Gianmarco Caboni - CinoFilia

Gianmarco Caboni - CinoFilia Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Gianmarco Caboni - CinoFilia, Addestratore cinofilo, Via Siena 17, Capoterra.
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25/09/2024

Quando parliamo di salute del nostro cane, spesso ci concentriamo solo sugli aspetti fisici: una corretta alimentazione, visite veterinarie regolari, vaccini, e prevenzione delle malattie. Tuttavia, c'è un elemento fondamentale che spesso sottovalutiamo: la sua salute psicologica.

La salute mentale del cane è strettamente legata alla sua salute fisica. Un cane che vive situazioni di stress, ansia o frustrazione, può manifestare sintomi clinici come problemi digestivi, dermatiti, perdita di pelo o abbassamento delle difese immunitarie. Questo succede perché il corpo e la mente sono strettamente connessi, non solo per gli esseri umani, ma anche per gli animali.

Inoltre, la dinamica sistemica all'interno della famiglia ha un impatto enorme sul benessere generale del cane. Quando il cane si sente parte di un ambiente armonioso, dove i suoi bisogni emotivi e psicologici sono compresi e rispettati, il suo benessere clinico ne beneficia. Una relazione sana tra cane e proprietario, basata su rispetto, comunicazione chiara e comprensione reciproca, può prevenire molti problemi di salute e migliorare la qualità della vita di entrambi.

Al seminario “La Relazione che Cura”, la Dott.ssa Federica Manunta approfondirà come una relazione equilibrata tra cane e proprietario possa diventare una forma di terapia, migliorando la salute psicofisica del cane e creando una sinergia benefica anche per la famiglia. Questo evento non è solo un’occasione per imparare tecniche pratiche, ma un'opportunità per comprendere meglio come prendersi cura dei bisogni più profondi del nostro cane, contribuendo anche al suo benessere clinico.

📅 Unisciti a noi il 20 ottobre 2024, presso il Centro Culturale EXO', Poggio dei Pini (Capoterra).

Necessaria Iscrizione.

Posti limitati ed ancora disponibili:
3492176017 (Messaggio)
Whatsapp : https://api.whatsapp.com/send/?phone=393492176017&text&type=phone_number&app_absent=0 o scrivi a [email protected]

Più informazioni nel sito: https://www.gianmarcocaboni.it/Eventi.FedericaManunta.html

Dog trainer

12/09/2024

Il Dolore è necessario?
Il dolore ( fisico e o psicologico) fortifica, rende resilienti, il dolore è necessario allo sviluppo di un individuo. Ecco alcuni luoghi comuni da sfatare!
Il dolore purtroppo fa parte della vita di ogni individuo e le emozioni spiacevoli che procura (paura, rabbia, angoscia) servono a riconoscere il dolore in anticipo e a evitarlo. Il dolore crea ferite molecolari che segnano i percorsi di sviluppo e li indirizza; il dolore sensibilizza l’individuo perché sia in grado anticiparlo e permettergli di sviluppare strategie per fronteggiarlo.
Queste strategie sono di sopravvivenza ma non sono sempre funzionali con l’adattamento dell’individuo, anzi, spesso lo imprigionano tenendolo distante dall’adattamento all’ambiente nel quale vive.
Quando si incontrano cani che mettono in atto comportamenti fuori contesto bisogna riconoscerli come atti di difesa che l’organismo (non tanto l’individuo) produce, al di lá della consapevolezza e della volontà. Voler spezzare queste strategie, senza aver guarito le ferite sottostanti, significa voler spezzare l’individuo stesso, piegarlo, fare in modo che si arrenda al dolore, che lo subisca rimanendo impassibile.
Il dolore è già presente nella vita di tutti gli esseri viventi e non può essere considerato uno strumento educativo o ancor peggio riabilitativo. La paura non ha mai educato nessuno, a meno che non si intenda l’educazione come atto di sottomissione.
Dott.ssa Federica Manunta

Il seduto è un autocontrollo?Cosa intendo con controllo e autocontrollo?Con controllo intendo quell’atto che viene messo...
28/01/2022

Il seduto è un autocontrollo?

