Animal Wellness - Dog Fitness & Nutrition

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30/11/2024

DOPO IL PRIMO VACCINO IL CANE PUÒ USCIRE SUBITO?
Come prendersi cura del cane dopo il vaccino

VEDIAMO COME FUNZIONA UN VACCINO?
Quando vacciniamo il cane, gli inoculiamo una piccola parte del microrganismo responsabile di una certa patologia. Il corpo del cane reagisce alla presenza del microorganismo generando anticorpi. Tale processo di creazione delle difese immunitarie può durare circa 2-3 settimane. Il processo di vaccinazione non si esaurisce in una sola volta ma è necessario procedere a richiami a determinate scadenze. Il ciclo di vaccinazione normalmente si conclude al quarto mese di vita del cucciolo. Alla 16a settimana di vita del cane gli anticorpi materni sono spariti dall’organismo del cucciolo rendendo i vaccini completamente efficaci.
La diatriba sul comportamento da tenere durante queste prime settimane di vita è piuttosto accesa. La discussione riguarda la possibilità o meno di far uscire il cane durante questo periodo.
Alcuni Veterinari continuano a consigliare di tenere il cane al sicuro in casa per evitare che possa contrarre delle malattie mentre secondo altri questa scelta, giustamente, sarebbe deleteria per la sua formazione comportamentale (purtroppo in tanti non conoscono il cane dal punto di vista comportamentale, non avendo specializzazione a riguardo).
Vediamo di seguito i pro e i contro di entrambe le scelte e la possibilità di trovare un compromesso valido per non compromettere la socializzazione del cane garantendo però la sua salute.
Il consiglio di tenere il cane in casa fino al termine delle vaccinazioni è dettato dalla convinzione che il cane possa contrarre delle malattie, ma non tiene conto dell’importanza dell’aspetto sociale nei primi mesi di vita del cane. Il ciclo di vaccinazioni termina più o meno intorno al 4° mese di vita del cane. Tenere un cane in casa per evitare che contragga malattie quando ancora non è interamente protetto dal vaccino è una scelta molto discutibile se non completamente sbagliata. I primi mesi di vita del cane sono fondamentali per strutturare il suo comportamento e la sua socialità. Privare il cane di stimoli e contatti con l’esterno può creare seri disturbi comportamentali e in molti casi si rischia di che il cucciolo possa sviluppare la c.d. "Sindrome da privazione sensoriale" con conseguente mancata socializzazione interspecifica e ambientale. Come si può conciliare la salute e la protezione del cane con il suo bisogno di socialità e di avere stimoli esterni? In questa fase così delicata della sua vita bisogna agire seguendo delle piccole precauzioni. Vediamo quali sono:
- Non condurre il cane in zone dove ci sono molti cani randagi.
- Evitare i luoghi affollati da molti cani come Dog Park.
- Limitare le passeggiate intorno a casa e/o luoghi dove al massimo può incontrare altri cani già vaccinati.
- Non permettere al cane di leccare per terra in posti non puliti.
Con queste piccole precauzioni il cane può godere degli spazi esterni, sarà stimolato da ciò che il mondo esterno ha da offrire, potrà incontrare altri cani ma con le dovute accortezze per non mettere a rischio la sua salute.
Nell’accompagnare il cane in tutte le fasi della sua crescita, la scelta migliore è sempre agire con buonsenso valutando i pro e i contro di ogni scelta.

𝗟’𝗼𝘀𝘁𝗲𝗼𝗮𝗿𝘁𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗲: 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲L'osteoartrite è una malattia articolare degenerativa caratterizzata...
30/11/2024

𝗟’𝗼𝘀𝘁𝗲𝗼𝗮𝗿𝘁𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗲: 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲

L'osteoartrite è una malattia articolare degenerativa caratterizzata da alterazioni patologiche delle articolazioni associate a degenerazione e perdita di collagene e proteoglicani. I principali segni clinici sono dolore, rigidità, zoppia associata a perdita della funzionalità delle articolazioni colpite

Questa patologia può colpire animali adulti di qualunque età, ma la vecchiaia, insieme all'obesità, rientra tra i fattori di rischio più comuni.

