22/06/2025
💔 Quando l’olismo è l’ultima spiaggia...
Troppe volte l’approccio olistico arriva solo alla fine.
Dopo un lungo e faticoso pellegrinaggio tra studi veterinari, cliniche, esami invasivi, diagnosi incerte e farmaci su farmaci…
Si arriva da noi quando tutto sembra perduto.
Quando la medicina tradizionale non ha più risposte, solo prescrizioni.
Arrivano creature stanche, con il sistema immunitario a pezzi, intestini compromessi, stomaci esausti, anime fragili.
Arrivano esseri umani provati, delusi, sfiancati.
E a volte… non fanno in tempo ad arrivare.
Ricevi la richiesta, prendi l’appuntamento, e poi… silenzio.
Li accompagni solo nei loro ultimi giorni.
A volte solo negli ultimi respiri.
Quello che manca, spesso, è uno sguardo più ampio.
Un ascolto profondo.
Una medicina che non riduca il corpo a un insieme di cellule malate o sane, ma che riconosca il senso di ogni manifestazione.
Che veda i sintomi non come nemici, ma come alleati della guarigione.
Che non sopprima, ma accompagni.
Ci hanno insegnato a combattere:
il tumore, il virus, il batterio, il dolore.
Ma il corpo non vuole la guerra.
Il corpo vuole armonia.
Ed è una macchina perfetta, capace di guarire da sé, se solo gliene diamo la possibilità.
Né la medicina convenzionale, né la pianta miracolosa, né l’ultima molecola sbandierata come rivoluzionaria possono guarire davvero.
Guarisce il corpo. Quando lo rispetti. Quando lo ascolti. Quando smetti di combatterlo.
Ogni operatore – con lauree, diplomi, visioni o doni – dovrebbe scendere dal piedistallo e ricordarsi di essere solo un ponte, uno strumento umile al servizio della Vita.
E sì, a volte fa male.
Vedere tutto il tempo, il denaro, la speranza spesi nei labirinti della medicina frammentata.
Accogliere famiglie smarrite, stremate, dimenticate.
Ma è anche un onore immenso.
Perché ogni incontro, per me, è un dono.
Un’occasione sacra per ricucire fiducia, per accendere una luce, per ricordare che non è mai troppo tardi per cambiare sguardo.
Per curare davvero.