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27/07/2024

Anita Garibaldi, pronipote di Giuseppe Garibaldi ospite alla trasmisione di Rai Uno "porta porta". Il figlio di Garibaldi per rimediare alle barbarie fatte dal padre andò a combattere con i Briganti. " Mio nonno Ricciotti Garibaldi figlio di Giuseppe tornato a Caprera, vedendo lo sfuttamente del meridione da parte della nuova Italia, si idignò a dal punto che andò a combattere con i Briganti!! questo non tutti lo sanno io ho tutti i documenti" . Anita Garibaldi.
Anita Garibaldi, μεγάλος εγγονή του Giuseppe Garibaldi καλεσμένος στη μετάδοση "Porta porta" του Rai Uno. Ο γιος του Garibaldi πήγε να πολεμήσει με Ταξιαρχίες για να διορθώσει τις βαρβαρότητες που έκανε ο πατέρας του. "Ο παππούς μου Ricciotti Garibaldi γιος του Giuseppe επέστρεψε στην Caprera, βλέποντας την εκμετάλλευση του νότου Ιταλία (Μεγάλη Ελλάδα) από τη νέα Ιταλία, ήταν αγανακτισμένος στο σημείο που πήγε να πολεμήσει με Ταξιαρχίες!! αυτό δεν το γνωρίζουν όλοι, έχω όλα τα έγγραφα". Anita Garibaldi
(I Briganti - Οι Αντάρτες.)

22/06/2024

Come un ladro...di cavalli condannato in contumacia diviene in Italia eroe nazionale
Peppino il ladro dei due mondi.

15/06/2024
13/06/2024

Se lo dice Zichichi, allora, tutti gli altri cosa ci dicono?

08/06/2024
Nasco artigiano,vivo da uomo di mare ,morirò da padre...
07/06/2024

Nasco artigiano,vivo da uomo di mare ,morirò da padre...

Verissimo!
07/06/2024

Verissimo!

Quando Michael Jackson dichiarò: “È Tutto falso: il mondo è manipolato da entità occulte...Altro⬇

Vergognoso...
07/06/2024

Vergognoso...

Ancora continuano a mantenere il nome di costui nelle vie di molte città.......VERGOGNA

07/06/2024

Ogni minuto purtroppo qualcuno lascia questo mondo
Non ci sara' età che fara' la differenza
Siamo tutti in questa fila eppure nessuno se ne rende conto
Non possiamo sapere quante persone ci stanno davanti
Non possiamo spostarci sul retro della fila
Non possiamo uscire da questa fila
Non possiamo far nulla per evitarla....
Quindi mentre aspettiamo in fila:
Goditi i momenti.
Fai la differenza.
Quella telefonata falla.
Prenditi tempo per te.
Fai sentire nessuno come qualcuno.
Fai sentire la tua voce
Rendi le piccole cose grandi.
Fai sorridere qualcuno
Fai il cambiamento.
Fatti una priorità.
Litiga.
Fai la pace.
Ama e amati.
Assicurati di non avere rimpianti.
Assicurati di essere pronto....
VIVI!

Dal web

16/04/2024

Tutto torna....

20/02/2024

...La Menzogna disse alla Verità "Facciamo un bagno insieme, l'acqua del pozzo è molto bella"
La Verità, ancora sospettosa, provò l'acqua e scoprì che era davvero bella.
A quel punto si spogliarono e fecero il bagno.
Ma improvvisamente la Menzogna uscì dall'acqua e fuggì, indossando i vestiti della Verità.
La Verità, furiosa, uscì dal pozzo per riprendersi i vestiti.
Ma il mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con rabbia e disprezzo.
La povera Verità tornò al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo la sua vergogna.
Da allora, la Menzogna gira per il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società...
Poiché il mondo non nutre alcun desiderio di incontrare la Verità nuda...
Se non i ribelli!!!
(Dipinto di Jean-Léon Gerôme, "La verità che esce dal pozzo")

La nuvoletta olandese....
20/02/2024

La nuvoletta olandese....

