Sudtirol Exotic VETS

Sudtirol Exotic VETS Aperti tutti i giorni su appuntamento dalle ore 9 alle ore 19, festivi compresi posto auto privato su prenotazione

Ovunque in Italia ed in Europa, per centinaia di anni, le zone umide sono state considerate ambienti improduttivi e mals...
13/01/2025

Ovunque in Italia ed in Europa, per centinaia di anni, le zone umide sono state considerate ambienti improduttivi e malsani, dunque da “bonificare”, drenare, prosciugare, e magari destinare a coltura. Un tale approccio, particolarmente severo in luoghi (come i fondivalle alpini) dove la fame di territorio agricolo è sempre stata molto pronunciata, ha portato alla distruzione di gran parte degli acquatici e degli organismi che li abitavano: tra di essi, molti uccelli che, un tempo comuni sulle sponde di laghi e stagni, si sono rarefatti o localmente estinti.

In tempi recenti si è compreso appieno il ruolo cruciale degli ambienti umidi nella regolazione del ciclo dell’acqua e nel mantenimento della biodiversità e l’atteggiamento, almeno in linea teorica, si è riorientato verso la conservazione. Al contempo, all’interno delle città, si ha spesso presenza o creazione di corpi d’acqua con finalità ricreative ed estetiche e questa condizione ha offerto nuove opportunità di insediamento ai più adattabili ed opportunisti tra gli uccelli “legati all’acqua”.

In occasione della conferenza “Water for waterbirds – Uccelli acquatici in città e dintorni” in programma venerdì, 17 gennaio alle ore 18 al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Osvaldo Negra approfondirà le molte sfaccettature della presenza dei più comuni uccelli acquatici in contesto urbano ed extraurbano.

Osvaldo Negra, zoologo del Muse di Trento, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito naturalistico.
Ingresso libero, consigliata la prenotazione sul sito del museo al link https://app.no-q.info/naturmuseum-sudtirol/events/course/511071.
Info: tel. 0471 412964

Una bellissima storia da raccontarvi. Un’aquila di mare di   (Haliaeetus pelagicus), una delle più grandi e maestose rap...
12/01/2025

Una bellissima storia da raccontarvi. Un’aquila di mare di (Haliaeetus pelagicus), una delle più grandi e maestose rapaci del mondo, è stata avvistata in un luogo insolito: il Terra Nova National Park, in . Perché insolito? Con un’apertura alare che può raggiungere i 2,5 metri, un imponente becco dorato e un piumaggio nero e bianco distintivo, questa specie infatti è solitamente presente lungo le coste dell’Asia nordorientale, in Russia, Corea e Giappone. Non proprio dietro l’angolo per il Canada.

L’avvistamento ha scatenato l’entusiasmo degli ornitologi e degli appassionati di birdwatching, poiché si tratta dell’unico esemplare noto di questa specie nel continente americano. L’aquila è stata vista a metà dicembre nel parco nazionale Terra Nova, un’area naturale protetta affacciata sull’Oceano Atlantico. Per l’occasione, le autorità hanno riaperto temporaneamente una strada del parco per permettere a fotografi e appassionati di osservare l’illustre visitatore.

Il in questione potrebbe essere il famoso esemplare soprannominato Stella, già noto alla comunità scientifica e agli appassionati per i suoi viaggi insoliti. Dal 2020, infatti, è stato avvistato in Alaska, Texas, Quebec, Nuova Scozia e persino in Massachusetts e Maine. Negli ultimi due anni, è stato segnalato nella cittadina di Trinity, a Terranova, dove si è unito a un gruppo di aquile di mare americane per nutrirsi di capelin, un piccolo pesce molto diffuso nelle acque settentrionali. Insomma uno spirito libero.

L’aquila di mare di Steller è classificata come “vulnerabile” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). La sua popolazione è stimata tra i 3.600 e i 4.670 esemplari maturi e rischia un declino a causa della perdita di habitat, dell’avvelenamento da piombo, dei cambiamenti climatici e della predazione da parte degli orsi bruni.

Le   Koi sono meravigliose e possono vivere decenni e alcune hanno superato i 200 anni. La carpa Koi più longeva mai reg...
12/01/2025

Le Koi sono meravigliose e possono vivere decenni e alcune hanno superato i 200 anni.
La carpa Koi più longeva mai registrata, di nome , è vissuta per ben 226 anni in Giappone. Gli scienziati hanno determinato la sua età analizzando gli anelli di crescita sulle sue scaglie, proprio come si fa con gli alberi.

Al di là della curiosità è bene tenere presente questo dato quando si decide di accogliere una carpa nella propria famiglia. Noi saremo sempre a disposizione per ogni tipo di cura. Anche per decenni ☺️

BZ News 24 racconta l’inizio della riabilitazione del nostro gufo
10/01/2025

BZ News 24 racconta l’inizio della riabilitazione del nostro gufo

Il gufo reale che abbiamo operato all’ala e curato nelle scorse settimane ha finalmente raggiunto la voliera presente nella vecchia sede

Il gufo reale che abbiamo operato all’ala e curato nelle scorse settimane ha finalmente raggiunto la voliera presente ne...
09/01/2025

Il gufo reale che abbiamo operato all’ala e curato nelle scorse settimane ha finalmente raggiunto la voliera presente nella vecchia sede del CRAB.

