A 360 Zampe

A 360 Zampe Educatrice cinofila Csen dal 2019. Provincia di Vibo Valentia.
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Servizi di educazione e gestione del cane in contesto domestico e urbano, dog sitting e dog walking, attività ludiche con e senza proprietario.

05/07/2022
27/06/2022
22/06/2022

Uno studio dimostra come la relazione sociale non comincia dal parlare ma dall’ascoltare, infatti i cani coinvolti sono in grado di elaborare il parlato dei proprietari riconoscerne le lodi verbali dalle quali ne ricavano piacere. La RMf ha rivelato come la corteccia uditiva e il centro del piacere siano collegati tanto da permettere al cane di essere in grado di elaborare il parlato e discriminare le lodi verbali in modo dipendente dalla qualità della relazione che intercorre tra cane e proprietario in modo similare a come avviene tra madre e bambino.
Non parlare al cane che tanto non capisce...dicevano, premialo con un click così sarai più efficace...dicevano e invece è sempre stato tutto sotto i nostri occhi dentro l’affetto e la conoscenza reciproca.
Ci piace questa scienza che ci riporta all'essenza delle relazioni oltre i tecnicismi
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1053811921007539?via%3Dihub&fbclid=IwAR3q2qweyGspuQZLfJ3PnNNogIFDBwqOA3qTlYfAiuY-a1aaL_I3IbcZIDs

Il cane può essere considerato un animale 👉sociale👈, in quanto vive in funzione del suo gruppo, del suo branco. Le sue s...
17/06/2022

Il cane può essere considerato un animale 👉sociale👈, in quanto vive in funzione del suo gruppo, del suo branco. Le sue scelte ricadono sulla sopravvivenza degli altri membri del gruppo e sulla buona riuscita di un lavoro di collaborazione. Allo stesso tempo è il gruppo stesso a conferire al cane un compito preciso che definirà il suo ruolo e la sua posizione, anche gerarchica, nei confronti degli altri membri.
Tutti i cani sono animali sociali in quanto si tratta di una caratteristica di specie.

Ma tutti i cani sono, quindi, animali socievoli? No. Questo perché la 👉socievolezza👈, ossia il piacere di interagire positivamente con i suoi simili, non dipende dalla specie ma da altri diversi fattori, principalmente la memoria di razza e una predisposizione innata. Questo fará si che la socievolezza sia una caratteristica prettamente individuale. Un cane poco socievole non potrà mai diventare un cane che gioca con tutti.

Non è un cosa strana, infatti, se il mio cane non ama avvicinarsi agli altri cani come fa il cane di mio cugino, che invita al gioco tutti quanti. Eppure sono entrambi cani giovani! Probabilmente al mio cane basta un'annusata per conoscere l'altro e non prova nessun interesse a prolungare l'interazione. Non c'è da preoccuparsi se dopo poco si allontana e preferisce annusare l'erba.

Quando ci sarebbe da preoccuparsi? Quando il mio cane non si limita a ignorare l'altro cane ma dimostra, invece, segni di paura e/o aggressività "immotivata". Potrebbe essere che il cane si nasconda dietro di me, richieda un contatto con le zampe (soprattutto se abbiamo fatto l'errore di abituarlo a stare in braccio, sic!), alterni abbai insistenti a ringhi, accompagnati da una postura tesa. Attenzione: le "simpatie" e le "antipatie" esistono anche tra cani, il dubbio sorge quando il cane reagisce così a tutti (o quasi) i cani, senza riuscire a riconoscerne particolare discriminante (maschio/femmina, grande/piccolo, giovane/adulto, ecc.)

In questi casi si può parlare effettivamente di disagio o disturbo del comportamento, spesso legato ad un altro importante concetto, quello di 👉socializzazione👈. La socializzazione, propriamente intesa come corretta abituazione del cane a diversi contesti sociali (con simili e non), si riferisce a uno specchio di tempo piuttosto breve che ricade nei primi mesi di vita del cucciolo. Ma non è raro che i problemi derivanti dalla scorretta socializzazione del cucciolo vengano rafforzati dal ripetersi di errori di gestione da parte del proprietario nel corso della crescita del cane. Per questo motivo per riequilibrare la capacità di un cane di vivere in un determinato contesto sociale è di solito necessario un lungo lavoro che parta dal proprietario. Se logicamente non si può tornare indietro e modificare le esperienze passate si può aiutare il proprietario a gestire meglio quelle future. Anche in questo caso non si trasformerà del tutto un cane, se questo di base non ha una predisposizione alla socievolezza, ma gli si permetterà di vivere sereno in nuovi contesti sociali.