10/02/2024


LA NAVE-SCUOLA
“AMERIGO VESPUCCI ”
IL VANTO DELLA MARINA ITALIANA NEL MONDO, COSTRUITA E VARATA NEL 1931 NEI CANTIERI NAVALI DI CASTELLAMMARE DI STABIA.
Non tutti sanno che il veliero fu costruito ricalcando il modello del “MONARCA ”
L' AMMIRAGLIA DELLA REAL MARINA DELLE DUE SICILIE ⚜, dal quale trasse l’aspetto e quei segreti che oggi ne fanno ancora oggi una delle navi più ammirate al mondo. IL “MONARCA ”, uno dei più prestigiosi velieri mai costruiti e la più grande nave da guerra di tutti gli stati preunitari d’Italia, fu varato sempre a Castellammare di Stabia nel 1850 quando era ormai finita l’era delle imbarcazioni a vela e si era già aperta l’epoca dei “vapori”. Fu una scelta in controtendenza che però mostrò subito il suo valore, frutto della lungimiranza di Ferdinando II di Borbone che riuscì ad elevare la flotta borbonica ai livelli massimi di quella inglese. E oggi quella scelta è ancora motivo di prestigio per la nazione moderna che può vantare un veliero ammirato nei mari diretto discendente del “Monarca”.
A testimoniare tutto ciò è il fatto che il veliero duosiciliano fu pensato per durare nel tempo e non fu un capriccio momentaneo. Tant’è che fu progettato in funzione di una successiva integrazione di un impianto motoristico a vapore a caldaie tubolari e spinta ad elica che si concretizzò nel 1860. Giusto il tempo per l’invasione piemontese del Regno che “consegnò” il gioiello nelle mani della marina sabauda; il “Monarca” divenne “Re Galantuomo” in onore del poco onesto Vittorio Emanuele II e le truppe borboniche dovettero sopportare di vederselo contro durante l’assedio di Gaeta che pose fine al Regno.
80 anni dopo, il veliero fu il modello sul quale si costruì non solo l’ “Amerigo Vespucci” ma anche il “Cristoforo Colombo”
Con l’ausilio della pubblicazione libraria “L’industria navale di Ferdinando II di Borbone di Antonio Formicola e Claudio Romano, è possibile confrontare i dati tecnici del “Monarca” e del “Vespucci” (nonché del “Colombo”). L’aspetto appare incredibilmente identico nonostante la nave attuale sia dotata ovviamente di un frazionamento velico chiaramente più moderno e abbia lo scafo in ferro e non in legno. Due dati tecnici sono praticamente sovrapponibili: identiche la massima larghezza del ponte e l’altezza dello scafo. Anche il numero di ponti è identico nonché il profilo laterale.
La differenza è data dalla sola lunghezza, a favore del “Vespucci”, che però in fase di progettazione nautica può essere anche indefinita in quanto lo scafo può subire una differenza di misura a seconda dei materiali utilizzati, che per i due velieri erano, come detto, differenti. Piccola dissomiglianza sta nella diversa inclinazione del bompresso che però è comunque identico tra il “Monarca” e il “Colombo”.
Il padre del “Vespucci” e del “Colombo”, il Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi, prende ancora oggi tutti quei meriti che spettano invece al brillante ingegnere navale duosiciliano Sabatelli. Rotundo era all’epoca il Direttore del cantiere navale di Castellammare Stabia e fu per questo che, nonostante a distanza di 70 anni dall’Unità d’Italia le commesse fossero tutte dirottate ai cantieri del Nord, il “Vespucci” e il “Colombo” furono “lasciati” nascere al Sud, in quei cantieri ormai declassati ma che custodivano i progetti di Sabatelli e tutte le tecnologie e i segreti di tale tipologia di imbarcazione che hanno fatto la fortuna del “Vespucci”.
I cantieri-arsenali di Castellammare furono tra i migliori al mondo al tempo dei Borbone, costantemente aggiornati con ampi piani industriali che ne fecero un vanto del Regno duosiciliano. Come tutte le strutture produttive del florido stato meridionale, purtroppo anch’essi subirono con l’unità d’Italia una strozzatura traumatica che mise in ginocchio i lavoratori meridionali che vi lavoravano a favore dell’economia settentrionale. Tutto questo fu fatto con cognizione di causa e l’Ingegner Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano, all’indomani della distruzione della marina sabauda nella disfatta di Lissa del 1866, attribuita al poco capace Ammiraglio Persano, affermo che l’unico cantiere in Italia in grado di ricostruire la flotta fosse quello di Castellammare di Stabia. E pensare che ancora oggi sui dizionari alla voce “borbonico” si legge: retrogrado, retrivo.
Angelo Forgione

