Planctontech

Planctontech PLANCTONTECH è l'azienda Leader Italiana per l'alimentazione naturale degli organismi nell'acquario m

09/05/2024

Nuovo arrivo di fitoplancton e zooplancton per i vostri acquari marini😎
Lo sapevate che tutte le volte che arrivano le colture noi vuotiamo laviamo e sanifichiamo i nostri reattori? Inoltre ogni settimana filtriamo i rotiferi dello zooplancton e cambiamo il 50% di acqua di coltura, con acqua nuova... Questo per avere uno zooplancton sempre fresco e di qualità😎
Stai tuned a breve arriveranno pesci e coralli🤪

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01/12/2023

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16/07/2023

LIMITAZIONE DELLE SOSTANZE NUTRIENTI (parte 2)
Nel post precedente abbiamo descritto alcuni problemi causati dalla mancanza di azoto in acquario, oggi prendiamo in esame la limitazione di FOSFORO che purtroppo è quasi sempre LETALE, in particolare per le madrepore.
Quando il fosforo e fosfato mancano il corallo cerca di catturare tutte le particelle in acqua per assimilare AZOTO, formando dei composti organici vitali. L’azoto in natura è ricavato dal corpo delle prede che cadono vittime del polipo corallino ma potrebbe in parte essere assimilato direttamente dall’acqua. In assenza di azoto disciolto i polipi del corallo sono sempre estroflessi in cerca di cibo, questo dimostra che l’estroflessione persistente non sempre è positiva ma è anche indice di un qualcosa che non va.
Se il corallo non trova azoto disciolto e nemmeno organismi da catturare (cibo vivo, liofilizzato, congelato, ecc.) dai quale ricavare azoto, va incontro ad una degenerazione dei tessuti (RTN), partendo dalle zone in ombra alla base della colonia.
Il più delle volte le limitazioni di fosforo si presentano nel momento stesso in cui rimuoviamo i fosfati grazie agli adsorbitori specifici, oppure con metodi a proliferazione batterica non bilanciati, che non si curano del rapporto tra le sostanze azotate.
La presenza in acquario di nitrato (No3) elevato ma anche di normale valore, mentre il fosfato (Po4) è basso, crea una forbice tra i due valori che oltre a stressare il corallo facilita l’insorgere dei cianobatteri in acquario, una buona regola è mantenere un bilanciamento, (Po4 0,1 mg/lt No3 10-15 mg/lt).
La mancanza di fosforo e di fosfato è talmente grave da portare allo sbiancamento le colonie di coralli duri in una sola notte. Oltretutto la mancanza di fosforo crea un’ipersensibilità dei coralli Acropora nei confronti dell’irraggiamento luminoso, in particolare le punte dei rami mostrano un tessuto danneggiato che si stacca a brandelli. In questa situazione di stress il corallo sviluppa anche altre problematiche latenti, tra le quali le parassitosi (turbellarie, batteri, vibrioni, ecc.) questo a causa del tessuto in decomposizione.

02/07/2023

AMICI INVISIBILI (ultima parte)
Quando i giovani acquariofili notano per la prima volta un copepode un rotifero oppure un anfipode che gironzola tra i loro preziosi coralli la crisi di panico è quasi assicurata, pensando a chissà quale parassita.
Vero anche che esistono copepodi, in particolare gamberi, che potrebbero essere attratti dal corallo! Ma è sicuramente più vicino alla realtà il fatto di introdurre, a nostra insaputa, organismi dello zooplancton che poi esercitano una pressione predatoria sulla microfauna che già abita il nostro acquario, riducendola drasticamente.
La cosa importante è somministrare zooplancton ben nutrito, anzi direi nutrito di recente, e non troppo forzuto altrimenti difficilmente il polipo del corallo lo catturerà.
In questo bellissimo video i rotiferi precipitano sopra al polipo che poi li cattura portandoli alla bocca, quindi zooplancton poco energico e “morbido”.
Se lo zoo si mette a “svolazzare” per l’acquario chi lo piglia……… anche per questo consiglio di spegnere le pompe e versare sull’intera superficie dell’aquario lo zooplancton, questo per non imprimere eccessive accelerazioni ai vari organismi, lasciamoli precipitare per 15 minuti poi riaccendiamo le pompe.

La mia personale opinione è che somministrando copepodi e rotiferi soddisfiamo il bisogno alimentare dei coralli SPS e piccola micro-fauna. Per grandi stomaci, come quelli dei coralli LPS oppure zooplancton del benthos di una certa taglia, sicuramente sono meglio naupli di artemia oppure organismi dello zoo da almeno 500 micron.
Per far capire meglio come lo zoo vivo attragga comunque l’attenzione anche di pesci, se vogliamo troppo grandi per trarre vantaggio da quel piccolo cibo, vi riporto una mia esperienza: mi è capitato spesso di osservare in acquario come un gruppo di Anthias (pesci da barriera famiglia Serranidae) si mettessero in corrente aspettando l’erogazione automatica del reattore di zooplancton (newplanctondose) che avviene ogni ora, oppure Synchiropus spec. (appartenenti alla famiglia Callionymidae) che gironzolavano a quell’ora sotto l’erogatore, quando si parla di predazione e orologio biologico!!!!!

