Azienda Agricola Bioecologica Altaura e Monte Ceva

Azienda Agricola Bioecologica Altaura e Monte Ceva PRODUZIONE E VENDITA DI PRODOTTI BIOLOGICI DI FATTORIA -FATTORIA DIDATTICA-SOCIALE-LUDOTECA-ALLOGGIO-RISTORAZIONE

07/03/2025
03/03/2025

La pianta che vedi nella foto si chiama Tarassaco ed è una delle piante più potenti al mondo...

Ciao, sono IL TARASSACO (DENTE DI LEONE)!
Molte persone mi chiamano erbaccia, ma in realtà sono un buon amico e sono qui per aiutarti.

Quando mi vedi, ricorda che sono l'unico che vuole e può crescere proprio in quel luogo.
Questo accade perché:
- Il suolo è troppo compatto o duro, e voglio ammorbidirlo con le mie radici.
- C'è troppo poco calcio nel terreno. Non preoccuparti, lo reintegrerò con la decomposizione delle mie foglie.
- Il terreno è troppo acido, ma se mi lasci fare, lo migliorerò.
- Oppure si tratta di una combinazione di tutti questi fattori.

Sono qui perché il tuo terreno ha bisogno del mio aiuto, quindi è meglio che tu mi lasci crescere senza disturbarmi! Quando tutto sarà sistemato, sparirò da solo, te lo prometto!

Stai cercando di eliminarmi in anticipo strappando la mia radice?
Non importa quanto tu sia meticoloso, tornerò ancora più forte! Solo fino a quando il tuo suolo non sarà migliorato.

Puoi persino capire a che punto è il mio lavoro osservando come cresco:
- Se le mie foglie sono piatte a terra, allora il mio compito non è ancora finito.
- Se invece sono tutte erette, significa che ho quasi terminato.

Sono uno dei primi fiori della primavera, quindi annuncio l'arrivo della bella stagione.
Durante il giorno, quando fa caldo, apro i miei fiori. Ma nel pomeriggio, quando si fa più freddo, li chiudo rapidamente. Se la temperatura non è abbastanza alta, potrei anche non aprirli affatto!

I miei fiori sono il primo nutrimento per gli insetti dopo il letargo e, a differenza di molte altre piante, fornisco sia polline che nettare. Inoltre, sono molto generoso con le api!

A proposito, sapevi che i miei fiori sono deliziosi anche per te?
Un tempo mi chiamavano"il miele (o l’oro) dei poveri", perché i miei fiori sono molto dolci. Sul web puoi trovare tantissime ricette che mi vedono protagonista, dai un’occhiata!

Ma aspetta fino alla fine di maggio o anche più tardi prima di iniziare a tagliarmi. E anche allora, non tagliare tutti i denti di leone, perché la biodiversità e le api te ne saranno grate.

E per finire, quando mi vedrai e al posto dei miei petali gialli avrò formato una soffice sfera bianca, soffia forte ed esprimi un desiderio… farò del mio meglio per farlo avverare! ✨🌼

28/02/2025

L'Equiseto è ricco di silice, un minerale importante per la salute delle ossa, della pelle e dei capelli e che svolge un ruolo importante nel nostro organismo,in quanto coinvolto nella sintesi del collagene, una proteina fondamentale per la salute delle ossa e dei tessuti connettivi.

Un corretto apporto di silicio contribuisce infatti a migliorare la densità ossea (prevenendo l'osteoporosi), aiuta a mantenere la pelle elastica e sana e rende i capelli più forti e lucenti.

Questa pianta è inoltre molto utilizzata anche per le sue potenzialità diuretiche e antinfiammatorie.