L'osteoartrite può essere classificata in primaria o secondaria. Nella primaria la causa generalmente non è nota ed è riscontrabile più frequentemente in alcune razze come rottweiler, pastore tedesco, labrador e golden retriver. La forma secondaria è dovuta ad altre patologie o condizioni sottostanti come, anomalie articolari congenite, o acquisite, traumi o infezioni che, associate all'avanzare dell'età e al sovrappeso, portano l'animale a sviluppare osteoartrite.

Anche i gatti possono esserne colpiti e anche in questa specie l'obesità e l'età rientrano tra i fattori di rischio più comuni.

Il trattamento di questa patologia richiede un approccio multimodale in cui la nutrizione riveste una parte importante. L'eventuale chirurgia, l'utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei, la fisioterapia e il controllo del peso, sono gli altri approcci che, singolarmente o associati tra loro, devono essere utilizzati nella gestione dell'osteoartrite.

Essendo questa patologia solitamente irreversibile, lo scopo della terapia deve essere quello di ridurre il dolore e i segni clinici, nonché rallentare la progressione della malattia.

Durante la visita clinica è fondamentale che il medico veterinario valuti anche il BCS (Body Condition Score) dell'animale per capire se è in sovrappeso, o obeso, e quale sia il suo peso ideale.

Infatti, oltre ad essere un'alimentazione adeguata all'età del paziente, la dieta scelta per l'animale deve avere anche come scopo quello di fargli raggiungere e mantenere il suo peso forma e fornire nutrienti specifici che possono aiutare a ridurre l'infiammazione e il dolore, rallentando il processo di degradazione articolare.

L'obesità, oltre ad essere uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di osteoartrite, aggrava anche la sintomatologia clinica e facilita la progressione della patologia.

Il primo passo deve essere quindi quello di calcolare correttamente il fabbisogno energetico dell'animale usando come riferimento il peso ideale, e non il peso attuale dell'animale, nonché inserendo eventuali fattori di correzione atti a far dimagrire il paziente.

Nel caso in cui il cane o il gatto debba perdere peso, la dieta dovrebbe tenere conto dei fattori nutrizionali chiave per l'obesità.

Come curare l’osteoartrite
Come già detto, il trattamento dell’osteoartrite prevede un approccio multimodale e può risultare costoso e frustrante per il proprietario.
Spesso, bisogna tentare diversi approcci al fine di identificare la combinazione più appropriata di interventi che possono essere utilizzati per il resto della vita dell’animale. Le principali strategie terapeutiche utilizzate ad oggi includono:
• antinfiammatori,
• antidolorifici,
• nutraceutici,
• fisioterapia e riabilitazione fisica,
• perdita di peso,
• diete complete ed equilibrate.

Intervento nutrizionale
Uno dei principali fattori che possono avere un impatto nel ritardare e controllare l’osteoartrite nel cane è l’intervento nutrizionale tramite il controllo dell’apporto calorico e il bilanciamento di sostanze nutritive necessarie al fabbisogno del cane affetto dalla patologia. L’uso di diete terapeutiche dovrebbe essere discusso tra il veterinario e il proprietario per migliorare la salute e il benessere del cane.
Nonostante i farmaci antidolorifici sono utili per la gestione del dolore correlato alla patologia, questi non hanno alcuna azione benefica nel trattamento dei problemi scatenanti la patologia, né modificano la sua progressione.
L’impiego di diete terapeutiche formulate ad hoc per la salute delle articolazioni, l’integrazione dietetica con nutraceutici selezionati e il controllo dell’apporto calorico mirato alla perdita di peso quando necessario, può aiutare a prevenire o rallentare la progressione osteoartrite.
È essenziale che il fabbisogno nutrizionale di un cane con osteoartrite venga valutato accuratamente da un esperto nutrizionista al fine di indicare la miglior dieta personalizzata.
Importanza della perdita di peso
È stato dimostrato che l’obesità nel cane è correlata ad una maggiore probabilità di sviluppare osteoartrite rispetto agli animali non obesi. L’obesità aumenta lo stress sulle articolazioni e sulla cartilagine articolare e pertanto facilita l’insorgenza della malattia.
Studi scientifici hanno dimostrato che una riduzione dell’11%-18% del peso corporeo iniziale in cani con osteoartrite clinica dell’anca è associata a una diminuzione significativa della zoppia degli arti posteriori.
Quando si definisce una nuova dieta, è importante considerare le preferenze del paziente e i vincoli del proprietario. Le diete formulate per la perdita di peso spesso contengono una concentrazione proteica maggiore rispetto alle diete commerciali tipiche e possono contenere l-carnitina. L-carnitina e alta concentrazione di proteine aiutano a mantenere la massa corporea magra e la forza muscolare promuovendo la perdita di grasso.
Tali diete sono progettate per avere rapporti nutrienti-calorici più elevati per evitare la restrizione eccessiva di nutrienti essenziali come vitamine e minerali.
È essenziale che la dieta venga prescritta da esperto di nutrizione del cane al fine di garantire un corretto bilanciamento delle sostanze necessarie al fabbisogno energetico e nutrizionale del cane.

