26/01/2024
Le dico che non ho fame: mi avvicino svogliatamente alla ciotola, annuso, guardo di lato e me ne vado.
Lei è perplessa: “Impossibile che un cane come te, dall’appetito formidabile, non abbia fame… Potrei, forse, aver perso le mie doti di cuoca?
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Il suo sguardo indagatore mi segue a lungo, mentre le rotelle le girano in testa a tutta birra…mi sembra di vederle fumare!
Dopo un po’ usciamo a spasso, ma mi accorgo che non riesco più a muovermi; lei non se ne accorge subito, pensa solo che io mi sia fermato un attimo.
“Ehi, Piero, cosa succede? Ah, guarda, c’è il tuo odiato Oreste…non gli dici, come al solito, che deve morire male?”
Lei capisce “Ehi, oh, oh, dai, tranquillo, ti riporto io a casa”
Mi prende in braccio, dandomi del ciccione, sta infame, e pian piano torniamo a casa.
“Piero, adesso andiamo dal veterinario!”
La parola v-e-t-e-r-i-n-a-r-i-o mi suona come qualcosa di familiarmente pericoloso, ma fatico a ragionare. Sono stanco.
Lei raccoglie cose a caso, in fretta e furia, chiama papu e mi mettono di peso in macchina, avvolto in una coperta.
Migola, la bertuccia si rifiuta di stare a casa, fugge dal cancellino e si pianta, proterva, davanti all’auto:
Viaggiamo in silenzio, ma i due lì davanti mi sembrano un po' tesi…sarà per come guida lui, cioè malissimo.
Riccioli d’oro, invece, come il capitano di una nave che sta affondando, sta in piedi sulla mia schiena e guarda l’orizzonte…appena mi sentiró meglio gliela farò pagare!
Arriviamo dalla veterinaria che mi visita e dice che dobbiamo correre in un ospedale veterinario più attrezzato, perché la situazione è br**ta.
A Lei scappano delle lacrime, ma, trattiene l’emozione, mi guarda e mi dice “Va tutto bene, forza che andiamo!"
Io vorrei dirle che c’ha una faccia che non le crederebbe nemmeno sua mamma, donna buona e santa, ma sono stanco.
In quest’altro posto, una signora carina mi dice “Vieni Pierino che diamo un’occhiata e vediamo cosa sta succedendo”
Ué, mi stanno rasando la panza e il braccio? Noooooo, non rasatemi! Quando ricrescono i peli è una tragedia, mi prude tantissimo, divento rosa fluo e i miei amici mi chiamano Peppa (Pig).
Mentre penso agli impacchi di gel all’aloe che mi ritroverò sulla pancia per togliere il prurito e a come dovrò cercare di leccarmi di nascosto da Lei, sento delle parole: “Massa sulla milza, rottura, emorragia interna, anemia, operare subito, potrebbe non farcela…”
Smetto di pensare alla ricrescita e guardo Lei: che fine hanno fatto le sue guance rosse?
Lei si china su di me e mi dice “Pierino, adesso devi stare qui”
Vorrei uscire, ma non riesco.
Lei è molto seria. Mi viene il sospetto che le cose non vadano benissimo…mi sento molto stanco e un pò smarrito…
Lei se ne accorge e mi guarda dritto negli occhi, mi accarezza, poi mi dice:” Adesso arriverà un momento difficile e io non potrò stare qui con te, fisicamente, ma ti starò comunque accanto. Ricordati che ti amo, ti amo, ti amo e ti sono immensamente grata per tutto quello che hai fatto per me. Sono fiera di te, sei il mio cane assolutamente perfetto e voglio che tu sappia che non ti lascerò solo ad affrontare tutto questo. Sappi che io ti aspetto, ti aspetto con tutta me stessa e spero di rivederti ancora, Se vorrai andare perché sai che il tuo tempo qua è finito, vai… Scegli tu.
Io ti aspetto”
Non capisco bene, ma la vedo serena, sicura e la sua forza mi investe come un’onda calda che mi toglie, per un momento, questo freddo che mi avvolge…
Mi fanno entrare in una gabbia e Lei mi mette il suo maglione intorno al collo, come un abbraccio.
Nelle gabbie vicine ci sono un gatto silenzioso e due pastori tedeschi che si lamentano senza sosta ; mi verrebbe da far loro un discorso sulla dignità dei cani da pastore, ma la sfacciatella che prima mi ha chiamato Pierino si avvicina con un sorriso poco rassicurante, estrae una siringa e dopo un attimo è tutto buio.
Non so quanto tempo è passato, so solo che cerco di aprire gli occhi, ma mi sembra che li abbiano incollati…sarà stato uno scherzo di quel gatto bastardo della gabbia numero 3? Se scopro che è così, appena posso gli do una ripassata!
Dormo un po’, poi sento LA voce: è lei, è qui! C’è anche il papu…la mia famiglia è con me…e, grazie Signore, la bertuccia è rimasta a casa: non ce la farei a sopportare la sua linguetta che mi saetta allegramente nelle narici!
Lei mi ha adagiato sulla mia coperta preferita e mi ha portato il mio maiale di peluche; pensano che così mi sentirò più a mio agio, ma a me basta che Lei mi guardi per sentirmi a casa…
“Sei rimasto…” mi dice dolcemente
“E dove dovevo andare? Non sei pronta a stare senza me, né io a stare senza te. Abbiamo bisogno di ancora un po' di tempo, sì, ancora un pò..."
Lei mi fa tenerezza, non vedo più la leonessa che mi ha dato coraggio, ma una bambina con gli occhi gonfi e rossi e il cuore che trabocca.
Si sdraia a terra e stiamo così, semplicemente vicini, per un tempo infinito.
Poi le dicono che deve andare, perché devo riposare.
“Domani torno a prenderti”
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