Associazione Recuperamiamoli

Associazione Recuperamiamoli Recupero comportale cani di canili e/o rifugi ed Interventi Assistiti con Animali IAA

L'Associazione Recuperamiamoli ispirandosi ai principi attivi di solidarietà sociale ha lo scopo di realizzare all'interno dei canili ospitanti programmi di recupero comportamentale a favore di quei cani ospiti dei rifugi, le cui problematicità potrebbero essere di ostacolo ad un adozione. L’Associazione ha inoltre per scopo quello di addestrare cani provenienti da canili e/o rifugi presenti sul

territorio nazionale per destinarli ad attività di pet therapy presso case di riposo, strutture psichiatriche, luoghi di degenza, comunità per disabili, comunità per minori e scuole. Le sedute di Attività Assistita con Animali (AAA), di Terapia Assistita con Animali (TAA) e Pet Education, si svolgono avvalendosi di cani provenienti dai canili che dopo un attento controllo sanitario, debitamente certificato da un medico veterinario, ed un percorso di recupero comportamentale, vengono addestrati alla pet therapy dal Responsabile Tecnico dell’Associazione operante da anni nel settore ed inscritto nel Registro degli Addestratori Cinofili ENCI. Tutte le sedute sono progettate e monitorate da un equipe multidisciplinare composta da uno psicologo, un pedagogista , un medico veterinario ed un istruttore cinofilo ENCI. Tutti i cani dell’Associazione hanno superato il CAE1 patentino rilasciato dall’ENCI, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, ed attestante il requisito dell’affidabilità e l’assenza di problematiche di comportamento. L’Associazione ha altresì lo scopo di addestrare cani d’ausilio da destinare a disabili motori e/o soggetti il cui handicap inficia una sufficiente autonomia. I cani, da pet therapy o d’ausilio, addestrati dall’ Associazione, qualora richiesti, verranno affidati a privati o associazioni previa debita verifica dell’idoneità del luogo e delle condizioni di custodia dell’animale. L’Associazione si impegna a collaborare con soggetti privati affetti da disabilità o limitazioni motorie, già proprietari e possessori di cani, per preparare, gli animali a divenire cani d’ausilio. Per l’Associazione i cani non sono strumenti di lavoro ma compagni di vita e collaboratori indispensabili
L’Associazione RECUPERAMIAMOLI pertanto rifiuta ogni forma di reificazione dell’animale impiegato per le sedute di Pet Therapy ed assume a principio inspiratore quello per il quale “ una Pet Therapy correttamente praticata, non solo non rappresenta una strumentalizzazione..ma può anzi contribuire a promuovere una riabilitazione della figura animale:- "Comitato Nazionale per la Bioetica
Problemi bioetici relativi all'impiego di animali in attività correlate alla salute e al benessere umani 21/10/2005

Salone del volontariato Alba
31/05/2024

Salone del volontariato Alba

04/01/2024

Te lo ricordi, Pinolo, tutto quel buio. Al mondo tu e io sole. L'inutilità del troppo dolore. La scrittura un cielo nero di petrolio.
Senza più casa né lavoro. Tutta la mia vita dentro un magazzino fuorimano. Il terrore di alzarsi al mattino, di lasciare il calore del tuo corpicino, unico vivo. Sgranando per ore in un rosario i modi per morire, ripetere l'amen del tuo piccolo cuore.
Che colpa la condanna all'innocenza. Che aggravante la demenza della purezza. È per questo che gli umani giustiziano ogni giorno la bellezza ovunque nel mondo.
𝐻𝑎𝑖 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑙𝑖. Mi disse anni fa una vicina di casa, quasi fosse cosa strana.
Da sempre ho scelto la natura, pensai. Anche ciò che resta di quella umana. Ho un cuore cane nella tana e un'anima chiara di fortuna.

Lettera alla cana

03/01/2024

Leone deve essere il nome dei martiri.

Hanno chiamato anche te così, piccola creatura innocente...

Qualcuno ha pensato di festeggiare il Capodanno mettendoti dei petardi in bocca.

Ti hanno fratturato il palato, reso cieco, bruciato muso e zampe, e provocato un trauma cranico.

Ma tu sei rimasto vivo, per testimoniare la malvagità a cui può arrivare la specie vivente più evoluta di tutte.

Quella di cui faccio parte pure io, e dalla quale mi sento sempre più estranea. E inorridita.

Continua a resistere, piccolo guerriero, per ricordarci che gli angeli esistono, nonostante tutto. Anche se gli uomini non li meritano.

06/10/2023

VIVI-SEZIONE E NON SOLO.

