28/06/2024
Avete presente quei bambini che durante una partita in strada, quando si sentono frustrati, sopraffatti, vessati, prendono il pallone sotto il braccio e dicono “Non gioco più”? Ecco, è così che mi sento. E pure, non sono più un bambino (e credo di non aver mai preso il pallone sotto braccio, piuttosto iniziavo a dare mazzate), sono orami un uomo, grande e grosso, ma, visto che iniziare a dare mazzate, mi dicono non sia più la scelta più saggia (anche se a volte 🤐), allora metaforicamente, oggi la palla la alzo io. Sono anni che mi sono allontanato (il più possibile) da un volontariato assolutamente malato e tossico (con volontari/e che ho sempre reputato altrettanto fuori di testa). Ma non basta più neppure quello per stare al riparo… E allora viene da pensare che il problema siamo noi, tutti noi. Sempre di corsa, sempre a cercare di sopraffare il prossimo, sempre a mettere le nostre esigenze (a prescindere dalla oggettiva importanza di queste) davanti a qualsiasi cosa. Nello specifico, oggi la manifestazione più lampante di ciò è il fatto che una gatta che abbiamo fatto adottare insieme al figlio cucciolo a Rovigo un paio di mesi fa, presso una famiglia di origine campana, ma che si è stabilita lì, da un paio d’ore, è sola, libera in un posto che non conosce e che non è il suo, mentre la famiglia che avrebbe dovuto curarsi di lei, che sosteneva di averla accolta in famiglia come uno dei figli, è in viaggio verso Napoli, dove resterà per un mese… avete capito bene, un mese nel quale la gattina andrà vicino le finestre a miagolare e non troverà nessuno ad aprirla, a darle del cibo o dell’acqua… non troverà più il figlio dal quale non si è mai staccata da quando il piccolo è venuto alla luce. E come se non bastasse, la gatta non è solo scappata. Ha rotto una zanzariera ieri, dopo aver insistito affinché la cercassero, e lo facessero nei paraggi di casa (in campagna con molto spazio), la piccola era tornata a casa… Ma la signora ha avuto la brillante idea di riaprire la finestra tenendo chiusa solo la zanzariera, perché poi aveva caldo, e, ovviamente, la gatta è scappata di nuovo. La partenza era prevista stasera (e stavamo insistendo affinché venisse rimandata, visto che oltretutto si tratta di ve**re dai parenti “giù”), ed invece, udite udite, i signori sono già in viaggio, e Carmela (così si chiama la gatta) è lì, sola. Questo è il “cuore grande dei napoletani”… non vogliatemene, ma mi rendo sempre più conto della totale mancanza di empatia, di educazione e, soprattutto, di responsabilità dei miei compaesani. Oggi va così.