Venezia 1600 anni

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Venezia 1600 anni Venezia capitale interculturale e intereligiosa

10/04/2023

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05/12/2022

La scelta controcorrente di Giacomo Bortoluzzi che inaugura una bottega per aggiustare scarpe a Castello

25/10/2022
20/09/2022

Del "Giuramento di Perasto" ogni tanto si sente parlare. La località all'interno delle Bocche di Cattaro che si rifiutò strenuamente di deporre le insegne della Serenissima per diverse settimane dopo la caduta (in realtà ciò avvenne in diverse altre località della Dalmazia, che però capitolarono prima). L'attaccamento dei perastini al leone alato è presto spiegato: erano i depositari e i difensori del gonfalone, in pace e in guerra. E quella bandiera, ammainata, la seppellirono come si fa con un parente che si è molto amato. Protagonista di tutto ciò fu il capitano della città, Giuseppe Viscovich, che vi presentiamo oggi per "Ritratti Veneziani" sul Gazzettino. Volto e colore gli sono restituiti come sempre da Matteo Bergamelli

Giuseppe Viscovich (1728-1804)
ultimo capitano veneziano di Perasto

C'è un luogo dell'Adriatico dove la Repubblica di Venezia continuò a esistere anche dopo la caduta della Serenissima, per diverse settimane. Una località nella quale - nel 1797 - il gonfalone col leone alato non fu ammainato che dopo tre mesi abbondanti dagli abitanti e dal loro capitano. Questo luogo è Perasto, oggi Perast, in Montenegro: si trova nell'ultima parte - la più interna - delle Bocche di Cattaro. Il capitano si chiamava Giuseppe Viscovich, era nato a Perasto nel 1728, e in quel 23 agosto del 1797 convocò tutti i suoi concittadini per seppellire l'amata bandiera veneziana, nel corso di una cerimonia conosciuta come "il giuramento di Perasto", pronunciato da Viscovich in lingua slava e tradotto più tardi in veneziano (lingua nella quale è conosciuto come "Ti co nu, nu co ti") e in italiano da Giustina Renier Michiel e da un discendente del capitano, Francesco Viscovich.
"In questo momento amaro - inizia così il lungo proclama - che lacera il nostro cuore; in quest'ultimo sfogo di amore e di fede al Veneto serenissimo dominio, il gonfalone della Serenissima Repubblica ci sia di conforto, o cittadini, che la nostra condotta passata come quella di questi ultimi tempi rende non solo più giusto questo atto fatale, ma virtuoso, e doveroso per noi. I nostri figli sapranno da noi, e la storia farà sapere all'Europa intera, che Perasto ha sostenuto fino all'ultimo la gloria del vessillo veneto, onorandolo con quest'atto solenne, e deponendolo bagnato del nostro pianto universale".
Un attaccamento alla bandiera veneziana che affondava - a quel tempo - le sue ragioni profonde nella storia: Perasto ebbe infatti il privilegio speciale, durante il periodo del governo veneto, di "Fedelissima Gonfaloniera", ovvero di custode esclusiva - in pace e in guerra - del Gonfalone di San Marco. Tradizione nata nel 1368 quando i perastini diedero spontaneamente aiuto ai veneziani, durante un terribile assedio alle Bocche di Cattaro. In tempo di pace il vessillo era tenuto gelosamente nella casa del capitano, mentre in guerra veniva issato sulla nave ammiraglia del Capitano Generale da Mar dell’armata veneta.
A difenderne le sorti era una compagnia scelta di 12 gonfalonieri perastini eletti di volta in volta dal Consiglio degli Anziani della comunità bocchese: nelle battaglie in mare dovevano impedire a ogni costo che il nemico si impossessasse delle insegne. Nel corso della terribile e sanguinosa battaglia di Lepanto, nel 1571, ben otto di loro non fecero ritorno a casa, pur di non far cadere il leone alato nelle mani degli ottomani.
"Per trecentosettantasette anni la nostra fede, il nostro valore ti ha sempre custodito per terra e per mare, ovunque fosti chiamato dai tuoi nemici - è un altro estratto del giuramento -; per trecentosettantasette anni le nostre sostanze, il nostro sangue, le nostre vite sono state sempre per te, o San Marco; e felicissimi ci siamo sempre reputati: Ti co nu, nu co Ti; e sempre con te, sul mare, siamo stati illustri e vittoriosi. Nessuno con te ci ha visti fuggire, nessuno ci ha visti vinti o impauriti!".
Dopo aver terminato il discorso ("il nostro cuore sia la tua onoratissima tomba, e il più puro e grande elogio le nostre lacrime"), Viscovich baciò il gonfalone e lo bagnò delle proprie lacrime, prima che tutti gli altri cittadini le rendessero omaggio; Viscovich trasse a sé un suo giovane nipote, Annibale, e gli disse: "Inginocchiati, baciala e ricordati di lei finché avrai vita". dopodiché la bandiera col leone marciano fu deposta in un bacile d'argento e fu trasportata dal Luogotenente e da due Giudici della comunità nella chiesa parrocchiale dove, chiusa in una cassetta, fu seppellita sotto l'altare maggiore.
Una volta issata la nuova insegna salutata da colpi di cannone, allo stesso modo in cui si era salutata quella della Repubblica veneziana, la comunità perastina tornò in chiesa dove fu cantato l'oremus pro Imperatore. Si concluse così la storia veneziana di Perasto dopo quasi quattrocento anni. Giuseppe Viscovich sopravvisse per altri sette anni ancora: morì a Perasto nel 1804, a 76 anni.
Quanto ad Annibale Viscovich, fu fedele al desiderio del nonno: cinquant'anni dopo - in qualità di Ufficiale superiore della Veneta Marina - fu a fianco di Daniele Manin per far sorgere e difendere la nuova Repubblica Veneta.

