Maneggio Alba Chiara

Maneggio Alba Chiara Accoglienza, Professionalità, Pulizia, Passione/ Amore verso gli animali ���

27/02/2025

Il 90% dei problemi di conduzione e al cavallo hanno come causa una mano pesante o in errata posizione.
Il cavallo per contrastare o manifestare il disagio a una mano pesante e in errata posizione, ha diversi modi per farlo capire:

1. alza la testa
2. apre la bocca
3. sgroppa
4. fa passare la lingua sopra il cannone dell'imboccatura
5. fa rifiuti e difese.

Cosa si fa di solito per "risolvere" questi problemi?
1. imboccatura più severa
2. chiudibocca
3. martingala

La soluzione come al solito sta a monte, ossia in quello che m***a il cavallo e non al finimento che si decide di mettere.
La mano.

Per mano si intende:
1. dita della mano che agiscono più o meno chiuse
2. polso
3. avambraccio
4. gomito (1° molleggio)
5. spalla (2° molleggio)

E allora perché tanti cavalli fanno rifiuti e difese?
Perché molte persone, troppe persone non sono coscienti del mezzo della loro "mano", non sanno che la "mano" deve avere una altezza, posizione e apertura o chiusura (si tratta di posizione non di dita aperte e chiuse) non sanno che la mano deve essere mobile, non sanno che la mano sebbene ha la sua mobilità deve essere usata solo quando serve e non smanacciare in continuazione, perché troppa gente non si rende conto, che hanno la mano dura, fissa, in pessima posizione e che tutto questo si riverbera sulla bocca del cavallo e ancora peggio non conoscono gli effetti delle cinque redini.
Sembra tutto molto complesso vero?
No, non lo è e parte tutto dalla prima impostazione di posizione, ossia una mano in posizione naturale, morbida a una certa altezza che a passo e a galoppo deve cedere, al trotto stare in appoggio e deve essere usata solo ed esclusivamente quando serve, limitare le trazioni, le manovre brusche e capire che in mano tra le dita c'è un meraviglioso canale di comunicazione che sono le redini, che vanno tenute usate in modo intelligente e leggero e non come le fettucce delle tapparelle.
Chiaramente, senza assetto non ci sono "mani".
Sembra difficile, ma si parte sempre dalle basi.
Una volta impostata la mano, una volta coscienti dei formidabili mezzi che sono, una volta capito il senso, il tatto e la leggerezza di come vanno usate, non si avrà più bisogno di imboccature pesanti, chiudibocca, martingale.

Qualcuno dirà "lo vedi, questa è horsemashippe" e io rispondo, "no è la scuola classica-accademica che rifiuta i finimenti coercitivi e ha come fondamento l'Equitazione ragionata e il benessere del cavallo, perché se il cavallo non è messo in condizione di benessere lavora male"..e che parte tutto da Caprilli.

Raffaella Scelsi - Istruttore Capo dell'Accademia Equestre San Paolo

27/02/2025

"Metti la gambaaa!"......
E' il momento in cui, parecchie persone che giustifico e comprendo, nella loro mente pensano "oddio e adesso che devo fare?"
Stesso discorso della mano, vale per la gamba, tranne che la gamba ha due funzioni ben prestabilite:

1. ausilio per l'assetto del cavaliere
2. attivatore di impulso e per tutti gli aiuti concernenti la gamba

Come la mano, la gamba si suddivide in:
1. tallone
2. polpaccio
3. ginocchio
4. interno coscia

A seconda della staffatura e della disciplina che si pratica alcune parti della gamba vengono usate meno di altre.
Ad esempio, nel Metodo Caprilliano hanno una importanza sia il tallone, il polpaccio ma soprattutto il ginocchio, definito perno dell'assetto, ma non l'interno coscia.
Nel Dressage, viene impiegata tutta la gamba, ma il ginocchio non ha un ruolo fondamentale come nel Metodo Caprilliano.

1. Chiaramente la gamba non deve mai opporsi alla mano
2. Chiaramente la gamba va usata quando serve
3. Chiaramente la gamba va impostata in modo corretto

Quali sono i problemi di una cattiva gamba?
Innanzi tutto una cattiva gamba da come risultato un cattivo posizionamento di bacino e di conseguenza di schiena, poi c'è una ripartizione errata del peso del cavaliere sul cavallo, per non parlare che le gambe sempre presenti a dare impulso o che si muovono troppo senza motivo, viziano il cavallo, che diventerà "sordo" alla gamba e non c'è cosa peggiore.

E i speroni?
Chi ha una buona gamba non ne ha bisogno, servirebbero (leggasi bene) a dare precisione all'aiuto di tallone con la leggerezza dovuta senza che da terra si veda l'azione fatta.

Per quanto riguarda il tallone, che sia nel salto ostacoli, nel dressage, in passeggiata deve sempre basso e mai alto, perché è la fondazione del buon assetto
Caprilli ci ha lasciato la raccomandazione che la gamba del cavaliere deve essere come una pezza bagnata, ossia presente, ma usata quando serve e mai per disturbare il cavallo e soprattutto la gamba deve essere usata quando serve (e lo ripeto) e mai, mai, mai, portata indietro o in avanti.

