La voce dei cavalli

09/10/2024

❔ Imparare la psicologia equina? In che senso?!

Ne ho sentite di tutti i colori... addirittura che i cavalli non hanno una psicologia! 🙈

Quanto spesso ci si dimentica che abbiamo a che fare con un essere vivente, dotato di emozioni, esperienze, gusti, ricordi, abilità.

Quanto spesso si dà per scontata l'equitazione, ma si conosce così poco della sua parte fondamentale, il cavallo.

Quanto spesso non ci si ferma ad ascoltare, e si finisce per pretendere e diventare frustrati se l'altro (il cavallo) ci dice 'no'.

🌱 In tutto questo, una parola risuona più forte delle altre: consapevolezza.
La consapevolezza ci conduce alla conoscenza, e grazie alla conoscenza possiamo trovare la strada per rendere la relazione umano-cavallo arricchente per entrambi.

Dott.ssa Silvia Missaggia
✅ Seguimi, ti racconto la Psicologia Equina Relazionale

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21/08/2024

16/08/2024

🐎 𝐀𝐩𝐞𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐏𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐄𝐪𝐮𝐢𝐧𝐚 𝐑𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚 ✨

LEGAMI PROFONDI
Gestisci la paura e crea fiducia tra te e il tuo cavallo

📅 SABATO 24 AGOSTO
🕒 9:00 - 18:00
📍 TJALLING RANCH (Borgo Veneto, PD)

𝑩𝒂𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝑷𝒔𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂 𝑬𝒒𝒖𝒊𝒏𝒂 𝑹𝒆𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆
𝑺𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒂 𝒈𝒆𝒔𝒕𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒆𝒎𝒐𝒕𝒊𝒗𝒂
𝑬𝒔𝒑𝒆𝒓𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒊𝒍 𝒃𝒓𝒂𝒏𝒄𝒐

❗Posti limitati
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👉 Per info e iscrizioni (solo WhatsApp)
Silvia +39 347 342 7476
Anita +39 340 157 5035
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31/05/2024

🌸 Possiamo sincronizzarci a livello fisico e mentale, muoverci insieme, farci domande, darci risposte; sembra incredibile, non trovi?
Eppure, tutto questo è realtà, perché il cavallo è un animale dotato di grandi doti di sensibilità, comunicazione e disponibilità.

A rovinare questo legame possibile, troppo spesso è l’ignoranza. In molti casi, e mi dispiace dirlo, sono gli stessi istruttori a non conoscere nulla sulla mente equina e su come funziona l’apprendimento.

Ci sono un sacco di questioni che sottovalutiamo. Ad esempio, come funzionano gli occhi e le orecchie del cavallo, cosa vede e sente intorno a sé; perché ha paura di oggetti per noi innocui; per quale motivo sembra preferire una persona piuttosto che un’altra; perché ripetiamo una richiesta mille volte e sembra non funzionare mai, e via così, gli esempi sono infiniti.

Ho creato un percorso formativo semplice e immediato, adatto a tutti, proprio per questo motivo: perché le informazioni in giro sono tante, a volte sono errate, altre volte non si capisce come vadano applicate o se effettivamente ci riguardino.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

29/05/2024

👨🏼‍🏫 Affidarsi ai professionisti è fondamentale. Consiglio spesso di rivolgersi a qualcuno in zona per risolvere le problematiche che mi raccontate, perché l’occhio di una persona dal vivo fa la differenza, gli elementi da valutare sono tantissimi.

Tuttavia, vorrei farti fare una riflessione. Puoi mandare il cavallo dall’addestratore migliore del mondo, ma cosa succede se tu non sai come comportarti? Cosa succede se non comprendi il lavoro che è stato fatto? Se ti convinci che “il cavallo è a posto così”?

Credo sia essenziale che “la parte umana” riceva la giusta formazione. I cavalli non sono macchine, non si impostano “i pulsanti”.

Ricordati una cosa: anche tu, in qualsiasi momento, stai potenzialmente insegnando al cavallo a fare o non fare qualcosa, anche se non hai nessun titolo di istruttore o addestratore.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

28/05/2024

🏋🏻‍♀️ Un aspetto che viene ancora sottovalutato è lo stato del corpo del cavallo: spesso è rigido nel fare qualcosa non per un discorso comportamentale, ma perché fisicamente fa molta fatica a farlo!

Stato di salute fisica, muscolatura, equilibrio, propriocezione sono tutte questioni da considerare quando facciamo una richiesta.

Corpo e mente sono collegati, sempre, e lavorano sincronizzandosi, per questo dobbiamo considerarli nell’insieme.

