Clinica Veterinaria Animal House

Clinica Veterinaria Animal House Struttura moderna, confortevole e tecnologicamente all'avanguardia, coniuga l'eccellenza medica veterinaria con un'atmosfera familiare.

La clinica veterinaria Animalhouse, diretta dal Dr Fabrizio Ibba, offre ai suoi pazienti una notevole esperienza in materia di clinica e di medicina di laboratorio dei cani e dei gatti e tecnologie diagnostiche e terapeutiche d'avanguardia. Oltre a tutte le comuni prestazioni mediche di base (radiologia, ecografia, endoscopia) è possibile eseguire anche procedure più specialistiche come biopsie la

paroscopiche, broncoscopie, emogasanalisi e ospita un reparto di emodialisi. L'ambulatorio è affiancato da un laboratorio di analisi veterinarie molto attrezzato.

17/01/2024

Noi della clinica specialistica Animal House, ogni giorno affrontiamo e… Luca Salvetti needs your support for Le cure in sospeso per gli amici meno fortunati

29/09/2023

La selezione è conclusa, ed i pazienti scelti sono già in trattamento.
Grazie a tutti per le condivisioni e l'interesse dimostrato.

A breve i primi risultati preliminari.

Ricerca candidati

Cari amici e pazienti 🐾
La clinica Animal House a Capoterra, in partnership con un’azienda di biotecnologie, promuove un ricerca clinica su un integratore innovativo creato in un progetto di cure naturali per il trattamento della Leishmaniosi canina.

A questo scopo servono candidati disponibili al trattamento, a titolo gratuito compreso di esami di monitoraggio, che rispondano a questi requisiti minimi:
1. Soggetti malati di leishmania con alterazioni cliniche e laboratoristiche tipiche
2. Cani orientativamente di 10kg di peso
3. Pazienti che siano... pazienti! Collaborativi e felici di farsi visitare!
4. Pazienti refrattari o non idonei per qualsiasi motivo alle terapie standard per la malattia in oggetto

Se pensate che il vostro cane risponda a questi requisiti e volete accedere allo studio clinico potete contattare il dr Fabrizio Ibba presso la clinica Animal House unicamente via mail all'indirizzo [email protected] allegando foto del paziente ed esami a corredo della diagnosi.

NOTA IMPORTANTE
Vi preghiamo cortesemente di non contattare telefonicamente o via whatsapp ma ESCLUSIVAMENTE via mail all'indirizzo specificato nel post.

03/02/2023

Comunicazione di servizio.
La linea telefonica è stata interrotta dal gestore che ha dismesso la rete nella nostra zona.
In attesa di passare a diverso operatore vi preghiamo di contattare al 3339116263 in orario di apertura della clinica.
(Mattina dalle 9:30 alle 12 e pomeriggio dalle 16:30 alle 19 dal lunedì al sabato mattina)

Scusate l'inconveniente ma non dipende da noi

24/01/2022

profilo Un’adorabile gattina bianca ha conquistato il web per il suo aspetto particolare: attorno ai suoi occhi la colorazione del pelo è

Come mai il costo di un intervento di sterilizzazione può oscillare così tanto da veterinario a veterinario?Chiedetevi s...
23/01/2022

Come mai il costo di un intervento di sterilizzazione può oscillare così tanto da veterinario a veterinario?

Chiedetevi se c'è un anestesista che gestisce l'intervento con accesso venoso di sicurezza, Chiedetevi se c'è monitoraggio elettrocardiografico, respiratorio e pressorio
Chiedetevi se il paziente è sottoposto a intubazione tracheale per impedire soffocamento da rigurgito e per consentire somministrazione di ossigeno e gas anestetici, e in caso di necessità per assicurare una respirazione assistita.
Si fa terapia del dolore o invece di una vera anestesia si utilizza una più economica contenzione farmacologica?
La tecnica operatoria è sempre uguale o magari il chirurgo interviene con tecniche mininvasive e grazie al fatto di non usare legature internamente ma un moderno apparecchio che sigilla senza creare dolorose strozzature garantisce agli animali un comfort ottimale e una ripresa immediata senza bisogno di collari Elisabetta o altre fastidiose costrizioni?
C'è bisogno di antibiotico dopo l'intervento oppure l'intervento è stato eseguito con adeguata pulizia e l'antibiotico potete evitarlo con notevoli vantaggi per il paziente e per la collettività?

Chiedetevi a quale di queste cose evidentemente state rinunciando quando sterilizzate in economia.

A noi piace che i nostri pazienti abbiano questo risultato:

31/12/2021

Qualche riferimento sulla utilità della lisina come integratore per le malattie virali feline.

