04/11/2024
𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐧𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐮𝐜𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝟒𝟔𝟗 𝐜𝐞𝐫𝐯𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞.
La decisione della Giunta Marsilio di aprire la caccia ai cervi in Abruzzo, pianificandone così l’uccisione di 469, ha suscitato una giusta indignazione in larga parte della popolazione.
Al di là della sempre più diffusa avversione verso la pratica di uccidere gli animali per semplice diletto, questa decisione compromette la stessa immagine di un territorio dove la presenza della fauna selvatica non è stata vista come un problema, ma – al contrario – un patrimonio di cui essere orgogliosi, un elemento di identità culturale e territoriale e anche una risorsa turistica.
La nostra regione è il territorio dove specie come l’Orso bruno marsicano o il Camoscio d’Abruzzo si sono salvate dall’estinzione. Qui è nata l’idea del parco naturale moderno grazie al lavoro di chi negli Anni 70 del secolo scorso rilanciò il Parco Nazionale d’Abruzzo portandolo dalla condizione di abbandono nella quale si trovava a modello nazionale e internazionale. In Abruzzo si è sviluppato un sistema di parchi nazionali e riserve regionali che è divenuto famoso in Italia e all’estero come la “regione verde d’Europa”. Dall’Abruzzo è nata la prima grande azione di conservazione italiana, l’Operazione San Francesco, che ha salvato il Lupo dalla scomparsa nel nostro Paese attraverso interventi che videro all’opera ricercatori, giuristi, comunicatori e volontari, tutti uniti dalla volontà di salvare gli ultimi lupi presenti in Italia, ma soprattutto dalla volontà di affermare un diverso modo di rapportarsi con l’ambiente, gli animali, le piante…
Negli anni gli abruzzesi hanno saputo opporsi e fermare scempi ambientali come la raffineria della Sangro Chimica, il terzo traforo del Gran Sasso, la distruzione del Marsicano o di Monte Greco, il Centro Oli di Ortona, la piattaforma petrolifera Ombrina mare… Lo hanno fatto anche contrapponendo a questi modelli di sfruttamento e aggressione alle risorse naturali un’economia alternativa fatta di interventi piccoli, distribuiti sui territori, con meno padroni e più protagonisti. Risultati straordinari ottenuti grazie all’impegno di tante e tanti abruzzesi che, attraverso manifestazioni nelle piazze, incontri pubblici, elaborazione di documenti e analisi, lezioni nelle scuole e nelle università, hanno fatto diventare le intuizioni di pochi, prima pensiero comune e poi proposta “politica” capace di superare spesso gli stessi schieramenti partitici.
Oggi sembra che questo modello di attenzione all’ambiente e ai territori venga messo in discussione: il tentativo di tagliare il Parco regionale Sirente-Velino, la cancellazione della Riserva regionale del Borsacchio, lo sviluppo di bacini sciistici in aree vincolate nonostante la mancanza di neve… Tutte iniziative che, ancora una volta, hanno visto l’opposizione delle forze ambientaliste che sono riuscite a coinvolgere la maggioranza degli abruzzesi.
E oggi è necessario opporsi alla strage dei cervi. È inaccettabile consentire di abbatterne quasi 500 senza alcuna giustificazione legata alla riduzione dei danni o al pericolo di incidenti, ma solo per accontentare i cacciatori.
Non vogliamo essere complici e neppure semplici spettatori dell’attuazione di una scelta tanto crudele, quanto inutile. Ci opponiamo al di là della specifica volontà di impedire che dei meravigliosi animali diventino dei trofei da pagare 50, 100 o 200 euro… Ci opponiamo perché da ambientalisti, siamo orgogliosi di portare avanti un’idea di sviluppo diversa, sostenibile, che non sia basata sulla distruzione dell’ambiente, che non veda l’uomo al vertice dell’ecosistema, ma parte di questo. E lo facciamo contrapponendoci a chi pensa che la nostra “Casa comune” possa essere distrutta per il profitto dei pochi, nega il cambiamento climatico, continua imperterrito a cementificare il suolo e i fiumi, vorrebbe consentire la caccia tutto l’anno anche nelle aree protette, pensa di placare le proteste arrestando chi si oppone pacificamente…
La sfida che stiamo affrontando, come spesso in passato, è molto impegnativa. Sappiamo però di avere con noi la grande maggioranza degli abruzzesi, dai semplici cittadini alle tante personalità della cultura e della scienza. E sappiamo anche che oggi la nostra Costituzione riconosce e rafforza il nostro disinteressato impegno a favore della Natura, stabilendo all’articolo 9 che “La Repubblica … tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.