28/02/2025

CORIANDOLO E CORIANDOLI
(Coriandrum sativum L.),
ETIMOLOGIA E DESCRIZIONE
La parola latina “coriandrum” ha le sue radici in quella greca “corys” (cimice), seguita dal suffisso “onder” (somigliante), in riferimento alla supposta somiglianza con l’odore della cimice verde dei prati, emanato spremendo o sfregando le foglie del coriandolo. “Coriandrum” indica “qualcosa che fa bene all’uomo”, mentre “sativum “significa “adatto ad essere coltivato”.
Il coriandolo, noto anche come il nome spagnolo di cilantro, è una delle erbe aromatiche più antiche che si conoscano. Molte sono le tracce che testimoniano le proprietà curative del cosiddetto “Coriandrum sativum”, specie in epoca romana, dove veniva utilizzato come erba medicinale, che come condimento.
La pianta da cui si ricava appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae. Nonostante sia originaria dei Paesi del Mediterraneo, la sua fama ha attraversato tutti i continenti. Questo dipende anche alla multiformità della sua natura: il coriandolo, infatti, si riconosce per le sue foglie piccanti, molto apprezzate in India e in Cina, tanto da essere soprannominato “prezzemolo cinese”, ma anche per i suoi frutti granellati simili al pepe, ma con un sapore dolciastro che ricorda i limoni.
La radice da cui nasce la pianta del coriandolo è molto sottile; il fusto può variare dai 30 ai 50 centimetri e i fiori che si alternano alle foglie si caratterizzano per il colore rosa o bianco e i frutti utilizzati in cucina hanno un sapore particolarmente dolce.
STORIA
Il coriandolo è originario dell’Europa meridionale e del Medio Oriente, conosciuto anche con il nome di “Prezzemolo cinese” ,Si colloca tra le spezie più antiche conosciute al mondo. Il suo utilizzo come pianta aromatica e medicinale era così apprezzato da rappresentare un'offerta votiva raffigurata anche nelle tombe egiziane.
Simile ai granelli di pepe ma dal colore giallino, i frutti del coriandolo sono diffusi da secoli nel bacino mediterraneo.
I Romani usavano moltissimo questa spezia pestata e miscelata con sale e aceto per conservare i cibi. Apicio ne proponeva una ricetta, il "coriandratum", come condimento di varie pietanze, Plinio ne evidenziava le particolari virtù terapeutiche.
BENEFICI E PROPRIETA'
Veniamo alla sua composizione e alle sue proprietà: il coriandolo, che vanta solo 23 kcal ogni 100 gr, non contiene colesterolo, è ricco di antiossidanti, di oli essenziali, vitamine (tra cui la vitamina K, che riveste un ruolo fondamentale nella costruzione della massa ossea), fibre alimentari, che riducono il colesterolo cattivo, aumentando quello buono; e contiene molti minerali, tra cui ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio e zinco.
Il coriandolo elimina i gas intestinali, attenua il senso di fatica, combatte l’inappetenza ed è un buon tonico per l’attività cerebrale e per il sistema nervoso. I semi sono un buon rimedio contro le coliche addominali, le difficoltà digestive ed il gonfiore, hanno effetto fungicida e antibatterico e, aggiunti all’acqua dei pediluvi, hanno un effetto rilassante e sgonfiante; l’infuso è consigliato contro mal di testa ed emicrania; l’olio aiuta nei casi di eczema, psoriasi e rosacea, l’estratto previene l’infezione da Candida albicans, proteggendo dai danni causati da avvelenamento da piombo. Il coriandolo, che contrasta l’obesità, favorisce un corretto metabolismo dei carboidrati e combatte la formazione dei radicali liberi dovuti a stress e tossine, grazie ai suoi agenti antiossidanti che proteggono il fegato e stimolano la sua capacità di rigenerarsi, è un rimedio naturale per alcolisti e coloro che soffrono di epatite C.