Raffaella Scelsi - Istruttore Capo dell'Accademia Equestre San Paolo

27/02/2025

I Principi della Buona Equitazione ©

2° Principio Stare nel cavallo e non sul cavallo.
Ovvero la posizione del cavaliere

Può sembrare una vera contraddizione, perché se da una parte l’equitazione è una attività molto complessa in quanto fondata sull’armonia e sulla comunicazione tra due esseri in antitesi tra loro a livello strutturale, è al contempo basata su cose molto semplici.
La vera e buona Equitazione è fatta di cose semplici, di chiarezza, di azioni accennate, di aiuti precisi. In Equitazione ogni movimento deve essere spontaneo, naturale mai forzato, perché ogni movimento forzato porta con sé rigidità e tensione che si ripercuotono nel cavallo.
Senza un adeguato assetto non c’è buona mano, senza buona mano non c’è comunicazione con il cavallo, senza comunicazione con il cavallo non c’è Equitazione.
Quindi l’obiettivo primario dev’essere un ottimo assetto che deriva dalla naturalezza in sella che non è prerogativa solo di chi vuole fare agonismo ma regola aurea di base per chiunque voglia fare Equitazione perché l’attività non si trasformi in una continua tensione, rigidità e mancanza di equilibrio.
L’esempio più calzante è quello dello zaino.
Se noi portiamo sulla schiena uno zaino anche molto pesante che a ogni nostro movimento ci grava spostandosi sulla nostra schiena, noi perderemmo l’equilibrio, e faticheremo non poco, al contrario se anche lo zaino è pesante, ma si sposta seguendo i nostri movimenti, non ci fa perdere l’equilibrio e non ci cagiona fatica.
Per ottenere quello stato di grazia che è la naturalezza in sella e pertanto a sentirsi a proprio agio in ogni circostanza, occorre tenere presenti i seguenti concetti e metterli in pratica:

1) Il contatto con il cavallo
2) L’equilibrio
3) La scioltezza
4) L’assetto sicuro
5) Destrezza e abilità
6) La comunicazione
7) Nel movimento del cavallo

1) Il contatto con il Cavallo
Il contatto con il cavallo è un requisito fondamentale per la formazione del cavaliere in quanto una buona unione con il cavallo serve ad allontanare le paure, le tensioni e favorisce la fiducia. Il contatto con il cavallo è una qualità dell’assetto che permette non solo la percezione di controllo del cavallo, ma porta all’unione tra cavallo e cavaliere, quindi di due entità connesse e non divise.

2) L’equilibrio.
Il primo obiettivo da raggiungere è l’equilibrio in quanto senza questo non si può stare in sella armonicamente, ma si finisce per aggrapparsi ad essa per non cadere. L’equilibrio soprattutto del busto e del bacino è un requisito indispensabile,. Per sviluppare il proprio equilibrio a cavallo occorre conoscere il movimento del cavallo e assecondarlo. Per conseguire ciò occorre lavorare al passo e al trotto senza staffe cercando di seguire il movimento del cavallo.

3) La scioltezza
Se si è acquisito l’equilibrio, capiremo che non c’è più bisogno di usare la forza per stare in sella in quanto su quest’ultima lavorano tutti i muscoli del corpo, ma senza tensione tra di essi. La scioltezza altri non è che il muscolo che si tende e si rilassa ritmicamente, funzionante senza mai essere fisso e rigido, in modo sempre dinamico.

4) L’assetto sicuro
Un assetto solido e profondo permette di essere efficaci, saper usare e dosare gli aiuti, assecondare i movimenti del cavallo. Un buon assetto è legato indissolubilmente alla corretta posizione in sella, in quanto permette di usare i muscoli del corpo senza irrigidirsi e arrivare a usare quella sofisticata comunicazione con il cavallo, arrivando a controllarlo con la Leggerezza.

5) Destrezza e abilità
All’inizio l’uso degli aiuti è strettamente legato alla tecnica e avviene in modo meccanico, tutto in funzione di una richiesta che noi facciamo al cavallo mediante degli stimoli che noi diamo e da cui otteniamo la risposta desiderata. Con il passare del tempo e con la consapevolezza del nostro corpo in sella, gli aiuti si dovrebbero affinare per lasciare il posto alla sensibilità e alla destrezza in sella. Gli aiuti incominciano ad avere la giusta coordinai zone e interagiscono tra di loro, l’impegno che i muscoli e le articolazioni devono sostenere è di coordinazione e agilità. Dalla posizione del bacino dipendono la profondità e la stabilità dell’assetto, l’impiego corretto della muscolatura di tutto il corpo e l’equilibrio. Il bacino poi assume due posizioni adattandosi a lavorare a seconda che si monti in assetto seduto o leggero. Quando siamo seduti in sella il bacino aderisce e asseconda morbidamente il movimento del cavallo.

6) La comunicazione
La profonda comunicazione tra cavallo e cavaliere è la massima espressione della buona e sana equitazione, la sensibilità deve essere obiettivo di tutti e non dei pochi da ottenere attraverso l’impegno e la disciplina costante. In un prossimo post tratterò della comunicazione tra uomo e cavallo.

7) Nel movimento del cavallo
La fase iniziale del lavoro di riscaldamento del cavallo m***ato, permette al cavallo di sciogliere la sua muscolatura e al cavaliere di mettere a punto il proprio equilibrio e stabilità in sella. Un cavaliere senza assetto ed equilibrio è come uno zaino mal caricato sulla nostra schiena e questa è la sensazione che riceve il cavallo quando la nostra posizione in sella è insicura sballottiamo senza controllo su di esso. Quindi occorre sedere bene in sella distribuire il peso correttamente in parti uguali sulle staffe, limitando al minimo i movimenti inutili e lesivi per il cavallo, cercando di sentire il movimento di quest’ultimo come se le sue gambe fossero le nostre, assecondandolo con discrezione. Alla fine scopriremo che il cavallo si muove con noi.

Raffaella Scelsi – Istruttore Capo dell'Accademia Equestre San Paolo

Indirizzo

Via Piano Sperone , 18 A
Altavilla Milicia
90010

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Maneggio Alba Chiara pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Maneggio Alba Chiara:

Condividi