10/06/2022

Tre milioni di italiani durante il lockdown hanno cercato la compagnia del migliore amico dell'uomo. Finita l'emergenza, con il ritorno alla vita norma…

09/05/2022

“Ha preso un cane perché non ha avuto figli”. “Tratta il cane come un figlio”

I forasacchi sono parti delle spighe di alcune piante appartenenti alla famiglia delle graminacee. Queste, con l’aumento...
04/05/2022

I forasacchi sono parti delle spighe di alcune piante appartenenti alla famiglia delle graminacee. Queste, con l’aumento delle temperature tendono a seccarsi e a staccarsi più facilmente dalla pianta, per questo motivo è facile trovare per strada i forasacchi tra maggio e ottobre.

La pericolosità dei forasacchi risiede nella loro struttura: la forma a uncino e un rivestimento fatto di micro spine fanno sì che questi possano facilmente attaccarsi alla cute e alle mucose del cane venendo “trasportate” via via sempre più in profondità nei tessuti.

Le parti del corpo del cane in cui è più facile che i forasacchi si attacchino sono le narici, le orecchie, gli spazi tra le dita, zone in cui la pelle si piega come ascelle a aree ano-genitali, ma è anche probabile che il cane arrivi a ingerire le spighe. Se ci si accorge in tempo della presenza superficiale del forasacco addosso al cane è possibile rimuoverlo con facilità, ma qualora non ce ne rendessimo conto la spiga potrebbe ormai aver attraversato diversi strati del derma per cui diventa invisibile a occhio n**o e per rimuoverla è necessaria la sedazione con intervento chirurgico. In questo caso alcuni segnali posso farci pensare che ci sia qualcosa che non va:

- Il cane tiene la testa inclinata da un lato e tenderà a scuoterla frequentemente
- Il cane si lecca costantemente una zona gonfia e arrosata con pustola
- Il cane starnutisce/tossisce ripetutamente e violentemente anche con fuoriuscita di sangue da naso/bocca

Come sempre è fondamentale recarsi al più presto in una clinica veterinaria per la rimozione sicura del corpo estraneo.
Inoltre è importante agire in prevenzione, evitando per quanto possibile passeggiate in zone con sterpaglie secche e esaminando la cute e le zone sensibili del cane al rientro in casa.

Con le belle giornate abbiamo più voglia di passare del tempo all’aperto con i nostri cani. L’aumento delle temperature,...
16/03/2022

Con le belle giornate abbiamo più voglia di passare del tempo all’aperto con i nostri cani. L’aumento delle temperature, però, porta con sé qualche insidia. Tra tutte la processionaria, scientificamente Thaumetopoea pityocampa, un lepidottero che si riproduce e cresce principalmente nelle pinete, dove espleta gran parte delle fasi del suo ciclo vitale fino a diventare una farfallina. È sulle fronde dei pini che, infatti, è possibile notare nidi (come nella prima foto) in cui l’insetto vive il suo stato larvale, per poi scendere a terra una volta trasformatosi in bruco tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera (Marzo-Aprile).
La caratteristica principale che ci fa distinguere la processionaria da un bruco comune, in questa fase, è la tendenza degli insetti a muoversi insieme l’uno attaccato all’altro, formando delle file continue, dei cerchi o dei gruppi ben ordinati (come nella seco foto). Quella del bruco è la sola fase pericolosa per gli umani e per altri animali. Il bruco di processionaria, infatti, è ricoperto da “peli” che producono sostanze irritanti con cui è meglio non entrare in contatto. Se nell’essere umano il contatto con i bruchi può produrre gonfiori, arrossamenti, prurito, nei cani ciò può essere più grave, in alcuni casi addirittura letale, soprattutto perché il cane potrebbe interagire con il bruco ingerendolo e/o annusandolo e questo metterebbe le sostanze urticanti direttamente a contatto con le sue mucose. In caso di mancato intervento queste potrebbero irritarsi fino a gonfiarsi portando al soffocamento del cane. Non sono rari, inoltre, i casi di necrosi dei tessuti interessati, quelli di naso e lingua soprattutto, per cui per salvare il cane è stata necessaria l’amputazione.
Quali sono le misure utili che possiamo adoperare se ci rendiamo conto che il cane è entrato in contatto con il bruco di processionaria?