Il suo utilizzo va dalla preparazione di tisane, agli infusi utili per combattere l’emicrania e l’aerofagia o dolori di stomaco.
È anche in grado di facilitare la digestione e pare abbia proprietà stimolanti, che agiscono anche sul sistema nervoso, intervenendo positivamente su stanchezza e stati umorali depressi. E’ anche un ottimo fungicida e antibatterico.
Vi sono ovviamente delle piccole controindicazioni, più che altro sul suo possibile abuso; infatti esso non deve mai essere assunto in dosi eccessive, perché può causare disturbi renali e nervosismo, vanificando quindi il suo potere terapeutico.
Come usarlo in cucina
Del coriandolo si possono utilizzare sia le foglie fresche che i semi essiccati. Tali semi vengono utilizzati come spezia, in quasi tutti i paesi nei quali viene coltivato, mentre in Oriente si usano maggiormente le foglie al posto del prezzemolo.
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CORIANDOLO NEL MONDO
Maghreb docet! In Marocco il coriandolo è usato nelle marinate e nei ripieni di carne mentre in Egitto è abbinato ai legumi.
In Oriente invece le foglie, grazie all’odore molto forte, vengono utilizzate per aromatizzare insalate e zuppe; nello Sri Lanka quest’erba aromatica è anche usata insieme al miele, per alleviare la tosse
Nell’Europa centrale i semi di coriandolo insaporiscono la cacciagione, i sottaceti e le salamoie, le verdure e i funghi: nei Balcani il coriandolo è apprezzato per insaporire il pane, la frutta e alcuni dolci.
Damasco
E' facile perdersi nei tortuosi vicoli di Damasco, nel suo intricatissimo groviglio di strade. Ma se ci si fa prendere per mano, lasciandosi condurre da una guida esperta, sarà una passeggiata strabiliante, un viaggio alla scoperta dei giardini segreti, delle minuscole botteghe, dei sapori, dei profumi, dei colori della città. Dietro ogni porta si celano tradizioni e cucine odorose di spezie. E ogni cucina nasconde una storia e una ricetta per raccontarla. Come il tabbuleh di zia Salime, un piatto dai pungenti aromi di erbe, una festa per il palato che non può essere preparato nei momenti tristi; i falafel al coriandolo e cumino dell'artista delle ombre; il riso con mandorle e uvetta dell'anziana levatrice sciita; il fragrante pane allo yogurt della donna che aveva dimenticato come si faceva ad amare. "La città che profuma di coriandolo e di cannella" nasce da questi aromi che hanno fatto storia.
Coriandolo in Italia
Se il coriandolo è molto utilizzato nella cucina internazionale, notiamo che nella gastronomia italiana trova un utilizzo molto più limitato.
Generalmente, in Italia, il coriandolo viene usato soprattutto per la preparazione di insaccati, sottaceti o per aromatizzare alcuni alcolici come il gin
In Europa, invece, così come nel resto del mondo, è un ingrediente molto apprezzato; viene utilizzato per insaporire piatti di carne, per esaltare il gusto delle insalate o per condire al meglio le verdure sott’olio o i sottaceti.
Uno degli abbinamenti vincenti è ad esempio quello tra coriandolo e cavoli, oppure quello tra coriandolo e crauti o le stesse minestre di verdure.