09/09/2022

"Recreation of a late Roman hierarch based on the sculpture of the Tetrarchs seen at his side – right now located in Venice, formerly in Constantinople.
The characteristic sword depicted in the sculpture can be seen with an eagle-head-shaped pommel that reminds us of the Parazonians: short swords used by the high Roman military ranks as an element of prestige.
The re-enactor has opted for a scale armor, later called 'lorica squamata' that reveals the fringes ('pteruges') of the inner protection or 'thorakomachos' (sometimes called 'subarmalis'). Likewise, the 'pileus panonicus' or Panonic cap stands out, very present in late Roman fashion."

Photo & text via Promakos

09/09/2022

Lara Perbellini ha aperto bottega in campo dei Miracoli, ai piedi dell'omonimo ponte. È una sartoria di abiti maschili e Lara è specializzata in taglio storico, che ha appreso è sviluppato andando a bottega da famosi maestri italiani e atelier francesi. Se quelle vetrine, chiuse da una quindicina d'anni, sono tornate a rianimarsi è merito anche di Franco Pupato, titolare dell'omonima sartoria dove Lara ha lavorato negli ultimi due anni. Era arrivata nella bottega di calle dei Fabbri per essere valutata al fine dell'iscrizione all'Accademia dei sartori. Il maestro veneziano le disse che, vista la qualità dei suoi abiti, secondo lui doveva rimanere a Venezia. E ora le sue stoffe, i manichini le macchine da cucire con tavoli e forbici, occupano degli spazzi dove un tempo si poteva ascoltare musica classica. Non male per una persona il cui compagno è un liutaio di Cremona.«Ho sempre amato la moda. Ma non l'evanescenza del prêt-à-porter. Per me il massimo è la moda che riguarda l'abito maschile dal taglio storico. Modelli che durano nel tempo. Solo girando le capitali di questa moda e frequentando maestri e botteghe diversi, puoi maturare l'esperienza giusta», racconta Lara, che si è diplomata a Milano all'Istituto europeo di design. «Il taglio storico appreso a Parigi mi ha dato le basi per ampliare gli orizzonti, dal taglio storico dei costumi d'epoca al moderno. La sartoria maschile che faccio ha un che d'epoca. Mi sono immersa per 20 anni nello studio manuale dell'arte del cucito, punti, costruzione, taglio, ricamo, tutto condito con assidua frequentazione di sarti, maestri rigorosamente over 80, e dopo tutto ciò sono riemersa in bellezza qui in laguna. Con un vicinato delizioso tra scultori, pittori e architetti».

04/09/2022

🚣Finalmente è arrivato il giorno della : il Canal Grande ritorna scenario di una delle più antiche (e amate!) manifestazioni della città!

❤Lo straordinario corteo storico darà il via ad un pomeriggio appassionante, dedicato all'amore per la voga, il mare e per .