1. Lavare al più presto la zona interessata con soluzione di acqua e bicarbonato, facendo attenzione a usare delicatezza e a proteggersi se possibile con guanti.

2. Portare il cane subito in un pronto soccorso veterinario o dal veterinario di fiducia.

Fondamentale è, inoltre, prevenire l’incontro con i bruchi:
- Evitando zone con pini o querce (alberi preferiti)
- Perlustrando la zona prima di entrarci col cane
- Segnalando al proprio Comune l’avvistamento di gruppi di bruchi o di nidi sugli alberi, gli uffici tecnici preposti dovranno occuparsi della disinfestazione delle aree pubbliche.

03/03/2022

💛~ Michelle

25/02/2022

Tempo fa ho scritto un articolo che si intitolava "Come si riconosce un buon allevatore?". Mi rendo conto, però, che quello che ho detto non è

25/02/2022

Ogni servizio è personalizzato su cane, proprietario e contesto. Per info e appuntamenti 3409146884.

😉
23/02/2022

😉

❤~ Michelle

✨
01/02/2022

«Uno crede di portare fuori il cane a fare p**ì mezzogiorno e sera. Grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione».

Daniel Pennac, “ La fata carabina”

20/01/2022

Quali sono le buone norme e i consigli da seguire nella gestione del proprio cane nelle aree di presenza del lupo? 🐺🐺

In questa immagine abbiamo cercato di raccogliere i comportamenti consigliati, utili non solo alla sicurezza dei nostri compagni a quattro zampe, ma anche a quella di tutta la fauna selvatica che abita il nostro paese.

Per approfondire 👉
https://www.iononhopauradellupo.it/lupi-che-predano-cani/

01/12/2021

Specialmente i cuccioli delle razze più di moda arrivano ammassati e spesso maltrattati, venduti a prezzi vantaggiosi Viaggiano in condizioni disperate, maltrattati, non hanno documenti e soprattutto vaccinazione

Il kennel è uno strumento di contenimento che può avere forma di gabbia metallica o di trasportino plastico con aperture...
08/11/2021

Il kennel è uno strumento di contenimento che può avere forma di gabbia metallica o di trasportino plastico con aperture a grata. Se inserito gradualmente e correttamente nella quotidianità del cane può essere un valido alleato in un percorso educativo fin dalla sua giovane età.

In quale situazioni può essere utile?

1. Creazione di uno spazio proprio.
Il cane ha bisogno di uno spazio unicamente suo in cui sentirsi tranquillo al sicuro. Questo può essere utile, per esempio, per dargli una tana in cui gestire le situazioni di paura o di stress. A tal fine può essere utile coprire gabbie troppo aperte con un telo o un pannello.

2. Salita, discesa e viaggio in auto.
I cani che hanno paura di salire e scendere dal mezzo possono essere aiutati attraverso una precedente abituazione all'ingresso e uscita dal trasportino, visto come luogo sicuro all'interno di un luogo che crea loro disagio.

3. Viaggi a lunga percorrenza.
Secondo i regolamenti di alcune compagnie di viaggi aerei, ferroviari o navali, gli animali possono viaggiare, o in stiva o in cabina, solo se chiusi in kennel che devono rispondere a determinati criteri di sicurezza. Anche nei lunghi viaggi in auto, l'unico strumento che può salvare la vita al cane in caso di incidente è il kennel metallico appositamente omologato.

4. Fase post operatoria.
Il kennel è fondamentale per far rispettare il riposo assoluto consigliato dopo operazioni chirurgiche più o meno complesse, soprattutto per quei cani particolarmente vivaci che col loro movimento eccessivo potrebbero mettere a rischio la completa e veloce guarigione.

