Seguici, ti racconteremo tutto.
Era il 27 novembre 2011. A Ferrara, città in cui vivevo in quel periodo, quel giorno c’era moltissima nebbia, ma nonostante ciò, decisi di fare un giro in bicicletta, e come ogni ferrarese sa, la sponda destra del Po è la meta preferita dei ciclisti.
Mentre pedalavo con le cuffie alle orecchie, il mio sguardo incrociò il suo.
Ho sempre pensato che lo sguardo di un gatto ti cattura immediatamente e …
Passai oltre. Non mi fermai.
Continuai a pedalare.
Poi, mi domandai: “Cosa ci fa quel gatto sul ciglio della strada?”.
Tornai indietro veloce, posai la bici ad una rete, mi abbassai verso di lui e lo vidi in tutta la sua fragilità.
Denutrito. Infreddolito.
I miei occhi si accorsero che c’era altro.
Gli dissi: “Aspettami!”.
Ripresi la bicicletta. Pedalai verso il bar più vicino. Supplicai la barista di fare una telefonata. Sì, forse, sembravo appena uscita da un manicomio: tuta attillata, casco in testa e palesemente in ansia. La signora non ne voleva sapere. La supplicai, le dissi che le avrei lasciato un documento, ma nulla.
Poi mi rivolsi verso un gruppo di vecchietti seduti al tavolo a giocare a carte, e uno di loro mi guardò e mi disse: “Ti aiuto io”.
Mi diede il suo telefono. Chiamai immediatamente le volontarie del gattile di Ferrara.
Arrivarono, presero quel gatto e lo portarono a casa mia.
Pedalai velocemente in preda all’ansia e a mille pensieri.
Entrata in casa mi tolsi i vestiti attillati, il casco, le scarpe. Mi rivestii in fretta, presi quel gatto e lo portai dalla mia veterinaria.
C’era altro oltre quel corpo fragile
No, non pensai a Oscar Pistorius, se è questo che ti stai chiedendo.
Pensai a Oscar, un gatto nero, che vive in Inghilterra, di cui pochi mesi prima avevo visto un filmato.
Perché mai dovevo pensare a un gatto nero che viveva lontano da me?
Avevano in comune molte cose: erano neri, avevano gli occhi verdi, erano giovani ed entrambi erano privi delle zampe posteriori.
Lo so a cosa stai pensando. So cosa stai sentendo.
e come Oscar il gatto inglese, anche lui era finito in pasto a una mietitrebbia.
Quel giorno la mia vita è cambiata
In quel periodo lavoravo come infermiera nell’Ospedale della mia città. Rientravo a casa e mi occupavo di lui. Insieme ai veterinari mi sono presa cura di lui.
Lui ha lottato con tutte le sue forze e alla fine ha vinto
Ogni sera mi stendevo accanto a lui. Lo osservavo. Lui mi osservava. Aveva paura. Soffiava. Poi un giorno mi appisolai lì vicino. A un tratto fui svegliata dalle sue fusa.Da quel momento siamo stati inseparabili. Ogni sera mi addormentavo con lui e con lui mi risvegliavo.
Era sempre con me: mentre studiavo, mentre dormivo, mentre mangiavo e sì talvolta anche lì, in bagno. Mi osservava, a modo suo mi parlava. Era riconoscente.
È difficile a parole spiegare quel legame. Non trovo termini adatti: è stato un amico, è stato un compagno di viaggio, è stato come un figlio. Abbiamo la tendenza ad etichettare tutto. Oscar era amore.
Per me era Amore
Nel 2013 ci siamo trasferiti qui, dove vivo tutt’ora, con Sara. Abbiamo condiviso le nostre vite con altri gatti: Romeo, Andy, Chanel, Noè.
Ci siamo diverti, siamo stati felici. Sono stati anni bellissimi.
Non solo.
OSCAR mi, o meglio “ci” ha insegnato a vivere seguendo le nostre passioni. Era testardo. Non si fermava di fronte a nulla. Voleva fare tutto quello che facevano gli altri gatti.
