18/11/2024
Una spiegazione lucida e sincera che ho apprezzato enormemente
I comportamenti dei nostri cani, anche quelli che consideriamo problematici, a vario livello, sono volti a mantenere in equilibrio le emozioni del gruppo.
Spesso noi delle nostre emozioni più profonde e autentiche non abbiamo una reale percezione, per cui non ci rendiamo conto che se il cane eccede di energia nel difendere lo spazio intorno a noi molto probabilmente è perchè noi ci sentiamo vulnerabili; se si allontana potrebbe essere perchè la nostra tensione crea un disagio diffuso, e servirebbe spazio per ritrovare la calma; se ci abbaia addosso magari è perchè siamo sordi a certe necessità; se tira al guinzaglio quasi senz'altro è perchè noi per primi non riusciamo a stare in quella situazione, e così via.
Questo perchè laddove, invece, i suoi disagi, i suoi malesseri, i suoi squilibri emozionali (perchè inevitabilmente ogni individuo ha i suoi nodi da risolvere, sia egli cane o sia umano), sono compensati da emozioni che riusciamo ad elaborare, siamo noi ad offrire il supporto e la guida necessari a mantenere l'armonia nel flusso emozionale del gruppo.
Tuttavia il cane mette in atto, per riportare il sistema in equilibrio e per mantenerlo, dei comportamenti che sono propri della sua specie, e talvolta questi comportamenti ci possono creare delle difficoltà nei confronti di coloro che appartengono alla nostra, e delle regole che governano la nostra società umana. E per qualsiasi persona che sia normale il conflitto con i suoi simili rappresenta un problema.
Affinché il cane non senta il bisogno di manifestare certi comportamenti è necessario comprendere cosa, a livello sistemico, lo induca ad agire in quel modo, qual è la funzionalità di quelle azioni, non in termini di semplice "scarico" bensì per capire in che modo esse soddisfino necessità che altrimenti il gruppo intero non saprebbe come risolvere.
Dobbiamo dunque capire cosa NOI possiamo fare (o non fare), con quali emozioni nostre dobbiamo entrare maggiormente in contatto, per imparare così a conoscerle, a riconoscerle e a elaborarle affinchè il cane non abbia più bisogno di utilizzare i comportamenti che pur creandoci alcune difficoltà in realtà servono ad evitare al gruppo malesseri maggiori, di cui spesso non siamo neppure totalmente consapevoli.
Non può cambiare nulla nel mondo interno del cane se non cambiamo qualcosa nel nostro mondo interno pure noi, perchè se ciò non avviene il gruppo si ritroverebbe scompensato, e sarebbe necessaria una pronta quanto imprevedibile, e spesso neppure auspicabile, strategia alternativa, volta a ritrovare un nuovo equilibrio.
Ciò che il cane fa è frutto della concertazione tra le sue emozioni e quelle di chi gli è accanto, anche e soprattutto quelle emozioni che l'umano non osa confessare neppure a se stesso, quelle di cui è inconsapevole, che tende a coprire, a ignorare, a seppellire sotto strati di sovrastrutture, ma che premono disperatamente per uscire; questo semplicemente perchè è così che funziona la struttura mentale del cane, e finchè il trovare un modo per soddisfare le necessità di tutti, in un rapporto alla pari, ha un costo spendibile, si attiva per fare la sua parte.
Non lasciamolo solo, non spostiamo tutta la responsabilità sulle sue spalle, solo perchè ci manca il coraggio di guardare dentro a noi stessi.
8 settembre 2020 comportamenti dei nostri cani, anche quelli che consideriamo problematici, a vario livello, sono volti a mantenere in equilibrio le emozioni del gruppo.
Spesso noi delle nostre emozioni più profonde e autentiche non abbiamo una reale percezione, per cui non ci rendiamo conto che se il cane eccede di energia nel difendere lo spazio intorno a noi molto probabilmente è perchè noi ci sentiamo vulnerabili; se si allontana potrebbe essere perchè la nostra tensione crea un disagio diffuso, e servirebbe spazio per ritrovare la calma; se ci abbaia addosso magari è perchè siamo sordi a certe necessità; se tira al guinzaglio quasi senz'altro è perchè noi per primi non riusciamo a stare in quella situazione, e così via.
Questo perchè laddove, invece, i suoi disagi, i suoi malesseri, i suoi squilibri emozionali (perchè inevitabilmente ogni individuo ha i suoi nodi da risolvere, sia egli cane o sia umano), sono compensati da emozioni che riusciamo ad elaborare, siamo noi ad offrire il supporto e la guida necessari a mantenere l'armonia nel flusso emozionale del gruppo.
Tuttavia il cane mette in atto, per riportare il sistema in equilibrio e per mantenerlo, dei comportamenti che sono propri della sua specie, e talvolta questi comportamenti ci possono creare delle difficoltà nei confronti di coloro che appartengono alla nostra, e delle regole che governano la nostra società umana. E per qualsiasi persona che sia normale il conflitto con i suoi simili rappresenta un problema.
Affinché il cane non senta il bisogno di manifestare certi comportamenti è necessario comprendere cosa, a livello sistemico, lo induca ad agire in quel modo, qual è la funzionalità di quelle azioni, non in termini di semplice "scarico" bensì per capire in che modo esse soddisfino necessità che altrimenti il gruppo intero non saprebbe come risolvere.
Dobbiamo dunque capire cosa NOI possiamo fare (o non fare), con quali emozioni nostre dobbiamo entrare maggiormente in contatto, per imparare così a conoscerle, a riconoscerle e a elaborarle affinchè il cane non abbia più bisogno di utilizzare i comportamenti che pur creandoci alcune difficoltà in realtà servono ad evitare al gruppo malesseri maggiori, di cui spesso non siamo neppure totalmente consapevoli.
Non può cambiare nulla nel mondo interno del cane se non cambiamo qualcosa nel nostro mondo interno pure noi, perchè se ciò non avviene il gruppo si ritroverebbe scompensato, e sarebbe necessaria una pronta quanto imprevedibile, e spesso neppure auspicabile, strategia alternativa, volta a ritrovare un nuovo equilibrio.
Ciò che il cane fa è frutto della concertazione tra le sue emozioni e quelle di chi gli è accanto, anche e soprattutto quelle emozioni che l'umano non osa confessare neppure a se stesso, quelle di cui è inconsapevole, che tende a coprire, a ignorare, a seppellire sotto strati di sovrastrutture, ma che premono disperatamente per uscire; questo semplicemente perchè è così che funziona la struttura mentale del cane, e finchè il trovare un modo per soddisfare le necessità di tutti, in un rapporto alla pari, ha un costo spendibile, si attiva per fare la sua parte.
Non lasciamolo solo, non spostiamo tutta la responsabilità sulle sue spalle, solo perchè ci manca il coraggio di guardare dentro a noi stessi.
8 settembre 2020
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