11/11/2024
Cinque sono le cose che un uomo
impara dalla natura,
i modi in cui il bosco ti guarisce:
Dagli alberi ho imparato che la
solitudine non mi era nemica
e che il silenzio è un’arte,
che per crescere ci vuole pazienza,
che dalle nostre radici
traiamo forza.
Ma che dobbiamo anche avere
il coraggio di slanciarci verso
il cielo con i nostri rami
e di coltivare i nostri sogni,
perché non di solo terra e
non di solo pane vive l’uomo.
Dai fiori che hanno appena una
manciata di mesi per assaporare
il tepore della primavera,
il fulgore dell’estate,
ho imparato che essere fragili
è una forza, ed essere mortali
non deve essere un freno.
Ho capito che non voglio più sprecare
il mio tempo dando ascolto
a quelli che «pretendono
di sapere tutto ed è l’unica cosa
che sanno».
Non voglio più lasciarmi vivere
e sopraffare dall'abitudine,
invece «di amare come i poeti,
invece di conoscere
come gli scienziati».
Dalla pioggia ho imparato
a distinguere ciò che è superfluo
da ciò che è essenziale.
Corteccia, rami, foglie, tutti gli
abbellimenti che ornano la vita,
il lavoro, la casa, l’auto, i vestiti,
la pioggia li spazza via, ciò che resta,
ciò che resiste sono la famiglia,
gli amici, i figli.
Le cose che abbiamo amato
e ci hanno fatto diventare
ciò che siamo.
Le fondamenta.
Dalla terra ho imparato a onorare
il passato.
La terra è memoria,
perché nella terra riposano i nostri
morti.
E la memoria ti nutre,
perché come puoi essere qualcuno,
se non ricordi chi eri o non sai
da dove vieni?
Infine quando il vento sussurra
e ti sembra di sentire ogni singola
foglia staccarsi e volteggiare
nell'aria, come un rimbombo
che divora ogni cosa,
ti senti leggero, tanto leggero
da poter vagare nel cielo
inseguendo le nubi
che si rincorrono nell'aria.
Dal vento ho imparato la cosa
più preziosa: a lasciar
andare il rimorso, i rimpianti,
e i rimproveri che muovevo
alla mia anima
“di non essere stata all'altezza”,
la rabbia e le delusioni che il tempo
ti fa accumulare, perché un giorno
non avrà importanza chi aveva torto
o chi aveva ragione,
ma rimpiangeremo soprattutto i
“ti amo” che non abbiamo detto,
gli abbracci che non abbiamo dato.
(G.Middei)