10/02/2024

A proposito di americani sbarcati sulla Luna e tornati a Terra
Ecco un bel riassunto su TWITTER di Massimo Montanari · 26.01.2024

Quindi, limitandoci all'ultimo anno di esplorazioni lunari, coi supercomputer e le AI, i rilevatori laser e le scansioni del terreno in HD:
la sonda giapponese Hakuto-R si è schiantata (un eventuale equipaggio sarebbe morto),
la sonda russa Luna 25 si è schiantata (un eventuale equipaggio sarebbe morto),
la sonda USA Peregrine si è guastata dopo pochi minuti di volo (un eventuale equipaggio sarebbe morto),
la sonda giapponese SLIM è atterrata capovolta (un eventuale equipaggio sarebbe morto).
La sonda indiana Chandrayaan 3 è atterrata e ha trasmesso poche foto e tre brevissimi video.
Invece grazie alla straordinaria tecnologia degli anni '60 (purtroppo perduta…) gli americani nel 1969-72, con un'astronave SENZA schermatura per le radiazioni e con astronauti protetti dalle temperature estreme solo da miracolose tute raffreddate con 5 litri d'acqua, hanno portato in bellezza 12 astronauti. Si sono trattenuti sulla Luna fino a tre giorni, nei quali hanno perfino ballato, cantato, giocato a golf e fatto rally con un'auto pieghevole tenuta nel bagagliaio del LEM, trasmesso in diretta ore e ore di video, girato filmati e scattato centinaia di ottime foto. E ovviamente scavato col piccone e riportato 383 kg. di rocce. Poi sono decollati, hanno centrato l'astronave madre che passava in cielo a 6000 km./h, l'hanno agganciata e sono tornati a Terra freschi e riposati. Se non è impossibile, francamente è MOLTO difficile da credere ...

28/01/2024

Sono cose che nessuno dice, ma la verità viene sempre a galla, anche se ci vuole più di un secolo.

28/01/2024

SUD COLONIA INTERNA: Per comprendere perché il Sud, cioè il territorio che formava lo Stato delle Due Sicilie, è di fatto una colonia interna italiana, vale a dire del Nord, è necessario evidenziare, sia pure in sintesi, il concetto di colonialismo.
Per colonialismo, come è meglio illustrato sui manuali di economia, si intende la conquista di un altro paese al fine di sfruttarne le risorse economiche, distruggendo le sue strutture e reprimendo con la forza la conseguente reazione popolare.
Tale sfruttamento avviene, generalmente, con l'assicurarsi il controllo politico del territorio conquistato mediante l'alleanza con quella fascia di borghesia parassitaria e corrotta, che viene potenziata e posta in posizione dominante dai conquistatori.
La conseguenza del colonialismo è il sottosviluppo dell’area colonizzata in quanto la sua crescita economica risponde solo ai bisogni dei colonizzatori.
Sottosviluppo che genera, quindi, una condizione di arretratezza sociale ed economica in genere e, in particolare, sul piano tecnico e produttivo, una condizione in cui una collettività si trova ad avere un minore reddito pro-capite rispetto alla parte dominante.
Quella che è ancora oggi spacciata come "unità d'Italia" non fu altro che una guerra di conquista ad opera del Piemonte savoiardo, che, versando in gravi condizioni di bancarotta economica, non aveva altra soluzione che quella di impossessarsi delle risorse altrui

28/01/2024

I LAGER DEI SAVOIA

Cinquemiladuecentododici condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti.