“Adesso sosterrà un processo di riabilitazione - spiega il dottor Vincenzo Mulè - perché ancora tiene l’ala molto in basso. Riesce a salire sul trespolo ma bisognerà verificare le sue capacità di nutrirsi in autonomia e di orientarsi. Soprattutto dovremo capire se sia capace di salire sui rami più alti e più grandi. Inizia oggi il suo percorso di riabilitazione che lo porterà domani ad essere libero oppure ospite in un centro di recupero per lungodegenti”.

L’amore sta nel piccolo
08/01/2025

L’amore sta nel piccolo

I   non hanno le palpebre.Per proteggere gli occhi utilizzano una sottile membrana trasparente che li ricopre e che vien...
07/01/2025

I non hanno le palpebre.
Per proteggere gli occhi utilizzano una sottile membrana trasparente che li ricopre e che viene sostituita durante la muta.

Su BZ News 24 un interessante intervento del dottor Lorenzo Crosta circa l’impatto sull’ecosistema cittadino dei parrocc...
02/01/2025

Su BZ News 24 un interessante intervento del dottor Lorenzo Crosta circa l’impatto sull’ecosistema cittadino dei parrocchetti dal collare a

Vista la mia esperienza di oltre tre decenni nella gestione di popolazioni di pappagalli in cattività e la mia costante attività

Buon anno a voi e chi vive con noi. Dentro e fuori le case.
31/12/2024

Buon anno a voi e chi vive con noi.
Dentro e fuori le case.

🎆 I botti di Capodanno non spaventano solo gli animali domestici, ma possono avere gravi conseguenze anche sugli animali...
31/12/2024

🎆 I botti di Capodanno non spaventano solo gli animali domestici, ma possono avere gravi conseguenze anche sugli animali . 🦉🦊

Ecco come i fuochi d’artificio influiscono sulla fauna selvatica e cosa possiamo fare per ridurre l’impatto:

1️⃣ Stress e disorientamento: i rumori forti spaventano gli animali selvatici, portandoli a fuggire improvvisamente. Questo può causare incidenti, smarrimento e abbandono dei loro rifugi.

2️⃣ Pericolo per gli uccelli: gli uccelli, spaventati dai botti, si alzano in volo in massa anche di notte, rischiando collisioni o l’esaurimento delle energie per tornare al nido.

3️⃣ Inquinamento ambientale: i residui dei fuochi d’artificio possono finire nell’ambiente, mettendo a rischio la salute di molti animali.

🌿 Cosa puoi fare per aiutare:
• Scegli spettacoli silenziosi: opta per fuochi d’artificio ecologici o giochi di luce senza rumore.
• Evita di accendere petardi vicino a boschi, parchi o aree naturali.
• Sensibilizza amici e familiari: insieme possiamo fare la differenza per proteggere la fauna selvatica.

In questo 2024 abbiamo curato anche loro ♥️
30/12/2024

In questo 2024 abbiamo curato anche loro ♥️

La nostra dottoressa Federica Ardizzone è la più letta del sito del giornale Alto Adige a Natale
28/12/2024

La nostra dottoressa Federica Ardizzone è la più letta del sito del giornale Alto Adige a Natale

Sapete da dove arrivano i diversi   dal collare che vediamo a Bolzano? Secondo quanto monitorato dalla Giardineria Comun...
27/12/2024

Sapete da dove arrivano i diversi dal collare che vediamo a Bolzano?

Secondo quanto monitorato dalla Giardineria Comunale la prima coppia di parrocchetti dal collare scappò da una famiglia di viale Europa a nel 1991. Non andarono lontano, ma trovarono riparo in via del Ronco. Ancora oggi è il roost notturno della colonia di zona Don Bosco. Questa di parrocchetti dal collare si sposta durante il giorno nelle vie limitrofe da via Gutenberg a via Cagliari, da viale Europa a via Palermo fino al Lungo Isarco e arriva nel pomeriggio fino in Giardineria Comunale presso le mangiatoie. Al calar del sole tutti i giorni prendono il verso sud tornando in via del Ronco.

Una seconda Colonia di parrocchetti viene seguita dal 2000 circa a Parco Petrarca, dove i volatili dormono tuttora nel parco nella grande cavità di un albero. Questi li possiamo vedere anche in zona Guncina e in tutte le vie limitrofe. In realtà non sono così come si pensa e inizialmente si ipotizzava potessero riprodursi molto di più e molto più facilmente. In 30 anni quelli di zona Europa non superano i 15-20 esemplari e neppure quelli di zona Centro. Ovviamente essendo molto vistosi e rumorosi nei loro e spostandosi spesso sembrano molti di più.

Per quanto riguarda la possibile per i nidi da undici anni nei parchi della citta più di 1000 casette nido per uccelli e pipistrelli. Queste permettono di non patire la presenza dei parrocchetti o di un’urbanizzazione sempre meno a misura di volatile.

Per Santo Stefano una lettura…. colorata 🦜
26/12/2024

Per Santo Stefano una lettura…. colorata 🦜

24/12/2024

Non sapete cosa regalare al vostro pappagallo per Natale?
Beh, la dottoressa Federica Ardizzone è qui per voi.

23/12/2024

Il 2024 è stato anche l’anno di cura di questa dolcezza

Indirizzo

Via Dei Vanga, 51A
Bolzano
39100

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