L’aroma particolare e non definibile rende il coriandolo, una spezia versatile a numerosi utilizzi in cucina, anche perché è l’unica che non copre il gusto delle pietanze e si presta molto bene a insaporire zuppe e minestre, legumi, carne, pesce e verdure, ma anche cavoli e crauti.
RICETTE
Il coriandolo fresco ha gusto molto deciso, il cui sapore intenso può essere facilmente accostato allo zenzero o al cumino. Tuttavia esso può essere usato con tranquillità, anche in ricette che prevedono l’uso del limone, il cui gusto è molto simile; per esempio il raffinatissimo pollo al limone e coriandolo.
È possibile realizzare dei piatti molto particolari, dalla composizione armonico/aromatica molto pregiata per quanto riguarda la ricchezza dei sapori; avendo sempre degli ingredienti naturali e ricchi di nutrienti essenziali per l’organismo.
Pesto con coriandolo
Con il coriandolo fresco è possibile preparare, ad esempio, un’innovativa variazione del tradizionale pesto: con un trito di coriandolo, mandorle e altre erbe aromatiche, si ottengono i cosiddetti; rotolini al pesto di coriandolo, perfetto come finger food o con un poco classico aperitivo.
Degli accostamenti con altre spezie vi sono quelli con timo e pepe che danno un tocco esotico al convenzionale riso bollito e quello con la noce moscata per insaporire il purè di patate.
Crema messicana
Spostandoci nuovamente in America Latina e per la precisione, in Messico, troviamo la famosa Crema messicana, a base di peperone arrosto, chorizo e scorza di limone, da servire con i nachos e i crostini di pane.
In Tailandia il coriandolo fresco è una delle tante erbe aromatiche per la preparazione della pasta curry locale; una preparazione di base molto aromatica, che usa le foglie del coriandolo per ottenere diverse gradazioni di piccante. Da questo connubio nasce la Pasta Curry tailandese, che serve a preparare curry e altri piatti della cucina tradizionale asiatica.
RICETTE CON I SEMI
L’uso culinario delle foglie fresche e dei semi essiccati si è ormai diffuso in tutto il mondo, dalla tradizione mediterranea alle cucine dell’America Latina. In India il coriandolo non è solo una spezia aromatica, come le tante che vengono usate per quel tipo di cucina; esso è un ingrediente fondamentale per il Garam masala, una ricetta tradizionale che consiste in una miscela di spezie molto utilizzata nella cucina indiana e sud americana.
La scelta degli ingredienti e la sua preparazione segue in questo caso un ordine rituale, molto preciso.
I semi di coriandolo vengono inseriti come ingredienti di diversi masala (ossia miscele di spezie) della cucina indiana, tra cui spicca la polvere curry, che è ormai ben nota e utilizzata in ricette di tutto il mondo.
Essendo caratterizzati da un gusto dolciastro, i suoi semi ricordano un leggero sapore di limone, a differenza delle foglie che hanno un sapore piccante in grado di trasferire così a cibi e ricette un aroma pungente ma fresco.
CURIOSITA', CORIANDOLO E CORIANDOLI
Qualche secolo fa, nel periodo di Carnevale, durante le tipiche sfilate delle carrozze, venivano gettati sulla folla mascherata, granturco, arance, fiori, gusci d’uovo ripieni di essenze profumate e monete. In seguito, a partire dal 1500 circa, con i frutti del coriandolo rivestiti di zucchero, venivano fatti dei confettini profumati, prodotti appositamente per essere lanciati dai carri o dai balconi in occasione del carnevale. Questa produzione era però molto costosa e ben presto venne sostituita da piccole palline formate dal seme del coriandolo ricoperto di gesso.

