28/11/2024
IL CAVALLO NON È UN PASSATEMPO
Capita che ci si avvicini all'equitazione per caso, per la curiosità di provare un'attività sportiva da praticare nel tempo libero, ma poi il cavallo s'infiltra nella tua vita diventando una presenza costante anche quando non gli sei accanto.
Almeno una volta nella giornata, ovunque tu sia, il tuo pensiero va a lui, ti chiedi se stia bene, elabori progetti per le prossime cavalcate; rivoltando le tasche per svuotarle prima di mettere gli indumenti in lavatrice, ti trovi in mano qualcosa di suo, un crine, un filo di fieno, un truciolo. Nel carrello della spesa c'è sempre un articolo per lui, un sacchetto di mele, un pacco di carote o altre verdure tra le sue preferite. A casa hai un armadietto con le sue cose che sembra sempre troppo piccolo per contenere tutto ciò che serve, il pensierino che aggiungi quando vai per fiere e mercatini, e così arrivi a colonizzare parte dell'auto dove nel bagagliaio c'è inevitabilmente qualcosa del cavallo.
Lui riempie di immagini la galleria del tuo smartphone: pose curiose, istanti di impegno in attività, riprese da tutte le angolazioni, ci sono più foto sue che di te, e ciò lo mette in primo piano nel tempo che condividete. Così ti porta a fare nuove conoscenze reali e virtuali di altri che, come te vivono in questo stesso ambiente e comunicano nel medesimo linguaggio. Per quanto al di fuori della scuderia cerchi di non parlare sempre di cavalli per non annoiare chi è estraneo all'ambiente, quando si tocca casualmente l'argomento è inevitabile: ti brillano gli occhi, accesi dall'entusiasmo di spiegare agli altri un po' di quel tuo mondo che ti sta tanto a cuore.
Non sei più solo: lui ti aspetta.
Non importa come ti sia andata la giornata tra lo stress degli imprevisti, il malumore di qualcosa che non si è svolta come pensavi, la svogliatezza del momento; alla fine trovi quell'energia in più che non pensavi di avere per fare anche solo un breve salto e andare da lui perché quel suo muso affacciato, con le orecchie dritte e attente mentre sente il rumore dei tuoi passi che si avvicinano, ti fa stare subito bene.
Ti dà uno scopo per vincere la pigrizia, per non rimandare ad un altro giorno, per alzarti presto al mattino anche nei festivi, per staccarti dalla calamita del divano nelle giornate uggiose, e se fa freddo, ti metti una felpa in più per stare nel suo mondo all'aria aperta che ti rinforza nel fisico e ti libera la mente dal frastuono del convenzionale, di tutti quelli che ti vorrebbero diverso da ciò che realmente sei ricoprendo gli schemi di una felicità superficiale ed evanescente. Al cavallo non importa se quella felpa sia firmata e costosa, se quel giorno pesi un chilo in più o tanti in meno, a lui interessa che ci sia tu, come ti vedi la sera davanti allo specchio senza il trucco, senza quella maschera di circostanza che a volte sei costretto a mettere per adeguarti alle situazioni dettate dal tuo ruolo sociale o per evitare che qualcuno possa ferire i tuoi sentimenti.
Anzi, a volte lui va oltre mettendoti di fronte al tuo "io" più profondo, quello che non credevi di essere, o che forse, non avevi mai avuto il coraggio di riconoscere. Già perché col cavallo non è sempre tutto bello e in armonia; ci discuti, ci entri in contrasto quando lui non fa quello che gli chiedi, o addirittura ti si mette contro. Questi momenti ti fanno arrabbiare e ti seguono fuori dal maneggio, come un rebus al quale devi assolutamente trovare la soluzione, e quindi: ti obbligano a pensare, a riflettere, a scavare a fondo per arrivare a capire.
Del resto se tu volessi qualcosa che ubbidisca ciecamente ai tuoi comandi, dovresti scegliere di fare il pilota, di condurre veicoli, non di confrontarti con un essere autonomo e pensante, a volte in modo diverso da te, che sa metterti di fronte alla realtà dei fatti anche quando questa può sembrarti scomoda. Non lo fa con cattiveria, con la malizia e il piacere sottile di vederti annaspare in difficoltà come forse farebbero certi personaggi che tu credevi dalla tua parte perché ti hanno sempre lusingato e assecondato fino al giorno in cui non sei più stato comodo. Lo fa perché è sincero e ti dice (nel suo linguaggio) le cose come stanno, senza mezzi termini, per indurti a migliorare, a volte facendoti ruzzolare dall'alto dei tuoi successi indietro di nuovo ai piedi della scala, inducendoti a ritrovare l'umiltà nel riprendere a salirla, magari con una sensibilità diversa, concentrando di più le tue attenzioni su di lui, il cavallo, piuttosto che egoisticamente sulle tue glorie. Ma in fondo, non è questo che si vorrebbe da un amico vero? Solo verità e trasparenza.
A cavallo non ci vai per hobby, non è come mettere in auto il borsone della palestra e frequentare se ne hai voglia o rimandare a un altra volta, e poi la prossima mah, forse...
Il cavallo entra nella tua vita accompagnandoti ogni giorno, e se pensi di dedicarti a lui solo come un passatempo occasionale quando non trovi di meglio da fare, non sprecare i soldi per acquistare l'equipaggiamento di base, orientati subito su qualcos'altro, l'equitazione non fa per te.
