Laboratorio Ornitologico Reggiano - LOR Avian Unifeed System

Laboratorio Ornitologico Reggiano - LOR Avian Unifeed System Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Laboratorio Ornitologico Reggiano - LOR Avian Unifeed System, Servizi per animali domestici, Via Angelo Secchi 10/5, Bibbiano.
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29/04/2024

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Team L.O.R.
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Laboratorio Ornitologico Reggiano

28/02/2024

🌱 UNO SCORCIO DI “REALTÀ” NELL’ALIMENTAZIONE ANIMALE
[vecchio articolo, ma sempre attuale]

Visti i recenti articoli comparsi sull’Italia Ornitologica dove si esaltano le forme ed i colori delle verdure per curare patologie d’organo, nonché le proprietà miracolose dei semi germinati, mi sono sentito stimolato a scrivere il seguente..
Il pericolo è che in un settore ornitologico in declino come il nostro venga data visibilità a metodologie alimentari ormai superate mettendo all’angolo non le innovazioni, bensì le normali tecniche alimentari che da decenni vengono adottate di norma nell’alimentazione animale, studiate “alle” università, insegnate ai colleghi veterinari e nutrizionisti, adottate da tutte (proprio tutte) le aziende zootecniche e che , grazie anche al nostro impegno, sono entrate da un decennio con successo nel nostro piccolo mondo. Mi voglio concentrare sull’articolo della mia collega sui pregi della germinazione delle sementi non potendo proprio commentare da uomo di scienza l’articolo sulla forma delle verdurine per curare patologie d’organo.

Dobbiamo tenere ben presente che in zootecnia allevatori, tecnici e aziende hanno avuto i nostri medesimi problemi nell’alimentare al meglio i propri animali, con medesime problematiche ma con investimenti enormemente più grandi che davano origine a problematiche enormemente più grandi. Su scala mondiale 70/80 anni fa si è cercato di risolverle preparando gli alimenti, trattando gli stessi e soprattutto miscelandoli in mix di composizioni certe perché dosate: si è arrivati alle formule dei mangimi composti integrati. Tali formulazioni vennero “aggiustate” e “cucite addosso” alle singole specie e addirittura alle varie fasi produttive della singola specie grazie ad investimenti e sperimentazioni globali. La cosa che è lampante, evidente, assodata, oggettiva è che in nessun settore zootecnico vengono utilizzate sementi germinate. Perchè? La serie A dell’alimentazione non utilizza granaglie germinate! Se veramente hanno tutto questo valore biologico perché non viene adottata tale pratica? Sarebbe più complicata e costosa come tecnica ma se fosse così benefica la si adotterebbe non credete? Perché negare ai poveri pulcini questa panacea…

