14/12/2023
Da leggere con attenzione e condividere ovunque 💪🏻
La gestione degli animali disabili (o meglio plegici/ con vescica e intestino neorologici) è un argomento che sta guadagnando sempre più attenzione nel contesto della crescente sensibilità animalista.
Sino a pochi anni fa, di fronte ad un animale plegico, o da spremere, non sorgeva il benchè minimo dubbio che la sorte di quella creatura fosse la soppressione (non parliamo volutamente di eutanasia).
Si riteneva che la vita di un plegico, o di un animale che per urinare e defecare dovesse essere aiutato due volte al giorno, fosse un vita di sofferenze, non degna di essere vissuta.
Tale convincimento, sicuramente suffragato da una diversa tipologia di impegno nella gestione degli animali, portava la pressocchè totalità dei Veterinari a porre fine alla vita degli animali.
In passato l’eutanasia è stata praticata con una certa normalità su richiesta del proprietario o proposta per casi di malattia o infortunio complessi, di guarigione incerta o anche come soluzione di comodo.
Nel tempo abbiamo assistito a un ripensamento etico anche in coerenza con il mutare della sensibilità sociale; pian piano il velo di Maya è stato squarciato grazie soprattutto all'impegno di una parte di volontari animalisti, che mettendo da parte pregiudizi e valutazioni opportunistiche e/o di comodo, hanno cominciato a dimostrare, con i fatti, che un animale plegico o con vescica neurologica può condurre una vita esattamente come qualsiasi altro cane o gatto.
Che questi animali NON SOFFRONO, che la capacità di adattamento di queste creature, alla nuova condizione, è sorprendente, e che tutte le valutazioni unicamente umane, non riguardavano minimamente l'animale e la sua qualità di vita.
Se da un lato questo impegno del volontariato (anche nell'ambito della sensibilizzazione pubblica) ha in qualche modo portato anche il privato a mettere in discussione il consiglio di molti veterinari di procedere con eutanasia, dall'altro è ancora purtroppo troppo frequente l'uccisione di animali plegici.
Spesso uccisi a poche ore dal trauma, senza una diagnostica adeguata che accerti l'impossibilità di un totale recupero (non sapete quanti animali dati per "plegici" sono tornati a condurre una vita assolutamente normale, camminando, urinando e defecando in autonomia), senza concedere all'animale di superare lo stato di shock, o ad un'edema di riassorbirsi, senza capire che togliere una vita dovrebbe essere soltanto l'ultimissima istanza di una valutazione completa, che richiede tempo, accertamenti diagnostici e che dovrebbe essere accolta come ipotesi, solo per porre fine ad una vita di sofferenze dell'animale.
Eutanasia in senso stretto, è il procurare intenzionalmente la morte di un animale la cui condizione di vita sia permanentemente compromessa da una malattia incurabile o grave menomazione, ALLO SCOPO DI PORRE FINE A SOFFERENZE INUTILI.
Si parla perciò di eutanasia compassionevole. Non di soppressione di comodo, non di soppressione perchè non si sa dove collocare l'animale di cui nessuno intende occuparsi.
L'unica giustificazione al Tanax DEVE essere quella di porre fine a sofferenze non compatibili con una qualità di vita dignitosa.
Ancora oggi purtroppo troppe troppe vite vengono spezzate andando anche al di là del dettato normativo.
Troppi veterinari consigliano ancora l'eutanasia avendo come prioritarie e assecondando le difficoltà di gestione della famiglia, piuttosto che il benessere dell'animale.
Troppi volontari (che come modelli di comportamento autorizzano e assolvono il privato a fare altrettanto) minacciano o fanno praticare l'"eutanasia" a fronte di animali rinvenuti plegici in strada. Lo stesso non avviene a fronte di un animale il cui visus sia compromesso, o amputati di un arto, o con menomazioni che qualitativamente incidono sulla vita del cane o del gatto, sicuramente più di una vescica neurologica che deve essere spremuta due volte al giorno.
Perchè questa disparità di trattamento? Perchè la gestione di un plegico/con vescica neurologica, per quanto piuttosto semplice, richiede un impegno (o meglio una costanza) che spesso non si ha voglia di assumersi.
E così si pone fine alla vita di un animale perchè per quel cane/gatto non c'è un posto nel mondo (non perchè la sua vita non sia dignitosa o perchè stia soffrendo), perchè non esiste un umano che abbia voglia di spremere una vescica due volte al giorno.
E ci si assolve adducendo mille scuse che chiamano ingiustamente in causa dolore, mancanza di qualità di vita, sofferenza. Tutti concetti assolutamente lontani dalla esistenza di un plegico / vescica neurologica.
Negli anni come gattile sanitario ci siamo "specializzati" nella gestione di questi animali. Oggi la stanza dei produttori di caccolini conta 17 creature.
Felici, serene, che vivono esattamente come qualsiasi altro nostro ospite.
Ma tanti sono stati anche gli ingressi di gatti con fratture spinali, dati per "inguaribili", che sono tornati a condurre una vita assolutamente normale. Gatti tetrapleigici, che oggi
sono perfettamente autonomi, che corrono, saltano, si arrampicano, urinano e defecano in autonomia.
Gatti inizialmente ingestibili, perchè forastici, che oggi accettano le manovre di spremitura senza nessun problema (accettando la contenzione molto meglio di padronali puccicosi che solo per un prelievo di sangue mettono a repentagio l'incolumità del veterinario).
Questo lungo post vuole essere un invito. A diffidare da chi propone e/o pratica l'eutanasia ad un animale con la schiena spezzata o con vescica neurologica.
Da chi racconta che questi animali sono destinati ad una vita infelice, snaturata, fatta unicamente di sofferenza. Da chi a neanche 24 h dall'evento traumatico, senza una diagnostica SERIA, senza un adeguato monitoraggio, dà per spacciato (o meglio ammazzabile) un animale.
Venite a conoscere i nostri produttori di caccolini.
Non fermatevi a chi "racconta" che non si può. Non fidatevi. Venite a toccare con mano.