In quei giorni venimmo a sapere di una nidiata di micetti che avevano bisogno di un aiuto, la mamma aveva avuto un incidente ed i piccoli cercavano casa. I piedini del minuscolo micetto bianco e grigio che si nascondeva dentro una scatola mi rimarranno nella memoria per sempre. Da quel maggio del 2004 Orlando entrò a far parte della nostra vita. Aveva poco più di un mese, era uno scricciolo, dormi
va ovunque ed era scatenato come un torello matto. Diventò il nostro punto di riferimento, la nostra casa, la nostra gioia. Per nove anni visse da figlio unico, cresceva velocemente, cambiammo casa, ogni tanto andava “in vacanza dai nonni”, insomma eravamo proprio una bella famigliola felice. A novembre del 2013 all’improvviso un’apparizione, un minuscolo micio tutto sporco e spellacchiato apparve sotto casa. Caratteristiche particolari? Praticamente identico ad Orlando! Stesso colore, stessa forma del manto, identico! Se non fosse per un ciuffetto bianco proprio in punta alla coda. Una mattina, dopo una notte di tempesta, trovai questo micetto tutto bagnato ripararsi sulle ruote della mia macchina. E scoppiò l’amore. Andrea lo portò dal veterinario per essere certo che stesse bene ed uscì fuori che era una fe*******ia. La portammo a casa tenendola separata da Orlando e cercammo per qualche giorno di trovarle una sistemazione, finché non decidemmo che era arrivato il momento di allargare famiglia, arrivò così Cloe. Dopo un accurato inserimento, tra mille paure e dubbi, Orlando e Cloe si incontrarono e si innamorarono subito. Si innamorarono come migliori amici, come fratello e sorella, inseparabili. La pazzia di cucciola di Cloe portò un nuovo brio ad un Orlandino non più giovanissimo. Passarono 13 mesi di splendido amore insieme tra giochi, scherzi e tenerezze. Poi purtroppo Orlando si ammalò e nel giro di un mese ci lasciò. Rimanemmo senza parole, senza lacrime, con un vuoto che è ancora oggi in fondo al nostro cuore. Ma nulla succede mai senza motivo. Nel mese in cui scoprimmo la malattia di Orlando apparvero sotto casa una gatta particolarmente bella, con uno sguardo dolcissimo e 5 suoi piccoletti. Ho sempre avuto l’impressione che fossero stati abbandonati da qualcuno che non aveva voglia di prendersi più cura della micia e della sua inaspettata prole. I cinque cuccioli erano identici alla mamma. Questa micia era davvero particolare, non si allontanava mai, le costruimmo una piccola dimora, le portavamo da mangiare. Poi arrivarono dei giorni di pioggia intensa, sembrava un nuovo Diluvio Universale. La micia sparì. Qualcuno disse che la vide portare via i mici uno ad uno. Probabilmente con tutta quella pioggia cercò un posto più sicuro, ma le cose non andarono così come si era aspettata la giovane mamma e dopo pochi giorni tornò lei sola. Era sempre nel rifugio che le avevamo creato. Ci aspettava e ci faceva le fusa. Era sempre lì, sotto l’acqua anche durante le giornata di pioggia. Era lì anche la notte che corremmo con Orlandino in clinica perché era arrivato il suo momento. Era lì e ci guardava con la sua espressione un po’ malinconica. Dopo pochi giorni che Orlando ci aveva lasciato decidemmo di dare a quella micia così particolare una nuova opportunità. Se l’avessimo lasciata per strada non sarebbe durata molto, si vedeva che non era abituata, era come dire, un po’ goffa nel suo modo di fare. Non mi sarei mai perdonata se le fosse successo qualcosa. Ricominciammo con la casa divisa e con un lento inserimento, e così arrivò Bridget. Rossa ma soprattutto impacciata come la più famosa Bridget Jones. Cloe è davvero una gattina buona e Bridget cerca amore 24 ore al giorno, ben presto diventarono inseparabili. Non come lo erano stato Orlando e Cloe, ma come buone sorelline. Piano piano la famigliola riprese a vivere. Dopo circa un anno, sotto casa incontrammo una bella micia pezzata. Era davvero bella anche se il colore era così incerto che riferendoci a lei dicevamo sempre la gatta “multicolor”. Avrà avuto un anno, simpaticissima. Quando uscivamo dal portone bastava che Andrea muovesse le chiavi che lei arrivava chissà da dove zompettando felice. Quando tornavo la sera mi accompagnava nel tragitto dalla macchina al portone. Bastavano due carezze per farle accendere il motorino del ronfronf. Le facemmo interi servizi fotografici con l’intento di cercarle casa ma per i gatti adulti è sempre difficile trovare famiglie disposte ad accoglierli. Passarono i mesi, la micia ingrassò…o almeno così pensavamo noi! Una mattina di aprile del 2016 Andrea trovò multicolor con tre minuscoli esserini nati nella notte. Due bianchi e rossi, una pezzata nera bianca e rossa. Neanche a dirlo le creammo un rifugio ma i piccoli attiravano troppa attenzione, la micia era nervosa, erano in pericolo. Decidemmo di portarci tutta la famigliola a casa. Ancora una volta la casa divisa in due, questa volta per più di tre mesi. Da una parte due curiose Cloe e Bridget. Dall’altra multicolor ed i tre piccolini che diventeranno a breve Lucy in the sky with diamonds, in onore al mio amore smisurato per i Beatles. Lucy era arrivata a casa. Quello fu il periodo più bello della nostra vita. Vedere questi tre esserini ancora con gli occhietti chiusi crescere, imparare a camminare, a fare la lotta tra di loro, a vedere Lucy allattarli, la prima pappa, la prima cacca…un’emozione favolosa. Passati i tre mesi i piccoli si trasferirono nelle loro nuove sistemazioni (uno di loro, Pippo, è rimasto in famiglia, lo hanno adottato i miei genitori). Lucy incontrò Bridget e Cloe. Da allora si è creata una sorta di associazione a delinquere tra Lucy e Cloe, una ne pensano e cento ne fanno. A volte fanno gli scherzi a Bridget che è rimasta sempre la gattina particolare e goffa, bramosa di amore. Tutte e tre sono il nostro fantastico mondo che anima le nostre vite ed i post di questa pagina. Benvenuti nella nostra stramba famiglia!