23/01/2024
Noblesse obligè
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"Ogni bambino comincia la sua vita da eroe, con coraggio, fiducia, apertura, e capacità di edificare relazioni, con un desiderio impellente di scoprire e creare, dotato di un cervello che possiede ogni necessaria capacità di porre le cose in relazione per imparare qualunque cosa necessaria per una vita piena, sana e ricca in qualunque luogo della terra. Ma poi li mandiamo a scuola, dove il loro desiderio di apprendere cambia radicalmente e si trasforma in inutile frustrazione. Non sono né le disposizioni genetiche né il loro cervello la vera causa di questo drammatico cambiamento, bensì l'inopportuno apprendimento scolastico.” [G. Huether]
Ma non potremmo forse dire lo stesso dei cuccioli di cane?
Ogni cucciolo comincia la sua vita da eroe, con coraggio, fiducia, apertura, e capacità di edificare relazioni, con un desiderio impellente di scoprire e creare, dotato di un cervello che possiede ogni necessaria capacità di porre le cose in relazione per imparare qualunque cosa necessaria per una vita piena, sana e ricca in qualunque luogo della terra.
Ma poi li mandiamo a scuola o decidiamo di dar retta a qualche Social Guru o di affidarci al Mr Wolf di turno e lasciamo che i cani ci vengano dipinti come portatori sani di problemi invece che come meravigliose opportunità di dare una sterzata alle nostre vite in virtù di una convivenza ibrida che trova le sue radici nella notte dei tempi e che ha ancora così tanto da insegnarci.
E così ci viene detto che è normale lasciarli in un recintino o nel kennel mentre siamo al lavoro per evitare che ci distruggano casa, dimentichi del fatto che ciò che chiamiamo “distruzioni” non ha nulla a che fare con i dispetti o la disobbedienza ma rappresenta solo il sano e necessario bisogno di continuare a esplorare e conoscere e che il nostro dovere è quello di trovare il tempo, la pazienza e le capacità per assecondarlo.
Che basta portarli alle puppy class o all’asilo per (eterni) cuccioli, possibilmente indoor e con erba sintetica, per fare in modo che abbiano degli “amichetti”, dimentichi del fatto che i bisogni sociali dei cani sono ben altra cosa e che anche tra cani l’amicizia si crea su presupposti del tutto diversi dalla semplice condivisione di uno spazio.
Che devono riportarci e lasciarci la pallina o risolvere rompicapi inventati dall’uomo per imparare a giocare con noi, dimentichi del fatto che il gioco è un bisogno biologico presente in ogni specie animale poiché è lo strumento più potente che Madre Natura ha creato per regalare momenti di felicità e allo stesso tempo sviluppare competenze utili per tutta la vita e per questo dovremmo essere noi a imparare come giocano i cani e come potremmo giocare con loro.
Che saper comunicare significa sapersi far obbedire, dimentichi del fatto che la comunicazione è legata alla comprensione (reciproca) e non alla coercizione.
Che serve investire ore e ore per insegnare il seduto, il terra, la condotta al guinzaglio e l’indifferenza agli altri cani (meglio ancora se con un collare a scorrimento), dimentichi del fatto che l’educazione del cane non ha e non dovrebbe aver nulla che fare con l’obbedienza poiché lui non ha bisogno di saper rispondere a degli ordini per accompagnarci ovunque, ma “semplicemente” di essere compreso e rispettato per il cane che è e di trovare in noi una base sicura ogni giorno che trascorreremo assieme.
TRUST (and keep on lovin’) YOUR DOG