, nonostante tutto questo, ci potranno essere comunque dei problemi tra voi e quel cane, e che potreste aver bisogno dell'aiuto di un professionista.
Se non si
LOLITA, E LA PROVA SUBACQUEA
LOLITA : LA MERAVIGLIA DELLE DIFFERENZE.
Un viaggio dal sud, un arrivo in città.
Quante volte sentiamo questa storia.
Talmente tante volte da essere diventata ormai la normalità delle adozioni di cani in famiglia.
Famiglie che spesso non sono preparate ad accogliere cani presentati come semplicemente bisognosi di amore e coccole e che invece hanno un mondo interiore con cui relazionarsi e in cui entrare in punta di piedi, con rispetto, intelligenza e dedizione e che hanno bisogno di quel tipo di amore che porta a evolversi e crescere.
La straordinarietà della storia di Lolita nasce proprio dalla scelta della sua famiglia adottiva, Giada e Alice, madre e figlia, di rivolgersi all'educatore ancor prima dell'arrivo del cane in famiglia, per informarsi, acquisire competenze e partire con il piede giusto, evitando il più possibile di commettere errori e di crearsi pregiudizi o idee pregresse su come dovesse essere la relazione con il nuovo componente della famiglia.
Appena arrivata, Lolita mostrò subito chiaramente la sua soggettività: timida e riflessiva, era alla ricerca di un gruppo solido che potesse aiutarla ad affrontare le novità.
Il mondo in cui viviamo, caotico e frenetico, lascia poco spazio a chi ha bisogno di tempo, a chi si ferma per comprendere cosa stia succedendo, perché il focus è sempre sul futuro e il presente diventa qualcosa di passato anche mentre lo stiamo vivendo.
Questo stile di vita ci trascina spesso a pensare che chi necessita di più tempo sia inevitabilmente sbagliato, rotto, da spingere e obbligare a tutti i costi a rientrare dentro lo “schema” funzionale.
Per fortuna di Lolita, Giada non è una di queste persone.
Insieme abbiamo potuto costruire un percorso che rispettasse i tempi di Lolita, sostenendola e guidandola nelle situazioni della sua nuova vita e che per lei erano ancora da capire, senza la pressione delle richieste e delle performances, ma anzi trasmettendole la sicurezza dell’apertura: così, tramite la lib
PEPE E LA SUSINA
PEPE: QUANDO LE CERTEZZE SI SGRETOLANO
Pepe è un adolescente di Jack Russell.
La sua storia inizia come nelle migliori favole: allevamento, famiglia, casa, amici cani e condivisione di momenti meravigliosi con i suoi umani.
Fino a quando la sua vita viene travolta da una serie di fatti importanti che sgretolano le sue certezze, lasciando in lui profonde cicatrici.
Il primo evento negativo fu un giorno in cui, mentre era stato lasciato a casa da solo giusto il tempo per assentarsi a fare la spesa, l'allarme di casa ha iniziato a suonare ininterrottamente per minuti interi, lasciandolo scosso e impaurito.
Successivamente vide il suo umano di riferimento, quello al quale era più legato, uscire dalla porta per non tornare più (non si può di certo spiegare a un cagnolino che il suo proprietario, per motivi di lavoro, si dovrà assentare da casa per mesi e quindi Pepe visse questo distacco con la gravità di un addio per sempre).
Infine, mentre era al parco con la sua umana Magdalena, che adora vederlo felice insieme ad altri cani, Pepe saltò agilmente sulla panchina ma una zampa finì accidentalmente in una delle fessure, rompendosi.
Questo ultimo sfortunato incidente portò la famiglia a cercare le migliori cure, a occuparsi di Pepe al massimo e, dato che per il suo bene, non poteva più fare sforzi, né salti, né correre Magdalena si prese completamente in carico il suo benessere, diventando per lui l'unico punto fermo. Di conseguenza Pepe non riuscì più a fare a meno di lei, nemmeno per quei pochi minuti in cui svolgeva le sue commissioni come portare i figli a scuola.
Nacque così in Pepe il pensiero di non essere autonomo, di non potercela fare ad affrontare il mondo senza aiuto; di conseguenza il distacco dalla sua famiglia, quando lasciato a casa solo, divenne troppo da sopportare, con il suo forte disagio espresso da urla ininterrotte a squarciagola per richiamare il gruppo e allarme e preoccupazione ad ogni minimo rumore.
A questo punto la famiglia
Libertà di distanza.
LIBERTÀ DI DISTANZA.
Capita spesso che le persone si preoccupino o si "lamentino" per il fatto che il loro cane, quando è libero, prenda grandi distanze e si allontani molto.
Quella di dover controllare i movimenti, le azioni e le preferenze di chi amiamo e di coloro per i quali ci sentiamo responsabili (figli compresi) è una spinta umana perfettamente comprensibile, direi quasi fisiologica, sotto certi aspetti.
Il fatto che alcuni cani, una volta sganciati dal guinzaglio, decidano di prendere grandi distanze da noi e di esplorare spazi molto ampi, mal si accorda con questa nostra spinta (e in certi casi anche con le restrizioni -a volte sensatissime, altre meno- imposte dalla legge).
Ma ciò che spesso tendiamo a confondere, è l'implicazione emotiva di questa scelta.
Se il cane si allontana molto da noi, non vuol dire che "non ci vuole bene".
Non vuol dire che non ci stima.
E non vuol dire che non vuole stare con noi.
Ok, a volte invece sì, vuol dire tutto questo, ma sono casi davvero molto rari.
Una relazione sbilanciata e opprimente porta l'altro ad allontanarsi, è vero.
Molte volte però, siamo noi umani a proiettare le nostre esigenze emotive e carenze affettive sui rapporti, tendendo ad interpretare le scelte dell'altro come un "torto" o un "rifiuto" nei nostri confronti.
Spesso i cani che si allontanano, in realtà, non vedono l'ora di coinvolgerci nelle loro attività su grandi spazi!
Nel video, Johnny prova a ingaggiarmi con la postura, lo sguardo obliquo e il movimento, entrando nella mia zona di spazio personale, soffermandosi qualche secondo per darmi il tempo di capire (sa che sono un po' lenta) e poi uscendo da essa con grande enfasi, molto probabilmente per farmi capire che avrebbe piacere che io lo seguissi correndo (e infatti ho interrotto il video per farlo!).
Ecco, tutto questo per dire: i cani che si allontanano, non lo fanno perché non vi amano.
La libertà e la distanza non c'entrano niente con l'amore.
Anzi.
Non c'è emozione