Ma entriamo nel merito: i vantaggi elencati dei semi germinati dalla mia collega sono oggettivi come la maggior digeribilità, l’inattivazione dei fattori antinutrizionali e la maggior biodisponibilità di nutrienti, ma questi vantaggi sono da raffrontarsi solo ai semi secchi e crudi. E’ molto meglio utilizzare prodotti trattati termicamente che diventano anche più digeribili (la pasta cotta è più digeribile di quella cruda).
Il principio guida è che le piante non hanno piacere che vengano mangiati “i loro bambini” cioè i semi e generano tossine e antinutrienti che concentrano appunto nel seme per colpire l’eventuale erbivoro “predatore”. Tali sostanze danneggiano non solo i canarini ma anche gli altri animali e l’uomo.. Il problema si è risolto trattando termicamente le granaglie (non certo germinandole perché la germinazione non ne garantisce l’abbattimento). Gran parte di queste tossine ed antinutrienti infatti sono sensibili al calore e vengono facilmente disattivate o ridotte al minimo ad esempio con la tostatura, fioccatura, estrusione, micronizzazione. Ricordiamo infatti che i processi metabolici che rendono i germinati più digeribili e meno ricchi di elementi tossici rispetto ai semi secchi sono proporzionali allo stadio di crescita della radichetta e dello stelo: tali processi sono solo parziali al momento della somministrazione dei germinati perché nessuno li somministra quando hanno già generato la foglia o una lunga radice ma solo quando è spuntata un “dentino” di radichetta.
Le leguminose (soia, pi***lo, fagiolo, azuki, ecc) posseggono saponine, lectine, fattori antitripsici, tutte sostanze termolabili che vanno eliminate (con la cottura e non con la germinazione); tutti hanno sulla bocca la silimarina e nessuno si preoccupa della linamarina, tossico termolabile presente nel lino crudo o germinato (tant’è che il lino viene largamente utilizzato in zootecnia per il suo apporto di omega3 e per la regolazione intestinale ma nessuno si sogna di darlo crudo o germinato). Dopo trattamento termico si disattivano gli antinutrienti ed anche alcune vitamine che si possono però tranquillamente somministrare a parte mentre è vero che non si “uccide l’acido fitico”… ed oplà che madre scienza ha provveduto a mettere a disposizione del mangimista moderno le fitasi (enzimi microbici che demoliscono i fitati).

L’augurio è che tematiche fondamentali come l’alimentazione dei nostri uccelli vengano affrontate in modo scientifico e tecnico e non modo dilettantistico come spesso accade.

Dott. Stefano Figurella
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L.O.R.
Laboratorio Ornitologico Reggiano
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08/02/2024

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Team L.O.R.
Laboratorio Ornitologico Reggiano

05/02/2024

𝗡𝗨𝗢𝗩𝗔 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗜𝗖𝗔 𝗗𝗜 𝗔𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟’𝗨𝗢𝗩𝗢 MEDIANTE FORATURA CON AGO A FINE INCUBAZIONE PER PREVENIRE LA MORTE TARDIVA DELL’EMBRIONE DA ECCESSO DI UMIDITA’ AMBIENTALE.

L'umidità ambientale rappresenta qualcosa di determinante per la riuscita dell'incubazione. La maggior parte degli allevatori di uccelli ornamentali ignora l'importanza di questo fattore e lo considera secondario lasciando che assuma i valori ambientali (casuali) quando invece rappresenta qualcosa dal quale dipende un fenomeno importantissimo: il calo del peso dell'uovo e la conseguente corretta formazione della camera d'aria. Detto in poche parole la legge aurea dell'incubazione è che l'uovo deve calare di peso durante l'incubazione per far sì che si formi una corretta (in termini di volume) camera d'aria, tale camera d'aria è necessaria nelle ultime fasi dell'incubazione quando l’embrione ormai finito inizia ad utilizzare i polmoni ed i muscoli per forare il guscio. Per formarsi una corretta camera d'aria (che occupi alla speratura di fine incubazione 1/4, 1/3 del volume dell'uovo) occorre che questo cali di circa un 20% del suo peso. Il calo avviene principalmente per evaporazione di acqua dall'uovo ed è qui che tale calo si lega indissolubilmente all'umidità relativa ambientale media. Se le incubazioni avvengono in ambienti molto umidi non si formeranno camere d'aria di grandezza adeguata perché le uova non si riescono ad asciugare durante il periodo dell'incubazione e gli embrioni moriranno tutti o quasi il giorno prima di nascere già perfettamente formati, oppure riusciranno a bucare ma moriranno dentro al guscio oppure ancora qualcuno nascerà ma morirà senza avere la forza di riuscire a prendere nemmeno la prima imbeccata (I pulli deceduti avranno i muscoli del collo edematosi per la comparsa dell’acidosi lattica in quanto saranno costretti a lavorare per bucare il guscio in carenza di ossigeno).