Durante il 1800, a Milano, un certo Sig. Enrico Mangili cominciò a lanciare dei minuscoli dischetti di carta bianca che al minimo soffio di vento si alzavano danzanti in aria, creando un’atmosfera di particolare effetto scenico: sembrava che nevicasse sui carri di carnevale che sfilavano per la città! Questi dischetti non erano altro che gli scarti dei foglietti bucherellati che venivano usati come lettiere per i bachi da seta! La folla iniziò ben presto a chiamarli coriandoli, e iniziarono a essere prodotti a livello industriale usando anche carta colorata.

Si fa presto a dire coriandoli: saranno anche piccoli, saranno anche leggeri, ma perché noi li si possa lanciare, qualcuno li deve fabbricare, e poi insacchettare, e poi spedire e far sì che li troviamo sul banchetto del mercato o tra gli scaffali dei negozi.

La casa dove nascono i coriandoli sta nella zona industriale di Porcellengo di Paese, pochi chilometri fuori Treviso. Si chiama “Karnaval”. Il titolare dell’azienda è il signor Franco Carnevale, al quale il destino scritto nel nome aveva tracciato una strada maestra anche se lui l’ha presa un po’ alla larga. Da Cosenza e anzi San Leucio dove è nato, è arrivato in Veneto con l’uniforme di sottufficiale dell’Aeronautica Militare nel 1961; nel 1982 ha ripiegato le ali e si è messo a lavorare con la Cartotecnica di Fontane, che allora era leader nella produzione di coriandoli. Poco dopo, il leader era già lui, con la sua azienda. Adesso di anni ne ha 70, e si diverte ancora.

Molte volte gli succede di dire: «Piacere, mi chiamo Carnevale e vendo coriandoli» e di sentirsi mandare a quel paese da chi si riteneva Per fare i coriandoli, macchine in parte progettate da lui stesso e realizzate con l’aiuto di un amico esperto in meccanica (non ci può essere un gran mercato di macchinari di questo tipo) sminuzzano e mescolano due tipi di carta: «Mica è buona tutta. Noi usiamo solo rese di vecchi manifesti stampati da due tipografie romane di cui conosciamo perfettamente la qualità del prodotto, e rotoli di tipografia fatti apposta, nei classici rosa, verde e viola, colori un po’ spenti perché costano meno». Dalla trasformazione in coriandoli è capitato che venissero salvati manifesti-capolavoro, tipo le locandine originali di “Via col vento” o “Vacanze Romane”, che sono appese ai muri dell’ufficio.

Il signor Carnevale vende e stravende in Italia, in Francia (dove i “confettis” si lanciano tutto l’anno), in Belgio, in Olanda. Da Porcellengo la merce parte su bilici! Vende alla grande distribuzione e ai Comuni, per i quali fa sacchi da dieci chili che finiscono sui carri mascherati. Vende agli alberghi e alle crociere. Si lavora con carta e macchinari da settembre a fine carnevale; il resto dell’anno se ne va in programmazione, conti, rifornimento.

Curiosa la storia del Signor Carnevale e dei suoi coriandoli che girano il mondo, portando un po’ di Veneto in tutte le strade e in tutte le feste!
Fonte sui coriandoli di carnevale : http://mattinopadova.gelocal.it

27/02/2025

Tipi di foglie e la loro importanza agronomica🧑‍🌾🍃🍀🌿

Le foglie sono organi essenziali delle piante, poiché svolgono la fotosintesi, la traspirazione e lo scambio gassoso.

🍃 1. Semplice:
Hanno un unico lembo continuo, senza divisioni. Sono comuni in colture come gli spinaci. La loro semplicità le rende efficienti nella fotosintesi e utili per identificare piante erbacee a rapido sviluppo.

🍃 2. Lanceolata:
Lunghe, strette e con estremità appuntite, come nel giglio. Questo design consente di catturare luce in aree densamente vegetate, tipico di piante ornamentali e alcune graminacee.

🍃 3. Ovale:
Con un lembo ellittico e margini lisci, sono comuni nelle erbe aromatiche come il basilico. La forma compatta massimizza l'area fotosintetica senza aumentare la traspirazione.

🍃 4. Composta:
Formata da più foglioline unite a un unico picciolo, come nel trifoglio. Permette alle piante leguminose di adattare la superficie fogliare a vari ambienti per ottimizzare la luce.

🍃 5. Runcinata:
Con margini profondamente lobati verso l'apice, come nel dente di leone. Caratteristica di piante in terreni poveri, queste foglie sfruttano al massimo i pochi nutrienti disponibili.

🍃 6. Peltata:
Circolari, con il picciolo che si attacca al centro del lembo, come nella capuccina. Ideale per piante rampicanti, catturano luce man mano che crescono verso l'alto.

🍃 7. Dentata:
Con bordi frastagliati, come nelle giovani querce. Questa struttura difende dagli erbivori e aumenta la traspirazione e l’assorbimento di luce.

🍃 8. Lobata:
Con lobi poco profondi che suddividono i margini del lembo, come nell’acero. Aumentano la superficie fogliare senza appesantire la pianta, adatte ad alberi e arbusti.