La perdita di peso è un elemento importante per il trattamento dell’osteoartrire

Il successo della dieta dipende dal proprietario
Al fine di migliorare le possibilità di successo di una dieta mirata alla perdita del peso è utile che i proprietari rispettino quanto previsto nel piano nutrizionale.
Pertanto , quando si crea un piano di perdita di peso, è importante educare i proprietari a fissare piccoli obiettivi e mantenere uno sforzo costante.
Una perdita dall’1% al 2% del peso corporeo/settimana è l’obiettivo tipico fino al raggiungimento del peso di mantenimento desiderato. Consulenze regolari con il nutrizionista sono ottime per monitorare i progressi dell’animale e fornire aggiustamenti della dieta qualora necessari.

Sostanze con potenziali effetti benefici sull’osteoartrite
Acidi grassi Omega-3
Gli acidi grassi Omega-3, sono comunemente usati per la gestione dell’infiammazione e del dolore associati all’osteoartrite. Nel complesso, si ritiene che gli acidi grassi omega-3 riducano l’infiammazione in tutto il corpo, comprese le articolazioni, portando a una diminuzione del danno cellulare e del danno tissutale. Inoltre studi scientifici hanno dimostrato che gli acidi grassi Omega-3 hanno un effetto anche sul dolore e migliorano i segni clinici della malattia.
Cani affetti da osteoartrite sono stati valutati dopo un periodo di assunzione di acidi grassi omega-3 e hanno mostrato che la somministrazione di acidi grassi omega-3 è associata a una migliore capacità complessiva di sopportare il peso, capacità di alzarsi dal riposo, migliore performance nel camminare e nel gioco, una riduzione della zoppia e una maggiore capacità di saltare. Le diete terapeutiche definite dal nutrizionista veterinario sono strutturate così da incorporare le quantità raccomandate di acidi grassi omega-3. In alternativa lo stesso nutrizionista raccomanderà il miglior supplementare da utilizzare. E’ sconsigliabile da parte del proprietario fare ricerche online e iniziare supplementi vari fai-da-te.

Antiossidanti e altri supplementi
Anche altre classi di antiossidanti sono considerati utili nella gestione nutrizionale dell’osteoartrite. Elevati livelli di antiossidanti sono generalmente incorporati nelle diete per la gestione dell’infiammazione.
La c***a dalle labbra verdi è un altro componente o integratore alimentare associato al miglioramento dei segni clinici dell’osteoartrosi nel cane e nel gatto.
Cani e gatti che avevano un’integrazione alimentare con GLM hanno mostrato miglioramenti nei punteggi dell’artrite, gonfiore articolare e segni di dolore articolare.

