11/03/2023
Lo scorso 30 gennaio , insieme al Collega Fabrizio Nusca, abbiamo incontrato per Agorà Veterinaria il Vice Ministro dell’Economia e Finanze, On. M. Leo ,proponendo la riduzione dell’IVA sulle prestazione Medico Veterinarie. Nel proficuo incontro il ViceMinistro ha chiesto alla nostra Associazione una nota tecnica che alleghiamo, redatta dal Nostro Consulente Legale Avv.to F. Dalba.Speriamo a breve di avere per tutti importanti novità.
Parma 25 febbraio 2023
Agorà Veterinaria patrocina un intervento volto al contenimento dell’IVA sulle prestazioni medico veterinarie – codice ATECO 75, portandolo dall’attuale 22% ad un più congruo 10% facendole ricadere entro lo scaglione agevolato, ai sensi del comma secondo dell’art. 16 del d.P.R. 633/1972.
Le recenti modifiche della Carta costituzionale (L. cost. 1/2022), introducente l’ultimo periodo del comma terzo dell’art. 9 Cost., per cui la legge dello Stato disciplina i modi e le forme della tutela degli animali, hanno diversificato il regime degli animali da quello delle mere res. Distinzione che dovrebbe riverberarsi anche sopra il differente regime di carico fiscale sopra le prestazioni volte a tutelarne la salute, quantomeno nell’ambito delle specie detenute come animali da compagnia.
La riduzione dell’aliquota, a fronte di un (apparente) consequenziale calo dell’introito fiscale di circa quaranta milioni annui, si tradurrebbe in un ampliamento della platea degli utenti delle prestazione, una maggior frequenza delle visite e di conseguenza ad un totale o parziale recupero del mancato introito. Ad oggi, difatti, il maggiore ostacolo all’accesso alle cure veterinarie è l’applicazione di un regime fiscale eccessivamente gravoso, incidente per quasi un quarto del costo complessivo della prestazione, che grava sull’utente e, sovente è tale da inibire la fruizione del servizio.
Tale onere additivo lievita sino a raggiungere il valore di un terzo dell’intera prestazione, allorquando oltre all’attività di visita viene erogato un farmaco veterinario.
Alla diminuzione dell’IVA corrisponderebbe infatti un correlativo calmieramento delle tariffe e così un accesso statisticamente più frequente al consulto medico-veterinario.
Antecedentemente alla L. 428/1990 e quindi all’assoggettamento al regime unionale dell’IVA, l’Italia considerava le prestazioni medico veterinarie come prestazioni sanitarie esenti.
L’UE, anche attraverso la direttiva 2006/112, fa rientrare nella generale applicazione dell’IVA tutte le operazioni, ad eccezione di quelle espressamente esentate, tra le quali si è ritenuto non rientrino quelle veterinarie (sent. Commissione/Italia 122/87, EU:C:1988:256).
Va tuttavia considerato che, pur nel quadro della direttiva UE, le prestazioni medico veterinarie sono riconducibili alla tutela della salute pubblica e possono così essere categorizzate entro le prestazioni di interesse pubblico, ammesse a regime di esenzione o agevolazione, massime le prestazioni di cui all’art. 132, paragrafo primo, lett. c). Infatti il Regolamento 429/2016 ed i decreti attuativi in Italia (134 e 136 del 5 agosto 2022), che hanno delineato il c.d. sistema One Health collocano il medico veterinario quale perno del sistema di prevenzione e controllo per le malattie degli animali che sono trasmissibili agli animali o all’uomo (ex multis v. art. 12).
In ambito unionale vi sono stati recenti precedenti nell’auspicato senso, anche a mente della Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 3 ottobre 2018, sulla proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE e ella riconsiderazione del ruolo del medico veterinario nella prevenzione di zoonosi. Così in Spagna, ove nel 2018 è stato siglato un accordo tra Governo e rappresentanti dei medici veterinari per la riduzione dell’aliquota al 10%, e quindi, nella discussione della legge finanziaria per il 2023, sono state presentate quattro mozioni in questo senso. In Germania, dal primo luglio 2020 al 31 dicembre dello stesso anno l’IVA per le prestazioni veterinarie è stata ridotta dal 19% al 16%, anche in ragione della considerata essenzialità della prestazione.
Nell’ambito del Parlamento europeo è stata più volte sollevata la questione della possibile riduzione delle aliquote per le cure veterinarie, richiamando lo Staff Working Document della Commissione Impact Assessment accompanying the document Proposal for a Council Directive amending Directive 2006/112/EC as regards rates of value added
tax’ (SWD(2018)0007), a tenore del quale i vincoli alla flessibilità degli Stati membri nella fissazione delle aliquote IVA non sono più coerenti con l’articolo 113 TFUE su cui si basa la direttiva IVA.
Tutto ciò premesso, riconsiderando il ruolo chiave del veterinario nella prevenzione delle zoonosi (Reg. 429/2016) e nella tutela del diritto alla salute degli animali (art. 93 Cost.) come declinazione della salute dei proprietari, si ritiene ragionevole la riconduzione e l’incasellamento di tutta la sua attività nelle specie delle prestazioni di pubblica utilità, con conseguente applicazione di un regime dell’IVA meno ostativo rispetto l’accesso alle cure.
Dott. Alberto SCHIANCHI
Presidente Agorà Veterinaria