27/02/2024
A otto giorni dalla morte di Nerino per mano di un delinquente che circola a piede libero nel nostro paese, trovo un po’ di lucidità mentale per esternare qualche mia considerazione sull’evento luttuoso che ha profondamente scosso tutte le persone che accudivano il fantastico cane che frequentava la Chiesa.
Tantissime sono state le persone che sono accorse mentre Nerino moriva e tutte avrebbero voluto aiutarlo a vivere.
Tutti i tentativi per salvarlo, eseguiti sotto la consulenza veterinaria, sono stati inutili. Nerino ha smesso di soffrire tra le braccia di padre Bernardo poco dopo il suono del Pater Noster.
Al dolore si aggiunge comunque la rabbia per quanto è successo. Anche il laconico e freddo messaggio istituzionale sembra ve**re con le dita negli occhi e merita una breve riflessione.
Non una parola sull’atroce modo di morire del cane; non una parola di cordoglio per le persone che lo accudivano e per quanti lo hanno amato. Al nostro Sindaco la “morte sospetta” di Nerino lascia l’amaro in bocca solo in merito all’ipotesi di un presunto avvelenamento, volendo così mettere in dubbio la capacità delle tante persone presenti di riconoscerne i sintomi molto evidenti e certi.
Il Sindaco mette subito le mani avanti e si preoccupa quindi di descrivere la sua comunità perfettamente rispettosa verso il mondo animale e quindi invita a non generalizzare.
Ovviamente nessuno ha mai inteso generalizzare, ma non si possono scordare che i numerosi avvelenamenti avvenuti negli ultimi anni (Mamy, Zeus, Hegel, ecc.) dovrebbero rappresentare un forte campanello dall’allarme per tutte le istituzioni anche in considerazione che corre voce che ci sono stati nel territorio altri cani avvelenati. Certamente saranno poche le persone che trascorrono il loro tempo a preparare esche avvelenate rischiando, forse inconsapevolmente, la galera, ma molti purtroppo sono quelli che minimizzano gli effetti di tale pratica criminale: tanto era solo un cane.
Ora è stato Nerino, con la sua nobiltà d’animo e il suo doloroso sacrificio, a scuotere le coscienze della gente. Con la sua docilità ha fatto cambiare idea sui cani contribuendo efficacemente e più di ogni altro mezzo culturale e istituzionale a far condannare atti così spregevoli e inumani.
Nerino ci fa ancora piangere, ma ci darà la forza e sarà la nostra bandiera per continuare a combattere questa infinita guerra contro una mentalità retrogada, intrisa di malvagità e perfidia; contro chi considera gli animali, ancora oggi, come cose e non esseri senzienti.
Perciò è necessario e indispensabile che il Comune unitamente all’Asl - Servizio Veterinario - organizzi INCONTRI PUBBLICI PER INFORMARE, PREVENIRE E SENSIBILIZZARE i cittadini sull’importanza di non maltrattare o avvelenare gli animali. Staremo a vedere….
Se poi un giorno gli animalisti conteranno qualcosa in seno all’Amministrazione chiederanno con forza un monumento per Nerino e non solo per ricordare l’affetto e l’amore che ha saputo infondere alla comunità, ma per rappresentare simbolicamente che Marianopoli rispetta i diritti degli animali.
“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” ( M. Ghandi)