29/06/2023

Amici invisibili parte 1

Quando vogliamo migliorare la salute del nostro acquario immediatamente pensiamo ai valori chimici dell’acqua, alle luci, agli schiumatoi.
Mai facciamo una ricerca volta a capire se il nostro acquario è abitato da piccoli esseri che si muovono tra le rocce oppure sul fondale, se aumentano o diminuiscono di numero, oppure se si sono estinti perché non abbiamo fatto nulla per riuscire a mantenerli.
Questa ricerca andrebbe fatta nel periodo di alba o tramonto oppure notturno dove la mobilità di questi esseri è maggiore.
Riflettendoci bene un buon numero di pesci appena introdotti in acquario se ne cibano passando la fase critica dell’ambientamento ma riducendo drasticamente la popolazione di micro-fauna.
Oltretutto, questi rotiferi copepodi ecc. sono ottimi detrivori, raggiugono spazi criptici non raggiungibili dai soliti nostri animali.
La maggior parte dei copepodi bentonici, hanno una fase larvale pelagica ossia vivono sospesi nell’acqua ed è per questo motivo che fatichiamo a riprodurli in acquario, vengono aspirati dai filtri e dalle pompe, stessa sorte vale per rotiferi e mysis.
Un buon aiuto viene dal refugium, dove se abbiamo un lento passaggio di acqua in assenza di pompe di movimento o altro la comunità di questi esserini cresce, l'alternativa è ripopolare non appena scarseggiano.
Certo dobbiamo dosare cibo in acquario destinato a questa popolazione quasi invisibile, il fitoplancton è l’ideale non inquina e serve anche ad alimentare il corallo oltre che la micro-fauna.

19/06/2023

NON SOLO CORALLI PARTE 2
Alcuni ricercatori sono convinti che per ridurre gli episodi di aggressività tra pesci in acquario sia necessario alimentare abbondantemente. Questo è vero solo in parte, non si può pensare di mandare in sovrappeso i nostri ospiti nella speranza che non si azzuffino, e ancora peggio trovarsi con valori inorganici estremamente elevati in acquario.

La miglior soluzione passa sempre attraverso il buonsenso e la conoscenza degli esemplari che introduciamo. In prima battuta è necessario mettere in condizioni il sistema biologico dell’acquario di crescere in modo proporzionale al numero degli abitanti ed al conseguente carico di cibo, mai introdurre troppi pesci in unica soluzione procedere per gradi.
Tra i primi pesci da introdurre in acquario non devono mancare le specie biologicamente utili: mangiatori di alghe, parassiti ecc. Vale sempre la regola che in mancanza di competitor il patogeno ha vita facile e le alghe potrebbero trionfare.
Un altro aspetto importante è quello di scegliere gli esemplari con un certo ordine di potenza/stazza. Introducendo per primi pesci di piccola taglia, questi creeranno il loro territorio pronti a scacciare pari taglia introdotti successivamente, difficilmente molesteranno esemplari più grandi!
CONTINUA AL PROSSIMO POST

10/06/2023

Corallo e colore Parte 2

Nel precedente post abbiamo descritto il legame che esiste tra cromoproteine presenti nel tessuto del corallo e l’intensità della luce, più luce più cromoproteine.
Ma abbiamo anche scritto che un’acropora è di un certo colore perché nel suo tessuto sono presenti una quantità di proteine di un certo tipo, oppure una mescolanza di cromoproteine (esempio: viola cromoproteina CFP, verde cromoproteina GFP).
Cosa è interessante sapere?
Che se la nostra bellissima plafoniera emette una luce con una composizione bassa nella gamma 400-480 nm la cromoproteina CFP sarà danneggiata, mentre la GFP ne avrà vantaggi, a questo punto la colonia si trasformerà da viola a verde ed il più delle volte questo danneggiamento è irreversibile, lo stato di salute del corallo rimane ottimale anche dopo la mutazione del colore.

08/06/2023

Corallo e colore Parte 1
E’ innegabile! Quando guardiamo un corallo la nostra attenzione è attratta dal suo colore.

La pigmentazione è legata in gran parte alla quantità e alla qualità delle cromoproteine presenti nel tessuto. Questa quantità di cromoproteine è proporzionale all’intensità della luce che colpisce il corallo.