Cosa intendo con controllo e autocontrollo?

Con controllo intendo quell’atto che viene messo in pratica dal proprietario quando il cane non è in grado di autogestirsi e allora, per necessità si richiede un comando.

Con autocontrollo intendo invece quell’atto che il cane mette in pratica in AUTONOMIA per gestirsi a livello emozionale o per adattarsi all’ambiente circostante, si autodetermina e si autogestisce senza la partecipazione attiva del proprietario che può fungere unicamente da tramite per lo sviluppo di esso.

Esempio :

Siamo al bar e abbiamo necessità che il cane non salti di cameriere in cameriere per cercare di accaparrarsi la colazione.

Prima cosa da fare, nel collettivo comune, soprattutto da cuccioli : ti insegno il seduto ( o il terra, o il fermo ) e lo applico, che implica il darti un ordine, un comando, e toglierti quindi la facoltà di capire in autonomia come comportarti in un certo luogo ed in un certo spazio.

Questo creerà nel cucciolo la necessità, la prossima volta, che gli si chieda nuovamente di sedersi o che mostri il comportamento semplicemente per ripetizione senza creare una competenza in grado di generalizzare anche in altri contesti.

Quale può essere un’alternativa?

Si basa sull’attendere che il cane trovi una soluzione in indipendenza.

Pazientando diamo la possibilità al cane di provare la frustrazione di non poter ottenere qualcosa, di lavorare cioè sulla conazione ( io voglio in termini motivazionali ottenere qualcosa, ma non posso ) senza la necessità di essere controllato.

Sembra una piccolezza ma vi è un abisso.
Perché da una parte abbiamo una richiesta che il cane mette in pratica per condizionamento, dall’altra abbiamo la creazione di una competenza che agisce sulla capacità di gestione degli stati emotivi, sulla flessibilità cognitiva e sul risolvere una situazione di scacco.

Ciò non implica che in alcuni contesti sia vietato chiedere un comando o una richiesta di gestione o aiutarlo qualora fosse in difficoltà.

Gli esercizi addestrativi non sono il male, anzi, lo sono quando diventano l’unico metodo comunicativo che abbiamo per comunicare e insegnare qualcosa al nostro cane.

Questo nuovo anno è iniziato con tante persone che hanno deciso di migliorare la loro vita contattandomi alla ricerca di...
17/01/2022

Questo nuovo anno è iniziato con tante persone che hanno deciso di migliorare la loro vita contattandomi alla ricerca di un professionista che li guidi in questo mondo ricco di colori che è la cinofilia.

Sono sempre molto onorato della fiducia che ripongono in me.

Ancor più quando chi arriva da me ha già intrapreso percorsi precedenti rendendosi conto che gli “approcci” utilizzati non erano in linea con loro e con ciò di cui avevano bisogno.

Diventa sempre più difficile per chi è fermo nella formazione portare avanti le vecchie “regole” del capobranco autoritario, perché internet non puoi spegnerlo, e le persone si informano e si rendono sempre più capaci di riconoscere in chi trovare una guida reale per la loro relazione.

E la relazione, dal latino “ creare un legame “ è formata da un sistema complesso di fili, a volte ingarbugliati, che non puoi delineare solamente imponendoti con un collare elettrico.

Quello che faccio nel mio lavoro è guidare i “ proprietari “ nel scoprire chi è il cane con cui convivono e da lì partire per creare una vita insieme che sia quanto più priva di attriti ed incomprensioni, ma invece ricca di momenti condivisi e di comprensione.

Ma per comprendere serve sapere, per cui non lasciatevi ingannare da chi sostiene che la cinofilia si faccia solo in un campo lavorando insistentemente esercizi addestrativi.

La cinofilia è tanto altro, e se la pratica è fondamentale lo è anche la teoria di qualsiasi approccio, che voi dovete conoscere in maniera intima in modo da diventare capaci di leggere le emozioni che prova il vostro compagno vita.

Una volta creata una base solida da cui partire sarete liberi di fare e praticare qualsiasi sport con il vostro cane, ma se prima non avete creato un equilibrio, se prima non avete appreso le basi per capire quando il vostro cane è felice oppure triste, quando è in ansia oppure gioioso, quali sono le giornate per lui appaganti e quali invece insostenibili, come pensate che possa bastare insegnargli seduto/terra/resta?

