27/12/2024
La scienza ci aiuta a capire e a spiegare la vita e i più svariati fenomeni naturali, eppure una delle più grandi domande a cui non sono ancora riuscito a darmi risposta - nonostante ci abbia pensato e riflettuto seriamente - è come sia possibile divertirsi sparando botti. Accendere una miccia e poi sentire lo scoppio. E per alcuni soggetti particolarmente sforniti di intelletto e risorse cognitive, più forte è lo scoppio e più grande il divertimento, anche a costo di farsi saltare qualche dito. Ennesima frontiera delle potenzialità che il cervello umano può sfoggiare quando viene inserita la retromarcia dell'evoluzione.
Ma qui non si tratta di quanto i botti diano fastidio, noia e nausea al sottoscritto. Dopotutto, per noi Homo sapiens un poco più evoluti ci sono i tappi per le orecchie.
Qui si tratta del danno immenso che questi "giochetti" provocano agli animali e al mondo naturale. Lo dicono anche diversi studi: i botti di Capodanno causano vere e proprie stragi. Il cane o il gatto di casa che corrono in casa in preda al terrore, nascondendosi sotto letti e divani, sono solo la punta dell'iceberg. Là fuori c'è un mondo di creature terrorizzate.
Uccelli e mammiferi dispongono di un udito particolarmente fine e sviluppato, e se un predatore notturno - peloso o piumato che sia - percepisce i passi di un topo a 30 metri di distanza, proviamo a immaginare cosa possono significare botti e fuochi di artificio per loro. La fiera dell'infarto. Animali che muoiono letteralmente di spavento, con gli altissimi livelli di stress che fanno scoppiare il cuore a queste sventurate forme di vita facendole collassare, spesso morire, in pochi istanti.
Gli uccelli diurni, riuniti spesso a dormire in posatoi, si svegliano di soprassalto a causa dei rumori e delle luci. La paura li disorienta al punto da farli volare all'impazzata: finiscono spesso per sb****re contro infrastrutture come finestre, vetrate, pali e pareti, morendo per l'impatto. Altri ancora fuggono a chilometri di lontananza dal nido e dai loro rifugi, perdendo l'orientamento. I mammiferi corrono in preda al panico finendo fra strade e palazzi, fuggendo dalle loro tane e perdendo la via di casa, e rischiando di fare una br**ta fine. Il livello di stress sale al punto che, anche chi se la cava sul momento, paga lo scotto nei giorni successivi a causa dell'agitazione prolungata dovuta al trauma emotivo.
E tutto questo perchè qualche genio si diverte ad accendere una miccia e a sghignazzare quando il petardo esplode.
Poco importa che si viva in campagna o in città: ormai la fauna selvatica popola abbondantemente anche le metropoli. E il danno non riguarda solo lo scoppio dei botti: le tonnellate di involucri di carta, cartone e plastica di cui sono fatti i petardi finiscono allegramente per disperdersi nell'ambiente, nei boschi, nei fiumi, in mare, inquinando e avvelenando ulteriormente un ecosistema già devastato. Questo discorso vale anche per palloncini, lanterne cinesi e altre amenità pubblicizzate come più "tranquille" ed ecologiche ma che diventano spazzatura nell'ambiente.
I fumi prodotti ed emanati dai botti, inoltre, contengono miscele chimiche che inquinano l'aria e l'acqua.
Insomma, questo meraviglioso modo di "festeggiare" si aggiunge alle innumerevoli disgrazie che infliggiamo all'ambiente, con l'aggravante della futilità. Perchè diciamocelo, scoppiare botti non ha nemmeno senso ed è una pratica stupida e inutile.
Perchè continuare, dunque, quando è sempre Madre Natura a pagare lo scotto?
Evidentemente, sono in pochi a capire che oramai c'è ben poco da festeggiare se pensiamo allo stato in cui abbiamo ridotto la Terra. E avanti così, avremo ancora ben pochi nuovi anni da celebrare a suon di botti come se nulla fosse.
Il nuovo anno dovrebbe essere celebrato fermandosi a riflettere su quanto male stiamo infliggendo alla nostra unica casa: qualcosa sta andando terribilmente storto nel nostro modo di concepire il pianeta, la natura e le altre forme di vita.
Riflettere, informarsi umilmente, cercare di capire, scendere dal piedistallo, fare proponimenti costruttivi, capire che non siamo dei o re.
Questo sì che sarebbe un bel modo di iniziare il nuovo anno. Altro che le bombette.