11/12/2023
"Chiunque interagisca con il cavallo farà da addestratore"
Recentemente mi è capitato di sentire questa affermazione in un contesto in cui si parlava di addestramento e apprendimento del cavallo. Il nodo del discorso verteva sulla capacità dei cavalli, ma anche delle persone, di apprendere costantemente da tutto ciò che li circonda e dalle esperienze che fanno. La conclusione a cui portava il discorso era che, proprio per questo motivo, chiunque entri in contatto con un cavallo lo sta addestrando compresi il veterinario o il genitore del bambino che va a scuola di equitazione e che, saltuariamente, gli allunga una carota.
Ma possiamo davvero considerare valida questa frase?
Per scoprirlo sono partita riflettendo sull'etimologia delle parole addestrare e apprendere.
La parola addestrare deriva dal latino "ad dextram" che letteralmente significa portare alla destra, rendere destro ma anche rendere abile; esercitare, allenare.
Ma perchè questa parola è legata al rendere destri e quindi capaci? Probabilmente la motivazione principale è legata al fatto che molti di noi nascono destrimani e quindi più propensi ad utilizzare la mano destra come mano dominante deputata ad eseguire le operazioni più delicate e complesse che richiedono abilità nell'esecuzione. Fino a non molti anni fa chi nasceva mancino veniva costretto attraverso l'esercizio e l'inibizione ad abbandonare l'utilizzo della mano dominante per esercitare e quindi rendere abile la mano destra a discapito della sinistra. Questo processo di rendere destro è altrettanto significativo se pensiamo ai cavalli poichè la maggioranza di questi ultimi nascono sinistrorsi e quindi naturalmente più portati a gestire i movimenti, lo spazio circostante e le relazioni con gli altri preferendo l'utilizzo del lato sinistro del loro corpo. Uno degli step fondamentali nella preparazione di un cavallo giovane è proprio il renderlo destro e cioè capace di utilizzare il suo corpo in maniera il più fluida possibile e corretta da entrambi i lati ad ogni andatura. Questo tipo di preparazione si ottiene in diversi modi ma in particolare attraverso la ripetizione di movimenti mirati in risposta a degli input che si mantengono costanti come tipologia. La ripetizione di un movimento è infatti fondamentale per modificare gli schemi motori o il comportamento sia di un animale che di una persona. Solo attraverso il consolidamento dell'informazione ricevuta essa potrà essere utilizzata nel modo più corretto e veloce possibile. La caratteristica principale del processo di addestramento è che può essere attuato anche in maniera meccanica, ad esempio sfruttando comportamenti riflessi di una persona o di un animale. I riflessi sono azioni che il corpo è in grado di attuare senza che vi sia immediatamente un coinvolgimento dell'encefalo che riceve comunque l'informazione di quanto accaduto ma, in questo caso, non dà origine al movimento. I riflessi agiscono perciò al di fuori della sfera di consapevolezza immediata dell'individuo perché, servendo a preservare l'organismo da situazioni che lo potrebbero mettere in pericolo, agiscono in maniera rapida appena ricevono uno stimolo adeguato ad attivare i recettori, bypassando i centri di controllo superiori. Ad esempio fanno parte di queste risposte il riflesso di allontanamento dal dolore e il riflesso di stiramento muscolare che permette ai muscoli di mantenerci in una postura corretta e di essere fluidi durante i movimenti. Esistono svariate tipologie di riflessi. Ad esempio, per quanto riguarda i cavalli, esiste anche un tipo di riflesso che li induce a calciare in maniera automatica qualora il corpo percepisca uno stimolo inaspettato dietro alla groppa o agli arti posteriori. Questo altro non è che un meccanismo di difesa dai predatori ed è anche il motivo per cui, qualora si debba passare per forza dietro al posteriore di un cavallo, è bene avvisarlo preventivamente; facendo in modo che ponga l'attenzione su di noi, evitiamo che reagisca in maniera riflessa, calciando ancora prima di accorgersi che siamo noi. Tutti questi riflessi possono essere sfruttati da un addestratore per stimolare una precisa risposta a determinati stimoli senza che ci sia una vera e propria elaborazione cosciente dei dati da parte dell'animale facendo si che diventi fondamentale la ripetizione degli esercizi per consolidare quanto "appreso".
Potremmo quindi affermare che l'addestratore è colui che intenzionalmente, attraverso esercizi e ripetizioni, modifica il comportamento o le prestazioni fisiche di un animale o di una persona senza che ci sia una reale volontà o motivazione da parte di questi ultimi che si limitano a rispondere in maniera più o meno consona a degli stimoli. È interessante come la parola addestramento venga utilizzata prevalentemente in alcuni ambiti specifici come ad esempio quello militare, quello animale o in professioni che richiedano rapidità e precisione di esecuzione come professioni legate alla sicurezza e alla sanità pubbliche. Questo perchè il corpo deve rispondere in maniera riflessa ma adeguata anche in situazioni di stress o in cui il tempo è un fattore essenziale e per poterlo fare deve aver interiorizzato ogni passaggio in modo da poterlo eseguire in modalità quasi automatica.
La parola apprendere deriva anch'essa dal latino "ad prehendere" che significa fare proprio, ve**re a conoscenza di qualcosa, imparare. L'etimologia sottolinea il carattere attivo di questa parola. Chi vuole apprendere e quindi acquisire conoscenza esercita un'azione attiva, motivata.
Generalmente il processo di apprendimento si compone di tre stadi:
1) acquisizione di un input esterno
2) rielaborazione dei dati
3) verifica del risultato raggiunto
Perciò possiamo affermare che apprendere sia un atto volontario che avviene in maniera cosciente con un diretto coinvolgimento dell'encefalo nella rielaborazione dei dati che porterà poi a trarre delle conclusioni.
Queste attività di apprendimento vengono svolte giornalmente in modo autonomo dal cavallo che attraverso l'esplorazione dell'ambiente circostante, le interazioni sociali, inter e intraspecifiche, e il confronto con le esperienze pregresse compie una costante analisi dei dati che gli provengono dall'esterno e impara giornalmente cose nuove indipendentemente dalla volontà di qualcuno di insegnargliele e che non hanno uno scopo prefissato dall'esterno.
Quindi non è corretto affermare che chiunque interagisca con il cavallo farà da addestratore ma è invece corretto affermare che un cavallo è in grado di apprendere in qualunque situazione. Per questo motivo, quando ci approcciamo ad un qualsiasi cavallo, dobbiamo essere consapevoli che lui potrebbe apprendere qualcosa da quell'incontro in negativo o in positivo e trarne delle conclusioni che potranno rimanere rivolte solo verso di noi o potrebbero ve**re generalizzate, indipendentemente dalla nostra volontà di insegnare qualcosa.