✨Potrai assistere anche in diretta radio e tv: tutte le emozioni, le sfide e le classifiche della Regata Storica!
📻In radio su Venezia Radio TV: Televenezia FM 92.4 – 103.5 dalle ore 15.45
📺In tv su Rai2 dalle ore 17.25.

Comune di Venezia Venezia Unica Venezia1600 Turismo Città di Venezia

03/09/2022

Il caviale?
Una storia italiana, anzi oggi è veneta‼️

👉 Tutti pensano che sia una specialità tipicamente russa, ma lì iniziò a diffondersi soltanto nel XVIII secolo: in realtà il caviale nasce in Italia! 😮
Lo abbiamo inventato noi, era una delle specialità più ambite nelle corti rinascimentali e, già nel 1471, ne parlava Bartolomeo Sacchi (detto il Plàtina, umanista e gastronomo italiano, 1421 – 1481) quando descriveva “uova di storione condite, salate, prendono il nome di caviare”. A Ferrara, in particolare, Cristoforo di Messisbugo nel suo "Libro novo nel qual s’insegna a far d’ogni sorte di vivanda" (1557) descriveva nel dettaglio la ricetta del “caviaro per mangiare, fresco, o per salvare” (ossia per la conservazione). La particolarità di questo prelibato caviale, che lo rende differente da tutti gli altri, era di essere cotto.
👉 Finita quell’epoca, il caviale tornò nell’ombra per molti secoli, fino a quando nel 1930 aprì a Ferrara la “rosticceria della Nuta”, al secolo Benvenuta Ascoli, signora di origini ebraiche, che aveva imparato i segreti della lavorazione dello storione e del celebre caviale dal padre, che riforniva di delicatezze il ghetto. A quei tempi lo storione Beluga imperiale era ancora abbondante nel Po, con esemplari di oltre 200 kg e con 25 kg di uova: il caviale della Nuta veniva venduto anche in Svizzera ed era considerato superiore a quello del Caspio. Tilde Bianconi, che rilevò il negozio nel Dopoguerra, in una rara testimonianza riportata dal portale turistico “Ferrara terra e acqua” descrive così il procedimento per creare il famoso caviale. “Lo storione si pescava nel Po e mi portavano le ovaie, che pesavano anche 10-12 kg. Staccavamo le uova dalla membrana e le mettevamo in una cassa di noce, foderata esternamente di amianto, condite con sale e pepe forte. Facevano un po’ d’acqua, per cui le mettevamo a cuocere nel forno, a fuoco bassissimo e mescolando continuamente, perché evaporasse tutto il liquido. Alla fine si aggiungeva abbondante olio e si versava il caviale in una bacinella, a raffreddare. Il negozio rimase aperto fino al 1972, ma nel frattempo il beluga sul Po era scomparso.
👉 La ricetta, tuttavia è oggi mantenuta viva da un allevamento trevigiano. La famiglia Bresciani, nel settore ittico da quattro generazioni, nel 1963 ha avviato quest'azienda agricola di allevamento di pesci d'acqua dolce, su di un'area all'interno del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, in prossimità delle sorgenti del fiume stesso.🙂

(Dati storici: lacucinaitaliana – Foto: italianosveglia)

03/09/2022
28/08/2022
23/08/2022
22/08/2022

🔱Venerdi 4 Novembre 2022 🔱 dalle ore 20:00 si svolgerà , nella splendida cornice del Teatro Malibran di Venezia ,
il 🎶Festival dea Canzon Venessiana 🎶
Una passerella dedicata alla nostra grande e unica città con Artisti e Cantanti Veneziani .
Esibizione delle seguenti aziende e scuole
-Gruppo Storico “Le maschere di Mario del 700 veneziano”
-Wellness e Fitnes di Franzoi
-Asd Aqua Salsa
-Scuola di Ballo del Veneto
-Burlesque-Red-Queen-Blonde -Passion-Cherry-Gwen
✅Tutti gli artisti e tutte le scuole si esibiscono gratuitamente per un Motto Comune “UNITI PER VENESSIA”
✅L’ Ingresso al Teatro Malibran e’ gratuito con prenotazione tramite il circuito che a breve forniremo .
⭕️TUTTI I PROVENTI ED EVENTUALI OFFERTE SARANNO INTERAMENTE DEVOLUTE ALL’ASSOCIAZIONE Famiglie e Abilità di Venezia ⭕️
❗️AIUTIAMO E DIAMO UN SOSTEGNO A CHI E’ MENO FORTUNATO DI NOI .