Mentre in altri climi caldi si avrà il problema contrario dell'eccesso di evaporazione e calo di peso dell'uovo, nella pianura Padana le umidità ambientali medie sono spesso al limite o non permissive per molti allevamenti non controllati e per molte specie proprio per questo motivo. Tale fenomeno (con correzioni di specie) è più evidente negli uccelli di grandi dimensioni: più l'uovo è grande più il rapporto superficie / volume è a favore di quest'ultimo e più le uova sono sensibili all'eccesso di umidità.

Due esempi: spesso pappagalli di grandi dimensioni come le are perdono gli embrioni ormai finiti nell'uovo nei nostri climi, specie se si incappa in diversi giorni di pioggia. Magari nella covata successiva il tempo si stabilizza, si abbassa l'umidità e nascono senza problemi. Oppure nello stesso allevamento tutte le uova di ara non si schiudono mentre quelle delle amazzoni (più piccole) sì.
Altro esempio paradossale è l'allevamento di canarini ove le razze pesanti manifestano il problema mentre quelle leggere no.
Un'umidità media > 65% durante tutta l'incubazione è letale per la totalità dei piccoli nell'uovo anche per le specie di uccelli adattate a climi pluviali. Negli allevamenti dei canarini, che sono quasi sempre al chiuso, tale valore si raggiunge molto spesso ma sovente non viene rilevato dall’allevatore, vuoi perché l'allevamento non ha un igrometro, vuoi perché ci si affida all'igrometro di un deumidificatore (i deumidificatori sono precisi ed affidabili, sono i loro igrometri che spesso segnano valori sballati che vengono mantenuti dai deumidificatori che come dicevo sono affidabili), vuoi perché di giorno vi è 50% che viene rilevato dall’allevatore ma alla notte vi è l'80% che invece non viene rilevato come dato (arrotondando grossolanamente approssimando 12 ore giorno e 12 ore notte => 50+80=130 130:2=65%).
Oppure ancora anche in ambienti relativamente secchi ma non controllati succede che piove una settimana (quando piove l'umidità è 80/90%) , per i canarini una settimana rappresenta mezzo periodo di incubazione: le uova non calano e non si formano le camere d'aria. Per rimediare dovrebbe esserci la successiva settimana con il 20% di umidità notte e giorno che è quasi impossibile, risultato tutte gli embrioni morti sincronizzati il giorno prima di nascere.

