28/02/2025
CORIANDOLO E CORIANDOLI
(Coriandrum sativum L.),
ETIMOLOGIA E DESCRIZIONE
La parola latina “coriandrum” ha le sue radici in quella greca “corys” (cimice), seguita dal suffisso “onder” (somigliante), in riferimento alla supposta somiglianza con l’odore della cimice verde dei prati, emanato spremendo o sfregando le foglie del coriandolo. “Coriandrum” indica “qualcosa che fa bene all’uomo”, mentre “sativum “significa “adatto ad essere coltivato”.
Il coriandolo, noto anche come il nome spagnolo di cilantro, è una delle erbe aromatiche più antiche che si conoscano. Molte sono le tracce che testimoniano le proprietà curative del cosiddetto “Coriandrum sativum”, specie in epoca romana, dove veniva utilizzato come erba medicinale, che come condimento.
La pianta da cui si ricava appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae. Nonostante sia originaria dei Paesi del Mediterraneo, la sua fama ha attraversato tutti i continenti. Questo dipende anche alla multiformità della sua natura: il coriandolo, infatti, si riconosce per le sue foglie piccanti, molto apprezzate in India e in Cina, tanto da essere soprannominato “prezzemolo cinese”, ma anche per i suoi frutti granellati simili al pepe, ma con un sapore dolciastro che ricorda i limoni.
La radice da cui nasce la pianta del coriandolo è molto sottile; il fusto può variare dai 30 ai 50 centimetri e i fiori che si alternano alle foglie si caratterizzano per il colore rosa o bianco e i frutti utilizzati in cucina hanno un sapore particolarmente dolce.
STORIA
Il coriandolo è originario dell’Europa meridionale e del Medio Oriente, conosciuto anche con il nome di “Prezzemolo cinese” ,Si colloca tra le spezie più antiche conosciute al mondo. Il suo utilizzo come pianta aromatica e medicinale era così apprezzato da rappresentare un'offerta votiva raffigurata anche nelle tombe egiziane.
Simile ai granelli di pepe ma dal colore giallino, i frutti del coriandolo sono diffusi da secoli nel bacino mediterraneo.
I Romani usavano moltissimo questa spezia pestata e miscelata con sale e aceto per conservare i cibi. Apicio ne proponeva una ricetta, il "coriandratum", come condimento di varie pietanze, Plinio ne evidenziava le particolari virtù terapeutiche.
BENEFICI E PROPRIETA'
Veniamo alla sua composizione e alle sue proprietà: il coriandolo, che vanta solo 23 kcal ogni 100 gr, non contiene colesterolo, è ricco di antiossidanti, di oli essenziali, vitamine (tra cui la vitamina K, che riveste un ruolo fondamentale nella costruzione della massa ossea), fibre alimentari, che riducono il colesterolo cattivo, aumentando quello buono; e contiene molti minerali, tra cui ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio e zinco.
Il coriandolo elimina i gas intestinali, attenua il senso di fatica, combatte l’inappetenza ed è un buon tonico per l’attività cerebrale e per il sistema nervoso. I semi sono un buon rimedio contro le coliche addominali, le difficoltà digestive ed il gonfiore, hanno effetto fungicida e antibatterico e, aggiunti all’acqua dei pediluvi, hanno un effetto rilassante e sgonfiante; l’infuso è consigliato contro mal di testa ed emicrania; l’olio aiuta nei casi di eczema, psoriasi e rosacea, l’estratto previene l’infezione da Candida albicans, proteggendo dai danni causati da avvelenamento da piombo. Il coriandolo, che contrasta l’obesità, favorisce un corretto metabolismo dei carboidrati e combatte la formazione dei radicali liberi dovuti a stress e tossine, grazie ai suoi agenti antiossidanti che proteggono il fegato e stimolano la sua capacità di rigenerarsi, è un rimedio naturale per alcolisti e coloro che soffrono di epatite C.
Il suo utilizzo va dalla preparazione di tisane, agli infusi utili per combattere l’emicrania e l’aerofagia o dolori di stomaco.
È anche in grado di facilitare la digestione e pare abbia proprietà stimolanti, che agiscono anche sul sistema nervoso, intervenendo positivamente su stanchezza e stati umorali depressi. E’ anche un ottimo fungicida e antibatterico.
Vi sono ovviamente delle piccole controindicazioni, più che altro sul suo possibile abuso; infatti esso non deve mai essere assunto in dosi eccessive, perché può causare disturbi renali e nervosismo, vanificando quindi il suo potere terapeutico.
Come usarlo in cucina
Del coriandolo si possono utilizzare sia le foglie fresche che i semi essiccati. Tali semi vengono utilizzati come spezia, in quasi tutti i paesi nei quali viene coltivato, mentre in Oriente si usano maggiormente le foglie al posto del prezzemolo.
