05/03/2021
" Chiariamo un concetto che continua a sfuggire.
Un cane è un compagno di vita, non è un gadget.
Non è Alexa, che ti sveglia con la tua musichetta preferita, ti informa sulle condizioni del traffico e poi la lasci in standby per 10 ore finché non torni a casa.
Se avete bisogno di un surrogato affettivo che vi regali un po' di calore nelle domeniche autunnali e riempia i vuoti della solitudine, procuratevi un Tamagotchi, e cercate di non farlo morire troppo in fretta.
Un cane è come un figlio, e non è questione di umanizzazione. E' come un figlio perché il tipo di responsabilità nei suoi confronti e il legame che si instaura è di tipo parentale. Proprio come un figlio, non ha scelto di vivere con noi, le sue decisioni sono quasi sempre condizionate dalle nostre, la sua quotidianità e vincolata al tipo di esperienze che gli abbiamo consentito di fare. Ed esattamente come per un figlio, il nostro compito non è solo quello di garantirgli il benessere di base, ma anche di aiutarlo ad emanciparsi, a superare le sue difficoltà, a sviluppare un'identità che non sia una proiezione della nostra, a crescere e diventare adulto. E un figlio lo diventa quando ha modo di staccarsi dai genitori, senza per questo rinnegare l'affetto che li unisce.
A me non basta fornirgli cuccia, pappa, coccole e giochini. Non mi basta sincerarmi del fatto che quando la lascio sola in casa tutto il giorno non dia fuoco all'appartamento. E non mi basta la cerimonia scodinzolante con cui mi accoglie, gli occhioni colmi di fedeltà e tutta la retorica dell'amore incondizionato con cui ci raccontiamo che il nostro è il cane più felice della galassia. Non mi interessa essere il centro del suo universo, se quell'universo è grande come una bolla di sapone.
Voglio che stia bene con me e senza di me. Voglio che si faccia delle amicizie, umane e canine. Voglio che abbia degli interessi che non debbano necessariamente convergere con i miei. Voglio che il suo tempo sia denso, gravido di opportunità. E se non sono in grado di offrirgliele, perché ad esempio lavoro in ufficio tutto il giorno, voglio che gliele offra qualcun altro, invece di cullarmi nell'idea di avere sul divano qualcuno che mi aspetta, anche perché non può fare nient'altro. Quell'amore lì è roba da Misery non deve morire.
A meno che non siate anemoni di mare e pesci pagliaccio, i rapporti simbiotici sono sempre morbosi e patologici. Se tu e il tuo cane non sapete staccarvi l'uno dall'altro, quello non si chiama rapporto, ma dipendenza.
I momenti che amo di più non sono quelli in cui il mio cane viene a cercarmi per accoccolarsi su di me, o quando in giro per montagne mi sta attaccata al c**o facendomi guadagnare il gagliardetto di proprietario dell'anno. Sono quando la guardo da lontano e vedo che sta bene senza il bisogno ossessivo della mia presenza, senza cercare di continuo la mia approvazione. E' in quei momenti che penso di essere, forse, un "genitore" decente."