5. Insegnamento della routine ai cuccioli.
Considerando che, in situazioni normali, il cane non sporca nel luogo in cui dorme, abituarlo fin da cucciolo a riposarsi in kennel, può far sì che il proprietario gestisca meglio il momento in cui portare fuori il cane prima che sporchi dentro. Allo stesso modo abituerà il cane a trattenere i bisognini fino all'arrivo nel luogo corretto.

21/09/2021
La maggior parte dei proprietari è sicura al 100% che il suo cane non sia stressato. E che motivo avrebbe di esserlo? Ha...
20/09/2021

La maggior parte dei proprietari è sicura al 100% che il suo cane non sia stressato. E che motivo avrebbe di esserlo? Ha un tetto sotto cui ripararsi, cibo ogni giorno e coccole a volontà. Questo perché si tende a umanizzare la parola “stress” quando ci riferiamo al cane, pensando che abbia le stesse cause e le stesse caratteristiche che ha nell’uomo.

Lo stress, per il cane, è uno stato frutto di frustrazione che deriva dal mancato soddisfacimento dei suoi bisogni, da quelli basici legati alla diversità di specie, a quelli individuali propri del carattere e della personalità del singolo, passando per quelli di razza frutto di caratteristiche selezionate. Di conseguenza la stessa situazione che ad un cane produce giovamento ad un altro può provocare disagio.

Nonostante tutte le numerose diverse variabili, esistono dei segnali comuni che possono far pensare che un cane stia manifestando questa frustrazione. Si tratta dei cosiddetti comportamenti sostitutivi o stereotipie, ossia dei comportamenti che all’apparenza potrebbero avere un significato ma in realtà vengono ripetuti semplicemente come valvola di sfogo da un cane sotto stress, perdendo così il loro significato originario.

Esempi di comportamenti sostitutivi o stereotipie:

- Il cane sbadiglia.
Ciò che spesso viene frainteso come sinonimo di sonno o di noia è (come in realtà anche nell’uomo) un modo di “riossigenare” l’organismo. Le situazioni in cui il cane può avere questa necessità sono quelle legate alla sovraeccitazione, situazione che produce anche determinati effetti fisiologici quali ipersalivazione, accelerazione del battito e respiro affannoso.

- Il cane si lecca con frequenza.
Il leccamento del muso e del tartufo anche se non si è appena finito di mangiare può indicare, soprattutto in situazioni socialmente stressanti, che il cane sta vivendo un disagio. Il leccamento prolungato di altre parti del corpo, invece, non è sempre parte della normale routine di toeletta, ma può essere notato nei cani che passano troppo tempo da soli e che vivono male questo isolamento.

- Il cane si gratta spesso.
Se ci si è assicurati che il cane non ha effettivamente prurito dovuto a condizioni dermatologiche verificate da un veterinario, potrebbe essere che questo comportamento sia un modo per esorcizzare una situazione che non gli sta molto bene. Molti cani iniziano a grattarsi, per esempio, quando non sanno come gestire l’emozione che deriva da un rimprovero.

- Il cane si mordicchia.
Anche qui, una volta esclusa la presenza di fastidi fisici e a patologie dermatologiche, si può pensare alla manifestazione di un possibile disagio. La tendenza a strapparsi i peli dal corpo e a mordersi fino a lesionarsi può essere sintomo di “stress” soprattutto legato alla noia, a un bisogno di attività che non viene soddisfatto.

- Il cane si rincorre la coda.
Vedere un cane che gira su sé stesso provando a prendersi la coda con la bocca può sembrare divertente. In realtà è uno dei segnali che maggiormente può far pensare che quel cane abbia tanto bisogno di movimento e che quello sia uno dei modi che utilizza per provare a trovarne appagamento. Non sta giocando e non si sta divertendo.

- Il cane ripete gli stessi movimenti.
Un cane da dietro una recinzione va avanti e indietro continuamente: "starà sicuramente facendo la guardia" si potrebbe pensare. In realtà la tendenza a ripetere lo stesso percorso è tipica di cani che hanno bisogno di ampi spazi per perlustrare ed esplorare. Può essere visibile nei cani costretti a vivere troppo a lungo in spazi eccessivamente ristretti e isolati.

Posto che, come già accennato, bisognerebbe conoscere il singolo caso per poter risalire alle cause delle stereotipie e quindi arrivare ai possibili rimedi, esistono degli accorgimenti che, in linea generale, potrebbero migliorare il benessere mentale del cane diminuendo la frustrazione o dandogli alternative per gestirla.

