DESCRIZIONE
Origine del nome
Il quartiere era definito "nido di vespe" dai tedeschi, a causa del disprezzo verso tedeschi e fascisti nella zona, abitata da fasce di popolazione povera e da sfollati delle zone del fronte. Era tanto antifascista che si diceva che, per sfuggire dai tedeschi, "o vai al Vaticano o al Quadraro". Il rastrellamento del 17 aprile 1944 non fu che il modo per liberare la zona sud-orientale di Roma dalle masse comuniste, per facilitare l'eventuale ritirata tedesca.
Il 17 aprile 1944 l'esercito tedesco rastrellò per rappresaglia il quartiere e oltre 900 uomini furono deportati in Germania.
Alla fine del conflitto solo la metà di questi fece ritorno a casa.
Il giardino si sviluppa intorno al mausoleo conosciuto come Monte del Grano per la sua forma simile ad un moggio di grano rovesciato. Si tratta di uno dei più grandi mausolei dell'antichità, risalente, in base ai bolli laterizi iscritti sulla muratura, al II sec. d. C.
Il sarcofago, rinvenuto nel monumento nel XVI secolo ed ora conservato ai Musei Capitolini, . L'area circostante il monumento ha subito varie modifiche. Con un recente intervento di sistemazione, sono stati ridisegnati i percorsi con una pavimentazione che ricorda il selciato antico e sono state create nuove aiuole prative con fioriture, siepi di alloro e arbusti vari. Per la sicurezza del parco, è stata realizzata una doppia recinzione: una attorno al Mausoleo con cancello d'ingresso al monumento, ed una più esterna, a protezione dell'intera area. L'illuminazione valorizza il monumento e la vegetazione. Su una piattaforma con pista da ballo e area di sosta, vengono organizzate manifestazioni culturali e feste di quartiere. Il parco è attrezzato con due parchi giocho ed un'area riservata ai cani.
Il Monte del grano è il nome popolare del mausoleo cd. di Alessandro Severo, imperatore romano, collocato all'interno del Parco XVII Aprile 1944, in un'area di Roma che è attualmente parte del moderno quartiere Tuscolano.
È il terzo mausoleo, in ordine di grandezza, di Roma, ovvero la terza tomba a tumulo dopo la Mole Adriana ed il Mausoleo di Augusto.[senza fonte]. Era costruito come una costruzione semi-sotterranea a blocchi di pietra, ricoperta da una collina artificiale sormontata da vegetazione, sull'esempio dei mausolei etruschi e poi romano-imperiali. Un tempo faceva parte di una vasta necropoli in una zona suburbana. Attualmente si presenta come una collinetta di circa dodici metri di altezza, abbandonata e un po' nascosta dai palazzi moderni sortile accanto negli anni settanta.
Nel '500 venne ritrovato al suo interno un imponente sarcofago attico, sormontato da due nobili personaggi distesi, identificati con Alessandro e la madre Mamea. Il sarcofago era decorato con cene del mito di Achille a Sciro ed è oggi conservato nelle sale al piano terreno dei Musei Capitolini[1].
Si accede all'interno attraverso un corridoio lungo circa ventuno metri che si apre su una sala circolare di dieci metri di diametro, un tempo divisa in due piani.
Vari studi mettono in dubbio l'attribuzione del Mausoleo ad Alessandro Severo, poiché i sigilli dei bolli laterizi indicano che fu costruito nel II secolo d.C. Recenti studi di Erminio Paoletta accertano che il mausoleo è stato sicuramente la tomba dell'imperatore.
Il nome Monte del Grano derivava probabilmente dalla corruzione dell'antico nome modius grani (moggio di grano), dovuto alla forma che aveva assunto la collinetta dopo l'asportazione dei blocchi di travertino, avvenuta nel 1387 per ricavarne calce. Fu opera di tal Nicolò Valentini (uno dei tre nobili veneziani che, durante il giubileo del 1350, offrirono alla basilica di San Pietro una pulcherrimam et myrabilem tabulam de Chrystallo, pulchris laminis argenti deaurati (una tavola di cristallo) per custodire la reliquia del sudario del volto di Cristo).
LA TRADIZIONE
Il nome di Monte del grano era divenuto comune già nel 1386, così risultando da alcuni documenti conservati nell'Archivio Storico Capitolino.[senza fonte] Il mausoleo faceva parte della tenuta chiamata "Casale delle Forme" (le forme erano una parte della struttura degli acquedotti presenti in zona Tuscolana). Il mausoleo è anche definito come "Monte di Onorio" o "Monte di Nori" o ancora "lo Montone del Grano". [senza fonte]
La leggenda popolare vuole invece che fosse un monte di grano trasformato (per punizione divina) in terra, perché raccolto di domenica, giorno dedicato al riposo.[senza fonte]
Il riferimento al grano è comunque legato ad una caratteristica del Quadraro: la toponomastica del quartiere è infatti dedicata, in un modo o nell'altro, a personaggi (divinità o famiglie) legati al mondo agricolo.
Il monumento ai caduti nel Parco 17 Aprile 1944
IL PARCO
La locuzione "Monte del Grano" era il precedente nome del parco adiacente il mausoleo, oggi denominato Parco 17 Aprile 1944 per ricordare il Rastrellamento del Quadraro.
NOTE
^ Così descrive il ritrovamento Flaminio V***a nelle sue Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi di Roma (1594):
Mi ricordo, fuori di Porta S. Gio[vanni] un miglio passati l'Acquedotti, dove si dice il Monte del Grano, vi era un gran massiccio antico fatto di scaglia; bastò l'animo ad un Cavatore di romperlo, ed entratovi dentro, calò giù tanto, che trovò un gran Pilo storiato con il Ratto delle Sabine, e sopra il coperchio vi erano due figure distinte con il Ritratto di Alessandro Severo, e Giulia Mammea sua madre, dentro del quale vi erano delle ceneri; ed ora si trova nel Campidoglio in mezzo al Cortile del Palazzo de' Conservatori.