Queste le cifre della repressione consumata all'indomani dell'Unità d'Italia dai Savoia. La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863, per la repressione del brigantaggio nel Meridione.

Questa legge istituiva, sotto l'egida savoiarda, tribunali di guerra per il Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui portata è mitigata solo dalla fuga e dall'emigrazione forzata, nell'inesorabile comandamento di destino: "O briganti, o emigranti".

Deportazioni, l'incubo della reclusione, persecuzione della Chiesa cattolica, profanazioni dei templi, fucilazioni di massa, stupri, perfino bambine (figlie di "briganti") costretti ai ferri carcerari.

Una pagina non ancora scritta è quella relativa alle carceri in cui furono rinchiusi i soldati "vinti". Il governo piemontese dovette affrontare il problema dei prigionieri, 1700 ufficiali dell'esercito borbonico (su un giornale satirico dell'epoca era rappresentata la caricatura dell'esercito borbonico: il soldato con la testa di leone, l'ufficiale con la testa d'asino, il generale senza testa) e 24.000 soldati, senza contare quelli che ancora resistevano nelle fortezze di Gaeta, Messina e Civitella del Tronto.

Ma il problema fu risolto con la boria del vincitore, non con la pietas che sarebbe stata più utile, forse necessaria. Un primo tentativo di risolvere il problema ci fu con il decreto del 20 dicembre 1860, anche se le prime deportazioni dei soldati duosiciliani incominciarono già verso ottobre del 1860, in quanto la resistenza duosiciliana era iniziata con episodi isolati e non coordinati nell'agosto del 1860, dopo lo sbarco dei garibaldini e dalla stampa fu presentata come espressione di criminalità comune. Il decreto chiamava alle armi gli uomini che sarebbero stati di leva negli anni dal 1857 al 1860 nell'esercito delle Due Sicilie, ma si rivelò un fallimento. Si presentarono solo 20.000 uomini sui previsti 72.000; gli altri si diedero alla macchia e furono chiamati "briganti". (nel '43, dopo l'8 settembre, accadde quasi la stessa cosa, ma dato che vinsero (gli anglo-americani) la lotta la chiamarono di "resistenza" , e gli uomini "partigiani". Ndr.)

A migliaia questi uomini furono concentrati dei depositi di Napoli o nelle carceri, poi trasferiti con il decreto del 20 gennaio 1861, che istituì "Depositi d'uffiziali d'ogni arma dello sciolto esercito delle Due Sicilie".

La Marmora ordinò ai procuratori di "non porre in libertà nessuno dei detenuti senza l'assenso dell'esercito". Per la maggior parte furono stipati nelle navi peggio degli animali (anche se molti percorsero a piedi l'intero tragitto) e fatti sbarcare a Genova, da dove, attraversando laceri ed affamati la via Assarotti, venivano smistati in vari campi di concentramento istituiti a Fenestrelle, S. Maurizio Canavese, Alessandria, nel forte di S. Benigno in Genova, Milano, Bergamo, Forte di Priamar presso Savona, Parma, Modena, Bologna, Ascoli Piceno ed altre località.

In quei luoghi, veri e propri lager, ma istituiti per un trattamento di "correzione ed idoneità al servizio", i prigionieri, appena coperti da cenci di tela, potevano mangiare una sozza brodaglia con un po' di pane nero raffermo, subendo dei trattamenti veramente bestiali, ogni tipo di nefandezze fisiche e morali. Per oltre dieci anni, tutti quelli che venivano catturati, oltre 40.000, furono fatti morire a migliaia per fame, stenti, maltrattamenti e malefatte.

Spesso le persone imprigionate non sapevano nemmeno di cosa fossero accusati ed erano loro sequestrati tutti i beni. Spesso la ragione per cui erano stati catturati era proprio solo per rubare loro il danaro che possedevano. Molti non erano nemmeno registrati, sicché solo dopo molti anni venivano processati e condannati senza alcuna spiegazione logica.