Al contrario il tipo di proteina presente, (alla quale corrisponde un certo colore), è strettamente legata alla composizione spettrale della luce stessa.
In passato eravamo convinti che una scarsa illuminazione portasse ad un aumento della quantità di zooxanthelle e ad un conseguente scurimento del corallo.
E’ stato scoperto il contrario, la scarsa illuminazione innesca un fenomeno di rilascio di zooxanthelle, si presuppone che sia per ridurre l’ombreggiamento delle cromoproteine, essendo le alghe simbionti fisicamente presenti nello strato di tessuto sovrastante le cromoproteine.
La soglia di pericolo inizia al disotto dei 90 PAR, in questo caso sia la cromoproteina GFP sia le zooxatnthelle diminuiscono compromettendo lo stato di salute del corallo.

07/06/2023

Il più delle volte cerchiamo organismi introvabili per riuscire ad attivare il nostro DSB! La mi convinzione è quella che basta molto poco, inoculi batterci anaerobici e aerobici di ottima qualità ed il loro alimento, e tanta pazienza. La popolazione di zooplancton bentonica va scelta in modo oculato, io personalmente non vedo bene copepodi e altri organismi che in fin dei conti, essendo predatori, finisco con l'impoverire la biodiversità del fondale rallentandone la maturazione e rendendone difficile la gestione nel tempo. Sicuramente una popolazione, senza esagerare, di Nassarius e Archaster typicus ci aiutano a tenere in movimento lo strato superficiale del fondale, un innegabile vantaggio non solo estetico.

31/05/2023

In passato si coltivava il fitoplancton in modo molto artigianale, si metteva acqua in un contenitore si aggiungeva il fertilizzante poi l’inoculo di micro-alghe. A questo punto non rimaneva che attendere che diventasse verde si lasciava passare qualche giorno e poi si versava in acquario, la cosiddetta acqua verde.
Con il passare del tempo si scoprì che questa non era e NON è la strada giusta!

A quei tempi noi di Planctontech eravamo impegnati nella riproduzione di coralli e amphiprion e le piccole larve soffrivano in quell’acqua verde, suppongo il problema fosse legato alla presenza di metalli pesanti derivanti dal residuo del fertilizzante.
Il tutto finiva con un tasso mortalità elevato ed una morfologia innaturale uniti ad una pigmentazione non viva.
La mancanza di sostanze utili all’interno della microalga oppure nello zooplancton, pur presentandosi di un bel colore verde il primo e molto vispo il secondo, erano la causa di queste situazioni, quindi cibo vivo apparentemente normale ma povero!

Sono trascorsi 30 anni da quel giorno, di strada ne è stata fatta parecchia, oggi le tecniche ci permettono di coltivare in modo corretto ed in particolare prima della vendita lavorare la coltura fino ad ottenere un liquido oppure una pasta naturale composta da cellule vive ricche di sostanze utili, “caricate” grazie a principi attivi naturali estratti dalle alghe stesse, BLU&Gold è l’ultimo nato. https://planctontech.com/i-nostri-prodotti/ .

Quelli che noi chiamiamo PREPARATI sono colture liquide purificate e arricchite e senza conservanti, dei veri e propri nano-veicoli diretti alla larva oppure al corallo.

27/05/2023

Chi non resta affascinato, e non vorrebbe nel suo acquario una bellissima tridacna?
Oggi giorno troviamo in commercio a prezzi contenuti tridacne di piccole dimensioni (4-6 cm) provenienti esclusivamente da allevamenti in mare, comunque in C.I.T.E.S.

In NATURA le tridacne adulte non necessitano di una alimentazione legata alla filtrazione del particolato e disciolto nell’acqua, il meccanismo simbiotico con le zooxanthelle funziona a dovere anche in virtù della forte intensità luminosa da cui ricavano tanta energia.
In acquario le condizioni di allevamento sono diverse per questo la loro dieta andrebbe quasi sempre integrata.
Le Tridacne filtrano fitoplancton e mangimi micronizzati. Particolare attenzione nella somministrazione del micronizzato dosarne una quantità minima per non correre il rischio di intasare il mollusco provocandone la morte.
Spegnendo le pompe dosare una nuvola di fitoplancton sopra al mollusco, molto indicate sono le colture di fitoplancton ad alta densità a cellula viva senza conservanti.
Vanno alimentati soprattutto gli esemplari di piccola taglia perché non godono ancora a pieno dei benefici simbiotici per cui necessitano di una alimentazione integrativa ottenuta attraverso la filtrazione dell’acqua, oppure tridacne adulte che ricevono poca illuminazione.

Quale location è corretta? Alcune specie, come T. maxima, preferiscono le superfici rocciose in alto nelle vasche, vicino alla luce.
Altri, come T. squamosa e T. derasa, preferiscono stare su di un letto di sabbia quindi sul fondo.

25/05/2023

Continua il nostro tour in alcuni punti vendita Planctontech.
Oggi siamo in Italia e precisamente da Rosario e Tiziana di Mondo Natura Acquari. Anche qui troviamo molta passione e bellissimi pesci e coralli gestiti con protocolli naturali.
Vi lascio al video, parla da solo!

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