Info :
Associazione Festival dea Canzon Aps Venessiana Aps C.F. 90197070270
Tel 339 3663483
[email protected]
Il Gazzettino Telemundo Sir Oliver Skardy Canale Italia Prima Free - Emittente Televisiva Nazionale Il Palazzo Experimental Piazzapulita - LA7 Tv8 La Nuova di Venezia e Mestre Antennatre

17/08/2022

Shanti Ganesha dice che Venezia le sta dando un'opportunità. Lei ha girato il mondo, ha fatto mille lavori e una volta tornata in città, costretta dalla pandemia, si è messa a produrre oggetti in cuoio. Un materiale di cui si è innamorata mentre si trovava a Trieste. Ora ha finalmente un negozio a Santa Maria Formosa dove poter mostrare le sue creazioni in "curame". Shanti è giovane, ma può già scrivere un libro della sua vita che, in molti tratti, assomiglia a quella dei veneziani che nei secoli hanno cercato fortuna in mille angoli della Terra. È figlia di una veneziana che durante un viaggio in India si innamora di quel Paese, dove conosce quello che sarà il padre dei suoi due figli. Shanti vive in India fino ai 10 anni. Infatti per varie vicissitudini lei, il fratello e la madre tornano a Venezia. Qui fanno mille acrobazie, soprattutto la mamma, per una casa. La città, in questo, non fa sconti a nessuno. Shanti inizia a lavorare presto. A 15 anni studia ma collabora all’economia famigliare con lavoretti che trova qua e là. Terminato il liceo artistico, parte per l'India. Torna nel sud del Paese dove aveva vissuto la sua infanzia. Poi viaggia e lavora, e non si ferma. Vive in Nuova Zelanda e poi in Australia dove lavora con i dromedari in una località turistica. Ma un altro aereo l'attende per portarla in Scozia. Qui si mantiene piantando alberi. Il governo realizza, infatti, un bosco per compensare la devastazione causata dai lavori per realizzare una ferrovia. Solo lei ha piantumato 20 mila tra querce, aceri e conifere varie. È di nuovo in India quando il Covid blocca tutto. Ed ecco che gli orizzonti indiani vengono sostituiti dalle strette calli veneziane. Ma le sue mani non restano certo ferme e comincia a lavorare ancora il cuoio. Vende in rete e ora in un vero spazio fisico le sue creazioni in “curame”.

05/08/2022

Nicola Bergamo è uno dei pochi studiosi del periodo Bizantino rimasti in Italia. Lui, che ha una formazione tecnica, sui libri di storia ci passerebbe la vita. Ha lavorato e studiato in giro per il mondo, ma quando è stato il momento di tornare in Italia, con moglie e figli, è rientrato a Venezia. E a differenza di tanti suoi concittadini Nicola ha fatto il percorso inverso. Infatti originario di Mestre, in terraferma non ci tornerebbe più e ha scelto, con la moglie, di metter su casa in zona San Giovanni e Paolo. Ha scritto cinque libri tra cui, manco a dirlo, uno sulla Venezia Bizantina. «Di certo facendo lo scrittore di questi tempi non ci vivi. Per fortuna quando ho scelto di fare le superiori mi sono buttato sull’informatica e non ho seguito il consiglio dei miei genitori di fare il liceo. Ora ho un lavoro che mi consente di vivere e fare quello che più mi piace: studiare la storia». In un momento in cui tutti sono storici Nicola la storia la studia per davvero e fin da quando si è iscritto all’Università. E per seguire questa sua passione e l’attrazione per Bisanzio si è trasferito per un periodo a Belfast, dove c’è il centro studi più importante al mondo sul periodo Bizantino. Inoltre, per seguire l’insegnante che più di altri si occupa di bizantini, Bergamo ha vinto una borsa di studio e per un anno ha vissuto negli Stati Uniti. Non contento con moglie al seguito, eccolo a in Francia per altri studi . «L’emozione più forte ce l’hai quando, dopo mesi e mesi di ricerca, riesci a trovare l’elemento che dimostra la tua tesi. A quel punto ti senti veramente felice. Capisci che la fatica ne è valsa la pena», conclude Nicola.