Valorizzate la vostra relazione, non fatevi bastare che il cane “obbedisca” ai vostri comandi, ma siate curiosi di sapere le innumerevoli sfumature in cui potete essere felici.

Con flessibilità cognitiva intendiamo quella capacità di adattamento positivo che il cane acquisisce in particolar modo ...
18/11/2021

Con flessibilità cognitiva intendiamo quella capacità di adattamento positivo che il cane acquisisce in particolar modo nei primi mesi di vita e che gli fornisce la possibilità di vivere situazioni di stress senza provare esagerato disagio.

E’ una capacità indispensabile per la vita del cane nel nostro contesto societario ricco di novità e di eventi che la mente del cane fatica ad interpretare senza logica.

“ Il vento non spezza un albero che sa piegarsi “

Questa frase è utile come metafora perché richiama forza, resistenza ma soprattutto resilienza. Un cucciolo che sviluppa flessibilità sarà in grado di interiorizzare le nuove esperienze in modo che diventino competenze.

Di contro alla flessibilità abbiamo la rigidità o fissità cognitiva.

Con questi termini intendiamo la difficoltà ( a volte impossibilità ) del cane di adattarsi ad eventi nuovi e differenti, perché non ha avuto modo di viverli nei giusti periodi oppure non gli sono stati riproposti con la giusta frequenza. Ma soprattutto la rigidità arriva quando le esperienze che si vivono non sono poi associati a un’emozione positiva.

La rigidità può riguardare, ad esempio :

le superficie calpestabili;
il cibo edibile;
i rumori ambientali;
la morfologia dei cani frequentati;
gli stili comunicativi appressi;
i contesti frequentati;
le passeggiate giornaliere.

Un cane rigido è quindi colui che ha vissuto poche esperienze nella sua vita e che ripete sempre la stessa quotidianità ( benché funzionale ) senza arricchimenti. E’ un cane che non riesce a stare sereno in contesti diversi sino ad arrivare a manifestare esagerazioni quali ansie, paure o fobie.

Un cane flessibile è invece colui che riesce vivere la maggior parte delle esperienze ( se in linea con le sue caratteristiche specie/specifiche e individuali ) in maniera serena e diventa facile per noi includerlo nelle nostre attività e quindi nella società.

E’ uno dei punti fondamentali trattati nei percorsi educativi, in particolar modo nei cuccioli ma anche nei cani deprivati, valutando in che maniera sia possibile ampliare le loro esperienze senza gravare troppo su ciò che sono.

Se avete un cucciolo, è un argomento che dovete assolutamente conoscere!

Perché tendiamo a paragonarci costantemente agli altri proprietari?La tendenza a paragonarsi agli altri ha a che fare, s...
11/11/2021

Perché tendiamo a paragonarci costantemente agli altri proprietari?

La tendenza a paragonarsi agli altri ha a che fare, spesso, con la competizione ma soprattutto viene utilizzata come criterio valutativo perché siamo cresciuti in una società in cui non valiamo più in relazione solo a ciò che siamo, ma in relazione agli altri.

Ma più ci confrontiamo, più ci neghiamo. Perché il confrontarsi presuppone un punto di partenza comune che non esiste.

I “problemi” che sentiamo con il nostro cane possono essere reali oppure essere creati dalla società in cui viviamo; e capita spesso che arrivino da me famiglie che hanno una bellissima relazione ma continuano a flagellarsi per ogni piccola sbavatura rispetto a quello che nell’ideologia comune dovrebbe essere la “perfezione” .

A tal proposito voglio portarvi un pensiero del filosofo Kierkegaard :

“ Un uc***lo si procura del cibo e costruisce un nido per ripararsi. È tutto ciò di cui ha bisogno per vivere e lo fa in modo naturale, senza preoccuparsi. Potrebbe vivere felicemente. Fino al giorno in cui si confronta ad un “uc***lo più ricco”. Allora inizia a preoccuparsi di costruire un nido più grande e cercare più cibo, anche se non ne ha bisogno. In quel preciso momento, il naturale cede il posto all’artificiale e la soddisfazione diventa insoddisfazione. Una vita felice si trasforma in una vita miserabile. “

Un punto di partenza comune non esiste perché ognuno di noi ha una storia diversa, un mondo interiore unico. E soprattutto il cane, essendo un individuo a sè, non potrà mai essere paragonato agli altri : per genetica, per ambiente, in generale per soggettività.

