11/12/2021
Buongiorno a tutti!
Come sapete, pur non definendomi un esperto mondiale, ho una esperienza notevole nel trattamento della leishmania e avendo avuto la fortuna di prendere un dottorato di ricerca proprio con uno studio su terapia e monitoraggio di questa malattia, e avendo avuto la fortuna di partecipare alla pubblicazione di diversi studi su questa tematica, vorrei intervenire su un dibattito che si è acceso in questo periodo sulla terapia dei cani leishmaniotici.
Il cane che vedete nella foto è un cane che mi è arrivato perché non rispondente alle cure.
Questo cane in effetti è stato trattato sia con glucantime che con milteforane senza risultati.
Purtroppo il ceppo di leishmania che lo affligge è risultato, testato dalla coltura e dal saggio sulle resistenze, completamente non responsivo al glucantime (quindi una inefficacia ASSOLUTA), e al milteforane (che necessiterebbe di dosaggi al di fuori delle possibilità fisiche di somministrazione).
Ovviamente abbiamo aperto la scatola delle terapie più efficaci di terza e quarta scelta, e stiamo riuscendo a rimetterlo in sesto.
Ma rimane un quesito da porvi: sapete cosa porta alla resistenza dei ceppi di un patogeno?
L'utilizzo di dosi subottimali di un antibiotico o di un antiprotozoario.
Quando si esegue una terapia bisogna attenersi ai dosaggi e ai tempi che dalla letteratura scientifica (e cioè dalla esperienza di una infinità di veterinari che hanno raccolto dati nel tempo sll'utilizzo di questi farmaci), perché se si usano dosi inferiori a quelle stabilite efficaci si abitua il patogeno al farmaco, come si dice ciò che non ti uccide ti fortifica.
E anche l'utilizzo per tempi superiori al necessario è una disgrazia che semplicemente crea resistenza.
E casi disperati poi come Chicco, il cane della foto, che deve usare farmaci insoliti e a loro modo problematici.
Non esistono terapie miracolose per la leishmania, quelle che ci sono garantiscono la cura dei cani nella praticamente totalità dei casi.
ciò che poi conta nella comparsa delle recidive non è tanto la terapia iniziale (anche se una terapia VELOCE è migliore di una terapia LENTA, per l'impatto sul sistema immunitario) quanto poi la fase successiva di monitoraggio che deve essere sempre adeguatamente frequente e l'utilizzo di immunomodulatori che cerchino di far funzionare al meglio le difese organiche.
SE volete fare bene la terapia del vostro cane leishmaniotico, non usate i farmaci a dosaggi diversi da quelli consigliati nel riquadro che ho messo in foto, e per i periodi che sono consigliati sempre sulle linee guida mondiali su tale patologia.
Sono fra l'altro farmaci che non hanno particolare tossicità.
Il glucantime non è nefrotossico, come vuole la leggenda metropolitana, ma in rari casi, su soggetti predisposti può causare pancreatite. In alcuni casi, soprattutto se la somministrazione non è eseguita correttamente, può creare infiammazione sottocutaneo.
Il milteforane non è gastrolesivo, ma può dare nausea e vomito, ed è embriotossico e mutageno poiché nasce come antitumorale, per cui è bene non darlo a cagne gravide ed è bene che non venga a contatto con le persone che curano il proprio cane perché può essere irritante per cute e occhi ed essendo un antitumorale è bene che le perosne non ne abbiano a che fare con leggerezza. Non si deve usare in soggetti con funzione epatica compromessa.
Quindi andate sereni, l'unico reale guaio per un cane con leishmania è la insufficienza renale cronica.
Se alla diagnosi il soggetto ha gia insufficienza renale le cose si complicano, ma in ogni caso non bisogna perdere le speranze, perché non tutti, purtroppo ci sono cani che muoiono di insufficienza renale, ma anche molti cani con danno renale grave riescono a essere recuperabili.
Nel prossimo post vi presenterò uno di questi casi, che non sono miracolati, semplicemente sono stato curati con estrema attenzione e dedizione dai proprietari e hanno risposto in maniera ottimale alle cure.
I miracoli non esistono, in medicina.
E non fidatevi di chi li vende.