12/01/2022
Quella mattina a scuola c’era il compito in classe di italiano. Il titolo del tema era “La persona più speciale per me”. Umberto scrisse tutto d’un fiato, come se le parole si scrivessero da sole.
“Mio fratello si chiama Bruno. Sono sicuro che mi vuole un mondo di bene, come io ne voglio a lui, anche se non me l’ha mai detto. Lui le cose le dimostra, non si perde in inutili parole.
Quando è entrato nella nostra famiglia, era già grande, i miei l’hanno adottato un giorno di quattro anni fa. E dal primo momento in cui ci siamo guardati, è come se fossimo stati sempre fratelli. Mio padre dice che l’amore, in qualunque sua forma, è proprio questo: due anime che si riconoscono, tra miliardi di anime. Non so nulla della sua storia prima che entrasse in casa nostra, ma mi piacerebbe sapere se era amato quanto lo amiamo noi. E perché si sia ritrovato solo.
So che un giorno lo scoprirò, e che quel segreto mi farà piangere. Perché allora capirò quei momenti di malinconia in cui ogni tanto lo trovo perso. Ma anche se non conosco la sua storia, sento che il suo mondo è così simile al mio, da potercelo scambiare. Noi abbiamo diviso tutto, fin dal primo momento: i giochi, il letto, i genitori. Le bravate. Lui è un complice perfetto, non fa la mai la spia e mi dà fiducia assoluta. Ogni volta che gli propongo qualcosa, è sempre pronto a seguirmi. Come se non avesse mai di meglio da fare che stare con me, come se fossi io il suo meglio. E questo mi fa sentire la persona più importante al mondo.
Una delle sue passioni più grandi è il cibo, ad ogni pasto mangerebbe fino a scoppiare, come se non si saziasse mai. Ma nonostante questa sua debolezza, non è grasso, e si mantiene in forma perché è un tipo sportivo. Corre tutti i giorni e nuota appena ne ha la possibilità. Quando vede una qualunque distesa d’acqua, che sia il mare, un lago o un fiumiciattolo, lui si butta e comincia a nuotare, come se fosse la cosa più naturale del mondo. La scorsa estate al mare ha salvato anche un paio di bambini che stavano per essere trascinati via dalla corrente. Lui li ha visti per primo, e si è buttato in mare senza nessuna esitazione, senza nessuna paura, riportandoli a riva sani e salvi, tra gli applausi commossi e increduli di tutti i bagnanti.
Quando sono in ospedale, è lui che mi manca più di ogni altra cosa al mondo. La sua contagiosa allegria. Le risate che mi fa fare. Quel suo modo speciale di essermi vicino, sempre. So che quando sto male, lui non soffre per me, ma con me, e allora il dolore si divide, ed è come se facesse meno male. E quando sono felice, lui non è felice per me, ma è felice con me, e allora qualunque felicità si moltiplica e diventa ancora più grande. Pochi al mondo sanno esserci, come lui.
Un giorno, dopo un’anestesia, lo vidi stare male, trascinarsi a terra stremato, guardarmi con gli occhi sbarrati, tremare e cercare con tutte le forze il mio aiuto. Io non potevo fare nulla per salvarlo, allora mi feci mettere a terra vicino a lui e l’abbracciai più forte che potei, finché non riprese le forze. Lo aspettai. Mi ha insegnato lui a farlo.
Guardandolo, ogni giorno imparo qualcosa. La dignità, la lealtà, il coraggio, il rispetto, la riconoscenza, il perdono. L’amore.
Ah, dimenticavo…lui non è una persona, è un cane, anzi un labrador, ma per me non fa nessuna differenza. E’ il fratello migliore che potessi avere. I fratelli non si scelgono, ma se si potessero scegliere, pure in altre mille vite, io sceglierei lui.”
Dal romanzo "Lasciati trovare"
di Chiara Ceneroni