27/02/2025
I Principi della Buona Equitazione ©
2° Principio Stare nel cavallo e non sul cavallo.
Ovvero la posizione del cavaliere
Può sembrare una vera contraddizione, perché se da una parte l’equitazione è una attività molto complessa in quanto fondata sull’armonia e sulla comunicazione tra due esseri in antitesi tra loro a livello strutturale, è al contempo basata su cose molto semplici.
La vera e buona Equitazione è fatta di cose semplici, di chiarezza, di azioni accennate, di aiuti precisi. In Equitazione ogni movimento deve essere spontaneo, naturale mai forzato, perché ogni movimento forzato porta con sé rigidità e tensione che si ripercuotono nel cavallo.
Senza un adeguato assetto non c’è buona mano, senza buona mano non c’è comunicazione con il cavallo, senza comunicazione con il cavallo non c’è Equitazione.
Quindi l’obiettivo primario dev’essere un ottimo assetto che deriva dalla naturalezza in sella che non è prerogativa solo di chi vuole fare agonismo ma regola aurea di base per chiunque voglia fare Equitazione perché l’attività non si trasformi in una continua tensione, rigidità e mancanza di equilibrio.
L’esempio più calzante è quello dello zaino.
Se noi portiamo sulla schiena uno zaino anche molto pesante che a ogni nostro movimento ci grava spostandosi sulla nostra schiena, noi perderemmo l’equilibrio, e faticheremo non poco, al contrario se anche lo zaino è pesante, ma si sposta seguendo i nostri movimenti, non ci fa perdere l’equilibrio e non ci cagiona fatica.
Per ottenere quello stato di grazia che è la naturalezza in sella e pertanto a sentirsi a proprio agio in ogni circostanza, occorre tenere presenti i seguenti concetti e metterli in pratica:
1) Il contatto con il cavallo
2) L’equilibrio
3) La scioltezza
4) L’assetto sicuro
5) Destrezza e abilità
6) La comunicazione
7) Nel movimento del cavallo
1) Il contatto con il Cavallo
Il contatto con il cavallo è un requisito fondamentale per la formazione del cavaliere in quanto una buona unione con il cavallo serve ad allontanare le paure, le tensioni e favorisce la fiducia. Il contatto con il cavallo è una qualità dell’assetto che permette non solo la percezione di controllo del cavallo, ma porta all’unione tra cavallo e cavaliere, quindi di due entità connesse e non divise.
2) L’equilibrio.
Il primo obiettivo da raggiungere è l’equilibrio in quanto senza questo non si può stare in sella armonicamente, ma si finisce per aggrapparsi ad essa per non cadere. L’equilibrio soprattutto del busto e del bacino è un requisito indispensabile,. Per sviluppare il proprio equilibrio a cavallo occorre conoscere il movimento del cavallo e assecondarlo. Per conseguire ciò occorre lavorare al passo e al trotto senza staffe cercando di seguire il movimento del cavallo.
3) La scioltezza
Se si è acquisito l’equilibrio, capiremo che non c’è più bisogno di usare la forza per stare in sella in quanto su quest’ultima lavorano tutti i muscoli del corpo, ma senza tensione tra di essi. La scioltezza altri non è che il muscolo che si tende e si rilassa ritmicamente, funzionante senza mai essere fisso e rigido, in modo sempre dinamico.
4) L’assetto sicuro
Un assetto solido e profondo permette di essere efficaci, saper usare e dosare gli aiuti, assecondare i movimenti del cavallo. Un buon assetto è legato indissolubilmente alla corretta posizione in sella, in quanto permette di usare i muscoli del corpo senza irrigidirsi e arrivare a usare quella sofisticata comunicazione con il cavallo, arrivando a controllarlo con la Leggerezza.
5) Destrezza e abilità
All’inizio l’uso degli aiuti è strettamente legato alla tecnica e avviene in modo meccanico, tutto in funzione di una richiesta che noi facciamo al cavallo mediante degli stimoli che noi diamo e da cui otteniamo la risposta desiderata. Con il passare del tempo e con la consapevolezza del nostro corpo in sella, gli aiuti si dovrebbero affinare per lasciare il posto alla sensibilità e alla destrezza in sella. Gli aiuti incominciano ad avere la giusta coordinai zone e interagiscono tra di loro, l’impegno che i muscoli e le articolazioni devono sostenere è di coordinazione e agilità. Dalla posizione del bacino dipendono la profondità e la stabilità dell’assetto, l’impiego corretto della muscolatura di tutto il corpo e l’equilibrio. Il bacino poi assume due posizioni adattandosi a lavorare a seconda che si monti in assetto seduto o leggero. Quando siamo seduti in sella il bacino aderisce e asseconda morbidamente il movimento del cavallo.
6) La comunicazione
La profonda comunicazione tra cavallo e cavaliere è la massima espressione della buona e sana equitazione, la sensibilità deve essere obiettivo di tutti e non dei pochi da ottenere attraverso l’impegno e la disciplina costante. In un prossimo post tratterò della comunicazione tra uomo e cavallo.
7) Nel movimento del cavallo
La fase iniziale del lavoro di riscaldamento del cavallo m***ato, permette al cavallo di sciogliere la sua muscolatura e al cavaliere di mettere a punto il proprio equilibrio e stabilità in sella. Un cavaliere senza assetto ed equilibrio è come uno zaino mal caricato sulla nostra schiena e questa è la sensazione che riceve il cavallo quando la nostra posizione in sella è insicura sballottiamo senza controllo su di esso. Quindi occorre sedere bene in sella distribuire il peso correttamente in parti uguali sulle staffe, limitando al minimo i movimenti inutili e lesivi per il cavallo, cercando di sentire il movimento di quest’ultimo come se le sue gambe fossero le nostre, assecondandolo con discrezione. Alla fine scopriremo che il cavallo si muove con noi.
Raffaella Scelsi – Istruttore Capo dell'Accademia Equestre San Paolo