Luciano Di Clemente Educatore Cinofilo

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10/11/2023
Nei cani ansiosi,  l'amigdala, la parte del cervello che gestisce la paura, è più sviluppata. Al contrario, le capacità ...
17/05/2023

Nei cani ansiosi, l'amigdala, la parte del cervello che gestisce la paura, è più sviluppata. Al contrario, le capacità di apprendimento risultano compromesse

Esistono differenze funzionali nel cervello di cani ansiosi e non ansiosi. E quello di un cane ansioso è simile al nostro quando soffriamo d’ansia.

23/01/2023

È molto probabile che finché cercherete un’attività da svolgere col vostro cane per migliorare la vostra relazione non troverete ciò che cercate, semplicemente perché probabilmente state guardando nel luogo sbagliato

15/03/2022

Esistono cani che manifestano un’eccessiva sensibilità sensoriale, in particolare acustica, per i quali anche rumori di bassa entità scatenano trasalimento e paura. Alla base di questa ipersensibilità vi è un’ipereattività dell’amigdala, regione cerebrale che presiede i disturbi ansiosi e tutte le manifestazioni legate alla paura.
Rientrano in questa categoria tutti quei cani affetti da disturbi riconducibili allo stato fobico rispetto ai rumori forti come temporali, botti e spari.
Le strategie che spesso la famiglia adotta con questi cani riguardano l’insonorizzazione delle case in caso di rumori forti esterni alla casa, passeggiate in luoghi silenziosi lontano dai centri urbani più inquinati acusticamente. In alcuni casi la deprivazione acustica ottiene un immediato benessere del cane che in questi luoghi e condizioni riesce a rilassarsi e a stare bene. In altri casi l’eccessivo silenzio può addirittura generare un aumento dello stato di allerta e scatenare vere e proprie crisi d’ansia. In questi casi l’assenza di un rumore di fondo preoccupa come se ci fosse lo stimolo acustico disturbante. Con questa tipologia di cani si potrebbero utilizzare degli apparecchi che forniscono un continuo rumore di sottofondo che ha come effetto quello di “mascherare” i rumori percepiti come fastidiosi e permettere al cane di rilassarsi e aumentare il suo stato di benessere. Tali apparecchi generatori di rumori, inizialmente favoriscono il benessere imbrogliando il sistema sensoriale acustico, ma sul lungo periodo che effetti possono procurare al cervello?
Quello che si è visto con degli esperimenti sui topi è che l’essere esposti a un continuo rumore anche se di sottofondo disturba l’attività dei neuroni andando a sollecitare l’amigdala e la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. Tali generatori di rumori, anche se non generano un inquinamento acustico di elevata entità nel lungo periodo risultano nocivi perché tolgono al cervello la condizione del silenzio, necessario al benessere del cervello stesso.
L’ideale è l’alternanza di momenti di sollecitazione acustica con momenti di silenzio piuttosto che il continuo silenzio o il continuo rumore.
Da studi neuroscientifici si è visto come il continuo rumore di sottofondo così come la continua esposizione a rumori abituali non apportano alcun beneficio reale al cervello se non quello di mascherare gli stimoli acustici fastidiosi. I momenti di silenzio alternati alla sollecitazione acustica invece stimolano la neurogenesi nell’ippocampo dimostrando come la capacità neuronale di rigenerazione avviene in una fisiologica stimolazione acustica e non nella deprivazione o sollecitazione acustica costante.

