27/11/2022
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Essendo cresciuta in India ho sempre avuto cani abituati a ve**re nel nostro cortile per mangiare, ci sono persone che li hanno chiamati per dare ancora del cibo extra, cani girovaganti per le strade, abbaiando ululando, qualche volta combattendo e creando problemi di disturbo durante la notte.
Ci sono persone che li maltrattano, che buttano acqua addosso a loro per interrompere gli accoppiamenti, ma anche persone che gli danno da mangiare e li coccolano.
Nel corso delle nostre ricerche abbiamo conosciuto persone estremamente protettive nei confronti dei cani liberi, persone generalmente tolleranti e persone estremamente disgustate.
In generale possiamo dire che la maggior parte della gente è neutrale, non prova odio ne amore, possono anche ospitare un cane nel loro garage quando piove, dare del cibo a una femmina incinta ma non gradiranno avere cuccioli nel loro cortile e saranno irritati dall’ abbaiare dei cani.
(…)
Negli ultimi anni c’è stato un risveglio della gente della città: gli amanti dei cani che danno da mangiare ai cani per strada, li vaccinano e li sterilizzano, gli danno coperte per dormire e cercano per loro un’adozione.
L’altro gruppo è costituito da gente che veramente si oppose all’idea dei cani randagi per varie ragioni: essi causano rabbia, abbaiano e mordono, possono essere un problema per i bambini e un problema per gli animali selvatici negli ambienti selvaggi e rurali.
In maniera molto interessante, entrambi i gruppi credono, ognuno a modo loro, che i cani non dovrebbero stare sulla strada ma hanno bisogno di vivere con gli umani nelle loro case.
Negli ultimi anni sono stata contattata da una dozzina di istituzioni per chiedermi di risolvere il problema dei cani.
Mi diverte che la soluzione sia stata sempre la stessa: creare dei punti di ristoro in cui le persone che li amano possano nutrire i cani.
Questo porta più problemi ancora perché i cani sono territoriali e questi punti di ristoro non sono pianificati tenendo conto di questa loro territorialità.
Quindi, i cani si spostano attraverso i territori per nutrirsi, il che porta a incontri aggressivi, intensificando il dibattito tra le due fazioni.
I cani vivono in piccoli gruppi, hanno dinamiche intricate, di aggressività e affiliazione, proprio come le grandi famiglie indiane.
Ci sono zie e nonne, persino "padri" che si aggiungono alla cura della madre per i cuccioli. Man mano che i cuccioli crescono e gradualmente si svezzano, le madri iniziano a competere con loro per il cibo: un classico caso della teoria evolutiva del conflitto genitore-figlio. I membri del gruppo combattono e abbaiano insieme per mantenere i confini territoriali, marcano per esprimere il dominio, competono per i compagni, spesso condividono il cibo e competono per il cibo con gli altri.
Gli esseri umani svolgono un ruolo importante nella vita dei cani. I cani sono bravi a comprendere i gesti e le posture umane e spesso adattano le loro risposte agli umani, in base ai segnali che diamo loro, attivamente o sottilmente.
Ogni inverno, il numero di cani in un quartiere potrebbe sembrare enorme, con un gran numero di cuccioli, ma la maggior parte dei cuccioli muore e la popolazione si stabilizza.
Tuttavia, noi amanti dei cani scegliamo di interferire, con vaccini, supporto medico, cibo, riparo e cure, assicurandoci che sopravvivano più e più spesso, come entità biologicamente inattive, perché non abbiamo remore a sterilizzarli.
Vogliamo prenderci cura di loro e sentirci bene, ma non vogliamo che abbiano una vita piena, perché è scomodo per noi.
Abbiamo forti sentimenti riguardo ai diritti dei cani, ma in qualche modo i diritti non includono la funzione biologica di base della vita: procreare.
Pensiamo che il meglio che possiamo fare per loro sia portarli a casa.
Ci rifiutiamo di capire che hanno case, per strada, sotto gli alberi e le panchine del parco, nei nostri cortili e garage, ovunque possano sentirsi al sicuro per riposare e partorire, ovunque possano vivere una vita indipendente, nelle loro famiglie e gruppi, interagire con i loro vicini e gli umani che amano o non amano, essendo cani, non persone.
Non mi piace la maggior parte degli odiatori di cani perché lavoro sul comportamento dei cani ma gli amanti dei cani non capiscono perché non sono dalla loro parte.
Sono felice di essere in questa fase di "Trishanku", con il mio amore per i cani che non offusca la mia capacità di analizzare obiettivamente i fatti. Spero che lo spirito generale degli indiani, di lasciare che le cose siano, concederà ai cani che hanno vissuto tra noi per secoli il diritto a una vita che hanno diritto di possedere
Anindita Bhadra
Docente, etologa e ricercatrice dell’Universita di Kolkata (India)
Articolo originale https://indianexpress.com/article/opinion/columns/street-dogs-may-actually-belong-to-the-streets-a-dog-lover-perspective-8182664/?fbclid=IwAR1hUDXPnVy35KzLcTDI9zIocZO1nzvIdB2mP315Z7iNYWZPntwuDiSRtwk