18/11/2024
È però necessario e urgente rivedere il paradigma con il quale pensiamo al cane e iniziare a interiorizzare il fatto che sí, i cani desiderano starci accanto per condividere con noi la vita (e, a dir la verità, non tutti-tutti i cani vogliono questo per sé stessi) ma desiderano farlo senza sviluppare una dipendenza alienante dalla relazione che ci lega. E alcuni desiderano farlo mantenendo delle distanze, fisiche o emotive, da noi. Come Pepe.
Il cane ha una vera passione per l'uomo.
Così come l'uomo ha una vera passione per il cane.
La coltiviamo da circa quarantamila anni.
Ma questa non deve essere confusa con l'asservimento.
Pensiamo che i cani debbano essere disponibili a farsi smanacciare dagli estranei, per esempio, perché non li pensiamo davvero come compagni di vita che conservano una loro autonomia da noi ma li pensiamo come un qualcosa di nostra proprietà di cui disporre a piacimento.
Pensiamo che i cani debbano imparare a comportarsi seguendo norme di convivialità e abitudini umane: pensiamo debbano essere ospitali con cani che invadono il loro territorio, pensiamo debbano accettare, senza protestare, di passare infinite ore di solitudine senza avere in cambio adeguate proposte per bilanciarle, pensiamo che sia corretto fargli passare tutta la vita legati ad un guinzaglio di un metro e poco più perché lo dice la legge, pensiamo che possa andare bene nutrirli per tutta la vita sempre con le stesse identiche crocchette, pensiamo si debbano abituare alla monotonia, senza aspettarsi mai un'esperienza colorata nella vita.
Loro devono, devono, devono...
Ma noi, ci pensiamo mai a cosa dobbiamo loro?
"La differenza tra passione e dipendenza è quella tra una scintilla divina e una fiamma che incenerisce." – Gabor Mate
Da un paio di settimane mi sto occupando di Pepe, questo cagnetto dalle orecchie elfiche e dai modi scorbutici.
Pepe è il classico cagnetto di cascina che nella vita è sempre stato emancipato dalle figure di riferimento umane: si è sempre fatto i giri che voleva, quando lo voleva e con i tempi e i modi che desiderava, senza aver bisogno che qualcuno scandisse i ritmi al posto suo.
Pepe non si fa toccare e se provi a toccargli la ciotola lui sfodera la piccola tagliola consumata che ha in bocca e te la mostra con orgoglio.
Abbaia come un pazzo finché non esci dalla sua proprietà e pure un po' oltre.
Se non tieni lo sguardo su di lui mentre ti muovi è probabile che tenti di allungarti una pizzicatina al tendine d'Achille.
Ma nonostante ciò, lui è un cane che stimo molto, nei suoi occhi si legge quella saggezza di un qualcuno che ha accumulato esperienza e sa come usarla.
E mi rendo perfettamente conto che questa descrizione non corrisponda esattamente all'idea comune su come debba essere un cane per essere un "buon cane".
È però necessario e urgente rivedere il paradigma con il quale pensiamo al cane e iniziare a interiorizzare il fatto che sí, i cani desiderano starci accanto per condividere con noi la vita (e, a dir la verità, non tutti-tutti i cani vogliono questo per sé stessi) ma desiderano farlo senza sviluppare una dipendenza alienante dalla relazione che ci lega. E alcuni desiderano farlo mantenendo delle distanze, fisiche o emotive, da noi. Come Pepe.
Il cane ha una vera passione per l'uomo.
Così come l'uomo ha una vera passione per il cane.
La coltiviamo da circa quarantamila anni.
Ma questa non deve essere confusa con l'asservimento.
Pensiamo che i cani debbano essere disponibili a farsi smanacciare dagli estranei, per esempio, perché non li pensiamo davvero come compagni di vita che conservano una loro autonomia da noi ma li pensiamo come un qualcosa di nostra proprietà di cui disporre a piacimento.
Pensiamo che i cani debbano imparare a comportarsi seguendo norme di convivialità e abitudini umane: pensiamo debbano essere ospitali con cani che invadono il loro territorio, pensiamo debbano accettare, senza protestare, di passare infinite ore di solitudine senza avere in cambio adeguate proposte per bilanciarle, pensiamo che sia corretto fargli passare tutta la vita legati ad un guinzaglio di un metro e poco più perché lo dice la legge, pensiamo che possa andare bene nutrirli per tutta la vita sempre con le stesse identiche crocchette, pensiamo si debbano abituare alla monotonia, senza aspettarsi mai un'esperienza colorata nella vita.
Loro devono, devono, devono...
Ma noi, ci pensiamo mai a cosa dobbiamo loro?
"La differenza tra passione e dipendenza è quella tra una scintilla divina e una fiamma che incenerisce." – Gabor Mate