20/03/2024
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Gli animali nei rifugi non dovranno più avere la marca auricolare e diventano d'affezione!
Oggi è una giornata storica: con grandissima felicità possiamo dirti che finalmente la Regione Piemonte, prima in tutta Italia, ha accolto la richiesta sacrosanta di identificare tutti gli abitanti dei rifugi (e anche quegli animali che vivono con i privati, non destinati alla produzione alimentare) con un transponder sottocutaneo, ossia il microchip, e di considerarli animali d'affezione.
Un momento fondamentale verso il riconoscimento pieno dell’individualità e dei diritti di ciascun animale, a qualunque specie appartenga, all’interno di un percorso che parte da lontano: sono ben nove anni che Rifugio Miletta non vìola l’integrità dei corpi dei suoi abitanti con le marche auricolari.
Era il 19 ottobre 2015 quando Rifugio Miletta comunicava alla propria Asl il rifiuto di identificare gli individui rifugiati con l’utilizzo delle marche auricolari, simbolo dello sfruttamento e della schiavitù in cui versano gli animali degli allevamenti.
Un mese dopo, il 20 novembre 2015, ottenemmo un primo riconoscimento come struttura “rifugio”, in cui gli animali presenti erano “assimilabili ad animali d’affezione e pertanto non destinati a fini produttivi o alimentari”. Inoltre ottenemmo anche una sperimentazione biennale che permetteva di identificare con transponder sottocutaneo (microchip) gli animali accolti privi di marche auricolari, ma con l'esclusione dei bovini.
Da quel giorno lontano, Rifugio Miletta ha sempre lottato per essere riconosciuto come un luogo di resilienza, di resistenza, di liberazione e di pace, ovvero di accoglienza per individui sottratti alle più feroci condizioni di sfruttamento, maltrattamento e schiavitù. Non ci siamo mai arrese. Da una parte abbiamo sostenuto il rifiuto insindacabile di utilizzare le marche per i bovini, dall’altra abbiamo continuato senza sosta il dialogo con il Ministero, ribadendo di non poter essere considerati e normati come gli allevamenti.
Nella nota, inviata dalla direzione Sanità della Regione Piemonte alle ALS, c'è anche il riferimento al caso di Tina e, a riguardo, viene specificato che anche la giustizia amministrativa ha confermato la non applicabilità della normativa riguardante gli animali selvatici ad un ibrido di suino/cinghiale custodito come animale da compagnia.
Un altro passaggio importante è che si può scegliere di non cremare più i corpi degli animali deceduti nei rifugi, ma possono essere seppelliti in un terreno di proprietà.
La nota specifica infine che le ASL non possono abbattere gli animali non DPA per creare il vuoto sanitario (il cosiddetto "stamping out") se il luogo di detenzione dell'animale è in zona di restrizione (indifferentemente dal tipo) a meno ché il focolaio non coincida con il luogo di detenzione dell'animale. Quest'ultimo punto è positivo solo per metà, in quanto lascia alle autorità locali la possibilità di cercare di uccidere tutti gli abitanti di un rifugio se si presenta un focolaio all'interno, nonostante sia prevista una deroga all'art. 18 del Regolamento Delegato (UE) 2020/687 della Commissione del 17 dicembre 2019. Stiamo prendendo ogni possibile precauzione per evitare che un focolaio di PSA possa entrare a Rifugio Miletta e speriamo di non dover mai lottare per far applicare quella deroga, anche se i nostri legali sono pronti.
È attualmente in discussione nel consiglio Regionale piemontese il Disegno di Legge 273 che racchiude queste disposizioni e conferma che gli animali nei rifugi saranno registrati nella banca dati degli animali d'affezione. Ringraziamo la consigliera Regionale Sarah Disabato per essersi fatta portavoce delle nostre istanze, condividendole con la giunta regionale che le sta recependo.
La lotta per i diritti non si ferma, ma oggi, finalmente, possiamo festeggiare, consapevoli del fatto che una prima vittoria è stata conseguita nella lunga e complessa lotta per la liberazione animale e per un mondo più libero e più giusto.