04/08/2022

Scavo di archeologia marittima in laguna scopre acquacoltura del 1° - 2° secolo d.C. collegata a una villa di pregio

20/07/2022

Francesco Pavon è un giovanissimo restauratore del legno che ha aperto bottega a Cannaregio. Il suo appartiene a quei mestieri che conservano antiche tecniche, ancora vive, in una città storica in continuo restauro. Il suo lavoro è fatto di ridoratura, consolidamenti, stuccatura, verniciatura, rimessa in sicurezza, piccoli interventi di falegnameria e trattamenti antitarlo. Ma anche di conoscenza delle essenze lignee usate per realizzare gli oggetti da restaurare che ha tra le mani. La passione di lavorare con il legno Francesco l'ha avuta fin da ragazzino, quando si divertiva a costruire piccoli oggetti utilizzando scarti raccolti qua e là. Terminato il liceo, ha capito che doveva trasformare questa passione in un lavoro. Quindi decide di frequentare il corso per ottenere la qualifica di collaboratore restauratore per i Beni culturali dell'Università internazionale dell'arte (Uia) alla Giudecca. In seguito si è specializzato nel restauro del mobile antico e delle tappezzerie, seguendo i corsi dell'Istituto veneto per i beni culturali di Venezia (Ivbc). Ha iniziato così a occuparsi di opere d'arte e arredi lignei nel centro storico, ma anche in altre città come Padova dove, in subappalto, si sta occupando di opere lignee dell'Università. Il suo legno preferito è il noce per la sua struttura e il colore. È orgoglioso quando parla del restauro, a cui ha partecipato quale collaboratore di una restauratrice artistica, di uno degli ultimi esemplari di gondola da fresco, con il suo caratteristico felze. L'imbarcazione è conservata al Museo del Settecento veneziano a Ca' Rezzonico. Francesco è la dimostrazione - e ci tiene a questo - che esiste ancora un tessuto cittadino non dipendente dalle logiche del turismo, fatto di memoria collettiva e rapporti personali.

07/07/2022
06/07/2022

Rita Pavone
Baravelli made in Italy 33cm , anni 60
La trovate esposta a....
Creature di Gomma
Venice Vintage Toys
Oltre 6000 giocattoli vintage legati al mondo dei fumetti dei cartoni animati della televisione e della pubblicità anni 60 70 80 e 90 esposti in un locale industriale del 500 in centro storico a Venezia!.
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Possibile prenotare una visita guidata! .
Inoltre con iscrizione Premium all'ingresso potete avere un oggetto a scelta tra la nostra Mascotte EL PANTA prodotta dalla Ledraplastic e animata dal maestro Giorgio Cavazzano, oppure il Catalogo del Museo con oltre 200 foto a colori oltre a tutti gli eventi gratuiti!.
Si può entrare o con 5 euro tessera base che da solo ingresso.
Oppure (potete scegliere al momento) esiste la tessera Premium che con 30 euro di contributo in più da:

-invito gratuito a tutti gli eventi 

-gadget e omaggi prodotti in questo caso un portachiavi in omaggio 

-un oggetto tra: il libro catalogo del Museo (oltre 200 foto a colori e 700 pezzi valutati), oppure la nostra mascotte EL PANTA disegnata dal maestro Cavazzano e prodotta artigianalmente dalla Ledraplastic di Udine in giocattolo

Potete vedere e decidere al momento..
EVENTO IMPORTANTE DOMANI!!
Abbiamo ospiti dalle 11 alle 13 Enrico Valenti del Gruppo 80 che ha creato UAN FIVE FOUR e tutti i personaggi FININVEST e Pietro Ubaldi la voce storica dei personaggi ♥️

02/07/2022
24/06/2022
22/06/2022
20/06/2022

La Seconda Edizione del Festival dea Canzon Venessiana che si terrà a Venezia il 4 Novembre 2022 si sta già preparando con una nuova
formula che abbinerà alle Canzoni in passerella le esibizioni delle Scuole di Ballo . Grazie alla nostra squadra che si sta già preparando a questo evento per la nostra città e per i veneziani


Contatti e info : [email protected]

1601 giardini di Venezia.
18/06/2022

1601 giardini di Venezia.