1) Far fare al cane, quotidianamente, più attività fisica, gioco, o sport.
2) Impegnare il cane con l’attivazione mentale, il problem solving o l’attività olfattiva.
3) Favorire l’attività di masticazione attraverso l’uso di masticativi naturali.

In conclusione, la regola generale dovrebbe essere:
4) Conoscere le caratteristiche del proprio cane, individuarne i bisogni e far sì che vengano il più possibile appagati.
Una passeggiata! 😉

È abitudine di molti proprietari avvicinarsi agli altri mentre passeggiano col cane al guinzaglio. Ciò avviene in nome d...
25/07/2021

È abitudine di molti proprietari avvicinarsi agli altri mentre passeggiano col cane al guinzaglio. Ciò avviene in nome di una presunta "socializzazione" che il cane, secondo il padrone, vorrebbe e necessiterebbe. "Devono conoscersi" "Vogliono salutarsi" "Facciamoli giocare" sono le frasi che si sentono più spesso in passeggiata. Allora perché molte volte l'incontro tra due cani al guinzaglio non va a finire bene?

I cani, anche quelli sconosciuti che si vedono per la prima volta, comunicano spesso senza che i padroni se ne rendano conto, già da lontano. E lo fanno non urlando o parlando ma con tutta una combinazione di posture, movimenti e distanze. Se osserviamo due cani equilibrati interagire sciolti notiamo come questo tipo di linguaggio non verbale serve fondamentalmente a evitare i conflitti, a rispettare le distanze e le modalità di avvicinamento dell'altro e a far rispettare le proprie. In un avvicinamento al guinzaglio spesso tutto questo non è possibile: il guinzaglio, e il modo in cui lo teniamo, è un ostacolo fisico ai movimenti che il cane avrebbe naturalmente nell'interazione con l'altro e questo può facilmente creare vari disagi anche ai cani più tranquilli.

Tra gli errori più comuni che si fanno quando si incontra un altro cane al guinzaglio:

- *Far avanzare bruscamente il cane è permettergli di arrivare all'altro prima di noi.* La conoscenza cane-cane deve essere sempre mediata dai proprietari, i cani non si devono sentire soli nella gestione dell'incontro. È bene che il proprietario sia sempre, anche fisicamente, figura di riferimento.

- *Avanzare verso l'altro mantenendo il guinzaglio in costante tensione.* Assecondare il movimento del cane a guinzaglio teso significa ridurre le sue possibilità di movimento nel momento dell'incontro e caricarlo, nel frattempo, di agitazione superflua che non fa mai bene ai fini di una conoscenza pacifica.

- *Avvicinare cani che mostrano palesemente segni atteggiamenti di paura o aggressività.* Molto spesso i segni di disagio non vengono colti dai proprietari o vengono confusi con significati diversi. In altri casi questi vengono del tutto ignorati consapevolmente, con rischi per i cani e per gli stessi umani.

- *Prolungare l'interazione anche quando i cani hanno raggiunto un alto livello di eccitazione.* Che l'incontro abbia un esito giocoso o aggressivo è inutile aspettare che questo si risolva da solo. La maggior parte delle volte l'uso del guinzaglio non permette ai cani di raggiungere da soli il loro equilibrio, aumentandone addirittura l'intensità.

Quali accorgimenti si possono tenere in considerazione per migliorare la passeggiata in presenza di altri cani al guinzaglio?

1) Evitare un avvicinamento frontale e diretto.
Due cani sciolti si approccerebbero per la prima volta lateralmente comunicando gradualmente le proprie intenzioni. Fare si che i cani si fiondino faccia a faccia potrebbe accendere facilmente la miccia, sia che si tratti di invito al gioco sia che si tratti di aggressione.

2) Cambiare lato della strada in caso uno dei due cani mostri segni di aggressività.
Abbai, ringhi, piloerezione della schiena, sono segni abbastanza chiari del fatto che i due cani potrebbero non andare d'accordo. È inutile e controproducente far avvicinare due cani in queste condizioni: il cane aggressivo imparerà che questo è un comportamento concesso e il cane aggredito potrebbe esserne traumatizzato.

