31/10/2023
C'era una volta un cavallo.
Un cavallo di grossa statura, quasi 180 cm al garrese, un baione dagli occhi profondi, penetranti, dolci. Il classico gigante buono. Un cavallo ben addestrato, ormai a riposo dalle gare ma con ancora tanto da dare, e che per vari motivi la sua proprietaria non può più mo***re, e forse nemmeno mantenere. Sembra l'incipit della classica storia in cui il cavallo finisce a fare il cavallo da scuola. Lui così grande ma anche così buono, sembra una storia già scritta. E in parte lo è, se non fosse per il tragico epilogo a malapena scampato.
Il cavallone viene effettivamente messo a disposizione di una scuola, va tutto bene, i bambini, e non solo, lo adorano, lui ha il cuore d'oro, gli occhioni dolci...e lo sguardo perennemente triste. Triste si, ma non vinto. Il cavallo lentamente deperisce, si sfianca, perde peso, tanto peso, ma mangia, diranno. Mangia pure tanto, diranno. Si tratta senz'altro di un malassorbimento, non accertato. Niente di cui preoccuparsi troppo...certo, il cavallo continua a guadagnarsi il poco fieno a disposizione, e la scuola continua a intascarsi i soldi delle sue fatiche...poi a un certo punto, dopo qualche anno vissuto così, nella vana speranza di sopravvivere e avere una vita migliore, deve essere successo qualcosa...non si sa cosa di preciso. Forse la scuola sta chiudendo? Forse il cavallo è ridotto in condizioni troppo misere? Forse non è più performante? Probabilmente non lo sapremo mai, ma non è ciò che importa. Ciò che importa è che ad un certo punto la proprietaria viene richiamata e le viene intimato di portare via subito il cavallo perchè lui ha una malattia neurologica gravissima. Eh si, avete capito bene, una malattia inguaribile, una di quelle da cui si scampa solo grazie alla morte. Peccato, si scoprirà in seguito, che nessun veterinario lo avesse visitato! Comunque il cavallo esce finalmente dal lager per atterrare altrove. Fiacco, stanco, denutrito, semi cieco da un occhio, e perfino in laminite...ma con ancora tanta voglia di vita e libertà. Quel poco che rimane di un cavallo alto, fiero e forte è ancora pieno di energia, inizia a mangiare con foga, i suoi piedi vengono curati, il suo corpo rinvigorito con flebo, vitamine, cibo adeguato, il suo animo alleviato dalle amorevoli cure della proprietaria, dei nuovi affidatari, della veterinaria, e anche di tutti coloro che avevano visto in che condizioni questa scuola trattava i suoi "amici" a quattro zampe...forse per questo ne avrà chiuso una parte? Probabilmente, come si diceva più su, non lo sapremo mai, ma non è importante. Quello che è importante è che questa è la storia di un gigante buono, del classico cavallo da scuola. Ma che tanto classica non è...
Almeno, si spera.