Chiaramente è possibile essere precisi e non rischiare queste situazioni che mietono più vittime della maggior parte delle patologie infettive messe assieme. Come?
Pesando le uova e generando le curve di decrescita. La maggior parte degli allevatori di pappagalli esperti di incubatrici fanno così: oggi uovo deposto ad esempio di ara 30 grammi, tra 4 settimane a fine incubazione dovrà pesare 24 grammi per avere la giusta camera d’aria (il 20% di 30 è 6 grammi), io però per sapere se vado bene con l'umidità che ho impostato lo ripeso tra una settimana. Mi aspetterei un calo di 1,5 grammi e altri 1,5 grammi ogni settimana. Posso vedere che invece di 1,5 grammi è calato solo 0,5 grammi... quindi arriverebbe alla fine incubazione a 28 grammi e morirebbe per asfissia per camera d'aria insufficiente... ma io questo lo so alla fine della prima settimana e posso ridurre l'umidità per centrare il peso finale, ho spazi di manovra per correggerlo. Stesso discorso se il calo è eccessivo posso aumentare l'umidità.
Idem si può fare negli allevamenti di canarini ad ambiente controllato:
Uovo canarino 2 grammi appena deposto => tra 14 giorni il peso corretto sarebbe 1,6 grammi mi aspetto tra sette giorni 1,8 grammi... Se pesa 1,9 moriranno tutti al 13° giorno ma io potrò ancora mettere mano al deumidificatore e centrare l'obiettivo.
Un umidità ambientale media corretta per le specie di piccole dimensioni tipo un canarino si aggira attorno ai 50/55%.
Alla luce di queste problematiche tutt'altro che marginali nel management degli allevamenti mi sono trovato nella pratica veterinaria a fronteggiare situazioni d'urgenza in cui le uova in avanzata incubazione non presentavano camere d'aria formate a causa dell'eccessiva umidità ambientale. Non potendo più intervenire perché in ambiente non controllato o perché mancavano troppi pochi giorni per poterle "asciugare" abbassando l'umidità mi sono inventato la tecnica di praticare 3 fori nel polo ottuso delle uova di canarino al 12°giorno in modo da mettere in comunicazione la piccola camera d'aria con l'esterno per compensarne l'insufficiente dimensione e poter fornire al piccolo un maggior scambio gassoso per la respirazione durante il lavoro di rottura del guscio. Nelle uova di piccole dimensioni si utilizza un ago da tubercolina praticando i fori con rotazioni orarie ed antiorarie sino al cedimento del guscio avendo cura di penetrare per 2/3 mm al massimo e non rischiare di giungere all'embrione. La pratica è sicura se correttamente effettuata, non danneggia l'embrione il quale è comunque ormai formato e protetto dai germi da uno strato di membrana testacea. I risultati sono incoraggianti ed i piccoli nascono là dove dovrebbero morire inevitabilmente. Vi possono essere problematiche su specie sensibili le cui femmine possono riconoscere le uova "alterate" ed eliminarle. Mi auguro che tale pratica possa essere studiata e sviluppata ulteriormente e trovi utilità là dove per qualche motivo venga impedita una corretta incubazione (casi di umidità ambientale eccessiva in allevamenti all’aperto o indoor con umidità non controllata, casi di incubazione artificiale errata negli psittacidi).

Stefano Figurella
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L.O.R.
Laboratorio Ornitologico Reggiano
www.loritalia.com

03/02/2024
01/02/2024

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Team L.O.R.
Laboratorio Ornitologico Reggiano

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Team L.O.R.
Laboratorio Ornitologico Reggiano
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29/01/2024

🆘💥 𝗔 𝗣𝗥𝗢𝗣𝗢𝗦𝗜𝗧𝗢 𝗗𝗜 𝗣𝗗𝗗
Vorrei apportare il mio modesto contributo essendo stato in "trincea" per un ventennio.. La PDD é una degenerativa dell'apparato neurologico a carattere causata da un (bornavirus). 𝗟'𝗶𝗻𝗳𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 #𝗯𝗼𝗿𝗻𝗮𝘃𝗶𝗿𝘂𝘀 𝗵𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶𝗻𝘁𝗼𝗺𝗮𝘁𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝘁𝗶𝗽𝗶𝗰𝗮 𝗹'𝗮𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗶𝗻𝘁𝗼𝗺𝗮𝘁𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮… negli allevamenti nei quali é presente il virus in molti soggetti (alta prevalenza) poi i casi di sono molto pochi.

Cioè la norma é che l'animale si infetta, dopo qualche tempo si libera del virus o rimane portatore e poi per una qualche congiunzione di astri alcuni pochi "sfortunati" sviluppano la malattia nel tempo. Ora la vera caratteristica di questa patologia é la difficoltà della diagnosi e la confusione che ne deriva. La biopsia dell'ingluvie ha valore solo se positiva... La ricerca del virus o degli anticorpi per lo stesso (al netto di falsi negativi tutt'altro che rari) ha valore "relativo" proprio perché c'è un nesso causale, "ma neanche tanto.." certo che un animale che non é venuto a contatto col virus e' "migliore" di uno che lo ha preso perché quest'ultimo si é messo in lista per poter sviluppare la malattia anche se ha pochissime probabilità di svilupparla.

