27/01/2019
Perché potiamo gli alberi?
Vi siete mai domandati perché gli alberi debbano essere potati? Chi s’è preso la briga di farlo nei milioni di anni prima che l’uomo comparisse sulla faccia della terra? E perché l’uomo ha iniziato a tagliarli? Cos’è che ha spinto l’uomo ad “allevare” un albero a suo piacimento? Quali valutazioni ha fatto? Allora dovremmo partire dal presupposto che se non abbiamo ben chiaro il motivo per cui dobbiamo intervenire potando un albero sicuramente faremo un danno alla pianta. Conoscete forse qualcuno disposto a sottoporsi ad un’operazione chirurgica senza conoscere il motivo dell’intervento? O forse vorremmo invece avere ben chiari i motivi, i rischi, di tutte le fasi dell’operazione e possibilmente i risultati attesi. E per far questo, magari chiederemmo più pareri medici, andremmo in centri specializzati e non ci affideremmo certo al primo medico incontrato per strada. Per questi stessi motivi tenderemmo a fare le stesse cose per i nostri amici animali. Per le nostre piante, invece, che hanno impiegato magari decenni per crescere, pensiamo che basti qualcuno che affermi di saper usare una motosega. Non importa neppure che chi chiamiamo sappia il nome scientifico dell’albero, che ne conosca la fisiologia, l’importante è “che faccia un bel lavoro” che ci sia un “bel mucchio di legna” ai piedi dell’albero. Siamo portati a valutare la bontà del lavoro in base alla quantità di legno tagliato piuttosto che alla qualità dei tagli eseguiti.
Molto spesso non abbiamo chiaro il motivo, non ci importa neppure capire bene il perché occorra potare il nostro albero. “Venga, l’albero deve essere potato, perché tutti stanno potando”. E’ un po’ come se andassimo dal chirurgo e gli dicessimo che ci deve assolutamente operare, senza chiederci nemmeno il motivo, semplicemente perché così facendo staremo sicuramente meglio. Ma certamente! Conosco tantissime persone che vanno dal loro chirurgo di fiducia tutti gli anni a farsi asportare un po’ di dita dalle mani, un orecchio, mezza gamba. Sì dai! Il solito esagerato! Eppure, questo è ciò che facciamo alle nostre piante nei giardini, nei parchi, lungo le strade.
La maggior parte delle persone parte dal presupposto che le piante debbano essere potate a prescindere: “quell’albero è troppo alto, rischia di cadere, mi riempie di sporco il giardino, è sicuramente malato, la sicurezza prima di tutto”.
Che io sappia un albero non è mai caduto perché era troppo alto, ma molto più probabilmente è caduto perché era stato potato male, perché l’apparato radicale non si era potuto sviluppare bene o era stato rovinato da lavorazioni o scavi negli anni passati. Io non credo che piante che si sono evolute nel corso di milioni di anni, lo abbiano fatto a caso. Non credo che la natura sia così imprecisa da far crescere una pianta ad altezze tali da comprometterne la stabilità.
Può invece accadere che interventi errati da parte dell’uomo portino a compromettere la stabilità, ad alterare la crescita degli alberi, fino a farlo ammalare e cadere. E allora siamo noi a sbagliare, non la natura. Siamo noi che rendiamo un albero pericoloso con potature, irrigazioni, concimazioni sbagliate.
Quello che molti di noi non sanno è che per potare un albero, un arbusto, una pianta erbacea, bisogna prima conoscere quella pianta, sapere quanto si può sviluppare e come lo fa, se fiorisce e quando lo fa, se è una pianta che necessita di irrigazioni o meno, se la devo concimare come e quando, se devo adottare una potatura di allevamento, di contenimento, di alleggerimento, di ricostruzione o di rimonda.
Perciò se non conosciamo almeno queste nozioni fondamentali, se prenderemo in mano una forbice o una motosega molto probabilmente faremo più danni che altro. Anche se abbiamo una partita iva e un furgone.
P.S.: ringrazio tutti i colleghi e i formatori che ho incontrato in trent'anni di attività per aver avuto la pazienza di insegnarmi un mestiere che amo. E' grazie a loro se sono riuscito ad esprimere e condividere queste righe.
agr. Simone Taffarello