3) Utilizzare guinzagli della corretta lunghezza.
Posto che per legge la lunghezza massima consentita per condurre il cane in zone urbane è di 1,50mt, guinzagli di lunghezze superiori potrebbero rendere difficile il recupero di un cane in aggressione ma anche di cani in forte eccitazione da gioco, concedendo un margine di movimento eccessivo per un marciapiedi.

4) Evitare che i guinzagli si aggroviglino.
Il situazioni di forte eccitazione come sopra è molto probabile che i cani si muovano velocemente e in maniera inaspettata da una parte all'altra portando alla torsione dei guinzagli tra di loro. Tutto ciò potrebbe produrre un aumento del livello di stress per riduzione delle possibilità di movimento fluido e possibili traumi fisici, cosa che ha spesso come epilogo l'aggressione.

Considerando che sono più i contro che i pro di un avvicinamento al guinzaglio e che è molto facile per i padroni cadere in errori che possono portare a una rapida escalation di tensione tra gli animali, consiglio di evitare, se possibile, l'incontro. La vera socializzazione, quella sana e costruttiva, può avvenire solo tra cani compatibili, sciolti in ambiente sicuro, sotto osservazione di un esperto che sappia riconoscere i segnali di disagio e possa prevenirne i pericoli.

Cos'è un "comando"? È la richiesta di un comportamento che di solito il proprietario mette in atto nei confronti del pro...
12/06/2021

Cos'è un "comando"? È la richiesta di un comportamento che di solito il proprietario mette in atto nei confronti del proprio cane. Il cane, a questo punto, dovrà eseguire. Si tratta quindi di obbedienza, che spesso viene confusa con educazione. Ma è importante chiarire che un cane obbediente non è per forza un cane educato e viceversa. Tuttavia insegnare al cane alcuni comandi è spesso funzionale al percorso educativo.
Cosa dobbiamo tenere in considerazione quando insegniamo qualcosa al nostro cane?

- Memoria.
Il cane ha bisogno di tempo per memorizzare l'associazione di un determinato suono all'azione corrispondente che noi vogliamo lui produca. Ogni cane può avere delle tempistiche diverse che vanno rispettate senza spazientirsi o fare confronti con cani "più intelligenti".

- Premio.
Indica tutto ciò che presentato al cane può aumentare la possibilità di ripetere un determinato comportamento nel tempo. Bisogna utilizzarlo adeguatamente pensando a ciò che maggiormente gratifica il proprio cane, in modo da favorire l'apprendimento della risposta corretta al nostro comando.

- Punizione.
Tutto ciò che, al contrario del premio, porterà il cane a estinguere la ripetizione di un'azione indesiderata. La punizione non è sinonimo di violenza o trauma ma può anche essere semplicemente l'eliminazione di un premio.

- Emozioni.
Il cane apprenderà più facilmente cosa e giusto o sbagliato se al nostro comando, verbale o gestuale che sia, vi associamo la corretta emozione sapientemente modulata.

- Relazione.
Ciò che fa la differenza nella possibilità che il cane ci ascolti è, spesso, chi noi siamo per lui. Per questo motivo è importante curare il rapporto quotidiano che si ha col proprio cane 24h. Solo in questo modo si potrà avere un vero "rinforzo sociale" che varrà più di ogni altro premio.

12/06/2021
“Non posso prendere un cane perché non ho il giardino”, “Regalo il cane a mia suocera così fa la guardia alla sua campag...
27/05/2021

“Non posso prendere un cane perché non ho il giardino”, “Regalo il cane a mia suocera così fa la guardia alla sua campagna”, “Mia madre non vuole il cane in casa, ma abbiamo un garage molto grande”.
Si tratta di situazioni apparentemente diverse ma che ruotano tutte attorno alla stessa idea: il cane deve vivere in un posto ben definito e separato dal resto della casa. Questa idea è spesso legata alla convinzione che per far stare bene un cane una condizione necessaria sia il possesso di un grande spazio tutto suo, condizione che diventa priorità rispetto a ciò che rende veramente felice il cane: condividere tempo di qualità con i suoi umani.