Glucosamina e condroitin solfato per combattere l’osteoartrite
La glucosamina e condroitin solfato sono componenti o integratori alimentari che funzionano in sinergia. La ricerca medica umana ha dimostrato che la glucosamina contribuisce alla formazione e alla riparazione della cartilagine, riduce l’infiammazione e rallenta il deterioramento della cartilagine. Il condroitin solfato migliora le proprietà elastiche della cartilagine e riduce il gonfiore doloroso delle articolazioni. La glucosamina riduce anche i segni del dolore associata all’osteoartrite nei cani.
La somministrazione di entrambi gli integratori in cani con osteoartrite ha mostrato un miglioramento delle generali condizioni di salute. In particolare, il dolore dolore e il carico di peso sembrano migliorare rispetto ai valori al momento della diagnosi. Il medico veterinario stabilirà qualora è opportuno integrare l’alimentazione con questi componenti.
Per riassumere:
• La gestione del peso e la nutrizione rappresentano un intervento di prima linea nei soggetti con osteoartrite
• Adeguati livelli di acidi grassi omega-3 possono aiutare a modulare l’infiammazione e migliorare i segni clinici della malattia.
• Le diete fortificate con glocusamina e condrotin solfato possono apportare beneficio, ma potrebbe essere necessaria un’integrazione per raggiungere i dosaggi terapeutici.
• Integratori come antiossidanti e cozze verdi possono fornire ulteriori benefici.
• Attività motoria controllata, idroterapia e fisioterapia possono aiutare a prevenire o rallentare la progressione osteoartrite.
• Ricorda! È sempre necessario il parere del veterinario e dell’esperto nutrizionista per formulare una dieta che contenga le sostanze nutrizionali necessarie al fabbisogno del cane.

Animal Wellness - Dog Fitness & Nutrition
di Marco Scialpi
Tecnico in Dietetica e Nutrizione del Cane
Tecnico in riabilitazione fisica del cane
Educatore cinofilo comportamentale
Dog Fitness Trainer

26/11/2024
🔴 Magnetoterapia Veterinariaper Cani e Gatti 🐩🐈La magnetoterapia per animali (detta anche magnetoterapia veterinaria), i...
26/11/2024

🔴 Magnetoterapia Veterinaria
per Cani e Gatti 🐩🐈

La magnetoterapia per animali (detta anche magnetoterapia veterinaria), in particolare per i cani, gatti e cavalli, è un argomento che negli ultimi anni ha suscitato un crescente interesse nel campo della medicina veterinaria.

Questo trattamento non invasivo utilizza campi magnetici per favorire il processo di guarigione e ridurre l’infiammazione in diverse patologie.
La magnetoterapia si basa sull’applicazione di campi magnetici statici o pulsanti direttamente sulla zona del corpo dell’animale che necessita di trattamento. Come dimostrato da diversi studi scientifici, alla base di questa pratica è che i campi magnetici possano stimolare la circolazione sanguigna, accelerare i processi di riparazione dei tessuti e ridurre il dolore e l’infiammazione.

Nel caso specifico dei cani, la magnetoterapia ha dimostrato efficacia nel trattamento di diverse condizioni, tra cui:
- Artrite e Artrosi
- Lesioni muscolari
- Fratture ossee
- Discopatie
- Neuropatie

Grazie alla sua natura non invasiva, questo metodo rappresenta un’ottima opzione per il trattamento del dolore cronico o delle condizioni post-operatorie nei nostri amici a quattro zampe.

Uno degli aspetti più apprezzati della magnetoterapia è l’assenza di effetti collaterali significativi. A differenza di alcuni farmaci antidolorifici o antiinfiammatori che possono avere effetti indesiderati sul fegato o sui reni degli animali, la magnetoterapia offre un’alternativa sicura e delicata per il sollievo dal dolore e per promuovere la guarigione.

Quindi la magnetoterapia rappresenta una promettente frontiera nel trattamento delle patologie degli animali domestici (cani e gatti) e animali come il cavallo, offrendo benefici significativi senza gli effetti collaterali associati a molti trattamenti convenzionali.

Mentre continuano ad emergere studi che ne confermano l’efficacia e la sicurezza, è sempre più chiaro che questa tecnologia può svolgere un ruolo vitale nella gestione del dolore e nel miglioramento della qualità della vita dei nostri animali.

In definitiva, l’adozione della magnetoterapia come complemento alle terapie tradizionali può offrire una nuova speranza per molti animali affetti da patologie croniche o acute.