🍃 9. Sagittata:
A forma di freccia con lobi basali rivolti verso il basso, come nel caladio. Diffuse in ambienti umidi, aiutano a deviare l’acqua lontano dal fusto.

🍃 10. Palmata:
Con nervature che si diramano da un punto comune, come nel ricino. Tipica dei climi tropicali, distribuisce uniformemente la luce in condizioni di elevata radiazione solare.

🍃 11. Aciculare:
Sottili, appuntite e rigide, come nel pino. Adatte a climi freddi e aridi, riducono la perdita d’acqua mantenendo la fotosintesi.

🍃 12. Parallelinervia:
Lineari con venature parallele, come nell’erba. Comune nelle graminacee e nei foraggi, resiste bene a vento e calpestio.

✅ Conoscere questi tipi di foglie aiuta a identificare le piante, ottimizzare le pratiche agricole e migliorare la produttività in ambienti diversi.🌿💡

26/02/2025
26/02/2025

glomeratum. La poteeenza.
Queste piante comunissime sono più che avanguardie della natura. Silenziosamente ricolonizzano gli spazi che erano stati loro sottratti e preparano questi luoghi resi inospitali dall'uomo all'arrivo di specie più esigenti. Col loro continuo lavorio producono nuovo suolo sgrecolando lentamente i manufatti. Morendo o rinnovandosi lo arricchiscono di sostanza organica che attira i funghi e poi gli insetti che a loro volta sgretolano e digeriscono e muoiono e in un attimo arrivano piante più grandi e animali più voraci e dove c'era l'arido deserto dell'uomo ora c'è una comunità.
Ma quale potere pensiamo di poter esercitare su un sistema così? Ma nemmeno con le armi nucleari riusciremmo a distruggere la vita. Non c'è riuscito l'impatto con un asteroide grande come il Texas.
Tutto ciò che facciamo alla natura ha conseguenze solo sulle nostre probabilità di sopravvivere.