La confusione di cui parlavo riguarda il veterinario che si trova spesso in imbarazzo nel diagnosticare un tale morbo ad esito quasi sempre nefasto (il quasi sempre é per lasciare aperta una porta) e non ha gli strumenti diagnostici "certi" (se non in postmortem). La lastra allo stomaco é anch'essa indicativa. Esistono infatti proventricoliti vere da funghi, batteri e dilatazioni da corpi estranei o da impaccamento. Animali sani possono passare semi indigeriti anche ad esempio nel periodo di transizione tra la pappa ed i semi perché lo stomaco non é abituato a "macinarli"..

Ecco allora che spesso viene diagnosticata ed approntata una terapia antinfiammatoria, immunostimolante, antibiotica ed una dieta che non preveda l'intervento meccanico dello stomaco (estrusi) anche su casi dubbi. I falsi positivi spesso guariscono e portano onore e gloria al veterinario (ed é un'autocritica). Nella mia esperienza le vere PDD permangono incurabili anche se la terapia di supporto qui sopra citata da ai malati un beneficio transitorio. Se avete occasione di vedere stomaci grandi come arance ed intestini come salsicce capirete di cosa si tratta.

𝗡𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗳𝗼𝘁𝗼 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗱𝗶 "𝗳𝗮𝗹𝘀𝗮 𝗣𝗗𝗗" 𝗱𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼.
L'esame radiografico inganna.

Stefano Figurella
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L.O.R.
Laboratorio Ornitologico Reggiano
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24/01/2024

🚿🧼🐤 𝗘𝗖𝗖𝗘𝗦𝗦𝗢 𝗗𝗜 𝗜𝗚𝗜𝗘𝗡𝗘
Igiene, pulizia, disinfezione. Le parole d’ordine del buon allevatore…Sarà veramente così? Per avere una risposta occorre avere un minimo di nozioni di microbiologia. Il mondo è un posto “sporco” e pieno di vita…se guardiamo al microscopio una goccia d’acqua di uno stagno o un pezzettino di terra troveremo miliardi di microrganismi che vivono la loro vita mangiando sostanza organica e decomponendola. Tra le innumerevoli specie di microrganismi al mondo ne esistono poche per fortuna che “mangiano” gli uccelli (gli animali e l’uomo) e sono dette patogene. Dette specie hanno come caratteristica che vivono e si moltiplicano “mangiando” i tessuti cellulari dell’ospite (uc***lo) a temperature alte 40/42 gradi. Questi patogeni penetrano nell’animale generalmente attraverso le vie respiratorie o digestive, si moltiplicano provocando più o meno danno e trovano la via di uscita con i liquidi organici e le feci per infettare un nuovo soggetto. Una volta usciti dall'animale essi non riescono più a moltiplicarsi, c’è freddo e non c’è più nulla da mangiare (un escremento non è un “pezzo di carne “di un canarino) quindi rimangono in attesa nella speranza di essere riassunti da un uc***lo sano per continuare a propagarsi (questa come regola generale salvo rare eccezioni vedi Salmonella). Ora il segreto è che se l’animale non è infetto, non ha al suo interno alcun microrganismo patogeno e produrrà feci “sane”, piene zeppe di microrganismi ma senza quelli patogeni. Dette feci saranno brutte, maleodoranti, schifose ma innocue per l’eventuale animale sano. Così se un animale ha al suo interno un parassita produrrà feci infette che potranno inoculare un altro animale.
Ora caso per caso occorre moltiplicare questo concetto per un coefficiente di buonsenso al fine di dare il giusto valore alle cose:
quanto vale l’igiene in un allevamento che so di canarini o di pappagalli? Diamo un punteggio alle cose da 1 a 10…
Domanda 1 quanto vale avere le coppie sessate? ..10
Domanda 2 quanto vale avere l’allevamento esente da Machrorhabdus? .10
Domanda 3 quanto vale avere una corretta alimentazione? ..10
Domanda 4 quanto vale avere le voliere pulite? …2
Gran parte degli allevatori passano il tempo a pulire le gabbie, disinfettare beverini e non a “pulire” i propri animali dai patogeni. Che senso ha disinfettare e pulire il fondo di una gabbia ove è alloggiato un animale infetto? Non appena farà un’altra deiezione avrò lavorato per niente e la gabbia sarà infetta nuovamente, poi se dovesse rimangiarsi i “suoi sottoprodotti” chi se ne frega se si riassume qualche migliaio di patogeni freddi e stanchi: lui ne contiene già miliardi…
Così non ha senso pulire e disinfettare fondi di gabbie di uccelli microbiologicamente sani (se non per il decoro). Disinfetto ciotole e beverini di uccelli sani per uccidere flore microbiche commensali che distruggono solamente i residui di cibo*
Gli estremi sono l’allevamento con elevati standard igienici ove muoiono diversi soggetti al giorno per la presenza di gravi patologie e l’allevamento molto sporco ove gli animali sono tutti sani.
Per evitare di essere ricordato come il veterinario contrario all’igiene ricordo che vi sono ambiti e casi in cui la pulizia e la disinfezione rappresentano invece dei punti critici del sistema (sempre utilizzando il famoso coefficiente di buonsenso), ad esempio nel caso di ambienti in cui si applica il tutto vuoto tutto pieno con pulizia e disinfezione intermedia vale 10 (importatori, quarantene) ove ogni gruppo di animali si porta con se i propri patogeni ed è di rigore farlo.. Oppure in caso di trattamento farmacologico, penso ad esempio alle sverminazioni ove è necessario eliminare i parassiti ma contemporaneamente sterminare tutte le uova presenti nelle voliere. …10
*Volevo soffermarmi un attimo sulla disinfezione dei beverini e ciotole: dando per scontato che parliamo di animali microbiologicamente sani (altrimenti che senso avrebbe disinfettare beverini sarebbero già infetti gli uccelli) ricordo che le patine sono formate da batteri della decomposizione ed in linea generale sono innocui, così come le alghe verdi (sarebbe già estinta ogni forma di vita superiore in natura se fossero dannose). E’ chiaro che esistono estremi (coefficiente di buonsenso): se ad agosto metto un bel cucchiaio di pastone dentro il beverino e lo lascio a 30 gradi per 4 giorni si moltiplicheranno talmente tanti batteri della decomposizione che produrranno tossine o diverranno essi stessi patogeni opportunisti in quanto in numero spropositato.