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CORIANDOLO NEL MONDO
Maghreb docet! In Marocco il coriandolo è usato nelle marinate e nei ripieni di carne mentre in Egitto è abbinato ai legumi.
In Oriente invece le foglie, grazie all’odore molto forte, vengono utilizzate per aromatizzare insalate e zuppe; nello Sri Lanka quest’erba aromatica è anche usata insieme al miele, per alleviare la tosse
Nell’Europa centrale i semi di coriandolo insaporiscono la cacciagione, i sottaceti e le salamoie, le verdure e i funghi: nei Balcani il coriandolo è apprezzato per insaporire il pane, la frutta e alcuni dolci.
Damasco
E' facile perdersi nei tortuosi vicoli di Damasco, nel suo intricatissimo groviglio di strade. Ma se ci si fa prendere per mano, lasciandosi condurre da una guida esperta, sarà una passeggiata strabiliante, un viaggio alla scoperta dei giardini segreti, delle minuscole botteghe, dei sapori, dei profumi, dei colori della città. Dietro ogni porta si celano tradizioni e cucine odorose di spezie. E ogni cucina nasconde una storia e una ricetta per raccontarla. Come il tabbuleh di zia Salime, un piatto dai pungenti aromi di erbe, una festa per il palato che non può essere preparato nei momenti tristi; i falafel al coriandolo e cumino dell'artista delle ombre; il riso con mandorle e uvetta dell'anziana levatrice sciita; il fragrante pane allo yogurt della donna che aveva dimenticato come si faceva ad amare. "La città che profuma di coriandolo e di cannella" nasce da questi aromi che hanno fatto storia.
Coriandolo in Italia
Se il coriandolo è molto utilizzato nella cucina internazionale, notiamo che nella gastronomia italiana trova un utilizzo molto più limitato.
Generalmente, in Italia, il coriandolo viene usato soprattutto per la preparazione di insaccati, sottaceti o per aromatizzare alcuni alcolici come il gin
In Europa, invece, così come nel resto del mondo, è un ingrediente molto apprezzato; viene utilizzato per insaporire piatti di carne, per esaltare il gusto delle insalate o per condire al meglio le verdure sott’olio o i sottaceti.
Uno degli abbinamenti vincenti è ad esempio quello tra coriandolo e cavoli, oppure quello tra coriandolo e crauti o le stesse minestre di verdure.
L’aroma particolare e non definibile rende il coriandolo, una spezia versatile a numerosi utilizzi in cucina, anche perché è l’unica che non copre il gusto delle pietanze e si presta molto bene a insaporire zuppe e minestre, legumi, carne, pesce e verdure, ma anche cavoli e crauti.
RICETTE
Il coriandolo fresco ha gusto molto deciso, il cui sapore intenso può essere facilmente accostato allo zenzero o al cumino. Tuttavia esso può essere usato con tranquillità, anche in ricette che prevedono l’uso del limone, il cui gusto è molto simile; per esempio il raffinatissimo pollo al limone e coriandolo.
È possibile realizzare dei piatti molto particolari, dalla composizione armonico/aromatica molto pregiata per quanto riguarda la ricchezza dei sapori; avendo sempre degli ingredienti naturali e ricchi di nutrienti essenziali per l’organismo.
Pesto con coriandolo
Con il coriandolo fresco è possibile preparare, ad esempio, un’innovativa variazione del tradizionale pesto: con un trito di coriandolo, mandorle e altre erbe aromatiche, si ottengono i cosiddetti; rotolini al pesto di coriandolo, perfetto come finger food o con un poco classico aperitivo.
Degli accostamenti con altre spezie vi sono quelli con timo e pepe che danno un tocco esotico al convenzionale riso bollito e quello con la noce moscata per insaporire il purè di patate.
Crema messicana
Spostandoci nuovamente in America Latina e per la precisione, in Messico, troviamo la famosa Crema messicana, a base di peperone arrosto, chorizo e scorza di limone, da servire con i nachos e i crostini di pane.
In Tailandia il coriandolo fresco è una delle tante erbe aromatiche per la preparazione della pasta curry locale; una preparazione di base molto aromatica, che usa le foglie del coriandolo per ottenere diverse gradazioni di piccante. Da questo connubio nasce la Pasta Curry tailandese, che serve a preparare curry e altri piatti della cucina tradizionale asiatica.
RICETTE CON I SEMI
L’uso culinario delle foglie fresche e dei semi essiccati si è ormai diffuso in tutto il mondo, dalla tradizione mediterranea alle cucine dell’America Latina. In India il coriandolo non è solo una spezia aromatica, come le tante che vengono usate per quel tipo di cucina; esso è un ingrediente fondamentale per il Garam masala, una ricetta tradizionale che consiste in una miscela di spezie molto utilizzata nella cucina indiana e sud americana.