PARLANE CON IL TUO VETERINARIO e contattaci al 3291370248

𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝é 𝙞 𝙘𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙚𝙫𝙤𝙣𝙤 𝙢𝙖𝙣𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙨𝙩𝙖 𝙚 𝙥𝙖𝙣𝙚!Una delle domande più frequenti quando si parla di dieta casalinga per...
25/11/2024

𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝é 𝙞 𝙘𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙚𝙫𝙤𝙣𝙤 𝙢𝙖𝙣𝙜𝙞𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙨𝙩𝙖 𝙚 𝙥𝙖𝙣𝙚!

Una delle domande più frequenti quando si parla di dieta casalinga per il cane è quella relativa alla pasta (stesso discorso vale per il pane), ci si chiede: i cani possono o non possono mangiarla?

Prima di rispondere, è bene riformulare la questione e capire che cosa sia la pasta dal punto di vista nutritivo.

La pasta e il pane sono fatti da farine di cereali che, durante il processo di digestione, si trasformano in carboidrati complessi che diventeranno poi -a loro volta- polisaccaridi, ovvero amidi (vere e proprie catene di zuccheri). Il processo di scomposizione di questa famiglia alimentare, negli umani, ha luogo sin dal primo stadio della digestione: l’amilasi salivare. Gli enzimi presenti nella saliva sono i primi a decomporre i carboidrati presenti nella pasta, facilitando poi il lavoro delle secrezioni pancreatiche.
Cani e gatti non hanno questi enzimi nella loro saliva, perciò, non possono predigerire questi nutrienti in bocca, come avviene invece per noi, lasciando tutto il lavoro agli organi che partecipano nel processo di digestione interna. La pasta non fa parte dunque dei cibi che i cani possono digerire facilmente o per i quali sono stati predisposti naturalmente.
Infatti,𝗽𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗲 𝗽𝗮𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗮𝗺𝗶𝗱𝗶 𝗮𝗱 𝗮𝗹𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗼 𝗴𝗹𝗶𝗰𝗲𝗺𝗶𝗰𝗼, quindi, non adatti alla dieta del cane.
Cosa succede se il cane mangia la pasta ogni tanto?
E’ sconsigliato somministrare la pasta o il pane ogni tanto poiché innescherebbe problemi gastrointestinali quali diarrea in quanto il loro intestino non è abituato a digerire tali elementi. Pertanto una dieta ricca in carboidrati per i motivi che abbiamo spiegato sopra e come prevenzione di alcune malattie croniche che possono svilupparsi se il loro consumo se si prolunga nel tempo. I fattori principali sono:
𝗣𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲
I carboidrati complessi per scomporsi in molecole di glucosio hanno bisogno dell’intervento di una serie di enzimi che si attivano durante la digestione. Nel caso dei cani e dei gatti, questo processo non può iniziare se non dopo il loro arrivo all’interno dell’apparato digerente (intestino), è soltanto qui che i succhi pancreatici li scompongono in catene più o meno complesse di zuccheri. È dunque necessario l’intervento del pancreas, che deve appunto sovra sforzarsi per scomporre i carboidrati in molecole più semplici prima di poterle assimilare. La digestione dell’animale diventa così lenta e affaticante per l’organismo.