Paragonare sè stessi ed il proprio cane significa negare la ricchezza dell’unicità della propria relazione.

Guardiamo all’esterno consapevoli che noteremo differenze ma rivolgiamoci ad un professionista quando vogliamo capire se siamo in errore, se la nostra relazione è sana oppure disfunzionale.

Ma state attenti nell’inseguire l'irraggiungibile, iniziamo anche a scoprirci e valorizzare la relazione con il nostro cane per quello che è, come atto di riaffermazione e libertà.

Il problema è l'educatore o è dentro di noi?Capita che i percorsi educativi o riabilitativi falliscano.E’ un argomento s...
09/11/2021

Il problema è l'educatore o è dentro di noi?

Capita che i percorsi educativi o riabilitativi falliscano.

E’ un argomento spinoso ma che è giusto trattare per svelarvi i retroscena di una professione a volte difficile.

Durante i percorsi intrapresi con i “proprietari” ed i loro cani può capitare di non riuscire a formare un’alleanza e di non ritrovarsi reciprocamente nei rispettivi bisogni.

Nonostante nella mia formazione sia presente la psicologia e nonostante io chieda aiuto a figure professionali come psicologi o psicoterapeuti nella supervisione del mio lavoro, capita di non riuscire ad entrare in relazione con chi chiede aiuto.

Ed ancora più spesso capita che la relazione non si consolidi per via delle richieste che mi si portano, delle aspettative riposte e della disillusione che arriva quando, fronte ai bisogni solidi del proprietario che vuole il proprio benessere trascurando totalmente quello del cane, io dico no.

Poi capita di sbagliare. Capita a tutti, gli errori sono tanti, fanno parte della crescita ed ognuno è una ferita sul cuore.

In alcuni casi però arrivano da me delle persone che, reduci da altri percorsi con altri professionisti, vogliono ritentare nell’essere nuovamente seguiti.

Con grande fiducia portano le problematiche che sino ad allora hanno riscontrato e se a volte è vero che il “problema” era radicato nell’errore della scelta dell’educatore o istruttore precedente altre volte capita che il problema sia altrove : dentro di loro.

In tante persone il cambio prospettiva è difficile, a volte impossibile, perché vedere le criticità fa male e automaticamente e fisiologicamente ce ne allontaniamo.

Per cui quando siete all’interno del vostro percorso di educazione o di istruzione siate critici verso il professionista nell’analizzare le sue reali competenze ed il modo in cui vi segue, se con diligenza o negligenza, se con premura o disinteresse, con competenza o incompetenza ma soprattutto chiedetevi se siete pronti nell’affrontare i vostri demoni che vi bloccano con delle tenaglie.

Il cambiamento è dolore, ma è anche rinascita.

L’ansia da deprivazione è una conseguenza derivante dalla mancata socializzazione ambientale ed esperienziale dei cuccio...
05/11/2021

L’ansia da deprivazione è una conseguenza derivante dalla mancata socializzazione ambientale ed esperienziale dei cuccioli.

Sono presenti dei periodi chiamati “sensibili” e periodi chiamati “di transizione” , radicati nella prima vita del cane e vitali per il loro benessere psicofisico.

Vitali perché, se in questi periodi il loro sistema nervoso e tutti i sensi percettivi non vengono esposti gradualmente - e correttamente - agli stimoli esterni, successivamente nell’età adolescenziale ed in quella adulta possono verificarsi condizioni che possono variare dalle paure, all’ansia a vere e proprio fobie.

Ma oggi vorrei parlarvi non dell’ansia da deprivazione, ma dell’ansia che depriva.

L’ansia che depriva non è qualcosa che riguarda il cane, bensì il “proprietario” .

