10/11/2025
Aiuto il mio cane elemosina il cibo dal tavolo!
Cosa posso fare?
Un racconto da una storia vera, nomi dei cani di fantasia
Ciao a tutti, io sono Argo, un cane molto goloso.
Amo tutti quei profumini irresistibili che si sprigionano da quella stanza magica dove voi umani vi divertite a cucinare. Usate strani oggetti: un mobile che fa uscire fiamme, ciotole con i manici che chiamate pentole, e uno strano buco che diventa caldo e fa uscire profumi deliziosi — il forno, credo si chiami.
Insomma, per noi cani, è tutto un mistero… ma che odori, ragazzi!
Il fatto che vi sto per raccontare è molto comune — almeno a sentire i miei amici dell’area cani.
Noi, poveri affamati a quattro zampe, veniamo sgridati ogni volta che cerchiamo di assaggiare quei vostri cibi così invitanti. Ci dite che “fanno male ai cani”. E io vi credo, eh… anche se, onestamente, certe cose fanno male pure a voi! Ma non mi sembra che vi tratteniate troppo, giusto?
Comunque, non sono un dietologo, quindi torniamo al punto.
Quando ero più giovane, mi bastava appoggiare le zampe sulle vostre gambe e con uno sguardo supplichevole — quello da “poverino affamato” — ottenevo quasi sempre un pezzetto di pane o qualcosa con un po’ di sughetto.
Col tempo, però, sono cresciuto… e il mio muso è arrivato proprio all’altezza del tavolo. Così, da un po’ di tempo, ogni volta che provo ad avvicinarmi, mi sento dire:
👉 “A cuccia!”
👉 “Ignoralo!”
E devo dire che mi è anche andata bene: alcuni miei amici vengono addirittura chiusi in un’altra stanza o, peggio, mandati in garage all’ora di pranzo!
Poi un giorno ho conosciuto Luna, una splendida cagnolona che mi ha raccontato una storia incredibile.
Anche lei, come me, era una “supplicona da tavola”. Ma da un po’ non ne sente più il bisogno.
Curioso, vero? Così le ho chiesto: «Come hai fatto?»
E lei mi ha raccontato che i suoi umani si sono affidati a una persona un po’ speciale — un umano che capiva noi cani, ci ascoltava e ci insegnava le buone maniere senza urla né punizioni.
Questo umano ha spiegato ai suoi proprietari un metodo semplice ma geniale:
💡 dare anche a Luna un “posto a tavola”!
Hanno sistemato una cuccetta accanto al frigo, non troppo vicina al tavolo, e hanno cominciato un piccolo rituale quotidiano:
Prima di sedersi a tavola, uno dei suoi umani la chiamava dolcemente, le faceva qualche coccola e le dava un ossetto da sgranocchiare nella sua cuccia.
Durante il pasto, se Luna si avvicinava al tavolo, l’umano di turno si alzava con calma, la richiamava nella cuccia, la accarezzava e, quando si tranquillizzava, le portava un piccolo premio — magari un pezzetto di pane.
All’inizio, Luna ci provava lo stesso: si avvicinava, guardava, annusava… ma dopo un paio di settimane ha capito che non serviva chiedere.
Ha capito che, se restava tranquilla, i suoi umani si sarebbero ricordati comunque di lei.
E sapete cosa mi ha detto?
Con un piccolo abbaio e un’occhiolino mi ha sussurrato:
“Ho capito che tanto mi portano loro qualcosa di buono. Perché alzarmi e mendicare, quando posso rilassarmi nella mia cuccia?” 🐾
Oggi, Luna non elemosina più. I suoi umani, quando finiscono di mangiare, le offrono un pezzettino di pane o un osso, poi vanno tutti insieme sul divano a guardare quello strano oggetto con dentro le persone piccole — sì, la televisione!
E io, Argo, spero tanto che i miei umani leggano questa storia…
Così magari anche noi potremo avere il nostro “posto a tavola” e vivere quei momenti insieme, ognuno nel proprio spazio, con amore e rispetto reciproco.
Grazie Luna, per la lezione che ci hai insegnato: a volte basta un po’ di comprensione per vivere in armonia.