𝗣𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗰𝗶𝗱𝗼𝘀𝗶 𝘁𝗶𝘀𝘀𝘂𝘁𝗮𝗹𝗲
Quando gli zuccheri vengono ingeriti e digeriti in grosse quantità e per lungo tempo, i residui metabolici risultati della loro scomposizione, inacidiscono il sangue provocando un ammassamento dei globuli rossi che è alla base dei processi infiammatori. Inoltre, non dovendo più ricavare dal grasso l’energia necessaria per il corretto funzionamento delle funzioni biologiche, l’animale tende ad accumularlo altrove aumentando di peso.
La libera circolazione degli zuccheri nel sangue, inoltre, può portare a stadi di resistenza all’insulina, diabete mellito (picchi glicemici) nonché alla proliferazione di cellule tumorali che si servono di questi zuccheri come loro combustibile (glicolisi anaerobica).
Quindi la risposta giusta da dare è che 𝗶 𝗰𝗮𝗻𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗲𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗴𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗻é 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝗿𝗶𝗰𝗰𝗵𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝗿𝗶𝗻𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗹𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗼 𝗴𝗹𝗶𝗰𝗲𝗺𝗶𝗰𝗼 e perché 𝗶𝗹 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘀𝗺𝗼 è 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗮𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗲 𝗱𝗮𝗶 𝗴𝗿𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗹𝗮 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝘇𝘂𝗰𝗰𝗵𝗲𝗿𝗶. Non si tratta di un alimento velenoso per cani e gatti ma è meglio se la loro dieta prescinde di questa categoria alimentare.
E le farine di cereali integrali?
Le farine integrali sono di per sé più digeribili perché nella corteccia del cereale si trovano alcuni enzimi che interagiscono nella digestione. Si eviterebbe così, il primo problema, quello legato alla lenta digestione. Inoltre, non tutti i cereali hanno lo stesso indice glicemico. Il riso, ad esempio, anche se ricco in amido, ha un indice glicemico decisamente più basso; è dunque più adatto alla dieta del cane.
Se gli zuccheri sono il problema, va da sé che 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗮 𝗶𝗱𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗯𝗯𝗮 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗶ù 𝗿𝗶𝗰𝗰𝗮 𝗶𝗻 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗿𝗯𝗼𝗶𝗱𝗿𝗮𝘁𝗶. Le proteine possono essere assunte attraverso la carne ma anche mediante altri alimenti di origine vegetale come i legumi. Una dieta ricca in proteine è fondamentale per il corretto sviluppo muscolare dell’animale nonché del sistema immunologico.

𝗨𝗻𝗮 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗮 𝗲𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗲𝗱𝗲 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗲𝗻𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝗿𝗯𝗼𝗶𝗱𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝘂𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝟯𝟬%,𝗶𝗹 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗶 (𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗳𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗮𝗺𝗶𝗻𝗼𝗮𝗰𝗶𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝗮𝘂𝗿𝗶𝗻𝗮), 𝗴𝗿𝗮𝘀𝘀𝗶, 𝗳𝗶𝗯𝗿𝗮, 𝘃𝗶𝘁𝗮𝗺𝗶𝗻𝗲 𝗲 𝗺𝗶𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗶.



Buon Halloween 🐾🕷️🕸️🎃🎃🎃da Animal Wellness - Dog Fitness & Nutrition
31/10/2024

Buon Halloween 🐾🕷️🕸️🎃🎃🎃
da Animal Wellness - Dog Fitness & Nutrition

Oggi abbiamo elaborato una super dieta casalinga, perfettamente bilanciata in macro e micronutrienti, per la splendida D...
21/10/2024

Oggi abbiamo elaborato una super dieta casalinga, perfettamente bilanciata in macro e micronutrienti, per la splendida DUCHESSA di 9 anni. 🐩🐾🍽️🍗🥘

Animal Wellness - Dog Fitness & Nutrition
Marco Scialpi
Tecnico in Dietetica e Nutrizione Veterinaria del cane e gatto.

𝗣𝗲𝗿 𝗽𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗻𝗲 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝗼𝘁𝗼𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲, 𝗼𝗹𝗶𝗼, 𝗳𝗶𝗯𝗿𝗲 𝗲𝗱 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝘂𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗮𝗿𝗯𝗼𝗶𝗱𝗿...
12/08/2024

𝗣𝗲𝗿 𝗽𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗻𝗲 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝗼𝘁𝗼𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲, 𝗼𝗹𝗶𝗼, 𝗳𝗶𝗯𝗿𝗲 𝗲𝗱 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝘂𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗮𝗿𝗯𝗼𝗶𝗱𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲? 𝗔𝘀𝘀𝗼𝗹𝘂𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗻𝗼!

Facciamo un'attenta analisi sulla corretta formulazione di una dieta casalinga per un cane.