Difatti è quest’ultimo che, sommerso da dubbi e dalla paura di sbagliare, semplicemente non fa oppure fa ma nella maniera che riesce ad affrontare che spesso è limitata.

Parliamo di tutti quei “proprietari” che :

- non fanno uscire il cane sino alla completazione di tutto il ciclo vaccinale ( che in alcuni casi può raggiungere anche i 5 mesi! ) per paura che possa prendersi le malattie più comuni;

- hanno timore del giudizio altrui circa la gestione del cane e ciò li limita nei luoghi dove andare, chiudendosi in un rapporto morboso a due;

- hanno timore di lasciare il cane da solo, anche solo poche ore o addirittura minuti;

- paura di liberare il cucciolo, sia nelle aree cani che negli ambienti boschivi;

- in generale hanno paura che il cane si faccia male, che possa mangiare da terra qualcosa, che possa ferirsi, che possa accadergli qualcosa di grave;

Ciò comporta delle involontarie chiusure cicliche che porteranno all’opposto di ciò che si desidera : la salvaguardia del cucciolo.

Perché se da una parte l’ansia protegge in una campana di vetro il cane da possibili pericoli “clinici” dall’altra mina ( a volte in maniera drastica ed irreversibile! ) la sua salute psicologica.

L’ansia che depriva genera quindi l’ansia da deprivazione.

Ricordiamo che la tutela è indispensabile, il problema è quando la tutela diventa eccessiva!

Il cane è davvero lo specchio del proprietario?Questa frase è spesso usata - oggi addirittura abusata - per descrivere i...
03/11/2021

Il cane è davvero lo specchio del proprietario?

Questa frase è spesso usata - oggi addirittura abusata - per descrivere il modo in cui i cani assomigliano ai “proprietari” dal punto di vista comportamentale, ma vorrei fare con voi una riflessione che possa aiutarvi a cogliere il mio punto di vista.

Personalmente ritengo che da una parte sia vero, dall’altra sia svilente, sia verso i cani che verso di noi.

Vero perché i nostri comportamenti ed il modo in cui interagiamo sono letteralmente formativi :

- se utilizziamo la violenza verso il cane è molto probabile che questo la interiorizzi come metodo comunicativo ed espressivo e lo manifesti a sua volta verso il prossimo, altri cani o altri esseri umani;

- se siamo molto ansiosi verso il mondo, è molto probabile che il cane manifesti titubanza verso le novità, perché involontariamente saremo proibitivi a far sì che possa vivere in indipendenza le proprie esperienze.

Questi sopra sono degli esempi che il professionista è in grado di cogliere per stilare poi un profilo della persona, del cane e della relazione su cui dovrà lavorare.

Ma ciò che il cane mostra, i “sintomi”, sono sempre responsabilità della relazione?

No, e penso appunto in alcuni casi sia svilente.

Svilente perché togliamo personalità e soggettività all’essere vivente che abbiamo di fianco, dando per scontato che tutto dipenda da noi : spoiler, NON è così!

Esistono tare genetiche che possono aver predisposto il soggetto a sviluppare certi comportamenti o certe peculiarità.

Ad esempio genitori “cani” incompetenti e ansiosi possono sviluppare cuccioli simili con grandi possibilità di essere ipersensibili; genitori “cani” potenzialmente aggressivi possono a loro volta generare una prole con motivazioni parallele.

E svilente perché dare la colpa a noi stessi, alle scelte sbagliate ed agli errori, rischia di deresponsabilizzare il cane della sua parte che influisce sulla relazione.

Per cui non flagelliamoci se non riusciamo a risolvere tutto, non abbiamo spesso “colpe” nell’essere come siamo, per via della nostra storia di vita, dei nostri genitori, della nostra genetica, dell’ambiente in cui siamo vissuti e in cui viviamo!

La differenza di approccio tra i professionisti cinofili è un dramma per i “proprietari” , ed è sempre più difficile per...
26/10/2021

La differenza di approccio tra i professionisti cinofili è un dramma per i “proprietari” , ed è sempre più difficile per loro destreggiarsi tra la miriade di informazioni diverse che oramai si trovano su internet e sui social.

