Az. Agr. Santa Colomba

Az. Agr. Santa Colomba Allevamento vacche da latte razza frisona e coltivazione di cereali e prati

19/05/2023
Buon natale e felice anno nuovo
24/12/2021

Buon natale e felice anno nuovo

05/05/2021
23/04/2021

Per una coltivazione sostenibile

14/04/2021

Entro maggio arriveranno in tutti i canali della grandi distribuzione i gelati Ferrero Rocher e Raffaello e i ghiaccioli Estathè. La strategia di crescita del gruppo che punta sull’internazionalizzazione e su nuovi prodotti

03/04/2021

Per un grano tenero da agricoltura sostenibile

01/04/2021

Secondo una recente indagine dell'Università del Colorado, una particolare razza di "mucche" dal mantello completamente marrone (le chiamano Brown) sarebbero in grado di produrre latte al cioccolato, se alimentate con le cabosse, i semi del cacao, mischiate al foraggio - preferibilmente marrone anche quello. Il fenomeno delle mucche marroni sta interessando soprattutto le scuole per l'infanzia, in quanto sarebbe un ottimo sistema per far bere più latte ai bambini.

Se avete altre curiosità da soddisfare, non esitate a contattarci, qui o mandando una mail a [email protected]

23/02/2021
21/02/2021
31/01/2021
Con lei 190 capi totali
30/01/2021

Con lei 190 capi totali

29/01/2021
22/01/2021

La nascita della lettera A

Sapevate che la lettera A nasce dalla testa di un bove?
Una fiaba antica racconta di una notte magica nel 1500 a.C., dove una bambina, che viaggiava insieme alla sua famiglia tra la Libia, la Siria, la Giordania, la Palestina e il deserto del Sinai, vide nascere l’alfabeto. La prima lettera a nascere fu ovviamente la lettera A.

La bambina si trovava in un paese dove c’erano molti buoi, lei ne disegnò uno e durante quella notte magica il disegno del bove p***e prima il corpo e gli rimase solo la testa. Poi p***e anche il muso e gli rimasero solo le corna. Le corna si rivoltarono ed ecco che apparve la lettera A.
La prima lettera dell’alfabeto, la A, nacque dal bove che a quei tempi chiamavamo Aleph. (tratto dalla “nascita dell’alfabeto “di Mimmo Sorrentino)

Questa fiaba ci porta ad esplorare le origini del segno “A” che possono essere rintracciate in un geroglifico egizio rappresentate proprio la testa di un bove (ALEPH). Il suono allora corrispettivo non era quello che conosciamo noi oggi ma una consonante detta COLPO DI GLOTTIDE usata nella lingua semitica.
Con il passaggio poi all’alfabeto Fenicio venne ulteriormente stilizzato ma orientato con la punta a sinistra e verso il basso imitando così il muso del bove e le sue corna.
I Greci elaborarono il loro alfabeto da quello Fenicio apportando alcune modifiche perché le vocali nella loro lingua hanno un valore distinto ben preciso, così dovettero trovare un simbolo per il suono vocalico centrale aperto (a) riadattando la aleph fenicia. Il valore fonetico è finalmente quello odierno, e anche il segno grafico di oggi è grossomodo quello di quel tempo.

La lettera così formata si è poi trasmessa dall’alfabeto etrusco a quello latino e grazie ai Romani diffuso in gran parte del territorio occupato dall'impero arrivando fino ai giorni nostri.

22/01/2021

Lulubelle III, la v***a più famosa della storia della musica!

Nell’ottobre del 1970 usciva Atom Heart Mother, il quinto album dei Pink Floyd.
La band affidò la creazione della copertina del disco al grafico Storm Thorgerson, con cui aveva collaborato nei 3 album precedenti, chiedendogli di trovare qualcosa di ordinario e di semplice per staccarsi da quella reputazione di rockers psichedelici che li aveva accompagnati fino ad allora.

Thorgerson, ispirato dalla carta da parati con le vacche di Andy Warhol, si recò nella campagna a nord di Londra per immortalare dei bovini, e rimase così affascinato da questa v***a di razza Frisona, da definirla “la foto definitiva di una v***a”.

L’idea geniale ed alquanto azzardata di Thorgerson fu di non mettere né il nome della band, né il titolo dell'album. Fu una delle primissime copertine pubblicate dalla EMI senza il nome del gruppo e fu un successo!

In seguito Thorgerson dichiarò:
“«La copertina faceva una gran figura, in mezzo alle altre dell'epoca che cercavano di attirare l'attenzione in modo provocatorio. La v***a attirava lo sguardo più di quanto potessi sperare: era diversa perché così normale.»

22/01/2021

Sapete cos'è l'intolleranza al lattosio? Sapete cos'è il lattosio? Vi interessa?
Eccoci qui, con rigore e sincerità, come sempre.

Il lattosio è il principale zucchero prodotto dalla ghiandola mammaria dei mammiferi. Essendo costituito da due monosaccaridi (glucosio e galattosio), il lattosio è un disaccaride, ed è indispensabile per lo sviluppo delle strutture nervose nei neonati. Il latte umano risulta essere quello più ricco di lattosio, circa il 7%, mentre quello vaccino ne contiene anche meno del 5%.

Si definisce intolleranza al lattosio una reazione avversa, non allergica, in persone che soffrono di una deficienza parziale o assoluta della lattasi, enzima digestivo necessario per la digestione del lattosio. L'intolleranza al lattosio può essere una normale conseguenza della crescita. Infatti durante l'infanzia i livelli di lattasi diminuiscono naturalmente.
La carenza o assenza totale dell’enzima lattasi non permette la scomposizione del lattosio nei due monosaccaridi che lo costituiscono. Il disaccaride non digerito - non assorbibile - prosegue il suo viaggio lungo il tubo digerente fino al colon. Nell'intestino crasso viene metabolizzato dalla flora batterica provocando disturbi intestinali.

L’intolleranza al lattosio è molto soggettiva ma, statisticamente parlando, viene ben tollerato fino a un bicchiere di latte o 100gr di formaggio a pasto: dovete ricordare inoltre che alcuni formaggi, ad esempio i formaggi duri stagionati, ne contengono meno dello 0,1%.

Se ne deduce quindi che la completa esclusione del lattosio dalla dieta non è quasi mai necessaria.

Tutto chiaro? Se avete domande su questo od altri argomenti legati al latte, scrivete a [email protected]

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