03/12/2021

E’ sempre complicato parlare di relazione cane-uomo e nel volerla definire utilizziamo termini che non sempre rendono giustizia ai concetti che vorremmo esprimere. Se a questo si aggiunge anche un linguaggio scientifico le cose rischiano di complicarsi, e non poco, inducendo in chi legge grandi fraintendimenti.
Per definire questa relazione e se si vogliono definire ruoli dei singoli attori la scelta dei termini spesso ricade in parole come: padrone, patner, compagno, amico, capo branco, convivente, pet, guida, leader, genitore, figura di riferimento, base sicura. Mi pare evidente la grande contraddizione di significato tra i vari termini e la scelta dell’uno o dell’altro porta con sé contraddizione tra il termine scelto e il contenuto che si vuole trasmettere. Infatti non è raro sentir parlare di leader volendo però descrivere una relazione di tipo famigliare….sentir parlare di amico o compagno per poi voler parlare di relazioni improntate sulla forza, e così via...
Di che tipo sia la relazione che ci lega ai cani con cui conviviamo è anche questa una definizione che facciamo fatica a trovare: siamo amici, siamo famigliari, abbiamo un legame utilitaristico, oppure di sudditanza? Ognuno probabilmente si troverà meglio nella scelta di un termine differente, io credo che si tratti di un rapporto famigliare. D'altronde anche in psicologia famigliare umana ormai si parla di famiglia non necessariamente per descrivere legami di sangue, quanto sul significato delle relazioni che intercorrono. Quindi per definire famiglia spesso si fa riferimento a relazioni significative nella vita di una persona e io credo, per quella che è la mia esperienza personale e professionale, che con i nostri cani viviamo relazioni sempre più spesso famigliari, sia per via della condivisione degli spazi, del tempo trascorso insieme e per i significati che queste relazioni lasciano nelle vite di tutti. Basti pensare al vuoto relazionale e alla mancanza che genera la scomparsa di uno dei due partner nella vita dell’altro, tanto da indurre profonda tristezza in chi resta.
Per dimostrare che questo tipo di relazione è reale si paragona la relazione cane-Convivente Umano (così piace a noi di Tambra e LAICI definirlo) a quella tra un bambino e sua madre asserendo che tra cane e umano si sviluppa un Legame di Attaccamento e che l’uomo per il cane è o dovrebbe essere quella che a partire da Bowlby è stata definita Base Sicura. A dimostrazione di questo sono stati fatti esperimenti che hanno ricalcato gli studi fatti da Bowlby e dai suoi collaboratori per dimostrare l’esistenza di questo Legame.
Sono tante le domande che mi pongo rispetto a questo preciso argomento e non sempre le risposte che trovo mi portano a condividere le posizioni di esimi scienziati. Quello che so è che non è la voglia reciproca di stare insieme a dimostrare l’esistenza di questo legame e neppure è sufficiente assolvere l’uno ai bisogni dell’altro perché ci sia questo legame e neanche la mancanza provata da uno in caso di assenza dell’altro a dimostrarne l’esistenza.
Parlare di relazione è complesso, definire le relazioni ancora di più, per quel che riguarda la mia professione è di grande soddisfazione che il mondo scientifico con sempre più impegno decida di indagare tale ambito attraverso studi e riviste scientifiche a raccontare questi studi come in Mind di dicembre che esce con un inserto tutto dedicato agli amici a quattro zampe che vi invito a leggere.

17/11/2021
Attraverso i lavori di fiuto il cane sviluppa competenze, sicurezza in se stesso e, se correttamente guidato, un alto gr...
06/11/2021

Attraverso i lavori di fiuto il cane sviluppa competenze, sicurezza in se stesso e, se correttamente guidato, un alto grado di collaboratività ed affiatamento con l'altra metà del binomio. Imparare a fidarsi reciprocamente durante il lavoro è infatti uno dei punti cardine della ricerca, sia essa ludica o operativa, l'osservazione del proprio cane al lavoro è uno dei punti chiave di questa disciplina, imparare a "leggerlo" e capirlo farà del binomio una vera e propria squadra, creando così una comunicazione reciproca fatta di sguardi, posture e gesti che renderanno vane le parole.
Questo tipo di attività, a livello ludico-sportivo, è adatta ad ogni tipo di cane , indipendentemente dalla taglia o dall'età.

08/10/2021

È difficile sintonizzare emotivamente proprietari e cani quando questi ultimi soffrono di forme colleriche. Questo accade probabilmente perché chi prova collera difficilmente riesce a contenerla ed è portato a mettere in atto comportamenti offensivi che non permettono di vedere il soggetto come vittima. Come è possibile che siano delle vittime quei cani che agiscono provocazioni e/o atti offensivi verso gli altri per ottenere benefici?
Il nostro lavoro ci richiede di aiutare i proprietari a comprendere quanto la collera sia un’emozione spiacevole, anche se agirla può portare grande gratificazione, come difendersi da una minaccia o dal senso di percepirsi minacciati. Chi vive in una costante condizione di rabbia soffre, è vittima di questa stessa condizione che il più delle volte non riesce a controllare e che lo condanna a una vita infelice e problematica.
Aiutare questi cani significa anche aiutare i Conviventi Umani a intravederne le vulnerabilità senza cadere nell’estrema vittimizzazione o colpevolizzazione del cane, che sono i due estremi con i quali ci dobbiamo spesso confrontare nella nostra attività consulenziale.
Dott.ssa Federica Manunta

28/02/2021
Attestato di Qualità e di Qualificazione Professionale dei Servizi Prestati
25/01/2021

Attestato di Qualità e di Qualificazione Professionale dei Servizi Prestati

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