Il punto di partenza, quando si decide di preparare un piano nutrizionale per un cane, deve essere la consapevolezza che ogni dieta deve essere individualizzata. Ogni cane presenta esigenze nutrizionali diverse, a seconda dell'età, della razza, dello stato fisiologico e dello stile di vita. Un accurata anamnesi è perciò fondamentale per riuscire a preparare una dieta corretta. Il secondo passo è quello di calcolare correttamente il fabbisogno energetico del singolo individuo. Non è pensabile fornire un'alimentazione sana e corretta ad un animale fornendo quantitativi di cibo "ad occhio". Un piano nutrizionale deve essere studiato e ponderato con attenzione. A questo punto bisogna decidere cosa inserire nella dieta e ricordarsi cosa non deve mai mancare. Un pensiero comune, e molto sbagliato, è che una dieta casalinga sia semplicemente un po' di carne e un po' di carboidrati, ben cotti, da mettere nella ciotola. Un'alimentazione del genere, nel lungo termine potrebbe portare allo sviluppo di patologie nutrizionali. Queste ultime sono particolarmente subdole, perché si istaurano molto lentamente, e spesso sono difficili da diagnosticare, ma sono a tutti gli effetti patologie gravi e a volte irreversibili.

Il cane viene definito "carnivoro adattato", infatti, se da un lato ha sviluppato degli enzimi in grado di digerire gli amidi, dall'altro resta un carnivoro, perciò il suo corpo non è in grado di sintetizzare alcuni amminoacidi, che come tali vengono definiti essenziali. L'assunzione con la dieta di questi amminoacidi non può prescindere dall'ingestione da parte dell'animale di una fonte proteica, prevalentemente di origine animale. Quindi la prima cosa da inserire in un piano alimentare di un animale sano è una fonte proteica, come ad esempio carne o pesce. Il quantitativo può variare a seconda dell'animale, ma è fondamentale non andare al di sotto dei limiti necessari per il benessere dell'animale. FEDIAF (Federazione Europea dell'Industria degli Alimenti per Animali da Compagnia) fornisce delle raccomandazioni molto chiare sul dosaggio minimo di proteine che un cane adulto deve assumere giornalmente. Se per calcolare il fabbisogno energetico si utilizza, ad esempio, la formula 110 x il peso vivo dell'animale elevato alla 0,75, FEDIAF indica come quantitativo minimo 45 grammi di proteine ogni 1000 kcal di energia metabolizzabile. È importante specificare che questo non vuol dire che per un cane che necessita di 1000 kcal bastino 45 grammi di carne, poiché 100 grammi di carne non corrispondono a 100 grammi di proteine e che questo dosaggio rappresenta solo il minimo indispensabile, ma un animale sano potrebbe, e dovrebbe, assumerne giornalmente un quantitativo superiore. Ad oggi infatti non ci sono indicazioni su un quantitativo massimo di proteine che può assumere l'animale. Tuttavia, un eccesso di proteine può causare un'eccessiva fermentazione da parte dei batteri del colon.

L'attenzione, però, non va posta solo al quantitativo delle proteine, ma anche al profilo amminoacidico della fonte proteica che si usa. Infatti, FEDIAF indica dei dosaggi minimi che l'animale deve assumere per ogni amminoacido essenziale, senza i quali l'animale andrebbe incontro a seri problemi di salute.

Nelle tabelle FEDIAF in cui vengono indicati i nutrienti minimi che un cane deve assumere non rientrano invece i carboidrati. Questo perché idealmente un cane potrebbe vivere senza assumere alcuna fonte di carboidrato. Tuttavia, i carboidrati, quando cotti correttamente e resi digeribili, sono un'ottima fonte energetica che l'animale può utilizzare per numerose funzioni organiche, evitando, così, l'utilizzo delle proteine come fonte energetica, ma "risparmiandole" per la crescita e la riparazione dei tessuti. Inoltre, la maggior parte dei carboidrati apportano anche minerali e vitamine. Al contrario, un apporto eccessivo di carboidrato nell'alimentazione può portare l'animale ad aumentare eccessivamente di peso.

