15/12/2023
L’ERRORE DELL’ARITMETICA NELLA GESTIONE DELLE POPOLAZIONI
Qualcuno è convinto che per ridurre il numero di esemplari in una popolazione animale basti effettuare una semplice sottrazione aritmetica.
Ma le popolazioni non funzionano in questa maniera.
La crescita continua di una popolazione è solo teorica, in quanto il suo sviluppo esponenziale, prima o poi, dovrà fare i conti con i limiti dall’ambiente e con le altre popolazioni che occupano il medesimo spazio.
Le popolazioni, inoltre, a seconda dei casi, possiedono dei meccanismi interni finalizzati ad una autoregolazione numerica.
I cinghiali, ad esempio, vivono in società matriarcali “governate” da una femmina “anziana”. Questa sembrerebbe emettere un particolare feromone in grado di “bloccare” la riproduzione delle femmine più giovani del gruppo. In questo modo, nella “comunità”, si viene ad avere un solo parto all’anno effettuato dalla “matrona”.
Ma se la matrona viene uccisa da un colpo di fucile il gruppo si disgrega. Le femmine più giovani iniziano a riprodursi, con la conseguenza che, in un anno, invece di sei – sette piccoli, se ne hanno oltre trenta. Uccidere i piccoli non è allo stesso modo una buona ragione, in quanto le femmine cercherebbero immediatamente di rimpiazzarli con dei nuovi parti.
La gestione della fauna selvatica non può essere fatta con dei calcoli scritti su di un pezzo di carta.
È per questo che a me non piace parlare di gestione. La trovo un’idea forviante e presuntuosa, che rischia di fare credere all’essere umano di possedere poteri che non gli appartengono.