Si arrampicava e si buttava. Non aveva paura.
Non solo.
Troppo spesso ce ne dimentichiamo. Ci facciamo abbattere da un piccolissimo ostacolo. Avere paura è normale.
Molte volte ho avuto paura. Ho pianto. Ho pensato di non farcela. Ma ogni volta che lo osservavo capivo che l’unico vero ostacolo era dentro la mia testa.
Non solo.
Neil Marcus ha spiegato benissimo cosa sia la disabilità:
Durante questo viaggio abbiamo messo in discussione noi stesse, le nostre credenze, i nostri sogni fino ad oggi.
Oscar ci ha lasciato il 28 Gennaio 2018 alle 6.00 del mattino.
Avevamo scoperto da meno di un mese il tumore. Abbiamo provato con un intervento chirurgico per asportare il cancro, ma i nostri tentavi non sono serviti. Questa volta non ho potuto salvare la sua vita.
È arrivato all’improvviso e all’improvviso se ne è andato
Ha lasciato un vuoto enorme. Dopo anni non sentivo più le sue fusa prima di dormire e al mio risveglio. Non vedevo più i suoi occhi. Non potevo più accarezzarlo. Ha lasciato un vuoto non solo in noi, ma anche nei suoi fratelli a 4 zampe, Andy in particolare. Erano sempre insieme. Spesso ci si dimentica che anche gli animali hanno emozioni, anche loro vivono il lutto.
Spesso ci si vergogna di queste emozioni. Ci si senti sciocchi. Si ha paura che le persone non capiscano. Si ha il timore di essere derisi. Troppo spesso ci si sente dire: “era solo un gatto”.
Sì, era un gatto, ma mi ha insegnato a vivere pienamente la mia vita.
Ed io gli sarò per sempre grata
I gatti e qualsiasi altro animale vanno rispettati nella loro diversità. Ascoltarli, osservarli è fondamentale per imparare ad amarli, comprenderli e aiutarli.
La vita condivisa è possibile ed è una vita più gioiosa.
E ora lo so, ti stai chiedendo come è nata la nostra agenzia, vero?
Ancora un attimo.
Resilienza è un termine che amo molto. Essere resiliente significa avere la capacità di affrontare positivamente le avversità.
Oscar era l’emblema della resilienza
Abbiamo vissuto come Oscar ci ha insegnato
Così George Eman Vaillant afferma.
E non posso che essere d’accordo con questa affermazione. La resilienza la si costruisce lottando con tutta la forza che si ha. Ed è quello che faceva Oscar e abbiamo imparato anche noi, grazie a lui.
Abbiamo lasciato che quell’uragano di dolore ci investisse. Non abbiamo avuto paura. Siamo cadute. Ci siamo rialzate. Abbiamo lasciato che il cambiamento facesse la sua parte. Non lo abbiamo ostacolato.
Spesso il cambiamento ci spaventa
Troppe volte la paura del domani, la paura del dolore, la paura di non farcela, la paura di sbagliare, la paura di fallire prendono il sopravvento, e non ci permettono di essere liberi, non ci permettono di vivere pienamente le nostre vite.
Lasciati attraversare dal cambiamento, è illuminante.
La nostra è stata una ricerca di libertà: libertà dal dolore, libertà dagli schemi imposti dalla società, libertà dalle paure.
Siamo state resilienti.
Abbiamo afferrato le nostre paure e le abbiamo guardate in faccia.
Abbiamo ascoltato il nostro dolore.
Abbiamo ripreso in mano le nostre passioni.
Abbiamo studiato e continuiamo a studiare.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto.
Così è nata Oscar Pet Agency®
Non solo.
È l’Agenzia del tuo cane, del tuo gatto, del tuo coniglio, del tuo criceto, della tua cavia, del tuo uccellino.
È la tua Agenzia.
Pensiamo che questo sia il modo migliore per omaggiare Oscar e per rendere onore a tutto quello che ci ha insegnato
Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro.
Ti ringraziamo per aver letto la storia di Oscar, la nostra storia.
Un abbraccio,
Letizia e Sara