La lisina, è stata proposta per anni come integratore adatto a contrastare la herpesvirosi felina perché antagonista dell'amminoacido arginina, che ha un effetto promotore sulla replicazione del virus erpetico. Questa utilità è dimostrata in vitro, ma clinicamente sul campo non ha avuto alcuna dimostrazione di efficacia. Al contrario ci sono studi che ne dimostrano la inefficacia e anche la pericolosità (nell'uomo, nel quale ugualmente è stata proposta come supporto nutrizionale nel paziente erpetico).
Visto che in molti gruppi social di proprietari di gatti sembra diventata molto popolare la supplementazione di lisina anche verso la felv, sarei interessato a sapere se chi la propone fondi questa pratica sulla base di qualche studio scientifico pubblicato, perché non solo a me è ignoto che ne siano stati fatti, ma dal punto di vista meramente teorico, essendo la lisina competitiva verso la arginina potrebbe ridurre gli effetti di questo aminoacido, che è invece dimostratamente utile al sistema immunitario (arginina promuove le cellule T).
Se qualcuno ha riferimenti da letteratura medica cortesemente potrebbe farmelo avere?
Nel frattempo invito i proprietari di cani e gatti a dubitare di farmaci e integratori proposti in maniera "miracolosa".

Buongiorno a tutti!Come sapete, pur non definendomi un esperto mondiale, ho una esperienza notevole nel trattamento dell...
11/12/2021

Buongiorno a tutti!
Come sapete, pur non definendomi un esperto mondiale, ho una esperienza notevole nel trattamento della leishmania e avendo avuto la fortuna di prendere un dottorato di ricerca proprio con uno studio su terapia e monitoraggio di questa malattia, e avendo avuto la fortuna di partecipare alla pubblicazione di diversi studi su questa tematica, vorrei intervenire su un dibattito che si è acceso in questo periodo sulla terapia dei cani leishmaniotici.
Il cane che vedete nella foto è un cane che mi è arrivato perché non rispondente alle cure.
Questo cane in effetti è stato trattato sia con glucantime che con milteforane senza risultati.
Purtroppo il ceppo di leishmania che lo affligge è risultato, testato dalla coltura e dal saggio sulle resistenze, completamente non responsivo al glucantime (quindi una inefficacia ASSOLUTA), e al milteforane (che necessiterebbe di dosaggi al di fuori delle possibilità fisiche di somministrazione).
Ovviamente abbiamo aperto la scatola delle terapie più efficaci di terza e quarta scelta, e stiamo riuscendo a rimetterlo in sesto.
Ma rimane un quesito da porvi: sapete cosa porta alla resistenza dei ceppi di un patogeno?
L'utilizzo di dosi subottimali di un antibiotico o di un antiprotozoario.
Quando si esegue una terapia bisogna attenersi ai dosaggi e ai tempi che dalla letteratura scientifica (e cioè dalla esperienza di una infinità di veterinari che hanno raccolto dati nel tempo sll'utilizzo di questi farmaci), perché se si usano dosi inferiori a quelle stabilite efficaci si abitua il patogeno al farmaco, come si dice ciò che non ti uccide ti fortifica.
E anche l'utilizzo per tempi superiori al necessario è una disgrazia che semplicemente crea resistenza.
E casi disperati poi come Chicco, il cane della foto, che deve usare farmaci insoliti e a loro modo problematici.
Non esistono terapie miracolose per la leishmania, quelle che ci sono garantiscono la cura dei cani nella praticamente totalità dei casi.
ciò che poi conta nella comparsa delle recidive non è tanto la terapia iniziale (anche se una terapia VELOCE è migliore di una terapia LENTA, per l'impatto sul sistema immunitario) quanto poi la fase successiva di monitoraggio che deve essere sempre adeguatamente frequente e l'utilizzo di immunomodulatori che cerchino di far funzionare al meglio le difese organiche.

SE volete fare bene la terapia del vostro cane leishmaniotico, non usate i farmaci a dosaggi diversi da quelli consigliati nel riquadro che ho messo in foto, e per i periodi che sono consigliati sempre sulle linee guida mondiali su tale patologia.
Sono fra l'altro farmaci che non hanno particolare tossicità.
Il glucantime non è nefrotossico, come vuole la leggenda metropolitana, ma in rari casi, su soggetti predisposti può causare pancreatite. In alcuni casi, soprattutto se la somministrazione non è eseguita correttamente, può creare infiammazione sottocutaneo.
Il milteforane non è gastrolesivo, ma può dare nausea e vomito, ed è embriotossico e mutageno poiché nasce come antitumorale, per cui è bene non darlo a cagne gravide ed è bene che non venga a contatto con le persone che curano il proprio cane perché può essere irritante per cute e occhi ed essendo un antitumorale è bene che le perosne non ne abbiano a che fare con leggerezza. Non si deve usare in soggetti con funzione epatica compromessa.

Quindi andate sereni, l'unico reale guaio per un cane con leishmania è la insufficienza renale cronica.
Se alla diagnosi il soggetto ha gia insufficienza renale le cose si complicano, ma in ogni caso non bisogna perdere le speranze, perché non tutti, purtroppo ci sono cani che muoiono di insufficienza renale, ma anche molti cani con danno renale grave riescono a essere recuperabili.