25/02/2025
24/02/2025

ALLORO, LA GLORIA NEI SECOLI
(Laurus nobilis)
BOTANICA
L’alloro è una pianta aromatica e officinale appartenente alla famiglia delle Lauracee, sempreverde.
Si presenta, poiché spesso sottoposto a potatura, in forma di arbusto di varie dimensioni ma è un vero e proprio albero alto fino a 10 metri. Il legno della pianta è aromatico ed emana il tipico profumo delle foglie. Le foglie, ovate, sono verde scuro, coriacee, lucide nella pagina superiore e opache in quella inferiore, sono inoltre molto profumate. I fiori sono di colore giallo chiaro, compaiono a primavera, generalmente in marzo-aprile. I frutti sono drupe nere e lucide (quando mature) maturano a ottobre-novembre. Diffuso lungo le zone costiere settentrionali del Mar Mediterraneo, dalla Spagna alla Grecia e nell’Asia Minore. In Italia cresce spontaneamente nelle zone centro-meridionali e lungo le coste, mentre nelle regioni settentrionali è coltivato.
MITOLOGIA GRECA
La natura nella sua maestosità, racchiude affascinanti storie legate ad alcune sue creature botaniche. Miti e leggende anche millenarie, che raccontano le piante in una veste misteriosa, avvincente e romantica, talmente coinvolgente da suscitare maggiore fascino ed interesse rispetto alle loro proprietà terapeutiche e cosmetiche. Conoscerle avvolgerà di poesia e di sentimenti la propria dedizione al mondo naturale. Ogni pianta ha una sua storia, generalmente legata alla mitologia greca. Eccone alcune: le storie dell’alloro, dell’anemone, della camomilla, del fiordaliso, del girasole, della lavanda, della menta, del narciso, del rosmarino, della salvia, del timo e dell’ulivo.
APOLLO E DAPHNE
Secondo il mito, la pianta di alloro fece la propria comparsa sulla terra a causa del f***e amore non corrisposto del dio greco Apollo verso la bellissima ninfa Dafne, figlia del dio fluviale Ladone e della Terra. Il nome Dafne significa “lauro”, ovvero alloro, e costei fu il primo amore del dio Apollo.
Tutto ha inizio quando Apollo, dopo aver sconfitto il serpente Pitone, si fece vanto delle sua prodezza al dio dell’amore Cupido, schernendo quest’ultimo sull’inutilità delle sue armi costituite da arco e frecce per una divinità non combattente, quale invece era lui, il dio del sole. Così per vendicarsi dell’offesa subita, Cupido con una delle sue frecce d’oro usate per far sbocciare l’amore, fece innamorare Apollo di una fanciulla a caso sulla terra, Dafne, la quale fu invece colpita da una seconda freccia, di piombo, che cancellava e rifiutava l’amore di chiunque. Apollo ardente d’amore e di passione per Dafne, le si dichiarò ricevendo come risposta un rifiuto culminato in una f***e fuga per allontanarsi da lui, che la rincorse disperato fino a quando lei, ormai stremata, implorò il padre di trasformare il suo corpo amato dagli uomini, in un’altra cosa. Il padre addolorato per la figlia, esaudì il suo desiderio tramutandole la pelle in una scorza sottile, i capelli in foglie, le braccia in rami, i piedi in radici e il volto nella cima di un lauro, ovvero in una bellissima pianta di alloro. Apollo riconobbe nella pianta la sua amata Dafne e così decise di renderla una sempreverde e di considerarla a lui sacra, la sua pianta preferita che diverrà simbolo di gloria da porre sul capo dei migliori uomini, come poeti, eroi e vincitori, per incoronarli delle loro imprese e trionfi. Usanza che si è mantenuta in gran parte anche ai giorni nostri.
Considerata così la pianta della metamorfosi e dell’illuminazione, l’alloro divenne il simbolo della sapienza divina. Si pensava inoltre, che il suo profumo tipico potesse portare la mente umana ad elevarsi, risvegliando l’ispirazione e sollecitando la creatività.
Storia.
Apollo a quel punto mise la pianta di Alloro nel suo giardino e giurò di portarne sul suo capo in forma di corone per sempre, e disse che allo stesso modo facessero i Romani durante le sfilate in Campidoglio. Sarebbe stato proprio Apollo, infatti, a rendere questo albero sempreverde. In Italia è tradizione far indossare una corona d’alloro a tutti i neolaureati.
TRADIZIONI POPOLARI
Secondo le antichissime tradizioni popolari i contadini romani, per ingraziarsi i favori del Sole, avevano l’usanza di legare tre ramoscelli d’alloro con un cordoncino rosso, i questo modo avrebbero favorito il buon raccolto, aiutando il grano a maturare e donare benessere alla popolazione.
Fiori di alloro
Anche al giorno d’oggi esistono diversi rituali legati all’alloro, ad esempio, si dice che mettere alcune foglie di alloro sotto al cuscino promuova i sogni profetici, mentre tenere alcune foglie di alloro in casa aiuterebbe ad avere la protezione del dio del sole e quindi prosperità e benessere.