La maggior parte dei cani, infatti, non se ne fa niente di un giardino di 200mq né di un garage dotato di tutti i comfort se in questi luoghi vive in solitudine per gran parte della giornata. Non basteranno i giochi lasciati a disposizione 24h, non basterà la cuccia coibentata perché il cane sia grato al proprietario e possa stabilire la giusta relazione con lui, se quest’ultimo si fa vivo solo per riempire la ciotola. Non è raro, infatti, che lo spazio esterno in cui il cane può correre libero, diventi una buona scusa per non prendersi cura di tutti i bisogni dell’animale, non solo quelli fisici ma anche quelli mentali e sociali, sfociando spesso in vere e proprie situazioni di isolamento.

L’isolamento sociale per un animale sociale come il cane può costituire una vera e propria forma di maltrattamento che può dare vita ad alcuni problemi:

❗ Comportamenti distruttivi. Prima per noia e poi come vera e propria valvola di sfogo il cane può decidere di passare il tempo mordendo l’arredamento, graffiando porte di ingresso, scavando il terreno che ha intorno, sradicando piante, ecc.

❗ Autolesionismo. Lo stress da isolamento può portare il cane a comportamenti sostitutivi quali leccamento compulsivo, tendenza a grattarsi continuamente, tendenza a mordicchiarsi le zampe, con conseguenti problemi di natura dermatologica.

❗ Scarsa socializzazione. Il cane che vive costantemente in un luogo chiuso, recintato o comunque separato non conosce il mondo che vi è oltre quel perimetro e tutti gli esseri che lo abitano, siano essi altri animali o persone. Di conseguenza potrebbe sviluppare problemi di fobia/aggressività verso questi.

❗ Territorialità. Il cane che vive da solo in un luogo chiuso può tendere a percepirlo come di sua proprietà e a volerlo proteggere da qualsiasi cosa provi ad avvicinarsi. Un cane non naturalmente predisposto, senza un previo addestramento, potrebbe proteggere gli spazi anche dagli stessi proprietari.

❗ Fughe. Un cane che non vive bene l’isolamento, accertatosi di non essere accolto in casa da quella che dovrebbe essere la sua famiglia, può provare a scappare per cercare altrove un altro gruppo sociale in cui inserirsi. A questi possono aggiungersi casi di fuga in corrispondenza del calore o relativamente a una forte motivazione esplorativa/di caccia.

Si pensa spesso che più si sta attaccati fisicamente al proprio cane più la nostra relazione con lui si consolidi. Quant...
09/05/2021

Si pensa spesso che più si sta attaccati fisicamente al proprio cane più la nostra relazione con lui si consolidi. Quanto è vero tutto ciò?

Consideriamo il comportamento del cucciolo e il tipo di attaccamento che ha con la sua madre biologica fin dai suoi primi giorni di vita. Il cucciolo appena nato non ha tutti i sensi ben sviluppati e non è in grado di regolare autonomamente la sua temperatura corporea. Per questo motivo in questo periodo la vicinanza alla madre è estrema, dal momento che è indispensabile per nutrirsi, riscaldarsi e avere un punto di riferimento nel nuovo spazio ancora sconosciuto. Quando il cucciolo inizia ad aprire gli occhi, a muoversi più autonomamente e ad utilizzare tutti i suoi sensi per esplorare ciò che lo circonda inizia a staccarsi pian piano da quel contatto continuo con la madre. In questo periodo sarà maggiore l’interazione con i fratellini e la madre fungerà da mediatrice tra questi attraverso piccoli interventi educativi. Col passare del tempo sarà la stessa madre a favorire un graduale allontanamento del cucciolo di modo che questo sviluppi maggiore autonomia nell’affrontare gli ostacoli che incontra: in poche parole per favorire la sua autostima.

Nel momento in cui portiamo un cucciolo di pochi mesi (due o più) in casa nostra e gli stiamo troppo addosso andiamo contro quel naturale processo di distacco che la madre stava mettendo in atto, quindi il cucciolo, anziché diventare più autonomo rischia di regredire e ad aumentare la dipendenza da noi.
Coccolare continuamente il cane, prenderlo sempre in braccio, tenerlo tutto il tempo con sé, potrebbe alla lunga risultare in alcuni problematiche:

❗ 𝐈𝐧𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 data dal fatto che il cane sarà portato a pensare di non poter affrontare da solo le varie situazioni che gli si propongono, e mostrerà quindi disagio soprattutto in situazioni nuove.