Se il cavallo, ad esempio, ha l’incollatura molto rigida, non posso certo pretendere che mi offra delle flessioni laterali da manuale dopo appena pochi secondi.

Andrò per gradi, cercando di ascoltare cosa mi dice il suo corpo e dove sono i limiti.
Insistere troppo oltre le sue possibilità creerà ulteriori blocchi sia fisici che mentali.

Inoltre, è ottimo per il cavallo ve**re sottoposto periodicamente a trattamenti di professionisti (osteopata, body worker, fisioterapista ecc.) che aiutino a trovare, analizzare e trattare eventuali tensioni, con un effetto benefico anche nel rilassamento mentale.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

24/05/2024

🖐️ Non dobbiamo lasciare che il cavallo si gratti, che giri la testa, che si avvicini a noi… davvero queste limitazioni sono necessarie?

Parliamone.

Sebbene sia importantissimo stabilire delle regole nella relazione (trovi un post al riguardo), dobbiamo imparare a leggere i comportamenti del cavallo e a non considerare tutto come un elemento da correggere.

Il cavallo DEVE avere la libertà di dirci che qualcosa non gli va tanto a genio, come deve avere la libertà di sperimentare e di comprendere dove sono i limiti, sia con noi che con i suoi compagni equini.

Sperimentare fa parte della crescita di un individuo ed è fondamentale a livello di equilibrio psicologico.

Facciamo un esempio.

Se il cavallo si avvicina a noi in modo sereno chiedendoci di grattargli le orecchie, non ha alcun senso mandarlo via; potrà diventare un momento piacevole dove lo aiutiamo a togliersi quelle mosche fastidiose.

Se invece il cavallo si avvicina a noi in modo brusco pretendendo i biscotti che abbiamo in tasca, sarà nostro compito non assecondarlo, facendogli capire che “no, così non voglio interagire con te”; sarà altrettanto nostro compito capire la causa del comportamento (prendendoci le nostre responsabilità).

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

22/05/2024

🔊 Quante volte l’abbiamo sentito dire? Mettere un’imboccatura significa avere un cavallo che ascolta meglio e risponde più velocemente alle richieste.

Ma è davvero così?
No, non lo è. Analizziamo la questione.

L’imboccatura è uno strumento di controllo basato su pressioni in zone delicate e un’azione meccanica che varia a seconda del tipo di imboccatura.

Gli effetti documentati non sono relativi solo alla bocca, ma si riflettono su respirazione, andature, nervi, collo, schiena, oltre che a livello comportamentale.

L’illusione di avere un cavallo che “ascolta di più” è data dal fatto che l’azione nella bocca porterà il cavallo a “stare sull’attenti”, spesso per timore di ricevere un’azione più incisiva; inoltre, è molto più semplice costringerlo a eseguire, soprattutto con le imboccature particolarmente severe.

Senza la corretta formazione è ancora piuttosto facile, purtroppo, cadere in un circolo vizioso dove si cercano strumenti sempre più forti per compensare la carenza tecnica.

Le richieste devono ve**re insegnate nel modo corretto, tenendo conto di come funziona l’apprendimento equino e della soggettività dell’individuo, con l’obiettivo di favorire una comunicazione a doppio senso, umano-cavallo e cavallo-umano.

Personalmente, ritengo che l’imboccatura non sia necessaria.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

17/05/2024

🐎 Un timore comune: far vivere il cavallo in branco significa ritrovarsi un equino selvaggio e ingestibile!

Ma è vero? Assolutamente no! Anzi, è proprio il contrario.

Più un cavallo soddisfa i propri bisogni individuali e di specie, più sarà emotivamente equilibrato e predisposto a un’interazione serena con noi.

La socialità è una questione estremamente importante per il cavallo: il branco significa sicurezza, amicizia, legami, interazione, coesione, educazione.

Questo tipo di esperienza non è sostituibile da nessuna attività, perché è un bisogno profondo dell’animale-cavallo, una caratteristica scritta nella sua genetica.

E se il cavallo “si imbranca”?

Che dire… è normale! Ciò che è importante è lavorare sul separare temporaneamente i cavalli (ad esempio per le attività con noi o per le cure quotidiane) senza che questo generi ansia eccessiva da parte dei soggetti più legati tra loro.

Ma nessuno si sognerebbe mai di non far giocare dei bambini tra loro per paura che preferiscano andare al parco insieme piuttosto che accompagnarci a fare la spesa!

Diamo al cavallo la libertà di fare il cavallo e questo si rifletterà in modo positivo nella relazione con noi.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

15/05/2024

📜 È facile cadere nell’idea che mettere delle regole all’interno di una relazione significhi limitare la libertà dell’altro ed essere percepiti in modo negativo.