C’è una differenza sostanziale che ho notato esserci tra il servizio che io propongo rispetto a quello di altri. La differenza sta nel MODO in cui si “educa” il proprietario.

Alcuni colleghi tendono a sottostare alle richieste di chi, in difficoltà nel suo quotidiano, porta i SUOI bisogni. Non quelli del cane. Il lavoro che fanno è quindi incentrato sull’appagare colui che vuole che il cane si adegui alle sue richieste.

Quello che io faccio è molto diverso.

Certamente c’è un’accoglienza rispetto alle richieste di chi ha un dolore. Ma c’è poi un occhio molto vigile che guarda il cane e si chiede qual è il modo migliore di far capire alla parte umana che i bisogni sono diversi, sì, ma universali, e che ogni essere vivente necessita di appagamento per essere felice.

E che la maggior parte dei problemi - che non sono altro che sintomi di disagio - derivano da lì.

Per cui tutto muta.

Di fronte alla richiesta ferrata di trovare una soluzione veloce al cane che tira, c’è il mio occhio che osserva i luoghi in cui il cane passeggia e soprattutto l’incidenza di questi sul suo stato emotivo : se non sono luoghi in cui il cane ha piacere di stare, il percorso non sarà incentrato sul farglieli piacere, ma sul trovare delle alternative appaganti che poi, nell’attuarle, potranno portare anche a tollerare quei luoghi in cui, per necessità straordinarie, si dovrà stare controvoglia; e se questo non è possibile e non è in linea con il benessere dell’animale, ad evitarle completamente.

E’ un piccolo esempio ma che racchiude l’assertività che nel corso degli anni ho sviluppato rispetto alle richieste che arrivano dal “proprietario” inconsapevole, che non ha bisogno di troppa accondiscendenza ma anche di punti fermi lì dove il proprio mondo interiore porta disfunzionalità nella relazione con il cane.

Quello che io svolgo nel mio lavoro è insegnare a dire NOI e non più IO.

La scuola cinofila riapre!Dopo 3 settimane in cui ci siamo riposati e dedicati alla cura di noi stessi, siamo pronti a r...
31/08/2021

La scuola cinofila riapre!

Dopo 3 settimane in cui ci siamo riposati e dedicati alla cura di noi stessi, siamo pronti a riprendere con l’educazione cinofila a Capoterra, Cagliari e provincia.

I periodi di stacco dalla realtà lavorativa credo siano fondamentali, ho avuto modo di fare un riepilogo di tre aspetti principali : ciò che ho sbagliato, ciò che ho fatto giusto e ciò in cui voglio migliorare.

Questo lavoro viene spesso banalizzato dai più : cosa ci vuole a far sedere un cane? Guarda come sono bravo, guardando un video su youtube.

Senza dubbio è vero : per lavorare sugli esercizi addestrativi, a meno che non si voglia raggiungere vette di agonismo, discernendo ciò che dice l’internet si riesce a raggiungere dei buoni obiettivi anche in autonomia.

Ma il mio lavoro non ruota attorno a ciò. L’educazione cinofila non ruota attorno a ciò.

L’addestramento è spesso collegato alla performance ed al controllo, quello che io seguo è un approccio in cui l’obiettivo principale risulti far emergere nel cane l’autocontrollo, fornendogli strumenti indispensabili per integrarsi in un ambiente societario difficile per loro ed etologicamente parlando, spesso avverso.

Ma soprattutto, è un approccio in cui la priorità resta il rendere consapevoli i proprietari del cane che hanno di fronte, spiegando quali sono le sue attitudini, le sue motivazioni, in generale cosa lo caratterizza come individuo, in base alla genetica ed all’ambiente che lo ha plasmato.

Significa partire dal presupposto che il cane porta con sè dei desideri che non è in grado di esprimerci a parole; in tanti cani questi desideri sono rinchiusi in un angolo di cuore in attesa di essere visti dai compagni umani che, per mancanza di cultura, non riescono a vederli.

Educazione cinofila per me significa dare nuovi occhi, che permettano di cogliere, vedere e poi poter scegliere, in piena autonomia e consapevolezza, guidati da parole ricche di esperienza e comprensione, come poter rendere migliore la vita del cane e di riflesso, la propria.

