03/07/2020
Credo sia arrivato il momento di raccontarvi la storia di Saro:
Saro è un bellissimo cane di taglia medio-grande che vive con la famiglia in una bella casa con giardino a zafferana Etnea.
Un bel giorno, quella che credeva fosse la sua famiglia, decide di abbandonare la casa, e di abbandonato Saro insieme ad un’altra cagnolina ( la cui storia la racconterò più avanti).
Saro da un momento all’altro, si vede SOLO, in una casa chiusa, in un giardino vuoto e un cancello aperto.
Saro da cane domestico, diventa in un secondo cane abbandonato a se stesso.
Non ha nessuno che pensi a lui, non ha nessuno che gli dia cibo, non ha nessuno che lo accarezzi, non ha nessuno che lo protegga, in un battito di ciglia diventa un randagio, e inizia a soffrire la fame, ad avere paura a non sapere più cosa fare e dove andare, così inizia ad aggirarsi nei dintorni di quella che sa essere casa sua in attesa che la sua famiglia torni da lui.
Passano i giorni, passano le settimane, passa il primo mese, ed io insieme alla mia famiglia notiamo sempre più spesso la presenza smarrita e impaurita di questo bellissimo gigante bianco , così perplessi decidiamo di avvicinarci a casa per capire come mai fosse fuori e così magro ed impaurito , scopriamo però che non c’è più nessuno in quella casa e che è stata abbandonata insieme ai suoi componenti familiari a 4 zampe!!
Che si fa?
Saro ha paura, è magro, e non vuole farsi avvicinare, così a distanza iniziamo tutti giorni a garantirgli acqua fresca e pulita e del cibo.
Passano altre settimane e Saro continua a crescere , il collare però che aveva al collo al momento del suo abbandono però non cresce, e inizia a stringersi al suo collo facendo sì che la parte del collare in catena diventi un tutt’uno con la carne del collo del povero Saro .
Come si fa ad aiutare questa povera creatura? Iniziò i miei tentativi di avvicinamento, ma Saro ha paura ed è ormai diffidente, l’uomo l’ha tradito e lui non riesce più a fidarsi. Ma io insisto , ed insieme alla mia famiglia non demordiamo e continuiamo ad avvicinarci a lui con dolcezza e pazienza affinché possa di nuovi fidarsi. Ci riesco, ci riusciamo, così iniziò i tentativi per togliergli quell’orrore dal collo, ma senza grandi risultati, lui ci guarda con la coda dell’occhio e appena vede le mani avvicinarsi al suo collo dolorante e ferito si allontana con la coda tra le gambe. Ma non si può lasciarlo mica in quel modo, così un bel giorno, presa di coraggio mi inginocchio davanti a lui, lo guardo dicendogli che voglio tanto aiutarlo e abbasso lo sguardo avvicinando lentamente le mie mani al suo collo, lui mi guarda con il suo sguardo magnetico( chi lo conosce da di cosa parlo) , e alza il collo dandomi il tanto aspettato e desiderato segnale , per poter io procedere nel mio intento, costretta a doverlo stringere di più per far uscire il gancio riesco a togliere finalmente il collare.
10 giorni di antibiotico tra würstel, prosciutto, polpettine e mille altri modi fantasiosi per camuffare la pillola, betadine al volo mentre non guardava ed ecco che in tre settimane passa tutto.
Noi nel frattempo siamo diventati grandi amici, amiamo a star insieme, mi riconosce a di distanza, riconosce il motore della mia macchina, e subito lì a venirmi incontro correndo e scodinzolando.
28,5 kg di amore che mi viene incontro galoppando tutte le volte che mi vede e mi sente chiamarlo “ amore Saro vieni è arrivata la mamma “.
I mesi passano, lui vive tra la strada è la casa abbandonata . Passano 2 anni e la “ famiglia “ torna, Saro è felice ma la sua famiglia l’ha dimenticato.
Così vado io, mi presento a casa e gli rinfresco la memoria, conoscete già la risposta vero?
“ il cane non è nostro”
“🤨 😅 cosa?”
“ non ha nemmeno il microchip”
🙈🙈🙈
Vi risparmio la pietosa discussione , vi risparmio le mie parolacce e la burrascosa discussione.
Saro resta in strada, sempre più deluso e diffidente, vede coloro che fino a qualche anno prima erano la sua famiglia , trattarlo e scacciarlo come un parassita, e l’arrivo di un nuovo cane.
Si , perché Saro non era loro, ma il cane nuovo si.
Passano i mesi, io mi prendo cura di lui e di tutto il branco , poi una sera mi chiama mio padre , all’improvviso sento le parole che non avrei mai voluto sentire, “ Saro sta malissimo, è ferito, è cosparso di sangue, vieni subito “.
Io arrivo e trovo questo.. vi lascio una foto, il resto ve lo racconterò nel prossimo post.
14 centimetri di ferita lunga, profonda 8 centimetri.
Saro non è più un cane bianco con macchie beige sulla schiena, è rosso, rosso sangue , il suo.