Il cane Febo, una br**ta storia realmente accaduta all'autore del libro "La pelle" (Curzio Malaparte):

"Un giorno Febo uscì, e non tornò più. Lo aspettai fino a sera, e scesa la notte corsi per le strade, chiamandolo per nome. Tornai a casa a notte alta, mi buttai sul letto, col viso verso la porta socchiusa.
Ogni tanto mi affacciavo alla finestra, e lo chiamavo a lungo, gridando. All’alba corsi nuovamente per le strade deserte, fra le mute facciate delle case che, sotto il cielo livido, parevano di carta sporca. Non appena si fece giorno, corsi alla prigione municipale dei cani. Entrai in una stanza grigia, dove, chiusi in fetide gabbie, gemevano cani dalla gola ancora segnata dalla stretta del laccio del chiappino. II guardiano mi disse che forse il mio cane era rimasto sotto una macchina o era stato rubato, o buttato a fiume da qualche banda di giovinastri. Mi consigliò di fare il giro dei canai, chi sa che Febo non si trovasse nella bottega di qualche canaio?
Tutta la mattina corsi di canaio in canaio, e finalmente un tosacani, in una botteguccia di Piazza dei Cavalieri, mi domandò se ero stato alla Clinica Veterinaria dell’Università, alla quale i ladri di cani vendono per pochi soldi gli animali destinati alle esperienze cliniche. Corsi all’Università, ma era già passato mezzogiorno, la Clinica Veterinaria era chiusa. Tornai a casa, mi sentivo nel cavo degli occhi un che di freddo, di liscio, mi pareva di aver gli occhi di vetro.
Nel pomeriggio tornai all’Università, entrai nella Clinica Veterinaria. Il cuore mi batteva, non potevo quasi camminare, tanto ero debole e oppresso dall’ansia. Chiesi del medico di guardia, gli dissi il mio nome. II medico, un giovane biondo, miope, dal sorriso stanco, mi accolse cortesemente e mi fissò a lungo prima di rispondermi che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutarmi.
Aprì una porta, entrammo in una grande stanza nitida, lucida, dal pavimento di linoleum azzurro. Lungo le pareti erano allineate l’una a fianco dell’altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato.
Sottili fili di acciaio, avvolti intorno a quella stessa sorta di viti di legno che negli strumenti musicali servono a tender le corde, tenevano aperte le labbra di quelle orrende ferite: si vedeva il cuore n**o pulsare, i polmoni dalle venature dei bronchi simili a rami d’albero, gonfiarsi proprio come fa la chioma di un albero nel respiro del vento, il rosso, lucido fegato contrarsi adagio adagio, lievi fremiti correre sulla polpa bianca e rosea del cervello come in uno specchio appannato, il groviglio degli intestini districarsi pigro come un nodo di serpi all’uscir dal letargo. E non un gemito usciva dalle bocche socchiuse dei cani crocifissi.
Al nostro entrare tutti i cani avevano rivolto gli occhi verso di noi, fissandoci con uno sguardo implorante, e al tempo stesso pieno di un atroce sospetto: seguivano con gli occhi ogni nostro gesto, ci spiavano le labbra tremando. Immobile in mezzo alla stanza, mi sentivo un sangue gelido salir su per le membra: a poco a poco diventavo di pietra. Non potevo schiuder le labbra, non potevo muovere un passo. Il medico mi appoggiò la mano sul braccio, mi disse: “coraggio”. Quella parola mi sciolse il gelo delle ossa, lentamente mi mossi, mi curvai sulla prima culla. E di mano in mano che progredivo di culla in culla, il sangue mi tornava al viso, il cuore mi si apriva alla speranza.
A un tratto, vidi Febo.
Era disteso sul dorso, il ventre aperto, una sonda immersa nel fegato. Mi guardava fisso, e gli occhi aveva pieni di lacrime. Aveva nello sguardo una meravigliosa dolcezza. Non mandava un gemito, respirava lievemente, con la bocca socchiusa, scosso da un tremito orribile. Mi guardava fisso, e un dolore atroce mi scavava il petto. “Febo” dissi a voce bassa. E Febo mi guardava con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Io vidi Cristo in lui, vidi Cristo in lui crocifisso, vidi Cristo che mi guardava con gli occhi pieni di una dolcezza meravigliosa. “Febo” dissi a voce bassa, curvandomi su di lui, accarezzandogli la fronte. Febo mi baciò la mano, e non emise un gemito.
Il medico mi si avvicinò, mi toccò il braccio: "Non potrei interrompere l’esperienza", disse, "è proibito. Ma per voi… Gli farò una puntura. Non soffrirà".
Io presi la mano del medico fra le mie mani, e dissi, mentre le lacrime mi rigavano il viso: “Giuratemi che non soffrirà”.

