28/02/2023
"Impronte" 🐕🦺
IL MULO AL SUO CONDUCENTE
“Ti servirò fino al sacrificio, in pace ed in guerra.
Trattami con dolcezza e pazienza se non vuoi rendermi nervoso e costringermi a sferrare qualche calcio.
Sono ruvido e brutto, con le mie lunghe orecchie, ma sotto la ruvidezza è la mia forza, la mia resistenza, la mia sobrietà in pace ed in guerra.
Quando andrai in congedo non dimenticare che ti ho servito con tutte le forze, e quando mi darai in consegna al nuovo conducente spiegagli i miei difetti e digli di trattarmi bene.
Ricordati tutte le mie benemerenze a favore dell’Esercito in pace ed in guerra.
Tu ed io siamo stati e siamo il simbolo del sacrificio e della solidarietà umana, insieme a tutti i soldati italiani.
Voglimi bene, per sempre”.
Il mulo è stato definito il compagno più fidato del soldato.
La ragione è semplice: in termini di velocità di passo, di capacità di trasporto, di resistenza ai disagi e di sobrietà di richieste alimentari si tratta della scelta migliore possibile.
Le origini di questo animale, un incrocio tra l’asino stallone e la cavalla (il contrario è chiamato bardotto) si perde nell’antichità: i romani lo usavano abbondantemente (2 ogni otto legionari, circa 1400 muli per legione).
Il Regio Esercito, come ogni altro esercito del mondo, si dotò dei muli molto presto; gli alpini adottarono il fedele alleato a partire dalla fondazione (1872). Di natura molto forte grazie alle continue selezioni i muli in servizio venivano divisi in classi in base alle caratteristiche fisiche.
I muli di prima classe erano i più robusti e venivano usati per il trasporto di armi e munizioni, in particolare per il trasporto dei pezzi d’artiglieria (in 3 pezzi: piastra, affusto e bocca da fuoco).
Quelli di seconda e terza classe erano, invece, più piccoli e meno resistenti e venivano solitamente usati dalla fanteria alpina per il trasporto di tende, munizioni e approvvigionamenti vari.
Un mulo può percorrere circa 5 km/h trasportando il 30% del suo peso, accontentandosi a parità di stazza, di 3/4 delle razioni di un cavallo. la resistenza del mulo gli consente di marciare anche per 10-12 ore: marce di 40 km al giorno possono essere considerate normali, 80 possibili, 160 eccezionali ma documentate. La maggior parte dei muli pesa tra i 350 e i 450 chili, per cui la loro capacità di trasporto dovrebbe variare tra i 100 e i 135 chili, contando, ovviamente, anche il peso del basto. I manuali militari indicano in 70 kg il peso ideale.
Durante la Grande Guerra morirono circa 11 milioni di equini, “umili eroi” della follia umana.
520 mila muli servirono nel Regio Esercito durante la Seconda Guerra Mondiale.