01/10/2024
L'IMPORTANZA DELLA PIGMENTAZIONE NEL VOLPINO ITALIANO
La pigmentazione è un fattore di importanza rilevante in qualsiasi mammifero e quindi anche nel cane.
Come è noto, il pigmento è parte integrante delle cellule e compartecipa attivamente a varie funzioni dell’intero organismo.
Non bisogna dimenticare che questo fattore riveste importanza anche per la diagnosi clinica di talune malattie e le varie disfunzioni organiche legate ad una carenza di pigmento sono riscontrabili anche in altri animali domestici di interesse produttivo.
La pigmentazione non costituisce un mero fattore estetico dal momento che nei mammiferi un suo stato carenziale comporta, nel medio e lungo termine, le classiche tare collegate all’albinismo con conseguenti patologie legate alla vista, all’udito e alla fertilità.
Forse costituisce, entro certi limiti, un’eccezione il coniglio di razza Bianca di Nuova Zelanda, albino ma regolarmente fertile; tuttavia, essendo un animale essenzialmente da carne, finisce anzitempo la sua vita e nessuno si preoccupa di eventuali patologie legate alla vista o all'udito.
Nel cane esistono varie zone sedi di pigmento ma focalizziamo l'attenzione sul Volpino Italiano di cui esistono tre varietà distinte dal colore del mantello, e cioè il bianco (bianco-latte) il rosso (rosso-cervo) e il nero.
In questa varietà le unghie sono nere al pari di tutte le mucose.
E' apprezzabile che anche le gengive siano nere.
Nella varietà rossa il pigmento non deve essere carente in nessuna zona e in particolare le unghie, il tartufo, le rime palpebrali, le labbra e i cuscinetti plantari sono rigorosamente neri; lo scroto e l'area perivulvare sono ben pigmentati.
Anche nei soggetti bianchi il pigmento è localizzato nelle zone appena menzionate.
Il Volpino Italiano bianco talvolta ha le unghie nere ma bisogna chiarire che se anche sono biancastre la cosa è di interesse relativo perché nelle altre sedi la pigmentazione è ben marcata.
E' invece fondamentale che l'orlo palpebrale sia sempre interamente nero perché una sua depigmentazione, sia totale che parziale, è sempre trasmissibile alla prole in percentuale piuttosto elevata.
E' sconsigliabile far riprodurre un soggetto con una o entrambe le palpebre depigmentate o anche parzialmente depigmentate perché può trasmettere questo difetto a buona parte dei discendenti ed anche quelli eventualmente esenti ne possono essere a loro volta portatori.
Tra i compiti dell'allevatore vi è anche quello di evitare che un difetto dilaghi.
Lo so che qualche allevatore può propendere per un'eccezione (nel caso di pigmentazione incompleta di un solo orlo palpebrale) qualora ci si trovi di fronte a un soggetto portatore di altre grandi qualità che giustifichino successivi interventi correttivi nel prosieguo della selezione che dovrà tradursi, nella pratica, in una rigorosa e oculata scelta che dovrà cadere solo su soggetti correttamente pigmentati.
Altra sede importante di pigmento è la terza palpebra, denominata anche membrana nictitante; la sua depigmentazione non deve mai essere sottovalutata perché può rappresentare una sorta di avvisaglia di carenza di pigmento in altre zone che può interessare i soggetti di immediata discendenza.
In ogni caso è d'obbligo la massima attenzione perché questo genere di difetti può sempre ricomparire.
Anche il naso (tartufo) deve essere rigorosamente nero.
Taluni hanno coniato la suggestiva espressione “naso da neve” per giustificare una temporanea decolorazione del tartufo nei mesi invernali.
In realtà esso deve presentarsi nero in qualsiasi stagione dell'anno e qualsiasi alterazione, ancorché temporanea, del colore è imputabile ad un anomalo metabolismo del pigmento.
Un cane che presenti la totale depigmentazione del tartufo deve essere scartato dalla riproduzione, mentre si può essere più tolleranti se la depigmentazione è minima.
Si tratta comunque di un difetto grave e quindi da non sottovalutare.
Anche le labbra devono essere totalmente nere.
In altre razze sono stati notati casi di labbra correttamente nere ma prive di pigmento in corrispondenza della commessura labiale e questo difetto si accompagnava a una indesiderabile lassità della commessura stessa con fuoriuscita di saliva.
La correlazione tra una depigmentazione così localizzata e lassità della commessura meriterebbe di essere approfondita con un conforto statistico numericamente più consono.
Un cane correttamente pigmentato presenta anche i cuscinetti plantari rigorosamente neri già fin dai primi mesi; tuttavia in questa sede il processo di pigmentazione può completarsi entro i sei/sette mesi.
Considerando la pigmentazione nella sua globalità, si osserva che talvolta un soggetto con rime palpebrali, tartufo e labbra correttamente pigmentate, non ha necessariamente anche tutti i cuscinetti plantari neri o completamente neri; si tratta però di un particolare pressoché ininfluente in quanto non sempre trasmissibile.
Anche lo scroto, i contorni a***e e vulvare devono essere opportunamente pigmentati anche se la localizzazione in quelle sedi può essere considerata secondaria.
Nel Volpino Italiano bianco si possono notare anche localizzazioni cutanee dove il nero “deborda” nella zona sottorbitale, sulla canna nasale, eventualmente sullo scroto, talvolta sulla lingua e, in rari casi anche in altre zone del soma.
In linea più generale, il corretto metabolismo del pigmento è condizionato dal fattore genetico ma anche favorito dalla usuale esposizione alla luce naturale.