Stefano Figurella
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22/01/2024

🌈🐦 Buon Lunedì amici dell'ornitologia!
Iniziamo questa settimana con un tocco di colore e meraviglia grazie alla bellezza del Tangara Seledon!

Curiosità :

🪶 Classificazione: Appartiene alla famiglia dei Thraupidae, ordine dei Passeriformi.

🏞 Habitat: Questi uccelli sono nativi delle foreste pluviali dell'America meridionale, con una presenza significativa nelle regioni atlantiche del Brasile.

🫐 Alimentazione: La dieta della Tangara Seledon è prevalentemente frugivora, ma include anche insetti e piccoli invertebrati. La sua alimentazione contribuisce alla dispersione dei semi nelle aree in cui vive.

🌈 Dimorfismo Sessuale: Mentre entrambi i sessi condividono la spettacolare colorazione, il maschio può presentare colori più intensi e una disposizione diversa delle tonalità rispetto alla femmina.

🆘 Conservazione: Attualmente, la Tangara Seledon non è considerata una specie a rischio, ma la perdita dell'habitat naturale rappresenta una minaccia potenziale per le popolazioni locali.

🌳 𝗟𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗲𝗰𝗶 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗲/𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗧𝗮𝗻𝗴𝗮𝗿𝗮 𝗦𝗲𝗹𝗲𝗱𝗼𝗻!

Buon Lunedi!
Team L.O.R.
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Indirizzo

Via Angelo Secchi 10/5
Bibbiano
42021

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