❗ 𝐅𝐨𝐛𝐢𝐚, paura anticipatoria verso situazioni sconosciute e possibile 𝐀𝐠𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ quando il cane non conoscerà altro modo di affrontare certe situazioni.

❗ 𝐈𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀, che si verifica quando il cane si sente in dovere di proteggere il suo padrone e sul suo nucleo familiare da qualsiasi cosa o persona vi si avvicini, dal momento che vengono percepite come minaccia anche cose che in realtà non lo sono.

❗ 𝐀𝐧𝐬𝐢𝐚 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 che si verifica quando il padrone si allontana per un periodo relativamente lungo dal cane. In questo caso il cane non riuscirà ad affrontare serenamente la solitudine in casa e sfogherà la sua frustrazione o in comportamenti distruttivi, vocalizzi o espulsione di urine/feci.

Vuoi prendere un cane da una cucciolata casalinga di cui sei venuto a conoscenza? Questa scelta, a fronte del vantaggio ...
17/11/2020

Vuoi prendere un cane da una cucciolata casalinga di cui sei venuto a conoscenza? Questa scelta, a fronte del vantaggio economico apparente, può nascondere dei rischi. Ecco alcuni consigli per evitarli.

Scorri le foto ----->

Stai pensando di prendere un cucciolo? Rivolgersi a un allevamento potrebbe avere diversi vantaggi. Bisogna saper distin...
03/11/2020

Stai pensando di prendere un cucciolo? Rivolgersi a un allevamento potrebbe avere diversi vantaggi. Bisogna saper distinguere, però, gli allevatori seri dai truffatori. Ecco alcuni consigli per indirizzarsi su quelli giusti.

Scorri le foto ----->

11/08/2020

This is the reconstruction of a a 4000-year-old dog, the skeleton of which was found at the ancient Mesopotamian Tell Brak archeological site, modern day Syria.

It was created by talented zoologist Julliet Clutton-Brack.

I bet he was a good boy.

La prima domanda che porrei a chi vuole fare riprodurre il proprio cane è "Perché?". Perché vuoi far accoppiare il tuo c...
05/08/2020

La prima domanda che porrei a chi vuole fare riprodurre il proprio cane è "Perché?". Perché vuoi far accoppiare il tuo cane?
Le motivazioni che sento in giro sono le più diverse. Tra le prime, senza dubbio, una presunta necessità del maschio di "sfogarsi" affiancata ad una vocazione di maternità della femmina. La ragione a sostegno della tesi? L'istinto, ovviamente, la sua "natura". Ecco, considerando che chi parla in questi termini non ha quasi mai alle spalle un vero studio sulla natura del cane, come ci si aspetterebbe, credo che il compito di un educatore cinofilo includa anche questo.
Perché, pensateci bene, voi che vi preoccupate tanto del bisogno naturale del cane di copulare, siete gli stessi che tenete il cane al guinzaglio (contro natura), impedite al cane, o almeno si spera, di aggredire un avversario (contro natura), fermate il cane prima che provi a mangiare le galline del contadino (contro natura), gli fate il bagnetto (contro natura), usate gli antiparassitari (contro natura), e potrei continuare ancora fino ad arrivare al cappottino di marca che sfoggiate per far invidia all'amica.
L'idea che il vostro cane problematico possa calmarsi "sfogandosi" così, poi, non è un'attenuante. Per prima cosa perché non dovreste aspettare il calore della c***a del vicino per ricordavi che il vostro amico ha bisogno di una regolata e quindi, magari, rivolgervi a un professionista prima che sia troppo tardi. Seconda cosa, l'idea che l'accoppiamento risolva tutti i problemi è quanto di più sbagliato si possa pensare e deriva dalla stessa ignoranza di cui sopra.
Per finire, una delle motivazioni che porta a cucciolate casalinghe è quella economica: faccio coprire la c***a e vendo i cuccioli. Bene, qui la prima cosa che mi verrebbe da dire a chi si improvvisa allevatore da un giorno all'altro è «Trovatevi un lavoro» e se volete fare il mestiere dell'allevatore non basterà avere una femmina e un maschio della stessa razza.
Ma, ahimè la legge italiana presenta delle lacune in merito all'allevamento amatoriale, quindi mi limito a riassumere buon senso e consapevolezza in questo schema.

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