26/02/2016
Gentilissime/i,
ancora nel 2015 ho avuto l’onore e la fortuna di accompagnare il Gonfalone di Milano nella Cerimonia Internazionale per l’Anniversario della Liberazione del Lager di Mauthausen.
In questa importante manifestazione si ricorda il 5 maggio 1945, giorno in cui viene liberato l’ultimo lager nazista. Necessariamente è quindi la celebrazione della vittoria delle forze democratiche sulla barbarie nazifascista.
E’ una cerimonia coinvolgente e significativa, che vede marciare insieme, là dove gli uomini furono schiavi, i sopravvissuti e i familiari di coloro che subirono le atrocità del nazifascismo, cittadini, tantissimi giovani e le autorità civili e militari di 51 Nazioni differenti.
E’ una eccezionale occasione per vedere dal vivo la Memoria diventare coscienza civile.
Io ho, come dicevo, anche quest’anno avuto il privilegio di vedere questo percorso negli studenti che rappresentavano le scuole delle 9 Zone di Milano, accompagnati dai loro insegnanti.
Il lager di Mauthausen vide i deportati di moltissime Nazioni giurare insieme, all’indomani della Liberazione, un perenne monito di solidarietà, di pace e di concordia. Fu il luogo principale della Deportazione milanese, vi furono rinchiusi, resi schiavi, torturati e in molti casi uccisi migliaia di combattenti della Resistenza, partigiani, operai, cittadini, persone di ogni estrazione sociale e di ogni grado di cultura, accomunati da un così forte desiderio di libertà da essere disposti a pagare con la vita per vedere la fine del totalitarismo.
I ragazzi e le ragazze delle scuole, nel presentare i lavori realizzati al ritorno del viaggio, vi accompagneranno in un difficile percorso che porta dal Lager di Bolzano al Castello di Hartheim, il terribile lager dove venivano eliminate in quanto “vite indegne di essere vissute” le persone disabili, anche i bambini, anche di nazionalità austriaca e tedesca, per inseguire il sogno hitleriano di perfezione della razza.
Vi porteranno nel memoriale di Gusen e infine nel campo di Mauthausen, dove i colori delle bandiere e la bellezza dei canti della mattina, a celebrare la liberazione, sono seguiti dal silenzio quasi spettrale del pomeriggio, nel quale si visitano i luoghi dell’orrore e si comprende fino in fondo ciò che è stato.
Rielaborare questa esperienza non è facile, ma è necessario, perché questi giovani accompagnano il Gonfalone di Milano proprio per diventare ambasciatori degli ideali di pace, democrazia e libertà nella propria scuola, tra i propri coetanei. Perché un futuro di giustizia e di pace si può costruire solo se non si dimentica, solo se si continua a coltivare la Memoria.
Quest’anno il gruppo è stato particolarmente vicino, al punto da cercare di rimanere in contatto attraverso i social network e iniziative di ritrovo dopo il ritorno. Sono quindi particolarmente ansiosa di vedere i loro lavori.
A me tocca il compito assai gradito di ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa importante esperienza per il 2015 e che già stanno lavorando per il 2016. Innanzitutto il Sindaco e la Giunta, Anpi e Aned, la dott.ssa Daria Maistri e i suoi collaboratori, in particolare il dott. Roberto Recchia, Cinzia Marino e Rita Maggioni, che ci hanno supportato con grandissimo impegno ed attenzione.
Un grande grazie lo dobbiamo anche ai due rappresentanti della Polizia Locale, Michela Giorgini e Paola Sada, e ai Valletti Massimo Bordoni e Gianmichele Fontana che ci hanno accompagnato. Sempre consapevoli dell’importanza del loro ruolo, hanno saputo dare ai ragazzi una lezione di rispetto delle Istituzioni, una vera e propria lezione di educazione civica e di vita.
La mattinata di oggi è dedicata al compianto Sen. Gianfranco Maris, recentemente scomparso. Ci sarà in seguito chi lo ricorderà, voglio solo dire che il primo anno fu proprio lui, sopravvissuto al Lager di Mauthausen, a preparare i ragazzi e le ragazze all’esperienza che li aspettava in questo viaggio. Di quel pomeriggio ricordo ogni parola, ogni espressione dei ragazzi e degli insegnanti.
Concludo con una poesia di Franco Fortini che ho scoperto in questi giorni, rileggendo un testo di Umberto Eco sul fascismo, in occasione della sua recente scomparsa.
Sulla spalletta del ponte
Le teste degli impiccati
Nell’acqua della fonte
La bava degli impiccati
Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull’erba secca del prato
I denti dei fucilati
Mordere l’aria, mordere i sassi
La nostra carne non è più d’uomini
Mordere l’aria, mordere i sassi
Il nostro cuore non è più d’uomini
Ma noi s’è letto negli occhi dei morti
E sulla terra faremo libertà
Ma l’hanno stretta i pugni dei morti
La giustizia che si farà
Antonella Loconsolo
Presidente Commissione Educazione CdZ 9