In verità tutte le società equilibrate stabiliscono delle regole e lo fa pure la società equina.

Un branco non vive allo sbaraglio, ma ha il suo “regolamento interno” ed è molto affascinante osservarlo, pur con la consapevolezza di non riuscire a cogliere tutte le sfumature più sottili.

Anche nel nostro piccolo gruppo umano-equino stabilire delle “regole della buona convivenza” contribuisce a creare armonia.

Un’educazione costruita su regole sensate e funzionali porta tranquillità ed equilibrio; al contrario, non stabilire delle regole condivise crea confusione, frustrazione e instabilità.

Il cavallo non nasce sapendo già cosa ci aspettiamo da lui, per questo è importante spiegargli quali sono queste regole, e dobbiamo farlo in modo graduale, rispettoso e coerente.

Sapere come comunicare nella maniera corretta è fondamentale, così come lo è permettere al cavallo di fare esperienza del mondo che lo circonda e interagire liberamente con i propri simili.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

13/05/2024

👑 Il mito del capobranco nella specie equina è ormai sfatato da tempo: nel branco non esiste un capobranco, ma si parla piuttosto di ruoli, competenze e leadership condivisa.

Il cavallo sa che non siamo cavalli; questo si può notare con facilità dal fatto che il cavallo non si comporta nello stesso modo con noi e con i propri simili.

Ma quindi non possiamo interagire e stare bene insieme?

Tutt’altro! Il cavallo è un animale domestico che vive a stretto contatto con noi e che può sentirsi bene al nostro fianco, vederci come un riferimento ed essere curioso e partecipativo nelle attività proposte.

L’interazione interspecifica, cioè tra specie diverse, è una realtà tangibile che può arricchire sia umano che cavallo.

Dobbiamo smettere di pensare che le uniche possibilità siano “libero nelle praterie” oppure “sfruttato e maltrattato”: esiste l’opzione di una relazione armoniosa e che rispetta le esigenze del cavallo, una possibilità concreta che dobbiamo porci come obiettivo.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
Psicologia Equina Relazionale

10/05/2024

🧠 No, il cavallo non ci prende in giro. Il cervello del cavallo non è predisposto per pianificare una beffa nei nostri confronti.

Il cavallo risponde e reagisce alle situazioni sulla base di ciò che sta vivendo, delle sue esperienze (positive e negative), di ciò che ha imparato e di quello che gli suggerisce la sua grande memoria.

Progettare imbrogli verso gli altri non è di alcun vantaggio per la specie equina, che, tra l’altro, trova la sua tranquillità nella coesione del gruppo.

Ma allora come ci spieghiamo quei momenti in cui sembra che il cavallo si stia prendendo gioco di noi?

Sono nostre interpretazioni umanizzate di quello che sta accadendo; in poche parole, analizziamo la situazione come se avessimo a che fare con un’altra persona e non con un cavallo.

Questo porta a non considerare la natura della mente equina e a ignorare quello che il cavallo ci sta effettivamente dicendo, finendo per mettere confusione nella comunicazione.

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Dott.ssa Silvia Missaggia
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Gli studi scientifici hanno dimostrato che i cavalli riconoscono le nostre emozioni, anche semplicemente dalla nostra espressione facciale. Non possiamo certo pensare di mentire!

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27/09/2023

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25/09/2023

💤 È un’idea comune, soprattutto tra i non esperti: “il cavallo dorme in piedi.” Eppure, non è proprio così, anzi: il sonno da sdraiato è molto importante!

È vero, il cavallo può riposarsi stando in piedi, e non perde l’equilibrio grazie a una sorta di meccanismo di blocco del corpo; può sonnecchiare anche da sdraiato mantenendo la testa alzata.

Ma la fase di sonno più profondo, la fase REM, avviene solo ed esclusivamente se il cavallo è completamente sdraiato, con testa e collo appoggiati a terra.
Questo è un momento di totale rilassamento molto importante per fisico e cervello; è anche la fase in cui si verificano i sogni.

Il riposo in generale, tra in piedi e sdraiato, occupa circa 5-7 ore nell’arco della giornata. La fase REM è di almeno 30 minuti (ma può essere più lunga in base all’età e allo stato del cavallo).
Il momento del riposo non si verifica tutto di fila, ma viene spartito a intervalli di alcuni minuti per volta.

Il cavallo può resistere diversi giorni senza entrare nel sonno profondo, ma questo fatto può sfociare in una serie di disturbi detti di “privazione del sonno”.

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