Secondo numerose credenze popolari, inoltre, si dice che l’alloro non venga mai colpito dai fulmini, proteggendo anche le case limitrofe.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante l’alloro è considerato il simbolo della potenza, della vittoria e della gloria ed essendo una pianta sempreverde è anche simbolo di immortalità.
FITOTERAPIA E NON SOL0
Principi Attivi:
Le foglie di alloro sono ricche di principi attivi. Tra le sostanze volatili troviamo eugenolo e limonene, dalle proprietà antisettiche, antiossidanti, digestive. Tra i minerali, contiene potassio, rame, calcio, manganese, ferro, selenio, zinco e magnesio. Sono inoltre una buona fonte di vitamine: contengono acido folico, vitamina A, che preserva la salute degli occhi, della pelle e delle mucose, vitamine del gruppo B, utili per il metabolismo e vitamina C, che è uno dei più potenti antiossidanti naturali in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, stimolare il sistema immunitario favorendo la guarigione delle ferite.
Proprietà:
L’alloro ha diverse proprietà: antiossidanti, digestive, astringenti, diuretiche, stimola l’appetito, espettorante e repellente contro gli insetti. Utile in caso di: problemi digestivi, flautolenza, scarso appetito, dolori mestruali, contratture muscolari, dolori muscolari, influenza o raffreddore, bronchite, stanchezza, nervosismo, alitosi, infiammazione del cavo orale.
Usi: Infuso, decotto e oleolito.
Tosse e bronchite. Contro bronchite o altri sintomi dovuti agli sbalzi di temperatura o all’influenza è adatto l’infuso di alloro, che si prepara ponendo 3 foglie di alloro in una tazza d’acqua bollente. Si lascia riposare per qualche minuto per poi filtrare e bere.
Digestione difficile e coliche. Per aiutare la digestione e favorire l’eliminazione dei gas intestinali, alleviando i dolori di stomaco o causati dalle coliche, è adatto il decotto di alloro per uso interno, ottimo da sorseggiare dopo cena. Si prepara immergendo in 200ml acqua fredda 5gr di foglie di alloro e portando poi ad ebollizione per 5 minuti. Si possono aggiungere dei pezzettini di scorza di agrume (arancia, mandarino o limone) continuando a cuocere per qualche altro minuto e lasciando quindi a riposare per una decina di minuti. Dolcificare a piacere con miele.
Pelle arrossata e gambe pesanti. Per dare sollievo a piedi e gambe pesanti o in caso di dermatite, il decotto di alloro per uso esterno aiuta grazie alla sue proprietà rinfrescanti. Si ottiene seguendo le indicazioni precedenti senza dolcificare né aggiungere la scorza di agrumi.
Dolori muscolari e articolari, cefalea. Con le bacche di alloro è possibile fare un oleolito dall’azione distensiva e antidolorifica, perfetto da applicare localmente, sulla cute, con un massaggio, sia sulle articolazioni che hanno subito traumi o per curare dolori reumatici o muscolari e in presenza di ematomi, sia sulle tempie contro il mal di testa.
COME FARE L'OLEOLITO DI ALLORO
Si realizza a partire dalle bacche (per uso esterno) o dalle foglie (per uso alimentare o esterno). Il quantitativo di foglie di alloro indicato per 250 ml di olio è di 4-6 a seconda dei gusti, queste vanno prima lavate fatte asciugare e poi messe intere, o sminuzzate se si vuole ottenere un sapore più deciso, in un contenitore insieme a l’olio e lasciate macerare per almeno 15 giorni agitando ogni tanto (più adatto per uso alimentare). Se volete provare l’olio di alloro a partire dalle bacche, è necessario farle seccare un paio di mesi in una cesta, girandole di tanto in tano, poi bisogna polverizzarle con l’utilizzo di un mortaio. Una volta fatto questo, lasciate a macerare 50 grammi di polvere di bacche di alloro in 250 ml di olio di oliva per circa un mese agitando il contenitore di tanto in tanto. Si può poi filtrare e utilizzare per massaggi sulla schiena, sulle gambe o sul petto in caso di raffreddore e tosse. E’ inoltre ottimo da applicare sui capelli, prima dello shampoo e lasciando in posa venti minuti, per renderli più forti e lucenti; oltre che sulla cute per tenere lontane le zanzare. Con l’olio di alloro si fa anche il rinomato sapone di Aleppo (lenitivo e antibatterico).
Ottimo come rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi, trattato con alcool si ricava un liquore dalle proprietà digestive, stimolanti, antisettiche ed è utile contro tosse e bronchite.

Indirizzo

Via Correr 1291
Casale Di Scodosia
35040

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