Se hai bisogno di una consulenza, puoi contattarmi al 3492176017, anche su Whatsapp.

Se vuoi maggiori informazioni visita il mio sito www.gianmarcocaboni.it

03/05/2021

Per chi ancora sostenesse che del cane debba occuparsene solo l' "addestratore" e non che il ruolo del Professionista ( con la P maiuscola! ) debba essere quello di curare la relazione. Riflettete!

La Sardegna riparte, e noi ci siamo!  Sarà possibile spostarsi da tutta la Provincia di Cagliari verso Capoterra o richi...
30/04/2021

La Sardegna riparte, e noi ci siamo!
Sarà possibile spostarsi da tutta la Provincia di Cagliari verso Capoterra o richiedere una consulenza a domicilio.

Come lo scorso anno, in questo stesso periodo vi propongo il percorso CUCCIOLI!

Un percorso a cui tengo molto perché questa categoria è stata paradossalmente la più esposta essendo la più fragile.

Non tutti sanno che un cucciolo ha bisogno di molte premure ma soprattutto di cultura : gli errori fatti accidentalmente nell’età giovanile ( soprattutto nei primi mesi! ) possono portare a danni anche molto gravi : dai deficit di socializzazione all’ipersensibilità, passando dall’iperattaccamento sino ad arrivare all’iperattività.

Ovviamente, come per tutti gli esseri viventi, vi sono delle predisposizioni genetiche ma l’ambiente in cui il cane cresce e le figure sociali di riferimento con cui convive sono di estrema importanza : così come una pianta cresce più rigogliosa nei lati in cui è esposta alla luce, è nostro dovere saper riconoscere ed indirizzare i suoi talenti affinché si integri in maniera corretta nella società ma soprattutto nella nostra vita.

Educare ( da educere - portare fuori ) non è semplice come alcuni credono, saper riconoscere i bisogni, le motivazioni e le emozioni che guidano un soggetto verso il mondo richiede degli occhi nuovi che un professionista può donarvi.

Imparare a leggere il suo modo di comunicare e di stare al mondo vi darà la possibilità di evitare gli errori più comuni e di creare una relazione forte e duratura.

Attendere l’adolescenza o addirittura l’età adulta può essere un errore grossolano perché vi metterà di fronte alla possibilità di insorgenza di problemi più difficili da risolvere.

Parola chiave : PREVENZIONE!

Sotto la mia guida esperta sarete più sicuri di voi, delle vostre scelte ma soprattutto più consapevoli!

Per scoprire meglio il percorso e sapere i prezzi visita la pagina del mio sito : https://www.gianmarcocaboni.it/PercorsoCuccioli.html oppure chiamami al 3492176017; allo stesso numero puoi scrivermi su Whatsapp :-)

Crea le basi per un rapporto solido con il tuo cane, permettigli di vivere una vita felice al tuo fianco; gioca, impara per lui e con lui ma soprattutto, divertitevi insieme!

Al giorno d’oggi il marketing ci bombarda con l’idea che la relazione con il nostro cane sia felice unicamente se rispec...
20/02/2021

Al giorno d’oggi il marketing ci bombarda con l’idea che la relazione con il nostro cane sia felice unicamente se rispecchia alcuni canoni di “perfezione”: il cane NON DEVE ti**re al guinzaglio, il cane DEVE tornare al richiamo, il cane DEVE essere “obbediente”, ma soprattutto NON DEVE farci sentire inadeguati agli occhi degli altri.

Il fine del marketing è quello di vendere, ed il metodo più utilizzato è la manipolazione o la persuasione per soddisfare i nostri bisogni. Alcune volte questi “bisogni” vengono totalmente inventati.

Una delle invenzioni più grandi del 20° secolo è che il cane ci appartenga e soprattutto sia lo specchio del proprietario.

Il suo “ biglietto da visita “, alcuni lo chiamano.

Cerchiamo la perfezione guidati da canoni estetici e comportamentali spesso non in linea con il concetto di realtà, salute, fisica e psicologica nostra e del nostro cane.