Pochissimi riuscirono a sopravvivere: la vita in quelle condizioni, anche per le gelide temperature che dovevano sopportare senza alcun riparo, non superava i tre mesi. E proprio a Fenestrelle furono vilmente imprigionati la maggior parte di quei valorosi soldati che, in esecuzione degli accordi intervenuti dopo la resa di Gaeta, dovevano invece essere lasciati liberi alla fine delle ostilità.

La liberazione avveniva solo con la morte ed i corpi (non erano ancora in uso i forni crematori) venivano disciolti nella calce viva collocata in una grande vasca situata nel retro della chiesa che sorgeva all'ingresso del Forte. Una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo, affinché non restassero tracce dei misfatti compiuti. Ancora oggi, entrando a Fenestrelle, su un muro è ancora visibile l'iscrizione: "Ognuno vale non in quanto è ma in quanto produce".(ricorda molto la scritta dei lager nazisti "
Il campo impiantato nelle "lande di San Martino" presso Torino per la "rieducazione" dei militari sbandati, rieducazione che procedeva con metodi di inaudita crudeltà. Così, in questi luoghi terribili, i fratelli "liberati", maceri, cenciosi, affamati, affaticati, venivano rieducati e tormentati dai fratelli "liberatori".

Altre migliaia di "liberati" venivano confinati nelle isole, a Gorgonia, Capraia, Giglio, all'Elba, Ponza, in Sardegna, nella Maremma malarica. Tutte le atrocità che si susseguirono per anni sono documentate negli Atti Parlamentari, nelle relazioni delle Commissioni d'Inchiesta sul Brigantaggio, nei vari carteggi parlamentari dell'epoca e negli Archivi di Stato dei capoluoghi dove si svolsero i fatti.

Francesco Proto Carafa, duca di Maddaloni, sosteneva in Parlamento: "Ma che dico di un governo che strappa dal seno delle famiglie tanti vecchi generali, tanti onorati ufficiali solo per il sospetto che nutrissero amore per il loro Re sventurato, e rilegagli a vivere nelle fortezze di Alessandria ed in altre inospitali terre del Piemonte…Sono essi trattati peggio che i galeotti. Perché il governo piemontese abbia a spiegar loro tanto lusso di crudeltà? Perché abbia a torturare con la fame e con l'inerzia e la prigione uomini nati in Italia come noi?".

Le atrocità commesse dai Piemontesi si volsero anche contro i magistrati, i dipendenti pubblici e le classi colte, che resistettero passivamente con l'astensione ai suffragi elettorali e la diffusione ad ogni livello della stampa legittimista clandestina contro l'occupazione savoiarda. Particolarmente eloquente è anche un brano tratto da Civiltà Cattolica: "Per vincere la resistenza dei prigionieri di guerra, già trasportati in Piemonte e Lombardia, si ebbe ricorso ad un espediente crudele e disumano, che fa fremere. Quei meschinelli, appena coperti da cenci di tela, rifiniti di fame perché tenuti a mezza razione con cattivo pane ed acqua ed una sozza broda, furono fatti scortare nelle gelide casematte di Fenestrelle e d'altri luoghi posti nei più aspri luoghi delle Alpi. Uomini nati e cresciuti in clima sì caldo e dolce, come quello delle Due Sicilie, eccoli gittati, peggio che non si fa coi negri schiavi, a spasimare di fame e di stento (Tratto da testo: "Migliaia di soldati borbonici deportati nei lager del nord" di Stefania Maffeo)

Indirizzo

Via Palomba 26
Cagliari
09129

Orario di apertura

Martedì 08:00 - 08:00
17:00 - 19:00
Mercoledì 08:00 - 08:00
17:00 - 19:00
Giovedì 08:00 - 08:00
17:00 - 19:00
Venerdì 08:00 - 08:00
17:00 - 19:00
Sabato 08:00 - 08:00

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