La scelta degli ingredienti e la sua preparazione segue in questo caso un ordine rituale, molto preciso.
I semi di coriandolo vengono inseriti come ingredienti di diversi masala (ossia miscele di spezie) della cucina indiana, tra cui spicca la polvere curry, che è ormai ben nota e utilizzata in ricette di tutto il mondo.
Essendo caratterizzati da un gusto dolciastro, i suoi semi ricordano un leggero sapore di limone, a differenza delle foglie che hanno un sapore piccante in grado di trasferire così a cibi e ricette un aroma pungente ma fresco.
CURIOSITA', CORIANDOLO E CORIANDOLI
Qualche secolo fa, nel periodo di Carnevale, durante le tipiche sfilate delle carrozze, venivano gettati sulla folla mascherata, granturco, arance, fiori, gusci d’uovo ripieni di essenze profumate e monete. In seguito, a partire dal 1500 circa, con i frutti del coriandolo rivestiti di zucchero, venivano fatti dei confettini profumati, prodotti appositamente per essere lanciati dai carri o dai balconi in occasione del carnevale. Questa produzione era però molto costosa e ben presto venne sostituita da piccole palline formate dal seme del coriandolo ricoperto di gesso.
Durante il 1800, a Milano, un certo Sig. Enrico Mangili cominciò a lanciare dei minuscoli dischetti di carta bianca che al minimo soffio di vento si alzavano danzanti in aria, creando un’atmosfera di particolare effetto scenico: sembrava che nevicasse sui carri di carnevale che sfilavano per la città! Questi dischetti non erano altro che gli scarti dei foglietti bucherellati che venivano usati come lettiere per i bachi da seta! La folla iniziò ben presto a chiamarli coriandoli, e iniziarono a essere prodotti a livello industriale usando anche carta colorata.
Si fa presto a dire coriandoli: saranno anche piccoli, saranno anche leggeri, ma perché noi li si possa lanciare, qualcuno li deve fabbricare, e poi insacchettare, e poi spedire e far sì che li troviamo sul banchetto del mercato o tra gli scaffali dei negozi.
La casa dove nascono i coriandoli sta nella zona industriale di Porcellengo di Paese, pochi chilometri fuori Treviso. Si chiama “Karnaval”. Il titolare dell’azienda è il signor Franco Carnevale, al quale il destino scritto nel nome aveva tracciato una strada maestra anche se lui l’ha presa un po’ alla larga. Da Cosenza e anzi San Leucio dove è nato, è arrivato in Veneto con l’uniforme di sottufficiale dell’Aeronautica Militare nel 1961; nel 1982 ha ripiegato le ali e si è messo a lavorare con la Cartotecnica di Fontane, che allora era leader nella produzione di coriandoli. Poco dopo, il leader era già lui, con la sua azienda. Adesso di anni ne ha 70, e si diverte ancora.
Molte volte gli succede di dire: «Piacere, mi chiamo Carnevale e vendo coriandoli» e di sentirsi mandare a quel paese da chi si riteneva Per fare i coriandoli, macchine in parte progettate da lui stesso e realizzate con l’aiuto di un amico esperto in meccanica (non ci può essere un gran mercato di macchinari di questo tipo) sminuzzano e mescolano due tipi di carta: «Mica è buona tutta. Noi usiamo solo rese di vecchi manifesti stampati da due tipografie romane di cui conosciamo perfettamente la qualità del prodotto, e rotoli di tipografia fatti apposta, nei classici rosa, verde e viola, colori un po’ spenti perché costano meno». Dalla trasformazione in coriandoli è capitato che venissero salvati manifesti-capolavoro, tipo le locandine originali di “Via col vento” o “Vacanze Romane”, che sono appese ai muri dell’ufficio.
Il signor Carnevale vende e stravende in Italia, in Francia (dove i “confettis” si lanciano tutto l’anno), in Belgio, in Olanda. Da Porcellengo la merce parte su bilici! Vende alla grande distribuzione e ai Comuni, per i quali fa sacchi da dieci chili che finiscono sui carri mascherati. Vende agli alberghi e alle crociere. Si lavora con carta e macchinari da settembre a fine carnevale; il resto dell’anno se ne va in programmazione, conti, rifornimento.
Curiosa la storia del Signor Carnevale e dei suoi coriandoli che girano il mondo, portando un po’ di Veneto in tutte le strade e in tutte le feste!
Fonte sui coriandoli di carnevale : http://mattinopadova.gelocal.it