Nel prossimo post vi presenterò uno di questi casi, che non sono miracolati, semplicemente sono stato curati con estrema attenzione e dedizione dai proprietari e hanno risposto in maniera ottimale alle cure.
I miracoli non esistono, in medicina.
E non fidatevi di chi li vende.

13/07/2021

Una domanda postami su una pagina social di proprietari di gatti malati di FIV e Felv mi ha spinto a scrivere un papiro. 😂😂😂
Ho pensato che potrebbe essere interessante per tutti e allora il commento ve lo riporto qui per intero.

Perché ci sono gatti che hanno la felv e vivono a lungo e altri che invece purtroppo se ne vanno via troppo in fretta?

La patogenesi della felv è influenzata dalla competenza del sistema immunitario del gatto al momento della prima infezione.
Che avviene principalmente in utero, con nascita di gattini già infetti (in genere sono cucciolate minime, di uno o due cuccioli, perché gli altri embrioni nemmeno riescono a progredire) oppure tramite contagio postnatale in genere mediato dalla saliva (il contagio tramite sangue è meno facile, ed il sangue è comunque meno infettante della saliva, anche se pare strano).
Il virus è molto labile, non sopravvive nell’ambiente esterno che pochissimo tempo (Max 1-2 ore esagerando) ed è il motivo per cui difficilmente i gatti si contagiano con cibo e ciotole ma perlopiù leccandosi a vicenda o mordendosi.
Quando il virus, attraverso la saliva e la bocca arriva alle tonsille e negli organi linfoidi della zona avviene la prima replicazione (hai presente il gattino che ha la febbre un paio di giorni e i linfonodi in gola gonfi? Ecco, lui) estendendosi anche ad altri organi del sistema linfatico come la milza.
Qui ci sono due alternative nel 40% dei gatti il sistema immunitario è efficiente ed entro 2-3 settimane elimina qui il virus, e questi gatti sono detti regressor e mai più in vita si ammaleranno. E sono negativi sia ai test antigenici che alla PCR ma sono sieropositivi (ma il test anticorpale in genere non viene eseguito).
L’altro 60% dei gatti invece non riesce a vincere questa prima battaglia ed il virus arriva al midollo e qui succede il casino perché dalle cellule linfoidi il virus si trasferisce a quelle midollari che producono eritrociti e globuli bianchi, e sono i gatti con infezione progressiva. E sono quelli che trovi positivi al test antigenico su sangue, perché il midollo “produce” virus. Ovviamente sono positivi anche alla PCR.
Anche qui comunque i destini possibili sono due: ci sono gatti che sviluppano viremia persistente e ci sono quelli che entro 3-4 mesi riescono comunque a vincere la battaglia. Il virus viene sconfitto ma non eliminato come nei regressor, perché rimane integrato nelle cellule del midollo (e infatti negativizzano ai test antigenici su sangue ma rimangono positivi a una PCR, perché il codice genetico del virus è lì, e in seguito a immunosoppressione per cause diverse può slatentizzare, ridiventando viremico.
I gatti che vanno incontro alla viremia persistente in genere entro tre o quattro anni vanno incontro a problemi o ematologici irreversibili o a problemi di linfomi/leucemie (o anche altri tumori, più raramente).
Quelli che invece hanno il virus integrato possono vivere potenzialmente anche 20anni.
Per quello si ripete il test dopo 5-6 mesi, in genere.
Perché se è positivo al test e poi lo è di nuovo dopo 6 mesi, molto molto verosimilmente si è di fronte a una viremia persistente, e quindi si tratta di uno di quei gatti che ha elevatissime probabilità di non farcela.
E perché la viremia persistente è un problema?
Perché la viremia persistente significa che il virus replica attivamente e ogni volta che replica ha probabilità di mutare, e quando infine arriva la mutazione verso il tipo felv-B o felv-c allora si va incontro o ai tumori per il tipo B o alle anemie da caos midollare refrattarie a ogni terapia per il tipo C.
Esiste anche qualche altra possibilità, ma queste due sono quelle che si vedono realmente.

Ultima precisazione: il gatto è tanto più suscettibile all’infezione quanto più è giovane, ma seppure anziano un gatto può, soprattutto se in presenza di dose infettante elevata, ammalarsi, ed il vaccino offre una protezione in genere sufficiente, anche se rimane prudente evitare convivenze molto strette con gatti felv diffusori.

Indirizzo

Poggio Dei Pini
Capoterra
09012

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 12:00
16:30 - 19:00
Martedì 09:30 - 12:00
16:30 - 19:00
Mercoledì 09:30 - 12:00
16:30 - 19:00
Giovedì 09:30 - 12:00
16:30 - 19:00
Venerdì 09:30 - 12:00
16:30 - 19:00
Sabato 09:30 - 12:30

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