“Si addormenterà per sempre”, disse il medico, “vorrei che la mia morte fosse dolce come la sua”.
Io dissi: “Chiuderò gli occhi. Non voglio vederlo soffrire. Ma fate presto, fate presto!”.
“Un attimo solo” disse il medico, e si allontanò senza rumore, scivolando sul molle tappeto di linoleum. Andò in fondo alla stanza, apri un armadio.
Io rimasi in piedi davanti a Febo, tremavo orribilmente, le lacrime mi solcavano il viso. Febo mi guardava fisso, e non il più lieve gemito usciva dalla sua bocca, mi guardava fisso con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Anche gli altri cani, distesi sul dorso nelle loro culle, mi guardavano fisso, tutti avevano negli occhi una dolcezza meravigliosa, e non il più lieve gemito usciva delle loro bocche.
A un tratto un grido di spavento mi ruppe il petto: “Perché questo silenzio?”, gridai, “che è questo silenzio?”.

Era un silenzio orribile. Un silenzio immenso, gelido, morto, un silenzio di neve.
Il medico mi si avvicinò con una siringa in mano: “Prima di operarli”, disse, “gli tagliamo le corde vocali".

Nell'immagine Curzio Malaparte e il suo amico Febo.

In ricordo dei miliardi di vittime della specie umana.
Cominciando dai mattatoi, passando per l'inferno degli stabulari, fino al divertimento, sport, tradizioni, moda. Ogni scusa è buona per promuovere sofferenza e morte.
Mai, in nessun caso, gli animali non umani possono scegliere.
Miliardi su miliardi di vite annientate ogni anno.

Dalla parte e in difesa della categoria più fragile, vulnerabile, abusata.
SEMPRE.

01/10/2023
21/09/2023

Non esiste male che l’essere umano non sia stato in grado di riversare verso di voi.
Voi tutti considerati esseri “minori” da tanti, troppi!
Siamo una specie malvagia, presuntuosa, egoista. Completamente indegni di condividere questa terra della quale ci autoproclamiamo padroni.
Ogni giorno provo a reprimere il dolore, i pensieri… ma ci sono giorni in cui non si può ignorare in alcun modo .
Mi sento sul cuore il peso di tutto il male del mondo.
Siete miliardi e non conoscerò mai tutti i vostri occhi ma fanno parte del mio cuore a prescindere.
Se potessi esprimere anche solo un desiderio, darei la mia vita pur di sapervi tutti liberi da ogni sofferenza o destino crudele.

Non perdonateci
Non siamo e non saremo mai all’altezza!

~cit. Laura Eulalia~

20/09/2023

- NON C'È RIFUGIO -

Non c'è rifugio dammi retta
dove poter star tranquilli
fatti fuori tutti in serie
come fossero birilli.
Non c'è rifugio, nè un riparo
dove un essere riposi,
basta un colpo di fucile
no, non serve la zoonosi.
Non c'è rifugio, dove stare
dove un tir non ti trasporta
e chi vive col tuo sangue
poi si spartirà la torta.
Non c'è rifugio, per i polli
capirai per i maiali,
chi difende, i manganelli
mentre fuori i criminali
una donna hanno picchiato
ed un' altra, l'han derisa
perché spesso gli ignoranti
hanno addosso una divisa.
Non c'è rifugio per chi crede
in un mondo differente
tanto poi va sempre avanti
tutta sta m***a di gente.
Non c'è rifugio per le code
che son diventate stelle
ora puoi guardare il cielo...
sono vive almeno quelle.

- Vincent Giocoliere -

Associazione Progetto Cuori Liberi Odv

20/09/2023

CONDIVIDETE I VIDEO DELL UCCISIONE DEI MAIALI .
TUTTI DEVONO SAPERE
NON HANNO AVUTO IL CORAGGIO NEANCHE DI TRASMETTERE LE IMMAGINI AI TELEGIORNALI

18/09/2023

Realtà come queste fanno ancora sperare che non ci sia solo del marcio o ipocrisia.
Complimenti

Ora, lasciatemi in pace.Ora, abituatevi alla mia assenza.Io chiuderò gli occhie dirò solo cinque cose,cinque radici pref...
13/07/2023

Ora, lasciatemi in pace.

Ora, abituatevi alla mia assenza.
Io chiuderò gli occhi
e dirò solo cinque cose,
cinque radici preferite.

Una è l’amore senza fine.

La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.

La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.

La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.

La quinta sono i tuoi occhi.
Non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io tramuto la primavera
affinché tu continui a guardarmi.

Amici, questo è quanto voglio.

È quasi nulla ed è quasi tutto.

Ora se volete andatevene.

Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellarmi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.

Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
succede che sto per vivere.

Mai sentito così sonoro,
mai avuto tanti baci.

Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.

Chiedo il permesso di nascere.

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Asti
14100

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