Un alimento che viene spesso sottovalutato e dimenticato nelle diete formulate per i cani è l'olio. Probabilmente perché si pensa che i grassi vengano già assunti dall'animale tramite la carne. Tuttavia, ciascun grasso presenta una composizione differente in acidi grassi. Gli acidi grassi sono distinti in acidi grassi saturi (presenti principalmente nei grassi di origine animale) monoinsaturi e polinsaturi (presenti in maggior quantità nei grassi di origine vegetale). Tra questi ultimi sono inclusi quelli che vengono definiti acidi grassi essenziali, ossia quelli che l'organismo non è in grado di produrre e che devono, perciò, essere assunti tramite l'alimentazione. Essi hanno funzioni molto importanti nell'organismo: rientrano tra i costituenti delle membrane cellulari, rappresentano i precursori degli eicosanoidi (coinvolti nella cascata infiammatoria) nonché, regolano diversi processi metabolici. FEDIAF, nel cane adulto, offre indicazioni sul quantitativo minimo di grasso che deve contenere una dieta, non perché il grasso di per sé sia essenziale, ma perché reputa quel dosaggio il minimo per assicurare ad un animale l'apporto corretto di acidi grassi essenziali.

Ciò che non va mai dimenticato, quando si prepara un piano alimentare per un cane, è di controllare quali acidi grassi si stanno fornendo all'animale e, se tra questi, sono presenti gli acidi grassi essenziali (come l'acido linoleico e l'acido alfa-linolenico). Inoltre, è fondamentale controllare che nella dieta ci sia la corretta proporzione tra omega 6 e omega 3 che, alcuni studi, indicano come di 5:1 a favore degli omega 6. Questo rapporto però può variare a seconda delle condizioni di salute e delle necessità del singolo individuo.

In generale olii vegetali come quelli di mais, di girasole o di soia apportano soprattutto omega 6 mentre per gli omega 3 l'olio di lino risulta particolarmente ricco di acido alfa-linolenico mentre gli olii di pesce sono ricchi in EPA e DHA. Ad oggi, negli animali adulti, non è ancora ben chiaro se ci sia, e quale sia, il fabbisogno giornaliero minimo di EPA e DHA, tuttavia sempre più studi sottolineano l'importanza di questi due acidi grassi per il benessere degli animali e il loro ruolo di antiossidanti e antinfiammatori in numerose patologie, come l'insufficienza cardiaca e quella renale.

E le verdure? Esse, in una dieta, rappresentano soprattutto una fonte di fibre. Queste ultime non rappresentano un vero e proprio nutriente poiché, per definizione, non vengono assimilate dall'animale ma sono importanti per permettere al tratto gastroenterico di funzionare al meglio. Infatti, la presenza di esse nell'alimentazione nonché, il rapporto tra fibra solubile e insolubile presente nel pasto, va ad influenzare la velocità di transito degli alimenti nello stomaco e nell'intestino oltreché, la digestione e l'assorbimento di numerosi principi nutritivi. Inoltre, la fibra solubile viene fermentata dai batteri presenti nel colon con conseguente produzione di acidi grassi a corta catena, che possono essere poi assorbiti dall'organismo.

Quindi per preparare una dieta corretta per un cane basta mettere nella ciotola proteine, olio, fibre ed eventualmente carboidrati nella giusta proporzione?

Assolutamente no. Quello è un passo importante, ma perché un piano nutrizionale sia corretto e sano, deve essere completo e bilanciato di tutti i nutrienti necessari per un animale e quindi non bisogna dimenticarsi assolutamente i minerali e le vitamine, di cui una dieta casalinga è quasi sempre carente.

Infatti, tra le linee guida FEDIAF per una corretta alimentazione del cane, rientrano i dosaggi minimi e massimi di 25 nutrienti tra minerali e vitamine. Bisogna quindi controllare se il piano nutrizionale che si sta preparando rispetti questi parametri, al fine di evitare carenze o eccessi deleteri per la salute, e nel caso non fosse così, preoccuparsi di aggiungere le adeguate integrazioni.

Per rendere tutto questo più semplice è raccomandabile rivolgersi a professionisti specializzati in nutrizione, i quali sono in grado di calcolare, in base alle indicazioni FEDIAF, per ogni animale i minimi e i massimi dei vari nutrienti e mettere in evidenza eventuali mancanze o eccessi in un piano alimentare preparato per quel soggetto.

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09/08/2024

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Via Materdomini, 3
Arnesano
73010

Telefono

+393291370248

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