Per fare un parallelismo è quello che succede con l’estetica del corpo: siamo bombardati da modelli estetici spesso inarrivabili ma soprattutto che non sono indice di quella che è la salute. Una persona in sovrappeso non è per forza una persona che non sta bene; allo stesso modo succede nella cinofilia, dove spesso gli stessi professionisti si propongono al pubblico con modelli che non rispecchiano il concetto di sana relazione.

Il cane che torna al richiamo in ogni momento non è per forza un cane felice ed in salute.

Il cane che esegue seduto, terra, resta, riporto, giravolta e ci sbalordisce in modo performativo, non è per forza un cane felice ed in salute.

Il cane che esce 7 volte al giorno, non è per forza un cane felice ed in salute.

Circondati da un mondo che ci dice che il cane non ci debba dare problemi, che debba essere “curato” e “seguito” in ogni suo bisogno più profondo, maturiamo dentro di noi ansie, sensi di colpa ed inadeguatezze su concetti che purtroppo, spesso, non possiamo raggiungere.

Trovare il giusto compromesso tra quello che è il benessere di entrambi è la giusta chiave per avere una relazione di reciprocità, al cui interno saranno ben incluse anche le emozioni negative, che non possiamo evitare agli altri ed evitarci, perché fanno parte della vita.

Inizia il nuovo anno "scolastico" cinofilo, si riordinano le idee, si delineano i nuovi progetti ed i prossimi obiettivi...
04/09/2020

Inizia il nuovo anno "scolastico" cinofilo, si riordinano le idee, si delineano i nuovi progetti ed i prossimi obiettivi.

Benché sia un libero professionista mi è sempre piaciuto definire la mia attività come "scuola" e trattare chi arriva da me come il più prezioso degli allievi.

Ed ogni volta che qualche nuova vita, a due e quattro zampe, varca le porte del campo mi piace immaginarli con lo zaino sulle spalle, un nuovo diario fiammante appena preso dalla cartoleria, tante prospettive future e soprattutto voglia di imparare.

Spesso è così, ed io non potrei essere più felice: dare aria a quella piccola fiamma di passione dentro ogni "proprietario", nella speranza di vederla divampare, è un'esperienza magnifica.

In particolar modo quando dall'altra parte trovi legna buona che arde.

Altre volte la realtà è un'altra.

Lì dove alcuni hanno semplicemente bisogno di una guida per la loro relazione, altri hanno dentro di sé storie pregne di dolori, di rinunce, di frustrazioni, di cose buie e ricolme di angoscia.

È la legna bagnata dalla pioggia dove le scintille fanno fatica ad attecchire.

Stiamo parlando di quei casi dove due vite si incontrano ma non c'è intesa, non c'è condivisione di obiettivi, di motivazioni, di interessi.

Ma soprattutto di quei casi dove non si è scelto di prendere un cane, ma ci si è trovati: in una nuova vita, intrappolati in una gabbia di freddo metallo che prende il nome di incomprensione.

Qui il sostegno da dare alle famiglie è enorme, bisogna avere solide spalle per attutire i colpi che arrivano, perché dall'altra parte non è detto che si sia pronti a sentire quello che l'occhio del professionista vede.

Eppure sono i "casi" che preferisco, perché ogni piccolo traguardo viene vissuto come la più lauta delle conquiste.

Sarà un nuovo anno pieno di storie, di soddisfazioni e di delusioni, di percorsi riusciti e di fallimenti.

Sarà un nuovo anno in cui cercherò di fare il meglio che posso per migliorare la qualità delle vite dei cani e degli umani che incroceranno il mio cammino.

E voi? Siete pronti ad iniziare questo nuovo anno? :-)

www.gianmarcocaboni.it

Ricordo a tutti che il mio canale social preferenziale di pubblicazione è Instagram in quanto lo ritengo più completo da...
04/09/2020

Ricordo a tutti che il mio canale social preferenziale di pubblicazione è Instagram in quanto lo ritengo più completo da molti punti di vista, da ormai 3 mesi faccio divulgazione, quindi nel caso abbiate piacere di seguirmi potete trovarmi cliccando nel link qui sotto :-)

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