1601 Burlescose a Venezia! Grazie a tutte! Grazie Crazy Cat! A prestissimo!
18/06/2022

1601 Burlescose a Venezia! Grazie a tutte! Grazie Crazy Cat! A prestissimo!

14/06/2022

Emilio Trame da quindici anni trascorre i fine settimana sull’isola delle Vignole. Inizialmente ha acquistato una casa e 1300 metri quadri di terreno. Primo passo per realizzare il suo buen retiro sull’isola dove vivono una cinquantina di persone. Inizialmente trasformò parte del terreno in un orto seguendo la più recente delle tradizioni isolane: coltivare verdure. Scherzando i professionisti del posto dicevano che lui era il re delle “nano verdure”. Ma con il tempo l’architetto Trame si è preso la rivincita e ha riportato la vite sull’isola. Un ritorno ad un antico passato. Storicamente le Vignole era l’isola delle Sette Vigne dove la vite era la regina delle coltivazioni. Con il tempo Trame ha acquistato altri terreni e ora la vigna si estende su quasi tremila metri quadri. A questo terreno si aggiunge un’area a bosco e una a orto. Seguendo la tradizione ha scelto di impiantare barbatelle di uva dorona, uva tipica della laguna. Ma in consideraIone del fatto, come dice sempre, che non è nato viticoltore ha scelto di affidarsi a dei veri professionisti. Tra questi Marco Perco, tra i più famosi produttori del Collio, che ha guidato passo dopo passo in questa avventura Trame. Ma non è l’unico a consigliare e a spiegare come si fa. Infatti di tanto in tanto fanno visita all’isola anche esperti produttori sloveni. La sfida di riportare in grande stile la vite alle Vignole è iniziata. Ma non solo con la Dorona. Infatti nel progetto è stato previsto anche l’inserimento di viti di Malvasia rosso nel rispetto delle terre dell’alto Adriatico. Area da dove proveniva la malvasia che finiva sulle tavole della Serenissima. A pieno regime il vigneto arriverà a produrre trentatremila bottiglie.

14/06/2022

Da oggi una piattaforma galleggiante, ormeggiata sul Canal Grande, è il palcoscenico che presenterà al mondo il nuovo Riva “Anniversario”: imbarcazione in edizione speciale e limitata, per pochissimi fortunati armatori, realizzata per celebrare i 180 anni del brand icona della nautica mondiale.
La piattaforma si trova di fronte alla Riva Lounge del The Gritti Palace, a Luxury Collection Hotel, Venice , sul lato opposto della Basilica di Santa Maria della Salute.
Presentato insieme alla barca più iconica di Riva, l’“Aquarama”,
anch’essa esposta nella stessa installazione per celebrarne il 60°
anniversario, il contemporaneo Riva “Anniversario” è un open dal fascino magnetico caratterizzato da linee pulite ed equilibrio dei volumi, con dettagli stilistici che richiamano sapientemente l’eleganza raffinata dell’Aquarama.
Per celebrare i 180 anni del Cantiere e il 60° dell'Aquarama, Riva ha
scelto ancora Venezia a testimoniare il legame inscindibile tra la
nautica d’eccellenza il saper fare italiano e una città unica al mondo, dove arte, bellezza e sintonia con l’acqua si fondono regalando emozioni indimenticabili, con un’offerta artistica e culturale che non ha paragoni.”

13/06/2022

"La perla di vetro è una fotografia dell'anima" cit.
In ogni perla, dalla più semplice alla più tecnicamente complicata, c'è tutto lo spirito del perlaio o perlaia che l'hanno lavorata. E c'è la cura per il ben fatto, di chi ha fuso il vetro e tirato la canna per la sua creazione.
C'è poi la passione di chi la infila componendo armoniosamente le perle che poi saranno fatte proprie, in stile e significato da chi le indosserà.
È vita in tutti i suoi passaggi.
È arte viva, è un patrimonio di persone.
Viva l'Arte delle Perle.
L'Arte delle Perle è viva.







(Foto perle "a lume" dall'archivio Salvatore e Antonella Sito)

11/06/2022

La struttura, realizzata da Eni vicino alla rotonda di parco San Giuliano, è stata inaugurata alla presenza del sindaco Brugnaro, del direttore generale di Energy evolution Eni Giuseppe Ricci e dell'amministratore delegato di Toyota Italia Luigi Ksawery Luca'. La casa automobilistica destinerà dei...

09/06/2022

Lo Iuav di Venezia e il Green Propulsion Laboratory (GPLab) del Gruppo Veritas di Venezia hanno ideato l'installazione, che sarà poi riproposta in versione estesa alla Biennale

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